Paolo Sarpi: differenze tra le versioni

Al 2024 le opere di un autore italiano morto prima del 1954 sono di pubblico dominio in Italia. PD
Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Istoria del Concilio Tridentino: wikilink per creazione voce bio Lorenzo Pucci (cardinale)
Riga 7: Riga 7:
*Questo modo di cavar danari fu messo in uso doppo il 1100. Imperoché, avendo [[Papa Urbano II|papa Urbano II]] concessa [[indulgenza]] plenaria e remissione di tutti i peccati a chi andava nella milizia di Terra Santa per conquistar e liberar il sepolcro di Cristo dalle mani di maomettani, fu seguitato per più centenara d'anni dalli successori, avendo alcuni d'essi, (come sempre si aggionge alle nuove invenzioni) aggiontovi la medesima indulgenza a quelli che mantenevano un soldato, non potendo essi o non volendo personalmente andare nella milizia; e poi, col progresso, concesso le medesime indulgenze e remissioni anco per far la guerra a quelli che, se ben cristiani, non erano obedienti alla Chiesa romana; e per lo più erano fatte abondantissime essazzioni di danari sotto li pretesti detti di sopra. Li quali però erano applicati, o tutti, o la maggior parte, ad altri usi. (da ''Libro primo'' [1500 - agosto 1544], Volume primo, p. 11)
*Questo modo di cavar danari fu messo in uso doppo il 1100. Imperoché, avendo [[Papa Urbano II|papa Urbano II]] concessa [[indulgenza]] plenaria e remissione di tutti i peccati a chi andava nella milizia di Terra Santa per conquistar e liberar il sepolcro di Cristo dalle mani di maomettani, fu seguitato per più centenara d'anni dalli successori, avendo alcuni d'essi, (come sempre si aggionge alle nuove invenzioni) aggiontovi la medesima indulgenza a quelli che mantenevano un soldato, non potendo essi o non volendo personalmente andare nella milizia; e poi, col progresso, concesso le medesime indulgenze e remissioni anco per far la guerra a quelli che, se ben cristiani, non erano obedienti alla Chiesa romana; e per lo più erano fatte abondantissime essazzioni di danari sotto li pretesti detti di sopra. Li quali però erano applicati, o tutti, o la maggior parte, ad altri usi. (da ''Libro primo'' [1500 - agosto 1544], Volume primo, p. 11)
*Seguendo questi essempii [[Papa Leone X|Leone]], così consegliato dal cardinal Santi Quattro, mandò un'[[indulgenza]] e remissione de peccati per tutte le regioni di cristiani, concedendola a chi contribuisse danari et estendendola anco a morti: per i quali, quando fatta l'esborsazione, voleva che fossero liberati dalle pene del purgatorio; aggiongendo anco facoltà di mangiar ova e latticini ne' giorni di digiuno, di eleggersi confessore et altre tali abilità. (da ''Libro primo'' [1500 - agosto 1544], Volume primo, p. 11)
*Seguendo questi essempii [[Papa Leone X|Leone]], così consegliato dal cardinal Santi Quattro, mandò un'[[indulgenza]] e remissione de peccati per tutte le regioni di cristiani, concedendola a chi contribuisse danari et estendendola anco a morti: per i quali, quando fatta l'esborsazione, voleva che fossero liberati dalle pene del purgatorio; aggiongendo anco facoltà di mangiar ova e latticini ne' giorni di digiuno, di eleggersi confessore et altre tali abilità. (da ''Libro primo'' [1500 - agosto 1544], Volume primo, p. 11)
*Lorenzo Puccio, fiorentino, cardinale di Santi Quattro, che fu datario di [[Papa Leone X|papa Leone]] e ministro diligente per ritrovar danari, come s'è già detto, et ora era sommo penitenziero, col parer universale riferì al [[Papa Adriano VI|pontefice]] ch'era stimata irreuscibile la proposta, e che quando fosse tentata, in luogo di rimediare alli presenti mali, n'averebbe suscitati di molto maggiori. Che le pene canoniche erano andate in disuso perché, mancato il fervor antico, non si potevano più sopportare; però, volendo ritornarle, era necessario prima ritornare l'istesso zelo e carità nella Chiesa. Che il presente secolo non era simile alli passati, ne' quali tutte le deliberazioni della Chiesa erano ricevute senza pensarci più oltre, là dove al presente ogni uno vuol farsi giudice et essaminare le ragioni. (da ''Libro primo'' [1500 - agosto 1544], Volume primo, pp. 40-41)
