La passione di Giosuè l'ebreo
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La passione di Giosuè l'ebreo
Titolo originale |
La passione di Giosuè l'ebreo |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 2005 |
Genere | drammatico, storico |
Regia | Pasquale Scimeca |
Soggetto | Pasquale Scimeca |
Sceneggiatura | Pasquale Scimeca, Nennella Bonaiuto |
Interpreti e personaggi | |
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La passione di Giosuè l'ebreo, film italiano del 2005 con Anna Bonaiuto e Leonardo Cesare Abude, regia di Pasquale Scimeca.
Negli ultimi decenni del XV secolo, re Ferdinando e la regina Isabella, riunificano la Spagna in nome del cattolicesimo.
Dopo secoli di convivenza, Ebrei e Musulmani, stanno per essere cacciati via dalla loro terra. (Testo a schermo)
Dialoghi
[modifica]- Madre di Giosuè: Fin da bambina io ho avuto paura dei cristiani. Guardami, Giosuè. Non hanno mai avuto il coraggio di guardarci negli occhi, non ci hanno mai gettato un pezzo di pane. E adesso in nome di questo Cristo vogliono distruggerci. Perché non scende dalla croce a fermare gli assassini?
Sorella di Giosuè: Ma tu ci hai insegnato che chiunque odia un uomo, chiunque esso sia, odia Colui che ha creato la vita.
Madre di Giosuè: Io voglio solo tornare a casa, ma forse non sarà possibile. Noi dobbiamo restare fedeli al nostro unico vero Dio, che è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Il nostro primo precetto dice: "Scegli la vita e non la morte". E io vi prometto che farò di tutto, con tutta la forza che mi ha dato Dio, per portarvi in salvo. Giosuè, per noi ora non c'è nessun Messia, e abbiamo ancora molta strada da percorrere.
Sorella di Giosuè: Io credo che ognuno dovrebbe adorare il suo Dio, e lasciare in pace quello degli altri.
Citazioni su La passione di Giosuè l'ebreo
[modifica]- Il film di Scimeca lascia perplessi per più motivi. Il primo di carattere più universale: la Chiesa ha più volte ammesso di recente le proprie colpe nei confronti degli Ebrei e quindi rappresentarle è ormai brandire un'arma spuntata. Secondariamente si ha un po' il sospetto che si voglia sfruttare l'onda lunga del caso The Passion di Mel Gibson. In terzo luogo non convincono le lungaggini del viaggio degli ebrei (che non è necessario descrivere montagna dopo montagna per farne percepire la durezza) e l'assoluta inadeguatezza recitativa del protagonista che, continuamente a confronto con fior d'attori come la Bonaiuto e Bertorelli, naufraga disperatamente, aggrappandosi all'aspetto esteriore. Perché du rôle ha solo il physique. (il Farinotti)
- Nella sceneggiatura del regista siciliano e di Nennella Bonaiuto si mescolano racconti popolari, leggende, realtà. Non sempre alle ambiziose intenzioni corrispondono i risultati. Dopo un bel prologo sulla nascita del protagonista, il viaggio appare illustrativo e inerte. La tematica verghiana dei "vinti" si fonde con l'amore per i cantastorie siciliani in un discorso che accomuna la storia secolare del popolo ebraico e la polemica contro il potere delle istituzioni, l'intolleranza dogmatica per il diverso e la chiusura alle novità che vengono dal basso. Uno spiraglio di speranza si appoggia alla consapevolezza rimossa che "siamo tutti figli di Abramo". (il Morandini)
- Una intelligente e colta decostruzione della Passione, visualmente primitiva quanto quella di Mel Gibson, ma nello spirito di Papa Roncalli. (Roberto Silvestri)
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