Giulio Cesare Graziani: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Giulio Cesare Graziani==
==Citazioni su Giulio Cesare Graziani==
*Ai primi di ottobre ricevo una lettera di [[Carlo Faggioni|Faggioni]]; m'invita a raggiungerlo a Firenze dove sta ricostituendo il gruppo Buscaglia nella Repubblica Sociale Italiana. Contemporaneamente mi arriva un messaggio di Graziani: «Me ne vado al sud per continuare a combattere per l'Italia». Qual è la strada giusta? Due combattenti valorosi, due uomini giusti, due amici. Uno al nord, l'altro al sud. Entrambi ancora impegnati in una guerra accanita, condotta con la lealtà, l'impegno, la serietà di sempre. Faggioni compirà alcune azioni di siluramento al limite tra il nostro concetto del coraggio ed il suicidio dei kamikaze, finché ad Anzio, in una sfida a un'intera flotta da sbarco, immolerà la sua nobile e felice vita. Graziani si butterà con la foga e l'impegno abituali nel fuoco dei bombardamenti sui Balcani. ([[Martino Aichner]])
*La sera Graziani mi prende sotto braccio: «[[Carlo Faggioni|Faggioni]] mi ha raccontato tutto; premetto che non ti faccio rapporto perché è la prima volta che ho l'occasione di parlare con te di problemi di lavoro e perché [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] se la prenderebbe anche con Faggioni che ha avuto la debolezza di volerti insegnare cose che non servono a fare la guerra.» Posso spiegargli tutto con calma e incontro la sua piena fiducia. «Meglio così, però ricordati che questi "esperimenti" non servono a fare la guerra. Nei prossimi giorni allenati con il tuo equipaggio, vedi di amalgamarlo e di conquistarne la fiducia: soltanto allora potrai prender parte ad azioni di guerra con possibilità di successo e anche di riportare a casa la pelle.» ([[Martino Aichner]])
*La sera Graziani mi prende sotto braccio: «[[Carlo Faggioni|Faggioni]] mi ha raccontato tutto; premetto che non ti faccio rapporto perché è la prima volta che ho l'occasione di parlare con te di problemi di lavoro e perché [[Carlo Emanuele Buscaglia|Buscaglia]] se la prenderebbe anche con Faggioni che ha avuto la debolezza di volerti insegnare cose che non servono a fare la guerra.» Posso spiegargli tutto con calma e incontro la sua piena fiducia. «Meglio così, però ricordati che questi "esperimenti" non servono a fare la guerra. Nei prossimi giorni allenati con il tuo equipaggio, vedi di amalgamarlo e di conquistarne la fiducia: soltanto allora potrai prender parte ad azioni di guerra con possibilità di successo e anche di riportare a casa la pelle.» ([[Martino Aichner]])



Versione delle 08:40, 15 ott 2019

Giulio Cesare Graziani (1915 - 1998), generale e aviatore italiano.

Citazioni di Giulio Cesare Graziani

Giulio Cesare Graziani
  • La formazione era costituita da due corazzate, Queen Elizabeth e Barham, quattro incrociatori e dodici cacciatorpediniere di vario tonnellaggio. [...] Dopo circa due ore di volo avvistai le alte torri delle due corazzate, sul rilevamento di 340-350 gradi; mi mantenni basso sulla superficie dell'acqua ed aggirai di poppa la formazione navale. Mi portai sulla costa africana ed all'altezza della baia di Abukir mossi all'attacco da Sud verso Nord, sicuro di realizzare la sorpresa perché evidentemente non poteva prevedersi l'arrivo di aerosiluranti da quella direzione. Pervenni a volo radente sull'acqua, a breve distanza dalla formazione navale, senza essere avvistato. Ma a un certo momento dovetti cabrare per alzarmi sulla superficie del mare e portarmi a 50 m, giusta quota di lancio del siluro e già a distanza di 1.000 metri, puntai contro la Queen Elizabeth. Nel momento in cui sganciai il siluro vidi partire la prima cannonata e la prima raffica di mitragliera; non erano più di 800 m di distanza. Passai radente sulle torri della corazzata Barham': sento ancora nelle orecchie lo sgranare del rosario delle mitragliere a 4 canne contro il mio velivolo che, però, rimase indenne. Ma quando mi trovai dalla parte opposta, fra le cannonate degli incrociatori e dei cacciatorpediniere le cose andarono diversamente. Il velivolo ebbe alcuni sussulti generati dall'onda balistica delle granate che scoppiavano intorno, finché, a un certo momento, avvertii un colpo sull'ala destra, dalla quale si staccarono alcuni frammenti. Allora l'aereo si inclinò sul lato destro, scadendo verso la superficie del mare. Tentai, manovrando gli alettoni, di riportarlo in volo orizzontale.[1]

Citazioni su Giulio Cesare Graziani

  • Ai primi di ottobre ricevo una lettera di Faggioni; m'invita a raggiungerlo a Firenze dove sta ricostituendo il gruppo Buscaglia nella Repubblica Sociale Italiana. Contemporaneamente mi arriva un messaggio di Graziani: «Me ne vado al sud per continuare a combattere per l'Italia». Qual è la strada giusta? Due combattenti valorosi, due uomini giusti, due amici. Uno al nord, l'altro al sud. Entrambi ancora impegnati in una guerra accanita, condotta con la lealtà, l'impegno, la serietà di sempre. Faggioni compirà alcune azioni di siluramento al limite tra il nostro concetto del coraggio ed il suicidio dei kamikaze, finché ad Anzio, in una sfida a un'intera flotta da sbarco, immolerà la sua nobile e felice vita. Graziani si butterà con la foga e l'impegno abituali nel fuoco dei bombardamenti sui Balcani. (Martino Aichner)
  • La sera Graziani mi prende sotto braccio: «Faggioni mi ha raccontato tutto; premetto che non ti faccio rapporto perché è la prima volta che ho l'occasione di parlare con te di problemi di lavoro e perché Buscaglia se la prenderebbe anche con Faggioni che ha avuto la debolezza di volerti insegnare cose che non servono a fare la guerra.» Posso spiegargli tutto con calma e incontro la sua piena fiducia. «Meglio così, però ricordati che questi "esperimenti" non servono a fare la guerra. Nei prossimi giorni allenati con il tuo equipaggio, vedi di amalgamarlo e di conquistarne la fiducia: soltanto allora potrai prender parte ad azioni di guerra con possibilità di successo e anche di riportare a casa la pelle.» (Martino Aichner)

Note

  1. Citato in Martino Aichner, Il Gruppo Buscaglia Aerosiluranti italiani nella Seconda Guerra Mondiale, Mursia, Milano, 1991, pp. 26-27. ISBN 88-425-0941-8

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