Raoul Vaneigem

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Raoul Vaneigem (1934 – vivente), filosofo, scrittore e giornalista belga.

Citazioni di Raoul Vaneigem[modifica]

  • Da quando esistono gli uomini, e questi leggono Lautréamont, tutto è stato detto e pochi sono giunti a trarne beneficio. Siccome le nostre conoscenze sono in sé banali, possono solo avvantaggiare gli spiriti che non lo sono. (da Trattato di saper vivere ad uso delle giovani generazioni, ed. Vallecchi, Firenze, 1973)

Noi che desideriamo senza fine[modifica]

  • Noi siamo i figli di un mondo devastato, che provano a rinascere in un mondo da creare. Imparare a diventare umani è la sola radicalità.
  • Sapere quel che vuoi, volere quel che sai. Ecco tutto il segreto dell'autonomia e l'unico principio di una educazione in cui si tratta di imparare a imparare da soli.

Niente è sacro, tutto si può dire[modifica]

  • La libertà illimitata d'espressione non è un dato di fatto ma una continua conquista, che l'obbligo dell'obbedienza non ha molto favorito fino a oggi. Non esiste un uso buono o cattivo della libertà d'espressione, esiste soltanto un uso insufficiente di essa. (cap. 1, p. 15)
  • La religione rientra in un accordo privato fra chi la pratica e la creatura extraterrestre da lui deputata a governare il suo destino. È inammissibile che essa s'imponga sotto le parvenze di un'istituzione ecclesiastica o statale, di fronte alla quale ci si deve inchinare. La libertà di credere e di praticare dei riti non può essere confusa con il potere arbitrario di prescriverli a quanti non la condividono. (cap. 2, p. 19)
  • Non si combattono e non si scoraggiano l'ottusità e l'ignominia vietando loro di esprimersi: la miglior critica di uno stato di fatto deplorevole consiste nel creare la situazione che vi pone rimedio. L'ottusità, l'infamia, il pensiero ignobile sono il pus di una sensibilità ferita. Impedire che scorra significa infettare la ferita anziché diagnosticarne le cause al fine di guarirla. Se non vogliamo che un'aberrazione finisca con l'infettare il tessuto sociale come un tumore maligno, dobbiamo riconoscerla per quello che è: il sintomo di un male nell'individuo e nella società. (cap. 3, p. 26)
  • Una verità imposta si vieta umanamente d'esser vera. Ogni preconcetto dato per eterno e incorruttibile esala l'odore fetido di Dio e della tirannia. (cap. 3, p. 34)

Bibliografia[modifica]

  • Raoul Vaneigem, Noi che desideriamo senza fine, traduzione di Sergio Ghirardi, Bollati Boringhieri, 1999.
  • Raoul Vaneigem, Niente è sacro, tutto si può dire: riflessioni sulla libertà d'espressione, traduzione di Francesco Bruno, Ponte alle Grazie, 2004. ISBN 8879287141

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