Nikita Sergeevič Chruščёv: differenze tra le versioni

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*Un ''leader'' democratico deve essere dotato di giudizio e deve saper accettare i consigli degli altri. Deve rendersi conto che la sua posizione di comando dipende dalla volontà del popolo di averlo come guida, e non dalla sua volontà di guidare il popolo. E il popolo accetterà qualcuno come capo, solo se questi saprà dimostrare d'essere della stessa carne e dello stesso sangue del partito. Un ''leader'' deve essere stimolato dall'interesse del popolo, e non dalla cupidigia o dalla vanità; deve avere conoscenze profonde, umiltà, e la capacità di vivere come parte integrante della collettività. Ripeto, occupa la sua posizione di comando per volontà del partito. In altre parole egli non è al di sopra del partito, ma è il servo del partito; e può mantenere la sua posizione solo finché godrà della stima e dell'appoggio del partito. (p. 507)
*Un ''leader'' democratico deve essere dotato di giudizio e deve saper accettare i consigli degli altri. Deve rendersi conto che la sua posizione di comando dipende dalla volontà del popolo di averlo come guida, e non dalla sua volontà di guidare il popolo. E il popolo accetterà qualcuno come capo, solo se questi saprà dimostrare d'essere della stessa carne e dello stesso sangue del partito. Un ''leader'' deve essere stimolato dall'interesse del popolo, e non dalla cupidigia o dalla vanità; deve avere conoscenze profonde, umiltà, e la capacità di vivere come parte integrante della collettività. Ripeto, occupa la sua posizione di comando per volontà del partito. In altre parole egli non è al di sopra del partito, ma è il servo del partito; e può mantenere la sua posizione solo finché godrà della stima e dell'appoggio del partito. (p. 507)
*Diventiamo [[Nazionalismo|nazionalisti]] nel momento in cui crediamo che ad una nazione competano diritti speciali e superiorità nei confronti delle altre. Da questo è cominciato il [[nazismo]]. (p. 508)
*Diventiamo [[Nazionalismo|nazionalisti]] nel momento in cui crediamo che ad una nazione competano diritti speciali e superiorità nei confronti delle altre. Da questo è cominciato il [[nazismo]]. (p. 508)
*Ho incontrato molti uomini nel corso della mia carriera politica, ma [[Ho Chi Minh]] mi impressionò in modo particolare. Le persone religiose parlano dei santi apostoli. Bene, nel modo in cui visse e nel modo in cui impressionò le altre persone, Ho Chi Minh rassomigliò a uno di quei «santi apostoli». Era un apostolo della rivoluzione. (p. 511)
*Vorrei credere che il Vietnam desideri realmente buone relazioni con l'Unione Sovietica, ma non penso che la Cina si lascerà scappare dalle mani il Vietnam e le forze favorevoli alla Cina rimarranno potenti nel Vietnam. Faranno di tutto perché il Vietnam sia divorato dalle mani cinesi. (p. 516)
*Nel testamento di Ho Chi Minh non si fa menzione dell'enorme, altruistico aiuto che l'Unione Sovietica dà al Vietnam. La nostra assistenza è stata decisiva perché, senza l'aiuto materiale dell'Unione Sovietica, sarebbe stato impossibile per il Vietnam sopravvivere alle condizioni della guerra moderna e resistere a un aggressore ricco e potente come gli Stati Uniti. Per ricevere armi ed equipaggiamenti adeguati, il Vietnam non ha altra scelta se non appoggiarsi all'Unione Sovietica. Per ottenere la vittoria i vietnamiti devono avere armi appropriate, e queste le possono ricevere solo dall'Unione Sovietica. La Cina non può dare al Vietnam ciò di cui ha bisogno. La stampa mondiale, includendo i nemici dei comunisti, sa che il Vietnam non potrebbe condurre la sua politica di resistenza militare contro l'aggressione americana, se non fosse per l'aiuto economico e materiale dell'Unione Sovietica. (p. 517)


==Citazioni su Nikita Chruščёv==
==Citazioni su Nikita Chruščёv==

Versione delle 00:13, 19 nov 2019

Chruščёv nel 1963

Nikita Sergeevič Chruščёv (1894 – 1971), politico e militare sovietico.

