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Sentieri selvaggi

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Sentieri selvaggi

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

John Wayne in una scena del film

Titolo originale

The Searchers

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1956
Genere western
Regia John Ford
Soggetto Alan Le May (romanzo)
Sceneggiatura Frank S. Nugent
Produttore Merian C. Cooper, Cornelius Vanderbilt Whitney
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Sentieri selvaggi, film statunitense del 1956 con John Wayne, regia di John Ford.

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Samuel: Va bene, ti farò giurare.
    Ethan: È inutile, non sarebbe legale comunque. [...] Secondo me un uomo deve fare un giuramento alla volta. Io ho fatto il mio agli Stati Confederati d'America. E anche tu, Sam.
  • Brad: Dovranno fermarsi una volta. Se sono esseri umani, dovranno fermarsi.
    Ethan: No. Noi avanziamo finché la bestia crolla, poi continuiamo a piedi. I comanci invece la fanno rialzare, cavalcano per altre venti miglia, poi la mangiano.
  • Martin: Ma credete che avremo ancora qualche probabilità di trovarla?
    Ethan: Gli indiani inseguono una cosa finché credono d'averla inseguita abbastanza, poi la piantano. Lo stesso succede quando fuggono: non si rendono conto che ci possa essere qualcun altro che continua a inseguire la sua preda. Quindi li troveremo alla fine, te lo prometto. Li troveremo: questo è sicuro come il sorgere del sole.
  • Ethan: Ha vissuto insieme a un indiano: non è altro che una...
    Martin: Non dite insolenze! Vorrei che moriste.
    Ethan: Un giorno succederà.

Citazioni su Sentieri selvaggi

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  • È uno dei western più affascinanti di Ford sul piano figurativo: la Monument Valley non è mai stata fotografata – Vistavisione di Winton C. Hoch e Alfred Ginks – così bene e così in largo. E uno dei più complessi sul piano drammaturgico, incentrato su Ethan, il più ambiguo e tragico personaggio di tutto John Wayne. Altrettanto significativo, soprattutto sul tema razziale, è quello di Hunter. Ford ha messo a frutto la lezione di Shakespeare nel continuo passaggio dei toni, dal più alto (l'odio razzista di Ethan, la vendetta) al più basso (la commedia che trapassa in farsa) attraverso il gioco dei sentimenti. (il Morandini)
  • Nella più recente classifica stilata da critici di tutto il mondo Sentieri selvaggi è addirittura al quarto posto. In realtà Ford aveva realizzato altri capolavori, più puliti e rigorosi, come Ombre rosse e Sfida infernale, ma Sentieri selvaggi presenta un versante "intellettuale" e spurgato del mito che lo fa preferire (da "quella" critica appunto) ai precedenti titoli, più ingenui e aderenti a una morale più rassicurante e "bonariamente" manichea. Si tratta comunque di un grande film che dibatte i grandi temi fordiani e ne aggiunge altri. Wayne non era mai stato così negativo e isterico: l'attore si piacque tanto che diede a suo figlio, nato in quei giorni, il nome di Ethan. Wayne e il giovane compagno percorrono territori e stagioni, nel deserto, nella neve, fra gli indiani, i banditi, i piccoli e grandi paesi, guidati da una notizia, da un sentito dire. Ciclicamente tornano a casa, sempre più stanchi e delusi, ma ripartono e continuano a cercare la ragazza. Faticano a oltranza per la propria identità e coerenza. (il Farinotti)
  • The Searchers è l'ultimo western classico e il primo western moderno. Della produzione classica recupera e sublima la dimensione mitologica della Frontiera, perfezionando il sistema di icone proprio del genere; ma al contempo ne annuncia la definitiva perdita d'innocenza innestandovi l'ambiguità, l'inquietudine, il mistero. È proprio l'elemento di diversità a fare del film un oggetto di culto per la generazione dei cineasti che esordiranno un decennio più tardi e rileggeranno il mito del West. The Searchers diventò il modello di un cinema tormentato, in cui si espone la figura dell'eroe a una rilettura lontana tanto dal manicheismo dei padri quanto dalla retorica del revisionismo. (Leopoldo Santovincenzo)

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