*[[Lorenzo Pucci (cardinale)|Lorenzo Puccio]], fiorentino, cardinale di Santi Quattro, che fu datario di [[Papa Leone X|papa Leone]] e ministro diligente per ritrovar danari, come s'è già detto, et ora era sommo penitenziero, col parer universale riferì al [[Papa Adriano VI|pontefice]] ch'era stimata irreuscibile la proposta, e che quando fosse tentata, in luogo di rimediare alli presenti mali, n'averebbe suscitati di molto maggiori. Che le pene canoniche erano andate in disuso perché, mancato il fervor antico, non si potevano più sopportare; però, volendo ritornarle, era necessario prima ritornare l'istesso zelo e carità nella Chiesa. Che il presente secolo non era simile alli passati, ne' quali tutte le deliberazioni della Chiesa erano ricevute senza pensarci più oltre, là dove al presente ogni uno vuol farsi giudice et essaminare le ragioni. (da ''Libro primo'' [1500 - agosto 1544], Volume primo, pp. 40-41)
*Venne finalmente il 13 di decembre, quando in Roma il papa publicò una bolla di giubileo, dove narrava aver intimato il [[concilio di Trento|concilio]] per sanare le piaghe causate nella Chiesa dagli empi eretici. Perilché essortava ogniuno ad aiutare i padri congregati in esso con le loro preghiere appresso Dio; il che per fare più efficacemente e fruttuosamente, dovessero confessarsi e digiunare tre dì, e ne' medesimi intervenire alle processioni e poi ricevere il santissimo sacramento, concedendo perdono di tutti i peccati a chi cosí facesse. E l'istesso giorno in Trento i legati con tutti i prelati, che erano in numero 25 in abito pontificale, accompagnati da' teologi, dal clero e dal popolo forestiero e della città, fecero una solenne processione dalla chiesa della Trinità alla catedrale. (da ''Libro secondo'' [settembre 1544 - marzo 1547], Volume primo, p. 225-226)
*Venne finalmente il 13 di decembre, quando in Roma il papa publicò una bolla di giubileo, dove narrava aver intimato il [[concilio di Trento|concilio]] per sanare le piaghe causate nella Chiesa dagli empi eretici. Perilché essortava ogniuno ad aiutare i padri congregati in esso con le loro preghiere appresso Dio; il che per fare più efficacemente e fruttuosamente, dovessero confessarsi e digiunare tre dì, e ne' medesimi intervenire alle processioni e poi ricevere il santissimo sacramento, concedendo perdono di tutti i peccati a chi cosí facesse. E l'istesso giorno in Trento i legati con tutti i prelati, che erano in numero 25 in abito pontificale, accompagnati da' teologi, dal clero e dal popolo forestiero e della città, fecero una solenne processione dalla chiesa della Trinità alla catedrale. (da ''Libro secondo'' [settembre 1544 - marzo 1547], Volume primo, p. 225-226)
*Il [[Papa Pio IV|pontefice]], vedute le risposte dagl'ambasciatori date a' capitoli da' legati proposti, tanto più si confermò che bisognava metter fine al [[concilio di Trento|concilio]], altrimente qualche gran scandalo sarebbe seguito, et aveva per leggieri gl'incovenienti preveduti e dubitava di qualche maggior impreveduto; ma vedendo la difficoltà di metter fine senza terminar le cose perché il concilio era congregato, se i i prencipi non se ne contentavano, deliberò di far ufficio di questo con tutti. Scrisse di ciò a' noncii suoi in Germania, Francia e Spagna, ne parlò con tutti gl'ambasciatori residenti appresso di sé et anco con quei de' prencipi d'Italia; et usava questo concetto: che a chi l'avesse aiutato a finir il concilio, sarebbe più obbligato che se avessero fatto assistenza con le armi in qualche gran bisogno. (da ''Libro ottavo'' [17 maggio 1563 - 12 marzo 1565], Volume secondo, p. 1190)
*Il [[Papa Pio IV|pontefice]], vedute le risposte dagl'ambasciatori date a' capitoli da' legati proposti, tanto più si confermò che bisognava metter fine al [[concilio di Trento|concilio]], altrimente qualche gran scandalo sarebbe seguito, et aveva per leggieri gl'incovenienti preveduti e dubitava di qualche maggior impreveduto; ma vedendo la difficoltà di metter fine senza terminar le cose perché il concilio era congregato, se i i prencipi non se ne contentavano, deliberò di far ufficio di questo con tutti. Scrisse di ciò a' noncii suoi in Germania, Francia e Spagna, ne parlò con tutti gl'ambasciatori residenti appresso di sé et anco con quei de' prencipi d'Italia; et usava questo concetto: che a chi l'avesse aiutato a finir il concilio, sarebbe più obbligato che se avessero fatto assistenza con le armi in qualche gran bisogno. (da ''Libro ottavo'' [17 maggio 1563 - 12 marzo 1565], Volume secondo, p. 1190)