Citazioni di Nikita Chruščёv

  • Ci interessa sapere come il culto della persona di Stalin sia andato continuamente crescendo e sia divenuto, a un dato momento, fonte di tutta una serie di gravissime deviazioni dai principi del partito, dalla democrazia del partito e dalla legalità rivoluzionaria. (dal discorso al XX Congresso del PCUS)
  • [Su Jawaharlal Nehru] Non soltanto il popolo indiano perde in lui un provato dirigente della lotta per l'indipendenza dei popoli, lo piangono tutti gli uomini progressisti, rattristati della scomparsa di una personalità che fino alle ultime ore della sua vita ha lavorato per i più alti ideali umani, per la causa della pace e del progresso.[1]
  • Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire ponti anche dove non ci sono fiumi. (dalla conferenza stampa tenuta a Glen Cove (USA) nell'ottobre 1960[2])
  • In contrasto con il periodo prebellico, la maggior parte dei paesi asiatici agiscono oggi nell'arena mondiale come Stati indipendenti o Stati che sostengono risolutamente il loro diritto di svolgere una politica estera indipendente. Le relazioni internazionali si sono estese al di là dei confini delle relazioni fra paesi abitati soprattutto da popolazioni di razza bianca incomincio ad acquistare il loro carattere di relazioni effettivamente globali.[3]
  • La guerra non è fatalmente inevitabile. Oggi esistono poderose forze sociali e politiche che hanno mezzi formidabili per impedire agli imperialisti di scatenare una guerra e, se effettivamente essi cercassero di scatenarne una, anche per dare una sonora lezione agli aggressori e frustrare i loro piani avventuristici.[4]
  • Nei suoi ultimi anni di vita Stalin era psicopatico, PSI-CO-PA-TI-CO, te lo dico io. Un pazzo sul trono. Riesci ad immaginarlo? [...] E pensi fosse facile? I nostri nervi erano tesi allo spasimo, e dovevamo bere vodka tutto il tempo. E dovevamo essere sempre sul chi vive.[5]
  • [Parlando di Stalin] Non possiamo dare in pasto al pubblico questo problema, né, soprattutto, lasciarlo alla stampa. È per questo motivo che ne parliamo qui, a porte chiuse. Non possiamo superare certi limiti. Non dobbiamo fornire munizioni e nemico, non dobbiamo lavare i nostri panni sporchi sotto i suoi occhi.[6]

