Luigi da Porto

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Luigi da Porto, Giulietta e Romeo, 1530

Luigi Da Porto (1485 – 1529), scrittore e storiografo italiano.

  • Si narra che i genitori di Giulietta, vedendola in preda a un cupo e inesplicabile dolore e ignorando che essa era sposata a Romeo, bandito allora da Verona, deliberarono di darle marito e il padre cominciò con uno dei conti di Lodrone a trattar di nozze. La madre le disse: Rallegrati oggimai che non guari di tempo passerà che tu sarai ad un grande gentiluomo degnamente maritata. E, perché essa continuava a dolersi, aggiunse: Credi tu ch'io ti dica bugie? Non passeranno otto giorni che d'un bel donzello della casa di Lodrone tu sarai moglie. Il padre poi, vedendola inconsolabile e contraria a quel parentado le chiese se essa voleva entrar nelle monache. Questo so, conchiuse tuttavia, che tu non vuoi: donati dunque pace che io intendo di averti in un dei conti di Lodrone maritata. E stabilì che dopo pochi giorni essa dovesse incontrarsi col Lodrone in una villa presso Verona, onde Giulietta, disperata, non potendo altrimenti sfuggire alo nuovo destino, ordì il terribile progetto, che doveva condurla con Romeo alla morte. Da questo punto il conte di Lodrone scompare dalla novella del Da Porto. Ma come vi era entrato? (da Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti)

Incipit di Storia di Giulietta e Romeo con la loro pietosa morte avvenuta già in Verona nel tempo del Sig. Bartolommeo della Scala[modifica]

Nel tempo che Bartolommeo dalla Scala, signore cortese ed umanissimo, il freno alla mia bella patria a sua posta e strigneva e rallentava, furono in lei, secondo che mio padre dicea aver udito, due nobilissime famiglie per contraria fazione, ovvero particolar odio; nemiche, l'una è Capelletti, l'altra è Montecchi nominata. Di una delle quali si estima certo esser questi, che in Udine dimorano, cioè messer Niccolò, e messer Giovanni, ora detti Monticoli di Verona, per istrano caso quinci venuti ad abitare, benché poco altro di quel degli antichi seco abbiano in questo loco recato, fuori che la lor cortese gentilezza: e avvegnaché, in alcune vecchie cronache leggendo, abbia queste due famiglie trovato che unite una stessa parte sosteneano: nondimeno come io la udii, senza altrimenti mutarla, a voi la sporrò.

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