La vita è bella

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La vita è bella

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Titolo originale

La vita è bella

Lingua originale italiano e tedesco
Paese Italia
Anno 1997
Genere commedia, drammatico
Regia Roberto Benigni
Soggetto Roberto Benigni, Vincenzo Cerami
Sceneggiatura Roberto Benigni, Vincenzo Cerami
Produttore Gianluigi Braschi, Elda Ferri
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note

La vita è bella, film italiano del 1997, scritto, diretto e interpretato da Roberto Benigni.

Incipit[modifica]

Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla, come in una favola c'è dolore, e come una favola, è piena di meraviglia e di felicità. (Giosuè adulto)

Frasi[modifica]

  • Canto quello che vedo, su niente soprassiedo! "Ecco" dissi al Caos "eccomi son tuo schiavo". Egli rispose "Bravo!". "Di che?" diss'io "Chi fu?" Libero alfine sono, che serve una carezza, quando di bell'ebrezza di me s'impossessò?! Eccomi, son pronto, son già partiti i treni, si sono rotti i freni e non resisto più. Vai dolce Bacco, portami! (Ferruccio) [poesia iniziale]
  • Buongiorno Principessa! (Guido) [a Dora]
  • Niente è più necessario del superfluo.[1] (Zio Eliseo)
  • Guarda i girasoli: s'inchinano al sole, ma se vedi uno che è inchinato un po' troppo significa che è morto. Tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l'arte suprema. Dio è il primo servitore; Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini. (Zio Eliseo)
  • Buongiorno, principessa! Stanotte t'ho sognata tutta la notte, s'andava al cinema, e avevi quel tailleurino rosa che ti piace tanto, non penso che a te principessa, penso sempre a te! (Guido)
  • Non amo che le rose che non colsi.[2] (Guicciardini)
  • No, non l'hanno fatto "per...", l'hanno fatto "per!". (Zio Eliseo) [dopo la pittura del cavallo]
  • [Indovinello] Più è grande e meno si vede.[soluzione 1] (Guido)
  • [Indovinello] Biancaneve in mezzo ai nani, risolvi questo enigma cervellone nel tempo che ti dà la soluzione.[soluzione 2] (Guido)
  • [Indovinello] Se fai il mio nome non ci sono più, chi sono?[soluzione 3] (Lessing)
  • [Indovinello] Grasso grasso, brutto brutto | tutto giallo in verità: | se mi chiedi dove sono | ti rispondo "Qua qua qua". | Quando cammino faccio "poppò" | chi son io dimmelo un po'.[soluzione 4] (Lessing)
  • Questa è la mia storia, questo è il sacrificio che mio padre ha fatto, questo è stato il suo regalo per me. (Giosuè adulto) [voce fuori campo]