Kruscev ricorda

  • La politica è un giuoco, e Mao Tse-tung ha giocato nel far politica con asiatica astuzia, ricorrendo volta a volta all'adulazione, al tradimento, alla vendetta selvaggia ed all'inganno. Ci ha preso in giro per molti anni prima che scoprissimo i suoi trucchi. Talleyrand disse, una volta, che ad un diplomatico è data la parola per nascondere i pensieri. Lo stesso vale per un politico, e Mao Tse-tung è sempre stato un maestro nel dissimulare i suoi veri pensieri ed intenzioni. (p. 494)
  • Trovai del tutto incredibile che Mao potesse liquidare l'imperialismo americano come una tigre di carta quando, in effetti, esso è un pericoloso animale predatore. (p. 500)
  • Non potete più valutare i rapporti di forza sulla base di chi ha più uomini. In passato, quando una battaglia era risolta con i pugni o le baionette, era decisivo il numero di uomini o di baionette che ciascuna parte poteva schierare. Poi, quando apparve il cannone, non aveva necessariamente il sopravvento il contendente con più truppe. Ed ora con la comparsa della bomba atomica, il numero di truppe ciascuna parte non determina né variazioni tra i rapporti effettivi di forza né l'esito d'una guerra. Più truppe su un lato, più vittime per le bombe dell'altro. (pp. 500-501)
  • L'esercito sovietico ha schiacciato le forze migliori dell'esercito tedesco, mentre gli uomini di Mao hanno trascorso venti, venticinque anni a punzecchiarsi il sedere con la punta dei coltelli e delle baionette. (p. 502)
  • Mao è un nazionalista e, almeno quando lo conobbi, bruciava dall'impaziente desiderio di governare il mondo. Il suo piano era di governare prima la Cina, poi l'Asia, poi... cosa? (p. 504)
  • Abbiamo vinto la guerra civile, e mai ho avuto spalline e galloni di cui fare sfoggio, neppure quando raggiunsi il rango di commissario. I soldati non avevano bisogno di vedere stupide striscie per riconoscere il loro commissario e il loro comandante. Allora eravamo capaci di abbattere i nostri nemici senza spalline. Oggi i nostri militari sono impiumati come canarini. (p. 506)
  • L'incrinatura che si determinò tra l'Unione Sovietica e l'Albania fu causata soprattutto dalla paura che gli albanesi nutrono per la democrazia. (p. 507)
  • Un leader democratico deve essere dotato di giudizio e deve saper accettare i consigli degli altri. Deve rendersi conto che la sua posizione di comando dipende dalla volontà del popolo di averlo come guida, e non dalla sua volontà di guidare il popolo. E il popolo accetterà qualcuno come capo, solo se questi saprà dimostrare d'essere della stessa carne e dello stesso sangue del partito. Un leader deve essere stimolato dall'interesse del popolo, e non dalla cupidigia o dalla vanità; deve avere conoscenze profonde, umiltà, e la capacità di vivere come parte integrante della collettività. Ripeto, occupa la sua posizione di comando per volontà del partito. In altre parole egli non è al di sopra del partito, ma è il servo del partito; e può mantenere la sua posizione solo finché godrà della stima e dell'appoggio del partito. (p. 507)
  • Diventiamo nazionalisti nel momento in cui crediamo che ad una nazione competano diritti speciali e superiorità nei confronti delle altre. Da questo è cominciato il nazismo. (p. 508)
  • Ho incontrato molti uomini nel corso della mia carriera politica, ma Ho Chi Minh mi impressionò in modo particolare. Le persone religiose parlano dei santi apostoli. Bene, nel modo in cui visse e nel modo in cui impressionò le altre persone, Ho Chi Minh rassomigliò a uno di quei «santi apostoli». Era un apostolo della rivoluzione. (p. 511)
  • Vorrei credere che il Vietnam desideri realmente buone relazioni con l'Unione Sovietica, ma non penso che la Cina si lascerà scappare dalle mani il Vietnam e le forze favorevoli alla Cina rimarranno potenti nel Vietnam. Faranno di tutto perché il Vietnam sia divorato dalle mani cinesi. (p. 516)
  • Nel testamento di Ho Chi Minh non si fa menzione dell'enorme, altruistico aiuto che l'Unione Sovietica dà al Vietnam. La nostra assistenza è stata decisiva perché, senza l'aiuto materiale dell'Unione Sovietica, sarebbe stato impossibile per il Vietnam sopravvivere alle condizioni della guerra moderna e resistere a un aggressore ricco e potente come gli Stati Uniti. Per ricevere armi ed equipaggiamenti adeguati, il Vietnam non ha altra scelta se non appoggiarsi all'Unione Sovietica. Per ottenere la vittoria i vietnamiti devono avere armi appropriate, e queste le possono ricevere solo dall'Unione Sovietica. La Cina non può dare al Vietnam ciò di cui ha bisogno. La stampa mondiale, includendo i nemici dei comunisti, sa che il Vietnam non potrebbe condurre la sua politica di resistenza militare contro l'aggressione americana, se non fosse per l'aiuto economico e materiale dell'Unione Sovietica. (p. 517)

