La solitudine dei non amati
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La solitudine dei non amati
Titolo originale |
Elskling |
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Lingua originale | norvegese |
Paese | Norvegia |
Anno | 2024 |
Genere | drammatico |
Regia | Lilja Ingolfsdottir |
Sceneggiatura | Lilja Ingolfsdottir |
Interpreti e personaggi | |
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La solitudine dei non amati (Elskling), film norvegese del 2024 con Helga Guren, regia di Lilja Ingolfsdottir.
Citazioni
[modifica] Citazioni in ordine temporale.
- [Seduta di psicoterapia]
Psicoterapeuta: Provi a raccontarmi di nuovo quando lui torna a casa da lavoro dopo sei settimane.
Maria: Be', sono molto stanca, sto riempiendo la lavastoviglie e lui arriva.
Psicoterapeuta: E che cosa succede quando lo vede? Che cosa prova?
Maria: Sono felice di vederlo, lo amo. Sento di amarlo.
Psicoterapeuta: E poi cosa accade?
Maria: È contento. Viene verso di me e vuole abbracciarmi. Lascio i piatti e vado verso di lui. Poi lo abbraccio forte.
Psicoterapeuta: E anche lei lo abbraccia?
Maria: Non per molto.
Psicoterapeuta: Non vuole abbracciarlo?
Maria: No, non lo voglio davvero.
Psicoterapeuta: Perché non vuole se è felice di vederlo?
Maria: Non lo so.
Psicoterapeuta: E poi che succede?
Maria: Poi mi aiuta a mettere a posto la cucina.
Psicoterapeuta: C'è qualche altro particolare? Quando smette di abbracciarlo, lui cosa fa?
Maria: Non lo so, forse è un po' sorpreso... o triste.
Psicoterapeuta: E lei?
Maria: Distolgo lo sguardo.
Psicoterapeuta: In che modo distoglie lo sguardo?
Maria: Non lo so.
Psicoterapeuta: Perché lo fa, perché distoglie lo sguardo?
Maria: Perché voglio che stia male.
Psicoterapeuta: Perché vuole che lui stia male?
Maria: Non lo so.
Psicoterapeuta: Per qualcosa che ha fatto?
Maria: Sì! Ci ha lasciati!
Psicoterapeuta: Ma lei era d'accordo.
Maria: Sì.
Psicoterapeuta: Lei l'ha approvato.
Maria: Sì.
Psicoterapeuta: Allora perché vuole che lui stia male?
Maria: Non lo so.
Psicoterapeuta: E cosa succede dopo?
Maria: Inizia a parlare del lavoro.
Psicoterapeuta: È felice di parlarne con lei?
Maria: Sì, è felice, mi dice tante cose.
Psicoterapeuta: E lei?
Maria: Non mi piace ascoltarlo, voglio solo che smetta.
Psicoterapeuta: Perché?
Maria: Non lo so, sono a disagio. Allora lo interrompo.
Psicoterapeuta: Cosa gli dice?
Maria: Che ci sono stati dei problemi con Mikael a scuola.
Psicoterapeuta: Vuole che si sente responsabile perché Mikael ha dei problemi a scuola?
Maria: So che non ha responsabilità.
Psicoterapeuta: Ma lei invece vuole che si senta responsabile. Perché?
Maria: Perché è successo mentre lui era via e perché non mi è stato vicino per niente.
Psicoterapeuta: E pensa che Sigmund avrebbe potuto fare qualcosa di diverso?
Maria: No.
Psicoterapeuta: Ma vuole comunque che si senta in colpa?
Maria: Sì.
Psicoterapeuta: Perché? Perché vuole che lui stia male? Pensa che ci siano state altre volte in cui ha voluto che lui si sentisse così? Riesce a ricordare le situazioni nelle quali è successo?
- Psicoterapeuta: Ha sempre saputo che Sigmund l'avrebbe lasciata?
[...]
Maria: Forse l'ho sempre saputo, lo so da quando l'ho vissuto da piccola. Mio padre ha lasciato mia madre. la mia paura che possa accadere la stessa cosa forse inconsciamente mi porta ad allontanarlo.
Amica: Scusa, perché lo fai?
Maria: È un modo per tenerlo vicino.
Amica [ride]: Allontanarlo per legarlo a te?
Maria: Se io lo faccio stare molto male e lui crede che tra noi non funzioni per colpa sua, allora penserà che sono migliore di lui. O penserà di essere fortunato ad avermi, che ha il meglio o che non può che stare con me. Se io gli faccio credere di essere inferiore o peggiore di me, non capisce quanto effettivamente sia io quella sbagliata.
Amica: Ma dai, povera Maria. È così assurdo. Non penserai di valere meno di lui, spero. Sei bella e brava, Ti voglio un gran bene.
Maria: Oh, scusa mi sono punta con il tuo maglione. Sai quella lana è ruvida.
- Psicoterapeuta: Ha sempre avuto paura dell'abbandono? Che farà, se la lascerà?
Maria: Potrei morire.
Psicoterapeuta: Morire?
Maria: Sì, credo. O forse sparirei.
Psicoterapeuta: Perché?
Maria: Perché porterebbe con sé tutto ciò che c'è di bello nella mia vita. Non resterebbe nulla.
Psicoterapeuta: Quindi se lei rimanesse da sola, non basterebbe a se stessa? Tutto ciò che ha di buono è collegato a lui?
Maria: Sì, in un certo senso. È lui la parte bella che ho di me. In realtà non capisco come possa volermi. Prima o poi se ne renderà conto, se avrà il tempo di prendere il suo spazio o di stare con altre persone, si renderà conto che è molto meglio stare altrove, che stare con me.
- Vorrei tanto che restassimo insieme, ma mi rendo conto solo ora che non potrei... se tu non vuoi la stessa cosa. Se non staremo insieme, alla fine, andrà bene lo stesso. Posso avere comunque una bella vita anche da sola. (Maria)
- Capisco benissimo che siamo in due. Ed ho anch'io la mia parte di responsabilità. Mi rendo conto che non sono stato abbastanza chiaro sulle mie esigenze. È stato rischioso per me scoprire di avere altri bisogni. (Sigmund)
Sigmund: Ciao.
Maria: Ciao.
Sigmund: Come stai?
Maria: È pericoloso accettare il tuo amore. Mi spaventa.
Sigmund: Di che cosa hai paura?
Maria: Ho paura che tu possa sparire se provo a farmi amare.
Sigmund: Pensi così? Pensi che ti lascerei? Vieni, vieni...