Martin Spahn
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Martin Spahn (1875 – 1945), storico e politico tedesco.
La lotta per la scuola in Francia ed in Germania
[modifica]Una delle accuse che si muovono all'epoca presente, è quella di essere dominata da interessi materiali. In realtà, questi occupano l'umanità in modo straordinario e il lavoro quotidiano della maggior parte dei contemporanei non è altro che una lotta febbrile e penosa per la conquista economica. Questa lotta indebolisce e aliena le loro facoltà intellettuali e li costringe – non perdendo i nervi la propria potenza eccitatrice – a dedicare lo scarso tempo principalmente ai godimenti dell'arte e della natura. Ma per un raccoglimento interiore, per una concezione puramente interna, per i doveri della religione quasi tutti non trovano né tempo né forza.
Citazioni
[modifica]- La lotta per la scuola in Francia, durante il sec. XIX, è stata combattuta con la parola d'ordine: "Qui scuola di Stato, qui scuola libera". I cattolici hanno combattuto per la scuola libera, gli altri per quella di Stato. Gli uni come gli altri in origine trassero la loro parola d'ordine dai principi dello sviluppo politico contemporaneo e non la dedussero già, dapprima, dalla loro convinzione religiosa. (p. 7)
- I cattolici francesi hanno utilizzato per 50 anni, secondo le loro forze, con grande energia e con tutto il loro spirito di sacrificio cristiano e caritatevole i vantaggi loro concessi nel 1850, hanno creato un vasto organismo scolastico, hanno formato uno stato magistrale moralmente elevato. Ma i loro lavori furono costruiti sulla sabbia: ce lo insegna la storia e l'esito della loro opera per l'organizzazione della scuola. (p. 17)
- I cattolici francesi, che cooperavano all'organizzazione scolastica, erano idealisti della cultura, come cattolici e come francesi, della loro, dell'epoca liberale. Essi nella scuola perseguivano degli scopi umanistici e volevano raggiungere mediante essa degli scopi scientifici, letterarii, estetici, a preferenza religiosi, in ogni modo puramente spirituali. Perciò, per essi, gli istituti superiori d'istruzione rimasero come la parte principale dell'organizzazione scolastica, e la scuola popolare fu considerata solo come scuola dipendente. Essa doveva fornire proprio nello stesso modo delle scuole superiori, la cultura dello spirito alle grandi masse, per quanto richiedevano i bisogni e permetteva la capacità comprensiva di quelle. (p. 18)
- Il sistema scolastico della evoluta società moderna non prende le mosse dall'istituto superiore d'istruzione umanistica, ma si basa sempre più chiaramente sulla scuola popolare. Ma la scuola popolare serve oggi alla preparazione sistematica di tutti i bambini che crescono nel territorio dello Stato per la loro futura attività in mezzo all'impulso civile delle nazioni, impulso moderno e così cresciuto al confronto di prima nelle sue pretese. I popoli gareggiano sempre più nell'esposizione dell'organismo scolastico, nello sviluppo dei suoi presupposti pedagogici, tecnici e finanziari. I popoli oggi devono agire così sotto la oppressione della lotta internazionale per la potenza economica, lotta che impedisce tutte le altre cure. Per ogni popolo si tratta che esso impiega tutte le sue forze intellettuali o materiali, sia con cautela e parsimonia sia in modo eccessivo, al servizio della sua organizzazione sociale e della sua attività economica. Il suo successo sul mercato mondiale e la sua difesa del mercato nazionale dipende da questo. La scuola quindi deve esser la sua miglior coadiuvatrice.
Qui sta proprio l'errore fondamentale della politica scolastica dei cattolici francesi da cinquanta anni: la loro ignoranza del valore e dello scopo principale odierno della scuola popolare. (p. 19)
- I cattolici tedeschi del secolo XIX poterono prendere più facilmente che i cattolici francesi, una buona posizione nella questione della scuola.
In principio, quando sorse la questione verso la fine della prima metà del secolo, parve che i nostri connazionali si cacciassero nella stessa situazione nella quale, in conclusione, fecero naufragio i loro vicini. Poiché proprio allora anche il movimento scolastico francese, come tutto il moto del cattolicismo francese, ebbe una grande importanza sul moto dei cattolici tedeschi. (p. 24)
- La Chiesa [...] non vede nella scuola un istituto speciale indispensabile per la sua missione, che essa debba fondare dove non c'è, e pel quale debba pretendere il carattere di istituto ecclesiastico, dove altri l'hanno fondato. L'animazione religiosa del bambino mediante lo spirito della famiglia cristiana, l'istruzione mediante la predica e la dottrina cristiana, la fervida partecipazione della gioventù alla vita religiosa valgono per lei come prossime e sicure garanzie di educazione religioso-chiesastica. (pp. 27-28)
- [...] un pregiudizio sorto negli ultimi decenni suggerisce a molti cattolici che non si debba né rassicurare la pubblica opinione sulle loro intenzioni, né anzitutto accaparrarsi il corpo insegnante. Questo corpo è così radicale e così contrario alla Chiesa e alla religione che non ritornerà più indietro. Frattanto l'avvenire non giustificherà il grave pregiudizio, se anche i cattolici non cooperano a questa giustificazione. L'aspirazione verso la religione, la concezione della religione come forza di vita si rinnova sommessamente ma costantemente nel mondo moderno. Il periodo d'illuminazione liberale sta dietro a noi. Dobbiamo supporre che gli educatori della gioventù, i quali stanno in intimo contatto con tutto ciò che germoglia e che si forma, si sottrarranno all'impulso religioso? E non potremo poi anche sperare che sparisca la loro diffidenza verso la Chiesa grazie alla crescente intesa comune intorno ai bisogni religiosi? (pp. 33-34)
- Il cattolicismo, è vero, da alcuni secoli ha prestato un servizio meno attivo alla cultura in Germania e in tutta Europa. Ma ciò non dipende dal fatto che esso sia diventato incapace di vita o sia stato sorpassato da una vita più ricca, più giovane. No! La nostra Chiesa è Chiesa popolare, il cristianesimo è religione popolare, come nessun'altra. Quando i popoli occidentali furono stanchi e rintuzzati, allora fu paralizzata anche la forza della Chiesa cattolica e del cristianesimo che operava in essa. Ora la Chiesa si è di nuovo elevata coi popoli, essa si ravviva coi popoli e per l'avvenire attingerà di nuovo alla fonte giovanile della forza popolare in mezzo a tutte le nazioni, colle quali essa è diventata grande, e che per lei sono diventate grandi. (p. 35)
Bibliografia
[modifica]- Martino Spahn, La lotta per la scuola in Francia ed in Germania, traduzione di Gino Tamburini, Ufficio centrale dell'unione popolare fra i cattolici d'Italia, Firenze, 1908.
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