Citazioni su Nikita Chruščёv

  • Chruščёv era senza dubbio un reazionario, è riuscito a infiltrarsi nel Partito. Sicuramente non credeva in alcun genere di comunismo. (Vjačeslav Michajlovič Molotov)
  • Disorganizzazione, fallimento dei piani agricoli, scacchi diplomatici, ed in più una profonda impreparazione accompagnata da una grande stima di sé: si sentiva che aveva imparato a leggere solo a vent'anni. (Enzo Biagi)
  • È più pericoloso di Mao Tse-dun perché è più furbo. (Trần Lệ Xuân)
  • Kruscev era rozzo e maleducato, d'intelligenza pronta e con un senso dell'umorismo di grandissimo effetto. (Richard Nixon)
  • Kruscev era un emotivo, e se la prendeva perché i suoi sforzi sinceri e le sue proposte specifiche per il miglioramento della situazione internazionale urtavano contro un muro d'incomprensione e di resistenza. (Michail Gorbačëv)
  • Il decennio che vide Nikita Sergeevič Cruščev a capo del partito e dello Stato fu soltanto un interregno, una parentesi. Non si può parlare di una «èra crusceviana» da contrapporre all'èra staliniana, e non soltanto perché il suo governo durò un terzo di quello di Stalin e il suo potere non arrivò nemmeno a tanto. Il cruscevismo non ha rappresentato alcuna grande idea (o politica) positiva sua propria. (Isaac Deutscher)
  • La prepotenza di Krusciov fu una delle ragioni principali per il suo allontanamento dal Comitato Centrale nel 1964. (Grover Furr)
  • Nikita Kruscev era un interlocutore difficile, talvolta assai duro e sempre molto ostinato. Ciò nonostante, il suo lato contadino, la sua furbizia mista a bonarietà, lo rendevano simpatico. (Mohammad Reza Pahlavi)
  • Sempre a fare lo smargiasso, a urlare, a puntare il dito contro gli ambasciatori, a bere... E sempre pronto ad arrendersi agli americani. Ha fatto tanto male all'Asia, Krusciov. (Zulfiqar Ali Bhutto)
  • Una delle tattiche preferite dai russi è la fanfaronata. Anche quando erano immensamente inferiori a noi come potenza, Nikita Kruscev voleva snocciolare le sue minacce nucleari sperando di infondere nell'Occidente la paura della forza sovietica. I nostri capi di allora non si lasciarono ingannare; sapevano che Kruscev non aveva intenzione di commettere un suicidio nazionale, ma l'opinione pubblica fu fortemente scossa. (Richard Nixon)

Enver Hoxha

  • Krusciov ed i suoi complici adottarono un atteggiamento ipocrita davanti al feretro di Stalin, affrettandosi a terminare la cerimonia funebre e a chiudersi di nuovo al Cremlino, al fine di proseguire il processo di spartizione e di ripartizione delle cariche.
  • Krusciov era al corrente delle nostre riserve riguardo al 20° Congresso e alla politica da lui seguita con i titisti, con l’imperialismo ecc., ma la sua tattica consisteva nel non affrettarsi ad acutizzare la situazione con noi, albanesi. Egli sperava di trarre profitto dall’amicizia che noi nutrivamo per l’Unione Sovietica, per impadronirsi della fortezza albanese dall’interno e metterci nel sacco con sorrisi e minacce, con alcuni crediti, del resto assai ridotti, ed anche con pressioni e blocchi.
  • Parlava ad alta voce, gesticolando con le mani e la testa, muovendo gli occhi da tutte le parti senza fissarli mai su un punto; ogni tanto s’interrompeva, rivolgeva domande e poi, spesso senza aspettare la risposta, continuava a parlare saltando di palo in frasca.
  • Uno dei principali indirizzi della strategia e della tattica di Krusciov consisteva nell’impadronirsi completamente del potere politico e ideologico all’interno dell’Unione Sovietica, e nel mettere al suo servizio l’esercito sovietico e gli organi di Sicurezza dello Stato.
  • Voi compagno Krusciov, avete levato la mano contro il nostro piccolo popolo e il suo Partito, ma noi siamo convinti che il popolo sovietico che ha versato il proprio sangue anche per la libertà del nostro popolo, che il grande Partito di Lenin, non approveranno questo vostro modo di agire.

