Leonardo Fioravanti (medico): differenze tra le versioni

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==Citazioni su Leonardo Fioravanti==
==Citazioni su Leonardo Fioravanti==
===[[Piero Camporesi]]===
===[[Piero Camporesi]]===
*Tarda, confusa, orecchiata e di seconda mano fu la conoscenza che Leonardo Fioravanti ebbe di [[Paracelso]] e delle sue opere. Anche se non mancò di elogiare il geniale terapeuta-alchimista-chirurgo elvetico, la sua formazione passò per altre strade. [...] Anche Fioravanti riteneva i medici "audiutori della natura e non maestri" ma non arrivò mai a condannare in blocco con lo sprezzante disdegno dell'elvetico la letteratura dottorale antica e moderna. Condivise con Paracelso la convinzione profonda della superiorità dell'esperienza sulla teoria astratta e la necessità dell'esperimento; del vedere e del fare, più che del leggere; l'umiltà del medico, bisognoso d'apprendere anche dagli indotti e dagli analfabeti; la necessità di conoscere le arti manuali per completare il curriculum policentrico dei saperi umani; la scarsa fiducia, se non la disistima, dell'anatomia.
*Anche quando scrive rivolgendosi ai colleghi (o fingendo che siano loro i destinatari dei suoi pungenti avvertimenti) non resiste alla tentazione d'abbandonarsi a graffianti considerazioni tali da mandare in bestia i destinatari delle sue frecciate. I dottori togati e i medici collegiati – c'era da aspettarselo – lo fecero tribolare tutta la vita, a Roma, a Venezia, a Milano dove nel 1573 riuscirono perfino a buttarlo in carcere sotto la falsa accusa d'esercizio abusivo della professione. Per il "cavaliere aurato" Fioravanti la rabbia e l'umiliazione dovettero essere smisurate.
*Anche quando scrive rivolgendosi ai colleghi (o fingendo che siano loro i destinatari dei suoi pungenti avvertimenti) non resiste alla tentazione d'abbandonarsi a graffianti considerazioni tali da mandare in bestia i destinatari delle sue frecciate. I dottori togati e i medici collegiati – c'era da aspettarselo – lo fecero tribolare tutta la vita, a Roma, a Venezia, a Milano dove nel 1573 riuscirono perfino a buttarlo in carcere sotto la falsa accusa d'esercizio abusivo della professione. Per il "cavaliere aurato" Fioravanti la rabbia e l'umiliazione dovettero essere smisurate.
*Nella nuova «cosmografia dell'uomo» tracciata da Leonardo Fioravanti, il professionista delle tecniche empiriche e sperimentali della salute e del corpo, il conoscitore dei segreti dell'arte chimica e distillatoria (lo spaginico) e soprattutto delle proprietà delle erbe, diventa il protagonista emergente della nuova medicina. Per questo, accanto al divino Paracelso e all'incomparabile principe della botanica rinascimentale, Pietro Andrea Mattioli, maestro «unico e raro al mondo» che «nella medicina ha passato di gran lunga tutti gli altri» e «in materia dell'erbe – riconosceva Fioravanti nella ''Fisica'' – ha dato vita la vera luce del mondo» e «ha mostrato al mondo la vera arte di medicare e di destillare», trovano onorevole posto le umili, misconosciute, anonime figure di «semplici empirici», di villani, di pastori, di donnicciole.
*Salpando verso la Sicilia Leonardo Fioravanti sapeva molto bene d'andare incontro all'avventura: seguiva le orme e la tradizione d'innumerevoli chirurghi che fiutavano il sangue da lontano, di ciarlatani erranti e d'empirici girovaghi che passavano di piazza in piazza, di terra in terra, intraprendenti, abili maestri della seduzione orale e teatrale. Geniali talvolta e colti, sempre consumati incantatori e spericolati commedianti. Spiccava tra questi un personaggio d'eccezione, Iacopo Coppa, altrimenti detto Iacopo Modenese o il Modanese ''tout court''.
*Salpando verso la Sicilia Leonardo Fioravanti sapeva molto bene d'andare incontro all'avventura: seguiva le orme e la tradizione d'innumerevoli chirurghi che fiutavano il sangue da lontano, di ciarlatani erranti e d'empirici girovaghi che passavano di piazza in piazza, di terra in terra, intraprendenti, abili maestri della seduzione orale e teatrale. Geniali talvolta e colti, sempre consumati incantatori e spericolati commedianti. Spiccava tra questi un personaggio d'eccezione, Iacopo Coppa, altrimenti detto Iacopo Modenese o il Modanese ''tout court''.
*Tarda, confusa, orecchiata e di seconda mano fu la conoscenza che Leonardo Fioravanti ebbe di [[Paracelso]] e delle sue opere. Anche se non mancò di elogiare il geniale terapeuta-alchimista-chirurgo elvetico, la sua formazione passò per altre strade. [...] Anche Fioravanti riteneva i medici "audiutori della natura e non maestri" ma non arrivò mai a condannare in blocco con lo sprezzante disdegno dell'elvetico la letteratura dottorale antica e moderna. Condivise con Paracelso la convinzione profonda della superiorità dell'esperienza sulla teoria astratta e la necessità dell'esperimento; del vedere e del fare, più che del leggere; l'umiltà del medico, bisognoso d'apprendere anche dagli indotti e dagli analfabeti; la necessità di conoscere le arti manuali per completare il curriculum policentrico dei saperi umani; la scarsa fiducia, se non la disistima, dell'anatomia.