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Guido: Eeeh dimenticavo di dirle...
    Dora: Dica.
    Guido: Che ho una voglia di fare all'amore con lei che non si può immaginare ma questo non lo dirò mai a nessuno... soprattutto a lei – mi dovrebbero torturare per farmelo dire...
    Dora: Dire cosa?
    Guido: Che ho voglia di fare l'amore con lei... ma non una volta sola, tante volte, ma a lei non lo dirò mai solo se diventassi scemo lo direi che farei all'amore anche ora qui davanti casa per tutta la vita...
  • Giosuè: Perché i cani e gli ebrei non possono entrare babbo?
    Guido: Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Eh, ognuno fa quello che gli pare Giosuè, eh. Là c'è un negozio, là c'è un ferramenta no, loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh, eh... e coso là, c'è un farmacista no: ieri ero con un mio amico, un cinese che c'ha un canguro, dico "Si può entrare?", dice "No, qui cinesi e canguri non ce li vogliamo". Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire oh?!
    Giosuè: Ma noi in libreria facciamo entrare tutti.
    Guido: No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?
    Giosuè: I ragni. E a te?
    Guido: A me... i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: "Vietato l'ingresso ai ragni e ai visigoti". Oh! E mi hanno rotto le scatole questi visigoti, basta eh!
  • Soldato [in tedesco]: Attenzione! Attenzione! Silenzio! C'è un italiano che sa il tedesco qui?
    Guido [a Bartolomeo]: Che ha detto?
    Bartolomeo: Cercano uno che parla tedesco, spiega tutte le regole del campo. [Guido alza la mano] Che sai il tedesco?
    Guido: No.
    Soldato [in tedesco]: Ascoltatemi tutti; lo dico soltanto una volta.
    Guido: Comincia il gioco, chi c'è c'è, chi non c'è non c'è.
    Soldato [in tedesco]: Siete stati portati in questo campo per un motivo...
    Guido: Si vince a 1000 punti. Il primo classificato vince un carro armato vero.
    Soldato [in tedesco]: ...per lavorare!
    Guido: Beato lui.
    Soldato [in tedesco]: Ogni sabotaggio è punito con la morte. Le esecuzioni avvengono sul quadrangolare con degli spari alle spalle. [si indica la schiena]
    Guido: Ogni giorno vi daremo la classifica generale da quell'altoparlante là. All'ultimo classificato verrà attaccato un cartello con su scritto "asino", qui sulla schiena.
    Soldato [in tedesco]: Avete l'onore di lavorare per la nostra grande madrepatria e di partecipare alla costruzione del grande Impero Tedesco.
    Guido: Noi facciamo la parte di quelli cattivi cattivi che urlano, chi ha paura perde punti.
    Soldato [in tedesco]: Non dovete scordare mai tre regole generali: 1) Non provate a scappare; 2) Seguite ogni comando senza fare domande; 3) Ognuno che protesta vien impiccato. È chiaro?
    Guido: In tre casi si perdono tutti i punti, li perdono: 1) Quelli che si mettono a piangere; 2) Quelli che vogliono vedere la mamma; 3) Quelli che hanno fame e vogliono la merendina, scordatevela!
    Soldato [in tedesco]: Dovreste essere contenti di lavorare qui. Non succederà niente a quelli che rispettano le regole.
    Guido: È molto facile perdere punti per la fame. Io stesso ieri ho perso 40 punti perché volevo a tutti i costi un panino con la marmellata.
    Soldato [in tedesco]: La compiacenza è tutto!
    Guido: D'albicocche.
    Soldato [in tedesco]: [un altro soldato gli dice qualcosa all'orecchio] Altra cosa:
    Guido: Lui di fragole.
    Soldato [in tedesco]: Quando sentite questo fischio dovete venire rapidamente sul quadrangolare...
    Guido: Ah, non chiedete i lecca-lecca perché non ve li danno: ce li mangiamo tutti noi.
    Soldato [in tedesco]: ...ogni mattina...
    Guido: Io ieri ne ho mangiati 20.
    Soldato [in tedesco]: ...farete una fila, due persone di fianco...
    Guido: ...Un mal di pancia...
    Soldato [in tedesco]: ...ogni mattina...
    Guido: ...però erano boni...
    Soldato [in tedesco]: ...per l'appello.
    Guido: ...lascia fare...
    Soldato [in tedesco]: Altra cosa: lì dietro lavorerete. Capirete facilmente le dimensioni del campo.
    Guido: Scusate se vado di fretta, ma oggi sto giocando a nascondino, ora vado, sennò mi fanno tana.

Explicit[modifica]

Giosuè: Abbiamo vinto!
Dora: [commossa abbracciandolo e baciandolo] Sì, abbiamo vinto... Giosuè...
Giosuè: Mille punti da schiantare dal ridere. Primi, si ritorna a casa col carro armato: abbiamo vinto!

Citazioni su La vita è bella[modifica]