Robert Service

Chruščёv sulla copertina di Time
  • Assaporò la grandezza dell'autorità suprema dalla metà degli anni cinquanta ed era deliziato quando suo nipote gli chiedeva: «Nonno, chi sei? Lo zar?». Gli piacevano anche la vodka e le barzellette volgari e scoppiava in rozzi scatti d'ira. Un segretario del partito più attento non avrebbe detto ai politici occidentali: «Vi seppelliremo!». E nessun leader sovietico del 1960 avrebbe battuto una scarpa sul proprio banco alle Nazioni Unite per interrompere un discorso del primo ministro Harold Macmillan. Durante il suo periodo al potere, si divertiva moltissimo. Adorava i regali e riceveva scienziati nella sua dacia. Pur non essendo mai stato un grande lettore, chiedeva ad autori famosi di leggergli le loro opere ad alta voce. Si riteneva un pensatore con inclinazioni pratiche.
  • Aveva una personalità eccentrica e autoritario. Eppure le sue parziali riforme dell'ordine sovietico erano probabilmente il massimo che i suoi stretti collaboratori e il resto dei gruppi dirigenti avrebbero allora tollerato. I sostenitori dell'ordine esistente erano troppo potenti, abili e sicuri per qualsiasi altra trasformazione più radicale.
  • Era un leader complesso. Era al tempo stesso stalinista e antistalinista, un comunista convinto e un cinico, un pusillanime dedito all'autoincensamento e uno scontroso filantropo, un guastafeste e un pacificatore, un collega stimolante e un fastidioso tiranno, un uomo di Stato e un politico privo di spessore intellettuale. Le sue contraddizioni erano il risultato di una personalità straordinaria e di una vita di esperienze fuori dal comune.
    Eppure si deve anche riconoscere che le sue eccentricità erano anche dovute alle enormi e conflittuali pressioni su di lui. Contrariamente ai suoi successori, voleva cercare una risposta con soluzioni a lungo termine. Ma le soluzioni tentate non bastavano a rinnovare il tipo di Stato e di società che aveva abbracciato. Le riforme erano attese da lungo tempo. I suoi successi politici, economici e culturali erano un grande miglioramento rispetto a Stalin. Ma non rispondevano più alle necessità del paese.
  • I suoi colleghi notarono il paradosso che il politico che denunciava il culto dell'individuo fosse all'incessante ricerca di prestigio personale. Non passava giorno senza che la sua foto apparisse sui giornali.
  • Questo fautore del comunismo in realtà non avrebbe mai accettato l'egualitarismo comunista ed era così abituato ai lussi della sua carica che era incapace di riconoscere la propria ipocrisia.

Note

  1. Da Kruscev alla tv dice: «È morto un amico», La Stampa, 28 maggio 1964
  2. Citato in Roberto Gervaso, Peste e corna.
  3. Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, pp. 1000-1001. ISBN 978-88-420-8734-2
  4. Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, p. 816. ISBN 978-88-420-8734-2
  5. Citato in Taubman, Khrushchev; citato in Andrea Graziosi, L'Unione Sovietica in 209 citazioni, Ed. Il Mulino, Bologna, 2006, ISBN 88-15-11282-0
  6. Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, p. 852. ISBN 978-88-420-8734-2

Bibliografia

  • Nikita S. Kruscev, Kruscev ricorda, a cura di Strobe Talbott, traduzione a cura di P. Marcogliano, M. Orsi e L. Vezzoli, Sugar editore, 1970

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