==Note==
==Note==

Versione delle 18:13, 31 ott 2019

Leonardo Fioravanti (1517 – post 1583), medico italiano.

Citazioni di Leonardo Fioravanti

  • allora facevano credere alle genti tutto quello che loro volevano, perché in quei tempi era grandissima carestia di libri e come uno sapeva un poco parlare per bus e per bas veniva adorato come un profeta e gli era creduto ciò che egli diceva: ma dipoi che questa benedetta stampa è venuta in luce, i libri sono multiplicati di sorte tale che ogni uno può studiare e massime che la maggior parte si stampano in lingua nostra materna: e così i gattisini hanno aperti gli occhi perché ciascuno può vedere e intendere il fatto suo, in modo che noi altri medici non possiamo più cacciar carotte alle genti, come facevano quei primi nostri antecessori, che facevano credere a gli infermi che gli asini volassero e il tutto era loro creduto.[1]
  • ho caminato in varie e diverse provincie, sempre essercitando l'arte dove mi son trovato, né mai mi son stancato di studiare e andar cercando bellissimi esperimenti, così di dottissimi medici come ancora di simplici empirici e d'ogni altra sorte di gente, come villani, pastori, soldati, religiosi, donnicciole e d'ogni altra qualità; e la medicina e cirugia, quale era divisa infra tante sorti di persone, io con molti stenti e fatiche la sono andata raccogliendo insieme e, raccolta, ho voluto metterla in teorica con mille belle ragioni, e questo acciò che il mondo ne possi godere.[2]
  • Il divino messer Ulisse Aldrovando bolognese dottor eccellentissimo di filosofia e medicina... è uomo ch'a questa nostra età ha superato tutti gli altri di tal professione. Lui è il vero possessore di tutte tre le parti della medicina, cioè di quella che consiste ne' vegetali, animali e minerali. E che ciò sia il vero, questo dottore eccellentissimo ha vera cognizione di più di quattro milia cose come di piante, animali e pietre, le quali possiede e ha nelle sue mani e ogn'uno che le vorrà vedere, da lui saranno mostrate con somma diligenza e cortesia percioché esso dottore è uomo molto piacevole e amator di virtuosi e molto desideroso d'insegnare le sue virtù a tutti.[3]
  • L'anno 1555, alli 21 di febrario, mi partì dalla gloriosa città di Napoli del Reame per andar nella santa città di Roma, e così circa il mezo giorno mi imbarcai con grandissimo dispiacer de gli amici miei. E per riconsolarne alquanti vi lasciai il sapientissimo e prudentissimo giovane messer Ioseffo Moleto Messinese... in quel tempo mio discepolo, acciò ne medicasse alcuni che erano vessati da diverse infermità. E così col nome di Dio e di san Domenico mio protettore e advocato, mi partì da Napoli e andai a Roma.[4]
  • Volendo noi osservare questa regola, la prima cosa da fare dev'essere quello che ci insegnano i medici razionali che sono i cani, i gatti, e infiniti altri animali che hanno la medicina per dono della natura, che quando si sentono gravati di alcuna infermità, ricorrono al vomito e mangiano alcune sorte di erbe che li fanno vomitare ed ancor evacuare per secesso e con tal rimedio si sanano senza altro; e così noi ad imitazione di questi medici della natura dovessimo avere questo specchio davanti gli occhi ed osservare questa regola santa: cioè di far sempre vomitare gli amalati prima che li facessimo altro rimedio. Io per me osservo questo ordine e sempre veggio miracoli in tutte le infermità.[5]

