Max Stirner: differenze tra le versioni

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'''Max Stirner''' pseudonimo di '''Johann Kaspar Schmidt''', (Bayreuth, Germania, 25 ottobre 1806 - Berlino, Germania, 26 giugno 1856), filosofo e pensatore anarchico tedesco.
Pseudonimo di '''Johann Kaspar Schmidt''' (1806 - 1856), filosofo e pensatore anarchico tedesco.


==L'unico e la sua proprietà==
==''L'unico e la sua proprietà''==
*Io rifiuto un potere conferitomi sotto la speciosa forma di "diritti dell'uomo". Il mio potere è la mia proprietà, il mio potere mi dà la proprietà. Io stesso sono il mio potere... e per esso sono la mia proprietà.
*Il rude pugno della morale non ha alcun rispetto della nobile essenza dell'egoismo.
*La rivoluzione mira ad un'organizzazione nuova; la ribellione ci porta a non lasciarci più organizzare, ma ad organizzarci da soli come vogliamo, e non ripone fulgide speranze nelle "istituzioni" ... Se il mio scopo non è rovesciare un ordine costituito ma innalzarmi al di sopra di esso, il mio proposito e le mie azioni non sono politici e sociali, ma egoistici. La rivoluzione ci comanda di creare istituzioni nuove; la ribellione ci domanda di sollevarci o innalzarci.
*Chi, per rimanere padrone di ciò che possiede, deve contare sulla mancanza di volontà di altri, è una cosa fatta da questi altri, così come il padrone è una cosa fatta dal servo. Se venisse meno la sottomissione. il padrone cesserebbe d'essere.
*Io dico: liberati quanto puoi e avrai fatto ciò che sta in tuo potere; infatti non è dato a tutti di superare ogni barriera, ossia, per parlare più chiaramente non per tutti è una barriera ciò che lo è per alcuni. Perciò non preoccuparti delle barriere degli altri: è sufficiente che tu abbatta le tue.
*Nelle mani dello Stato la forza si chiama diritto, nelle mani dell'individuo si chiama delitto.
*Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo stato sarà perduto.
*Per lo stato è indispensabile che nessuno abbia una sua volontà; se uno l'avesse, lo stato dovrebbe escluderlo, chiuderlo in carcere o metterlo al bando; se tutti avessero una volontà propria, farebbero piazza pulita dello stato.
*Io aggiro l'ostacolo di una roccia finché non ho abbastanza polvere per farla saltare in aria e aggiro l'ostacolo delle leggi di un popolo finché non ho raccolto l'energia sufficiente per rovesciarle.
*Nelle ricchezze del banchiere io vedo tanto poco qualcosa d'estraneo come Napoleone nelle terre dei re: noi non abbiamo alcun TIMORE di "conquistarle" e anzi cerchiamo i mezzi per poterlo fare. Noi togliamo loro, dunque, questo SPIRITO di ESTRANEITA' di cui un tempo avevamo timore.
*Se io baso la mia causa su di Me, l'Unico, essa riposa sul proprio effimero e perituro creatore che si auto divora, e posso dire: «Ho basato la mia causa sul Nulla. {{c|Riferimenti bibliografici?}}


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*''Io rifiuto un potere conferitomi sotto la speciosa forma di "diritti dell'uomo". Il mio potere è la mia proprietà, il mio potere mi dà la proprietà. Io stesso sono il mio potere... e per esso sono la mia proprietà|L'unico e la sua proprietà''.
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*''Il rude pugno della morale non ha alcun rispetto della nobile essenza dell'egoismo''.

*''La rivoluzione mira ad un'organizzazione nuova; la ribellione ci porta a non lasciarci più organizzare, ma ad organizzarci da soli come vogliamo, e non ripone fulgide speranze nelle "istituzioni" ... Se il mio scopo non è rovesciare un ordine costituito ma innalzarmi al di sopra di esso, il mio proposito e le mie azioni non sono politici e sociali, ma egoistici. La rivoluzione ci comanda di creare istituzioni nuove; la ribellione ci domanda di sollevarci o innalzarci''.

*''Chi, per rimanere padrone di ciò che possiede, deve contare sulla mancanza di volontà di altri, è una cosa fatta da questi altri, così come il padrone è una cosa fatta dal servo. Se venisse meno la sottomissione. il padrone cesserebbe d'essere.''

