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Sonia Petrovna

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Sonia Petrovna nel 1972

Sonia Petrovna, anche accreditata come Petrova o Petrowa (1952 – vivente), attrice e ballerina francese.

Intervista di Francesco Foschini, ilmanifesto.it, 12 agosto 2023.

  • [Sul film La prima notte di quiete] Un giorno Olga Horstig, la mia agente dell'epoca, mi diede un copione: «Leggilo. Sei stata contattata per il ruolo di Vanina. È un film girato in francese con un regista italiano molto importante», disse. Accettai subito: la carica velenosa emanata dai personaggi e da Rimini mi tolse il fiato. Senza troppe domande, iniziai a lavorare sulla scena della casa al mare per il provino fissato con Zurlini, che non conoscevo e di cui non avevo visto nessuno dei suoi film. Ricordo che parlava lentamente, col suo cappotto color cammello, lo stesso che Delon indossò per tutta la lavorazione. Una volta scelta, non mi preoccupava di sapere che il mio partner sarebbe stato Delon. Lo incontrai la prima volta a casa sua, durante una cena con Valerio. La conversazione ruotava attorno al film. All'improvviso Alain si rivolse a me: «Conosci i miei film?», «No... Ah sì, Il tulipano nero». Piombò un grande silenzio seguito da una grossa risata. Il ghiaccio l'avevamo rotto.
  • [L'anno dopo arrivò Luchino Visconti con «Ludwig», dove lei è Sophie di Baviera, sorella dell'imperatrice Sissi incarnata da Romy Schneider.] Una sola volta, e non la dimenticherò mai, mentre ero sul set assorta nei miei pensieri, Luchino mi venne vicino. Mi prese il viso tra le sue mani, con i suoi occhi riflessi nei miei, e sussurrava: «Cara Sonia...». Durante le lunghissime sedute di trucco, il viso di Romy era pallido, sembrava molto nervosa. Anche se mi rivolgeva un sorriso amichevole, qualcosa di triste nel suo sguardo mi avvertiva quanto fosse importante rispettare il suo privato. Sul set l'atmosfera era solenne. Il silenzio si estendeva nel respiro di tutti, come all'Opera prima che si alzi il sipario. Prima di girare, adoravo sedermi, o meglio sdraiarmi, su una grande poltrona del set, dimenticando che il corsetto indossato mi bloccava il respiro. Vedevo Luchino dare alcune indicazione ai tecnici e Romy arrivava con i suoi lunghi capelli che ondeggiavano quasi fino al pavimento. Durante una ripresa, ricevevo uno schiaffo da Sissi. E ogni volta Romy mi chiedeva se non fosse troppo forte. Rispondevo di no.
  • [Lei nasce come ballerina classica, studia all'Opéra di Parigi e lavora con Roland Petit. Non tutte le danzatrici riescono a passare alla recitazione, perlomeno in maniera così fluida.] L'arte della danza classica richiede rigore assoluto. Appena sono stata ammessa, a 6 anni e mezzo, alla scuola di danza dell'Opéra, la mia piccola vita di bambina arrabbiata e selvaggia era giunta al termine. Anche la disciplina può diventare un piacere. Sul palco del Palais Garnier lo shock è stato radicale, questa grande esperienza mi ha portata via dall'infanzia con grande gioia. «I bambini lo sanno», scriveva Saint-Exupéry ne Il piccolo principe. Un giorno, Vladimir Forgency venne a fare dei provini ai giovani ballerini per il suo corto Adolescence. Prese me. Avevo 13 anni. Il film vinse il premio San Giorgio alla Mostra del cinema di Venezia e venne candidato all'Oscar. Le cose sono accaduta in maniera naturale.

Filmografia

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Altri progetti

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