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Luca Danesi

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Frontespizio delle Opere (1670)

Luca Danesi o Danese (1598 – 1672), architetto e matematico italiano.

Della scienza mecanica, e delle utilità che si traggono da gl'istromenti di quella

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  • Volendo dunque dar principio à tali considerationi, prima si ci fanno auanti quattro cose da considerare, la prima è il peso da trasferire da luogo a luogo; la seconda è la forza, ò potenza, che deue muouere il peso; la terza è la distanza tra l'vno, e l'altro termine del moto, la quarta è il tempo nel quale tal mutatione deue esser fatta, il qual tempo torna nell'istessa cosa con la prestezza, & velocità del moto, determinandosi quel moto esser d'vn'altro più veloce, che in minor tempo passi qualche data distanza. (pp. 2-3)
  • Vn'altra vtilità si trahe da gl'Istromenti, la quale depende dal luogo, doue deue esser fatta l'operatione, perche non in tutti i luoghi, con egual commodità s'addattano tutti gl'Istromenti, e così vediamo, per essempio, che per cauare l'acqua da vn Pozzo, ci seruiamo d'vna semplice corda, con vn vaso accomodato per riceuere, e contenere acqua, col quale attingeremo vna determinata quantità d'acqua, in un certo tempo, con la nostra limitata forza [...]. (p. 5)
  • Centro della grauità si deffinisce essere in ogni corpo graue quel punto, intorno al quale consistono, parti di eguali momenti, si che imaginandosi tal graue essere da detto punto sospeso, e sostenuto le parti destre s'equilibrano alle sinistre, le anteriori alle posteriori quelle di sopra à quelle di sotto [...]. (p. 9)

Discorso sopra l'innodatione, che fa il fiume Tevere nella città di Roma

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  • Ottimamente hà prouisto la natura ad'ogni cosa mortale, questa, come osserua Tacito nel primo de' suoi Annali, si come hà dato l'origine a' Fiumi, e regolato i loro corsi; così anche terminato il loro fine, mà perche succede tall'ora che da diuersi accidenti più orgogliosi del solito sormontino le loro ripe, & apportino alle Città, e Territorij pernitiosissimi effetti, così conuien e che l'arte vincendo se stessa, si faccia seguace della natura, e ne procuri i rimedi. (pp. 1-2)
  • Quinta causa dall'affrontarsi assieme le piogge, e sciolimento delle Neui, non solo ingrossa il Teuere, mà nel punto medesimo ingrossano gl'altri fiumi, che mettono capo nel Teuere, che non dandosi tempo al Teuere di smaltire l'acque ordinarie, si genera al Teuere medesimo vn'improuisa soffocatione, per la quale gonfia, ne potendo capire frà le sue sponde, rompe i limiti espandendo l'acque, e causando l'Innondatione, e tal accidente fu molto bene osseruato da Giouanni Villani nella seconda parte delle sue Croniche, per la memoranda Innondatione dell'Arno seguita in Fiorenza l'Anno 1333. (p. 5)
  • Al primo capo io rispondo (quando la risposta sia adequata) che non è vero, e non credo altrimenti, che il vento contrario, e le tempeste del Mare causino l'Innondatione à Roma, è però vero, che la Spiaggia Romana, doue sbocca il Teuere è esposta all'Ostro, il quale è Vento Acquoso, e fa liquefare le Neui, mà non per questo, ne 'l Vento, ne le Tempeste del Mare danno l'Innondatione à Roma, perche se questo fosse, la Città d'Ostia, e di Porto, che sono vicine al Mare, & allo sbocco del Teuere nell'atto dell'Innondatione à Roma, douerebbero esser sommerse da Immo à Sommo, cosa, che non è mai intrauenuta che si sappia, e quando si dasse questo alzamento del Mare, bisognarebbe anche per la raggione dell'Equillibro, concedere, che l'Acque del Teuere in Roma restassero con niente, ò poco motto [...]. (pp. 6-7)

Bibliografia

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  • Luca Danesi, Della scienza mecanica, e delle utilità che si traggono da gl'istromenti di quella, in Opere, Giulio Bolzoni Giglio, Ferrara, 1670.
  • Luca Danesi, Discorso sopra l'innodatione, che fa il fiume Tevere nella città di Roma, in Opere, Giulio Bolzoni Giglio, Ferrara, 1670.

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