Versione delle 12:59, 22 dic 2019

Paolo Sarpi

Paolo Sarpi (1552 – 1623), religioso, teologo, storico e scienziato italiano.

Istoria del Concilio Tridentino

  • Nell'istesso regno di Boemia erano li seguaci di Giovanni Hus che si chiamavano calistini overo sub utraque, li quali, fuori che in questo particolare che nella santissima communione ministravano al popolo il calice, nelle altre cose non erano molto differenti dalla dottrina della Chiesa Romana. Ma né questi venivano in considerazione, così per il loro picciol numero, come perché mancavano di erudizione, né si vedeva che desiderassero communicar la loro dottrina, né che altri fossero desiderosi d'intenderla. (da Libro primo [1500 - agosto 1544], Volume primo, p. 9)
  • Questo modo di cavar danari fu messo in uso doppo il 1100. Imperoché, avendo papa Urbano II concessa indulgenza plenaria e remissione di tutti i peccati a chi andava nella milizia di Terra Santa per conquistar e liberar il sepolcro di Cristo dalle mani di maomettani, fu seguitato per più centenara d'anni dalli successori, avendo alcuni d'essi, (come sempre si aggionge alle nuove invenzioni) aggiontovi la medesima indulgenza a quelli che mantenevano un soldato, non potendo essi o non volendo personalmente andare nella milizia; e poi, col progresso, concesso le medesime indulgenze e remissioni anco per far la guerra a quelli che, se ben cristiani, non erano obedienti alla Chiesa romana; e per lo più erano fatte abondantissime essazzioni di danari sotto li pretesti detti di sopra. Li quali però erano applicati, o tutti, o la maggior parte, ad altri usi. (da Libro primo [1500 - agosto 1544], Volume primo, p. 11)
  • Seguendo questi essempii Leone, così consegliato dal cardinal Santi Quattro, mandò un'indulgenza e remissione de peccati per tutte le regioni di cristiani, concedendola a chi contribuisse danari et estendendola anco a morti: per i quali, quando fatta l'esborsazione, voleva che fossero liberati dalle pene del purgatorio; aggiongendo anco facoltà di mangiar ova e latticini ne' giorni di digiuno, di eleggersi confessore et altre tali abilità. (da Libro primo [1500 - agosto 1544], Volume primo, p. 11)
  • Lorenzo Puccio, fiorentino, cardinale di Santi Quattro, che fu datario di papa Leone e ministro diligente per ritrovar danari, come s'è già detto, et ora era sommo penitenziero, col parer universale riferì al pontefice ch'era stimata irreuscibile la proposta, e che quando fosse tentata, in luogo di rimediare alli presenti mali, n'averebbe suscitati di molto maggiori. Che le pene canoniche erano andate in disuso perché, mancato il fervor antico, non si potevano più sopportare; però, volendo ritornarle, era necessario prima ritornare l'istesso zelo e carità nella Chiesa. Che il presente secolo non era simile alli passati, ne' quali tutte le deliberazioni della Chiesa erano ricevute senza pensarci più oltre, là dove al presente ogni uno vuol farsi giudice et essaminare le ragioni. (da Libro primo [1500 - agosto 1544], Volume primo, pp. 40-41)
  • Venne finalmente il 13 di decembre, quando in Roma il papa publicò una bolla di giubileo, dove narrava aver intimato il concilio per sanare le piaghe causate nella Chiesa dagli empi eretici. Perilché essortava ogniuno ad aiutare i padri congregati in esso con le loro preghiere appresso Dio; il che per fare più efficacemente e fruttuosamente, dovessero confessarsi e digiunare tre dì, e ne' medesimi intervenire alle processioni e poi ricevere il santissimo sacramento, concedendo perdono di tutti i peccati a chi cosí facesse. E l'istesso giorno in Trento i legati con tutti i prelati, che erano in numero 25 in abito pontificale, accompagnati da' teologi, dal clero e dal popolo forestiero e della città, fecero una solenne processione dalla chiesa della Trinità alla catedrale. (da Libro secondo [settembre 1544 - marzo 1547], Volume primo, p. 225-226)
  • Il pontefice, vedute le risposte dagl'ambasciatori date a' capitoli da' legati proposti, tanto più si confermò che bisognava metter fine al concilio, altrimente qualche gran scandalo sarebbe seguito, et aveva per leggieri gl'incovenienti preveduti e dubitava di qualche maggior impreveduto; ma vedendo la difficoltà di metter fine senza terminar le cose perché il concilio era congregato, se i i prencipi non se ne contentavano, deliberò di far ufficio di questo con tutti. Scrisse di ciò a' noncii suoi in Germania, Francia e Spagna, ne parlò con tutti gl'ambasciatori residenti appresso di sé et anco con quei de' prencipi d'Italia; et usava questo concetto: che a chi l'avesse aiutato a finir il concilio, sarebbe più obbligato che se avessero fatto assistenza con le armi in qualche gran bisogno. (da Libro ottavo [17 maggio 1563 - 12 marzo 1565], Volume secondo, p. 1190)