*''Io dico: liberati quanto puoi e avrai fatto ciò che sta in tuo potere; infatti non è dato a tutti di superare ogni barriera, ossia, per parlare più chiaramente non per tutti è una barriera ciò che lo è per alcuni. Perciò non preoccuparti delle barriere degli altri: è sufficiente che tu abbatta le tue.''

*''Nelle mani dello Stato la forza si chiama diritto, nelle mani dell'individuo si chiama delitto.''

*''Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo stato sarà perduto.''

*''Per lo stato è indispensabile che nessuno abbia una sua volontà; se uno l'avesse, lo stato dovrebbe escluderlo, chiuderlo in carcere o metterlo al bando; se tutti avessero una volontà propria, farebbero piazza pulita dello stato.''

*''Io aggiro l'ostacolo di una roccia finché non ho abbastanza polvere per farla saltare in aria e aggiro l'ostacolo delle leggi di un popolo finché non ho raccolto l'energia sufficiente per rovesciarle.''

*''Nelle ricchezze del banchiere io vedo tanto poco qualcosa d'estraneo come Napoleone nelle terre dei re: noi non abbiamo alcun TIMORE di "conquistarle" e anzi cerchiamo i mezzi per poterlo fare. Noi togliamo loro, dunque, questo SPIRITO di ESTRANEITA' di cui un tempo avevamo timore.''

*''Se io baso la mia causa su di Me, l'Unico, essa riposa sul proprio effimero e perituro creatore che si auto divora, e posso dire: «Ho basato la mia causa sul Nulla.''


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Versione delle 11:14, 23 mag 2007

Max Stirner

Pseudonimo di Johann Kaspar Schmidt (1806 - 1856), filosofo e pensatore anarchico tedesco.

L'unico e la sua proprietà

  • Io rifiuto un potere conferitomi sotto la speciosa forma di "diritti dell'uomo". Il mio potere è la mia proprietà, il mio potere mi dà la proprietà. Io stesso sono il mio potere... e per esso sono la mia proprietà.
  • Il rude pugno della morale non ha alcun rispetto della nobile essenza dell'egoismo.
  • La rivoluzione mira ad un'organizzazione nuova; la ribellione ci porta a non lasciarci più organizzare, ma ad organizzarci da soli come vogliamo, e non ripone fulgide speranze nelle "istituzioni" ... Se il mio scopo non è rovesciare un ordine costituito ma innalzarmi al di sopra di esso, il mio proposito e le mie azioni non sono politici e sociali, ma egoistici. La rivoluzione ci comanda di creare istituzioni nuove; la ribellione ci domanda di sollevarci o innalzarci.
  • Chi, per rimanere padrone di ciò che possiede, deve contare sulla mancanza di volontà di altri, è una cosa fatta da questi altri, così come il padrone è una cosa fatta dal servo. Se venisse meno la sottomissione. il padrone cesserebbe d'essere.
  • Io dico: liberati quanto puoi e avrai fatto ciò che sta in tuo potere; infatti non è dato a tutti di superare ogni barriera, ossia, per parlare più chiaramente non per tutti è una barriera ciò che lo è per alcuni. Perciò non preoccuparti delle barriere degli altri: è sufficiente che tu abbatta le tue.
  • Nelle mani dello Stato la forza si chiama diritto, nelle mani dell'individuo si chiama delitto.
  • Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo stato sarà perduto.
  • Per lo stato è indispensabile che nessuno abbia una sua volontà; se uno l'avesse, lo stato dovrebbe escluderlo, chiuderlo in carcere o metterlo al bando; se tutti avessero una volontà propria, farebbero piazza pulita dello stato.
  • Io aggiro l'ostacolo di una roccia finché non ho abbastanza polvere per farla saltare in aria e aggiro l'ostacolo delle leggi di un popolo finché non ho raccolto l'energia sufficiente per rovesciarle.
  • Nelle ricchezze del banchiere io vedo tanto poco qualcosa d'estraneo come Napoleone nelle terre dei re: noi non abbiamo alcun TIMORE di "conquistarle" e anzi cerchiamo i mezzi per poterlo fare. Noi togliamo loro, dunque, questo SPIRITO di ESTRANEITA' di cui un tempo avevamo timore.
  • Se io baso la mia causa su di Me, l'Unico, essa riposa sul proprio effimero e perituro creatore che si auto divora, e posso dire: «Ho basato la mia causa sul Nulla.  Riferimenti bibliografici? Riferimenti bibliografici?

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