Luca Canali: differenze tra le versioni
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*{{NDR|[[Augusto]]}} Fu nemico nemico giurato della fretta e dell'inutile ostentazione di audacia. Suo motto preferito era: «Affrétati lentamente», con questa aggiunta: «Un condottiero prudente è meglio di uno temerario», oppure: «È fatto abbastanza presto ciò che è fatto abbastanza bene». Di quanti poi si esponevano a un grave pericolo per ottenere un piccolo vantaggio, diceva: «Sono simili a quegli sciocchi che pescano servendosi di ami d'oro perdendo i quali nessuna preda vale a compensarne il valore».<ref>Da ''Svetonio {{Small|"La lingua più affilata dell'antico Ovest"}}. Le vite (indiscrete) di dodici Cesari'', Piemme, Casale Monferrato (AL), 1997, pp. 54-55. ISBN 88-384-2870-0</ref> |
*{{NDR|[[Augusto]]}} Fu nemico nemico giurato della fretta e dell'inutile ostentazione di audacia. Suo motto preferito era: «[[Festina lente|Affrétati lentamente]]», con questa aggiunta: «Un condottiero prudente è meglio di uno temerario», oppure: «È fatto abbastanza presto ciò che è fatto abbastanza bene». Di quanti poi si esponevano a un grave pericolo per ottenere un piccolo vantaggio, diceva: «Sono simili a quegli sciocchi che pescano servendosi di ami d'oro perdendo i quali nessuna preda vale a compensarne il valore».<ref>Da ''Svetonio {{Small|"La lingua più affilata dell'antico Ovest"}}. Le vite (indiscrete) di dodici Cesari'', Piemme, Casale Monferrato (AL), 1997, pp. 54-55. ISBN 88-384-2870-0</ref> |
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==''Deliri'' – ''Discepole in sogno''== |
==''Deliri'' – ''Discepole in sogno''== |
Versione delle 15:32, 12 dic 2019
Luca Canali (1925 – 2014), latinista, poeta e scrittore italiano.
Citazioni di Luca Canali
- [Augusto] Fu nemico nemico giurato della fretta e dell'inutile ostentazione di audacia. Suo motto preferito era: «Affrétati lentamente», con questa aggiunta: «Un condottiero prudente è meglio di uno temerario», oppure: «È fatto abbastanza presto ciò che è fatto abbastanza bene». Di quanti poi si esponevano a un grave pericolo per ottenere un piccolo vantaggio, diceva: «Sono simili a quegli sciocchi che pescano servendosi di ami d'oro perdendo i quali nessuna preda vale a compensarne il valore».[1]
Deliri – Discepole in sogno
- L'utopia da salvare è una rivoluzione | di giorni inventati, lo scarto beffardo | da un cupo corteo di protesta, | la fuga dei figli da padri | costretti all'ossequio, allo stampo, | nell'ombra di schemi coniati | dal nulla, l'alone di tedio | e disprezzo incapace persino di abbagli. (da Deliri)
- Piuttosto che una sentenza | di morte s'infligga una sete | d'amore in un deserto di affetti. (da Deliri)
- Spero di resistere alle mattutine | serenate della morte. (da Deliri)
- Vi assolvo, fraterne canaglie, | in nome della vita, e inseguo tra le rughe | dei vostri cipigli il sembiante | dei fanciulli che foste – che fummo – in violenta | innocenza di affetti. (da Deliri)
- Ai tuffi | del sangue sempre più rari, | si alternano fulminei | capricci del vizio presto | mutati in affetto | sublustre, in malinconica | ma mai tetra saggezza. (Eloisa, da Discepole in sogno)
- L'ultimo nostro orgasmo | unanime esplose | al dire | epistemologia. (da Sara, in Discepole in sogno)
- Non credere poi tanto | al mio male, so ancora trafiggere | fino all'elsa. (da Eloisa, in Discepole in sogno)
- Sgonnellavi orgogliosa delle tue | terga. Riuscii | a spillarti farfalla ancora | ad ali tese nella mia bacheca | da collezione contro i poligami knock- | down cui sono votato. (da Serena, in Discepole in sogno)
- Un'ombra di | smarrimento e di resa velava | i tuoi occhi mentre | mi cavalcavi selvaggia | e maliziosa, | ma solo in apparenza | vittoriosa. (da Domitilla, in Discepole in sogno)
- Vorrei | lasciare alla tua esatta | generosità, alla tua calma | tensione, non orme | di gratitudine ma il dono d'una trepida | erezione. (da Floriana, in Discepole in sogno)
Incipit di Augusto. Braccio violento della storia
"Ehi Agrippa, dormi? È quasi l'alba, fra poco sbarchiamo".
Seduto su un cerchio di corde, la testa fra i pugni, i gomiti puntati sulle ginocchia, e gli occhi semichiusi, Agrippa non dormiva. Anzi, a quel richiamo di Ottaviano, suo compagno di studi e di vita, sorrise scoprendo, fra labbra bruciate dal vento e dal sole di chi ha vissuto a lungo all'aria aperta, denti corti e saldi che cercavano invano di risplendere al chiaro di luna di quella notte del 15 aprile 44 a.C. Un mese esatto dall'assassinio di Cesare all'ingresso della Curia di Pompeo.
Bibliografia
- Luca Canali, Augusto. Braccio violento della storia, Bompiani, 2011. ISBN 9788845266966
- Luca Canali, Deliri – Discepole in sogno, Poesia, n. 193, Crocetti Editore, aprile 2005.
Note
- ↑ Da Svetonio "La lingua più affilata dell'antico Ovest". Le vite (indiscrete) di dodici Cesari, Piemme, Casale Monferrato (AL), 1997, pp. 54-55. ISBN 88-384-2870-0
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