  • 6° film di Benigni regista, è il più ambizioso, difficile e rischioso e il migliore: 2 film in 1, o meglio un film in 2 parti, nettamente separate per ambientazione, tono, luce e colori – essenziali i contributi della fotografia – ma complementari: la 1ª spiega e giustifica la 2ª. Una bella storia d'amore, scritta con Vincenzo Cerami: prima tra un uomo e una donna, poi per un figlio, ma l'una è la continuazione dell'altra. Il frenetico dinamismo di R. Benigni è felicemente sfogato, la sua torrentizia oralità ora debordante ora dimezzata. Un'elegante leggerezza distingue G. Durano nel più riuscito dei personaggi di contorno. (il Morandini)
  • Anche se non ricordo precisamente il primo film che ho visto nella mia vita, tuttavia mi ricordo perfettamente che quello che ha più lasciato il segno su di me è stato La vita è bella di Roberto Benigni. All'epoca ero una dodicenne [...]. [Il film] mi fece provare un turbino di emozioni differenti. Cercavo di comprendere che cosa le persone avessero vissuto durante la guerra. Mio nonno era sopravvissuto all'Olocausto, per cui avevo accesso a un'esperienza di prima mano con la storia. Riflettevo su come gli adulti abbiano dovuto comportarsi con i bambini, su come abbiano cercato di spiegare quello che stava capitando. Ritengo che Roberto Benigni abbia scelto una forma più poetica e particolare per narrare questa vicenda, perché ora che sono un genitore la comprendo. [Infatti] provo a esprimere le questioni e gli avvenimenti del mondo ai miei figli nel modo più positivo possibile e che Benigni tentasse di raccontare a suo figlio quella storia in modo colorato e divertente, era una cosa sconvolgente per me. Questo è un film che mi ha accompagnata per molto, molto tempo. (Gal Gadot)
  • Benigni [...] mi presentò un finale del film in cui nessuno moriva nel campo di concentramento. Io gli dissi che dopo anni di studi non avevo mai trovato una storia di Olocausto con un happy ending. [...] mi trovai costretto a suggerirgli di decidere comunque, di scegliere fra lui e il figlio, ma di decidere. [...] Roberto decise di far morire il suo personaggio, Guido, lasciando vincere al figlio il "concorso" con il premio finale del carro armato. (Marcello Pezzetti)
  • Dovremmo ricordarci che senza Stalin ora saremmo tutti nazisti. Invece Benigni, in una delle sue genuflessioni alla Chiesa e all'America, ha fatto liberare Auschwitz da un carro armato americano. Roberto! Auschwitz è stata liberata dall'Armata Rossa. (Mario Monicelli)
  • Il Benigni che si annuncia, anziché affidarsi a una pigra riedizione di se stesso, ha deciso di esibirsi come un acrobata, oplà, sulla temeraria fune del comico-tragico. (Antonio Padellaro)
  • Nella Vita è bella, Benigni fa al suo pubblico ciò che il padre, impersonato dallo stesso Benigni, fa al figlio: mostra al pubblico solo una piccola parte, un particolare manipolato e grazioso, dell'intero quadro [...] E così crea l'impressione che tale simulacro di realtà [...] sia in effetti ciò che accadde agli ebrei nei campi di sterminio. (Kobi Niv)
  • Non credo che sia un brutto film, ma per certi versi è orribile: la prima parte è anche carina, un filmetto senza pretese, ma nella seconda è tutto terribilmente falso. Innanzitutto era impossibile tenere nascosto un bambino nel lager: appena sceso dal treno le SS lo avrebbero giudicato inadatto al lavoro e l'avrebbero mandato direttamente al gas. Così come era impensabile che un uomo salutasse con il megafono la moglie rinchiusa nella sezione femminile. Il fatto che poi il protagonista mandasse il figlio a far merenda con i figli dei gerarchi nazisti... L'unica cosa verosimile è che il padre, alla fine, muore. Il film si chiude con il bambino che si salva e ritrova la madre: è un bel finale, un inno alla vita, ma è tutto falso. (Liliana Segre, La memoria rende liberi)
  • Ogni tanto rifletto su quello che ho vissuto io visitando i campi di concentramento. C'è un orrore che ti rimane dentro e ti porta a pensare se era il caso di raccontarlo in chiave favolistica. (Carlo Verdone)
  • Sarebbe bene se, diversamente da Roberto Benigni nel suo film, ci ricordassimo che a liberare Auschwitz e le sue vittime sono stati i "malvagi comunisti sovietici" e non i "buoni americani" [...]. Ecco, vedete come si sfuma tra la memoria vera, la memoria ricostruita? Quanta gente ha visto il film e si ricorderà per sempre che Auschwitz è stata liberata dagli americani? Ecco, la storia è un'altra cosa. (Alessandro Barbero)

Roberto Benigni[modifica]

  • [Sulla possibilità di ridere su una tragedia] È una domanda strepitosa a cui sarei tentato di rispondere che si potrebbe quasi solo ridere di una tragedia. Ma non in un senso iconoclasta o blasfemo, bensì nel significato più alto del termine perché tutti i più grandi film comici hanno in sè i germi di una tragedia. Tutto dipende da come è raccontata.
  • [Sulla scelta del titolo] Questa frase la si trova alla fine dei diari di Trockij, pensa un po', che narrava delle atrocità, degli orrendumi spaventosi che aveva subito nella sua vita, come tutti sappiamo. [...] Io e Vincenzo Cerami siamo rimasti colpiti dalla semplicità di questa frase, perché fra l'altro nel suo diario Trotcij fa una specie di sunto di tutte le sue idee, che erano piuttosto complicate.
  • Si riassume in poche parole. Narrasi di una storia d'amore, di un ragazzo, un ragazzo di mezza età, Guido, oramai un ometto come me, che pieno di vita arriva in una città per aprire una libreria insieme a un amico. Questo ometto decide nel mezzo del cammin della sua vita, [...], decide dunque di cambiare la sua vita.

Frasi promozionali[modifica]

  • Una favola indimenticabile che dimostra come l'amore, la famiglia e l'immaginazione conquistano tutti.
An unforgettable fable that proves love, family and imagination conquer all.[3]

Note[modifica]

  1. Cfr. Voltaire: «Il superfluo, cosa quanto mai necessaria.» Qualcuno attribuisce erroneamente la frase a Alphonse Karr. In realtà la citazione è di Voltaire e Karr, in Nouvelles guêpes (1853), ha solamente ripetuto e sviluppato il concetto: «Il superfluo è diventato cosi necessario che molte persone, per procurarselo, considerano il necessario come superfluo».
  2. Cfr. Guido Gozzano: «Non amo che le rose | che non colsi. Non amo che le cose | che potevano essere e non sono | state...».
  3. Dalla copertina della confezione del DVD in lingua inglese.

Soluzioni[modifica]

  1. L'oscurità.
  2. Fra sette minuti.
  3. Il silenzio.
  4. Quest'indovinello, che viene fatto dal dottor Lessing a Guido nel campo di concentramento non ha soluzioni, a parte quelle date dallo stesso medico: "anatroccolo" e "ornitorinca".

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