Citazioni su Leonardo Fioravanti

Piero Camporesi

  • Anche quando scrive rivolgendosi ai colleghi (o fingendo che siano loro i destinatari dei suoi pungenti avvertimenti) non resiste alla tentazione d'abbandonarsi a graffianti considerazioni tali da mandare in bestia i destinatari delle sue frecciate. I dottori togati e i medici collegiati – c'era da aspettarselo – lo fecero tribolare tutta la vita, a Roma, a Venezia, a Milano dove nel 1573 riuscirono perfino a buttarlo in carcere sotto la falsa accusa d'esercizio abusivo della professione. Per il "cavaliere aurato" Fioravanti la rabbia e l'umiliazione dovettero essere smisurate.
  • Nella nuova «cosmografia dell'uomo» tracciata da Leonardo Fioravanti, il professionista delle tecniche empiriche e sperimentali della salute e del corpo, il conoscitore dei segreti dell'arte chimica e distillatoria (lo spaginico) e soprattutto delle proprietà delle erbe, diventa il protagonista emergente della nuova medicina. Per questo, accanto al divino Paracelso e all'incomparabile principe della botanica rinascimentale, Pietro Andrea Mattioli, maestro «unico e raro al mondo» che «nella medicina ha passato di gran lunga tutti gli altri» e «in materia dell'erbe – riconosceva Fioravanti nella Fisica – ha dato vita la vera luce del mondo» e «ha mostrato al mondo la vera arte di medicare e di destillare», trovano onorevole posto le umili, misconosciute, anonime figure di «semplici empirici», di villani, di pastori, di donnicciole.
  • Salpando verso la Sicilia Leonardo Fioravanti sapeva molto bene d'andare incontro all'avventura: seguiva le orme e la tradizione d'innumerevoli chirurghi che fiutavano il sangue da lontano, di ciarlatani erranti e d'empirici girovaghi che passavano di piazza in piazza, di terra in terra, intraprendenti, abili maestri della seduzione orale e teatrale. Geniali talvolta e colti, sempre consumati incantatori e spericolati commedianti. Spiccava tra questi un personaggio d'eccezione, Iacopo Coppa, altrimenti detto Iacopo Modenese o il Modanese tout court.
  • Tarda, confusa, orecchiata e di seconda mano fu la conoscenza che Leonardo Fioravanti ebbe di Paracelso e delle sue opere. Anche se non mancò di elogiare il geniale terapeuta-alchimista-chirurgo elvetico, la sua formazione passò per altre strade. [...] Anche Fioravanti riteneva i medici "audiutori della natura e non maestri" ma non arrivò mai a condannare in blocco con lo sprezzante disdegno dell'elvetico la letteratura dottorale antica e moderna. Condivise con Paracelso la convinzione profonda della superiorità dell'esperienza sulla teoria astratta e la necessità dell'esperimento; del vedere e del fare, più che del leggere; l'umiltà del medico, bisognoso d'apprendere anche dagli indotti e dagli analfabeti; la necessità di conoscere le arti manuali per completare il curriculum policentrico dei saperi umani; la scarsa fiducia, se non la disistima, dell'anatomia.

Note

  1. Citato in Piero Camporesi, Camminare il mondo Vita e avventure di Leonardo Fioravanti medico del Cinquecento, Garzanti, Milano, 1997, p. 64. ISBN 88-11-69274-1
  2. Citato in Piero Camporesi, Camminare il mondo Vita e avventure di Leonardo Fioravanti medico del Cinquecento, Garzanti, Milano, 1997, p. 9. ISBN 88-11-69274-1
  3. Citato in Piero Camporesi, Camminare il mondo Vita e avventure di Leonardo Fioravanti medico del Cinquecento, Garzanti, Milano, 1997, p. 12. ISBN 88-11-69274-1
  4. Citato in Piero Camporesi, Camminare il mondo Vita e avventure di Leonardo Fioravanti medico del Cinquecento, Garzanti, Milano, 1997, p. 127. ISBN 88-11-69274-1
  5. Citato in Piero Camporesi, Camminare il mondo Vita e avventure di Leonardo Fioravanti medico del Cinquecento, Garzanti, Milano, 1997, p. 27. ISBN 88-11-69274-1

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