Gabriele Salvatores: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Gabriele Salvatores==
==Citazioni di Gabriele Salvatores==
*La cosa che più mi colpisce è il continuo confronto forte che in altri posti faccio fatica a trovare, tra l'antico, la tradizione, ed il nuovo che si esprime anche a livello tecnologico. Per dirla con un'immagine sola, la vicinanza tra i computer e le reti dei pescatori. Ciò che trovo stimolante a [[Napoli]] è che mentre altre città hanno sacrificato completamente le proprie radici all'innovazione tecnologica, qui ancora si trova un incontro tra le radici profonde della cultura ed una visibile voglia di innovazione. Tanto che sarebbe uno scenario adatto ad un film di fantascienza.<ref>Citato in ''Napoli. Voci per una città'', a cura di Enzo Marzano e Antonella Ciancio, Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1994, p. 93.</ref>
*La cosa che più mi colpisce è il continuo confronto forte che in altri posti faccio fatica a trovare, tra l'antico, la [[tradizione]], ed il nuovo che si esprime anche a livello [[Tecnologia|tecnologico]]. Per dirla con un'immagine sola, la vicinanza tra i [[computer]] e le reti dei [[pescatori]]. Ciò che trovo stimolante a [[Napoli]] è che mentre altre città hanno sacrificato completamente le proprie radici all'innovazione tecnologica, qui ancora si trova un incontro tra le radici profonde della cultura ed una visibile voglia di innovazione. Tanto che sarebbe uno scenario adatto ad un film di [[fantascienza]].<ref>Citato in Enzo Marzano e Antonella Ciancio (a cura di), ''Napoli. Voci per una città'', Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1994, p. 93.</ref>


*Non bisognerebbe mai tornare nei posti dove si è stati bene. Confesso, mi fa paura perché, a differenza che nel cinema, nella vita non esiste il replay.<ref>La citazione è simile alla risposta che [[Eugen Dollmann]] diede a [[Enzo Biagi]] quando gli chiese "perché non torna più in Italia?", "non bisogna mai tornare dove si è stati felici" (Cfr.: ''[http://rcslibri.corriere.it/rizzoli/archivio/popup/giornoancora.html Un giorno ancora]''). Altrove, lo stesso Biagi l'attribuisce a [[Walter Reder]] (''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/luglio/08/condanna_del_ricordo_co_0_0207082590.shtml La condanna del ricordo]'', ''Corriere della sera'', 8 luglio 2002).</ref> (dall'intervista di Cesare Martinetti, ''Salvatores una vacanza da copione'', ''La Stampa'', 20 luglio 1992, p. 15)
*Non bisognerebbe mai tornare nei posti dove si è stati bene. Confesso, mi fa paura perché, a differenza che nel [[cinema]], nella vita non esiste il replay.<ref>Dall'intervista di Cesare Martinetti, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,15/articleid,0836_01_1992_0197_0015_25095346/ Salvatores, una vacanza da copione]'', ''La Stampa'', 20 luglio 1992, p. 15.</ref><ref>La citazione è simile alla risposta che [[Eugen Dollmann]] diede a [[Enzo Biagi]] quando gli chiese "perché non torna più in Italia?", "non bisogna mai tornare dove si è stati felici" ({{cfr}} ''[http://rcslibri.corriere.it/rizzoli/archivio/popup/giornoancora.html Un giorno ancora]''). Altrove, lo stesso Biagi l'attribuisce a [[Walter Reder]] (''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/luglio/08/condanna_del_ricordo_co_0_0207082590.shtml La condanna del ricordo]'', ''Corriere della sera'', 8 luglio 2002).</ref>


*{{NDR|sulla [[Basilicata]]}} Prendere l'autostrada Napoli-Bari, uscire a Candela e puntare verso Sud. E s'incontreranno colline di grano a perdita d'occhio. È il luogo dell'anima. Il profondo sud d'Italia, la Magna Grecia, un'Italia spesso dimenticata, dove ancora resistono le suggestioni del mondo poetico-contadino. (citato in [http://www.aptbasilicata.it/fileadmin/uploads/opuscoli_informativi/Brochures/Cineturismo_Monaci_ecc/Cineturismo_italiano.pdf www.aptbasilicata.it])
*{{NDR|sulla [[Basilicata]]}} Prendere l'autostrada Napoli-Bari, uscire a Candela e puntare verso Sud. E s'incontreranno colline di grano a perdita d'occhio. È il luogo dell'anima. Il profondo sud d'Italia, la Magna Grecia, un'Italia spesso dimenticata, dove ancora resistono le suggestioni del mondo poetico-contadino.<ref>Citato in ''[http://www.aptbasilicata.it/fileadmin/uploads/opuscoli_informativi/Brochures/Cineturismo_Monaci_ecc/Cineturismo_italiano.pdf Basilicata in scena]'', APT Basilicata.</ref>