Incipit di alcune opere

Discorso dell'origine, forma, leggi, ed vso dell'Vfficio dell'Inquisitione nella Citta, e Dominio di Venetia

Eseguendo colla debita riverenza il commandamento fattomi dà V. Serenità, di ridur insieme, ed ordinare tutta la materia spettante all'Officio dell'Inquisizione contro l'Heresia, hò ritrovato il tutto essere stato cosi ben regolato ne' tempi passati, dalli Consegli della Serenissima Republica, ch'al presente non vi è altro bisogno, se non por insieme ciò che in diverse occasioni è stato determinato, ponendo ad effetto quanto deliberò l'Eccellentissimo Consiglio de i Dieci, e Gionta, del 1550. 22 Novembre. c. 8. cio è, Che in tutto il Dominio Veneto si procedi uniformemente, e conforme à ciò che si osserva in quest'Inclita Città: com'anco fu concordato trà'l sommo Pontefice Giulio III. e la Serenissima Republica del 1551. c. 18. e. 19.

Historia particolare delle cose passate trà il Sommo Pontefice Paolo V. E la Serenissima Republica di Venetia

Paolo V. dalli primi anni della sua pueritia fu dedito e nodrito in quelli studij che non hanno altro per scopo se non l'acquistare la Monarchia spirituale e temporale di tutto il mondo al Pontefice Romano, e avanzando l'ordine clericale sottrarlo dalla potestà e giurisdittione di tutti li Prencipi, inalzandolo anco sopra li Rè, e sottomettendogli i secolari in ogni genere di servigi e commodi.

Istoria del Concilio Tridentino

Il proponimento mio è di scrivere l'istoria del concilio tridentino, perché, quantonque molti celebri istorici del secol nostro nelli loro scritti n'abbiano toccato qualche particolar successo, e Giovanni Sleidano, diligentissimo autore, abbia con esquisita diligenza narrate le cause antecedenti, nondimeno, poste tutte queste cose insieme, non sarebbono bastanti ad un'intiera narrazione.

Citazioni su Paolo Sarpi

  • A quel massimo degli umani intelletti, Paolo Sarpi, ragionevolmente parve lo straordinario ingegno una prontissima passività a ricevere e riprodurre in sè anco le minime impressioni degli oggetti o sensibili o intelligibili, e però non altro che una straordinaria e male invidiata malattia, la quale i moderni fisiologi nel moderno linguaggio chiamerebbero lenta encefalite. (Pietro Giordani)[1]
  • Uomo enciclopedico, nato non solo all'onor dell'Italia ma della umanità. (Giovanni Battista Della Porta)

Note

  1. Citato in Federico De Roberto, Il genio e l'ingegno, in "Il colore del tempo", R. Sandron, Milano-Palermo, 1900.

Bibliografia

Altri progetti