Radio: differenze tra le versioni

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Versione delle 21:58, 17 gen 2020

Citazioni sulla radio.

  • Ascoltare la radio è la cosa più vicina alla lettura. Come il libro, la radio racconta suggerendo, offre spunti sui quali si mette in gioco la fantasia. È la solita contrapposizione: la radio stimola perché è erotica, la televisione è esplicitamente pornografica. (Tommaso Labranca)
  • Ascoltare una voce alla radio, più di 5, 10 minuti, stanca. Stanca anche se la voce è simpatica, morbida, musicale. Stanca perché la parola, se non ha uno scopo immediato, cioè informativo o pratico, perde ogni significato, lontana da colui che la pronuncia. (Ruggero Ruggeri)
  • È un miracolo, la radio. Grazie ad essa, possiamo sederci presso un lago remoto o sulla cima di una montagna e ascoltare la musica diffusa da un lontano centro culturale. Non si può descrivere a parole quanto meravigliosa sia quest'esperienza, che collega le più belle manifestazioni dell'arte con le più belle della natura. (Leopold Stokowski)
  • Escludo che possa esistere un teatro radiofonico. È mia convinzione invece che la radio, per non annoiare gli uditori, dovrà alla fine abbandonare ogni tentativo del genere. (Ruggero Ruggeri)
  • Il telegrafo, il telefono, la radio e soprattutto il computer hanno fatto sì che chiunque, in qualsiasi parte del mondo, si trovi ora nella condizione di essere a portata d'orecchio. Purtroppo, il prezzo da pagare per questo è la perdita di privacy. (Steven Levy)
  • Il resto della Grecia, anche il più remoto villaggio d'Arcadia e d'Epiro, risuona dal levar del sole a mezzanotte di musica swing, sermoni in inglese, conversazioni sull'apicoltura in serbo-croato, musica sinfonica da Amburgo, bollettini meteorologi francesi, risultati dei tornei di scacchi di Leningrado, segnali per i naviganti in alfabeto morse dal Dogger Bank, e dato che l'apparecchio è quasi sempre difettoso tutti questi suoni, emessi a pieno volume, si imperlano sul filo di un urlo ininterrotto, pipistrellesco, che buca i timpani. Nessuno ascolta, ma la radio non si spegne mai. Le città sono un pandemonio. Da ogni negozio e caffè sgorga un frenetico rombo incontrollato. Queste radio furiose andrebbero stanate e munite di museruola o abbattute come cani idrofobi. Nel cuore della campagna il silenzio dei luoghi più desolati è lacerato d'improvviso dal raccapricciante latrare di un solitario apparecchio radio... Ma la radio, come la religione, ha tardato a raggiungere il Mani, e fra le torri prevale un beato silenzio. (Patrick Leigh Fermor)
  • La mania della radio...si estinguerà in tempo. (Thomas Alva Edison)
  • La musica alla radio è un sogno febbrile condiviso, un'allucinazione collettiva, un segreto spifferato a milioni di persone, una voce che sussurra all'orecchio del Paese intero. Se è dirompente, sovverte il messaggio trasmesso tutti i giorni dalle autorità costituite, dalle agenzie pubblicitarie, dai mezzi di comunicazione di massa, dalle società di informazione e più in generale dai custodi dello status quo, abituati come sono a intorpidirci la mente, anestetizzarci l'anima e mortificare ogni traccia di vitalità. (Bruce Springsteen, Born to Run)
  • La prima volta che ho riascoltato quella radio mi sono chiesto dove fosse finito il quadro del video. Poi ho capito che il quadro del video sta qui dentro. [indica la testa] Perché io vi dico che la radio è una cosa in cui bisogna credere per goderne. (Ai confini della realtà)
  • La radio, come qualunque altro medium, ha un suo manto che la rende invisibile. Ci si presenta apparentemente in una forma diretta e personale che è privata e intima, mentre per ciò che più conta è una subliminale stanza degli echi che ha il potere magico di toccare corde remote e dimenticate. (Marshall McLuhan)
  • La radio e il cinema sono tra quei grandi automi che sempre più si occupano di dilettare le masse. (Friedrich Georg Jünger)
  • La radio è stata innovativa e non si è smarrita con la nascita della televisione. Con orgoglio, e magari poca lungimiranza, ingegneri, tecnici e giornalisti guardarono con diffidenza nel '54 all'avvio dei programmi TV, la radio che si vede. "Non avrà futuro" dicevano scuotendo la testa, fedeli alla forza evocativa, espressiva e puntuale del mezzo radiofonico. (Riccardo Cucchi)
  • Non sono in molti a sapere che io ho posseduto la prima radio a Springfield! Non trasmettevano un granché allora! C'era soltanto Edison che recitava l'alfabeto in continuazione. Prima diceva A...poi diceva B...e poi di solito seguiva una C... (I Simpson)
  • Oggi tutto è miracolo. Premete un bottone, è il nevoso «Carbon bianco», la cascata delle montagne che vi illumina. Allacciate il capo di un filo a quel cofanetto, opera d'ebanisteria, e la voce di uomini lontani, la commovente voce della Radio, vi parla attraverso gli oceani. Abbassate quella leva: lo schermo scintilla, la Televisione entra in casa vostra. (Pierre Devaux)
  • Qualcuno dice che io sono pessimista nei confronti della radio... La verità è che ho previsto la sua completa sparizione. Confido infatti che tutte quelle brave persone che oggi si divertono ad ascoltarla riusciranno a trovare quanto prima un passatempo più intelligente. (Herbert George Wells)
  • – Se faccio un'altra cazzata mi retrocedono, mi mandano alla sezione cinema dove ci sono i registi che non si lavano, che puzzano di zolfo, i dirigenti con la salmonella che tra di loro si chiamano "compagno consigliere". Cristo René, io non me li voglio mettere quei golfini pelosi con quegli occhialetti alla Gramsci.
    – Ma cosa dici? Ma quali occhialetti? Ma cosa stai dicendo?
    – Mi lascio morire se finisco lì dentro, René. Perché dopo la sezione cinema c'è la radio. Dopo la radio, c'è la morte. (Boris - Il film)
  • Se la radio fosse stata inventata dopo la televisione troveremmo geniale un apparecchio che ci evita di vedere come giocano certi calciatori. (Franco Rossi)
  • Vedete, il telegrafo a filo è un tipo molto, molto lungo di gatto. Voi tirate la sua coda a New York e la sua testa miagola a Los Angeles. Lo capite questo? E la radio opera esattamente allo stesso modo: voi mandate i segnali qui, e loro li ricevono là. L'unica differenza è che non c'è alcun gatto. (Albert Einstein)

Giorgio Zanchini

  • I dati di ascolto e quelli di traffico su web e social dicono che la radio pubblica fa molta fatica. E c'è la necessità di cambiare, che portiamo avanti affannosamente, confusamente, perché l'età media è alta, ci sono pochi giovani, ci sono difficoltà a sperimentare, a portare nuovi linguaggi, nuove tecnologie, anche per ragione di freni sindacali più che legittimi, perché poi sono in gioco i posti di lavoro di tutti noi.
  • [Sul motto della BBC, To educate, to inform, to entertain] Intrattenimento e informazione sono chiare, il terzo corno, educazione, formazione, come vogliamo chiamarla? Forse è cultura. Sono tre super-generi che in effetti esistono ancora in radio, e sono uno strumento convenzionale utile per definire ciò che ascoltiamo.
  • La radio in fondo ha prestato molto alla televisione, è stata indebolita dalla televisione ma è anche sopravvissuta alla televisione, ha una resistenza per caratteristiche sue intrinseche.

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