{{Int2|''[http://archiviostorico.gazzetta.it//1998/aprile/19/Salvatores_sul_set_con_Zamorano_ga_0_9804193806.shtml Salvatores: io sul set con Zamorano]''|Intervista di Gabriella Mancini, ''La Gazzetta dello Sport'', 19 aprile 1998}}
*Era il 1956 [...] ero appena arrivato a Milano con i miei genitori e nella mia classe erano tutti [[Football Club Internazionale Milano|interisti]] e [[Associazione Calcio Milan|milanisti]]. Impossibile tifare per il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] in quella classe lì, rischiavi le botte; così arrivai al bivio: scelsi l'Inter perché aveva un po' d'azzurro come il mio Napoli.
*{{NDR|«Se potesse far recitare un calciatore nerazzurro, chi sceglierebbe?»}} Una faccia intensa... [[Iván Zamorano]]. Ha una grinta che puo' adattarsi ai miei film. Una faccia [[Nativi americani|india]] che trasmette [[energia]] e [[sofferenza]].
*{{NDR|«L'Inter al cinema: quale titolo avrebbe?»}} Brivido caldo. L'Inter è una contraddizione che non ti fa stare mai tranquillo, un thriller con suspense infinita. È come entrare in un ottovolante che non sai quando si ferma. Emozionante.


==Note==
==Note==

Versione delle 20:07, 19 nov 2019

Gabriele Salvatores

Gabriele Salvatores (1950 – vivente), attore, regista e sceneggiatore italiano.

Citazioni di Gabriele Salvatores

  • La cosa che più mi colpisce è il continuo confronto forte che in altri posti faccio fatica a trovare, tra l'antico, la tradizione, ed il nuovo che si esprime anche a livello tecnologico. Per dirla con un'immagine sola, la vicinanza tra i computer e le reti dei pescatori. Ciò che trovo stimolante a Napoli è che mentre altre città hanno sacrificato completamente le proprie radici all'innovazione tecnologica, qui ancora si trova un incontro tra le radici profonde della cultura ed una visibile voglia di innovazione. Tanto che sarebbe uno scenario adatto ad un film di fantascienza.[1]
  • Non bisognerebbe mai tornare nei posti dove si è stati bene. Confesso, mi fa paura perché, a differenza che nel cinema, nella vita non esiste il replay.[2][3]
  • [sulla Basilicata] Prendere l'autostrada Napoli-Bari, uscire a Candela e puntare verso Sud. E s'incontreranno colline di grano a perdita d'occhio. È il luogo dell'anima. Il profondo sud d'Italia, la Magna Grecia, un'Italia spesso dimenticata, dove ancora resistono le suggestioni del mondo poetico-contadino.[4]

Salvatores: io sul set con Zamorano

Intervista di Gabriella Mancini, La Gazzetta dello Sport, 19 aprile 1998

  • Era il 1956 [...] ero appena arrivato a Milano con i miei genitori e nella mia classe erano tutti interisti e milanisti. Impossibile tifare per il Napoli in quella classe lì, rischiavi le botte; così arrivai al bivio: scelsi l'Inter perché aveva un po' d'azzurro come il mio Napoli.
  • [«Se potesse far recitare un calciatore nerazzurro, chi sceglierebbe?»] Una faccia intensa... Iván Zamorano. Ha una grinta che puo' adattarsi ai miei film. Una faccia india che trasmette energia e sofferenza.
  • [«L'Inter al cinema: quale titolo avrebbe?»] Brivido caldo. L'Inter è una contraddizione che non ti fa stare mai tranquillo, un thriller con suspense infinita. È come entrare in un ottovolante che non sai quando si ferma. Emozionante.

Note

  1. Citato in Enzo Marzano e Antonella Ciancio (a cura di), Napoli. Voci per una città, Adriano Gallina Editore, Napoli, stampa 1994, p. 93.
  2. Dall'intervista di Cesare Martinetti, Salvatores, una vacanza da copione, La Stampa, 20 luglio 1992, p. 15.
  3. La citazione è simile alla risposta che Eugen Dollmann diede a Enzo Biagi quando gli chiese "perché non torna più in Italia?", "non bisogna mai tornare dove si è stati felici" ( Cfr. Un giorno ancora). Altrove, lo stesso Biagi l'attribuisce a Walter Reder (La condanna del ricordo, Corriere della sera, 8 luglio 2002).
  4. Citato in Basilicata in scena, APT Basilicata.

Film

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