Ulisse Bacci: differenze tra le versioni

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*Fu detto da alcuni che l'Essenismo generò i [[Cabala|Cabalisti]] e gli [[Gnosticismo|Gnostici]]: gli Esseni, che accomodarono il Cristianesimo alle loro vecchie dottrine, diventarono Gnostici: Gli Esseni che rimasero ebrei, diventarono Cabalisti: così l'Essenismo morì dando alla luce questi due gemelli poderosissimi: Cabala e Gnosticismo. (p. 49)
*Fu detto da alcuni che l'Essenismo generò i [[Cabala|Cabalisti]] e gli [[Gnosticismo|Gnostici]]: gli Esseni, che accomodarono il Cristianesimo alle loro vecchie dottrine, diventarono Gnostici: Gli Esseni che rimasero ebrei, diventarono Cabalisti: così l'Essenismo morì dando alla luce questi due gemelli poderosissimi: Cabala e Gnosticismo. (p. 49)


*Dalla Gnosi rampollarono i Manichei, che ebbero in Manete il loro fondatore e maestro. Manete, tolto al suo stato servile da una ricca vedova della Persia – onde egli fu chiamato altresì «figlio della vedova» e «figli della vedova» i suoi discepoli – bello, audace, profondamente erudito nella filosofia alessandrina, iniziato nei misteri mitriaci, pieno di accorgimenti e fornito di inflessibile volontà, immaginò un sistema in cui predomina un dualismo puro e semplice: Cristo si confonde con Mitra, L'Evangelo con lo Zendavesta, e ne deriva una dottrina squallida e quasi disperata, perché insegna la perpetuità del male. (p. 50)
*Dalla Gnosi rampollarono i [[Manicheismo|Manichei]], che ebbero in [[Mani (teologo)|Manete]] il loro fondatore e maestro. Manete, tolto al suo stato servile da una ricca vedova della Persia – onde egli fu chiamato altresì «figlio della vedova» e «figli della vedova» i suoi discepoli – bello, audace, profondamente erudito nella filosofia alessandrina, iniziato nei misteri mitriaci, pieno di accorgimenti e fornito di inflessibile volontà, immaginò un sistema in cui predomina un dualismo puro e semplice: Cristo si confonde con Mitra, L'Evangelo con lo Zendavesta, e ne deriva una dottrina squallida e quasi disperata, perché insegna la perpetuità del male. (p. 50)


==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione delle 20:01, 4 mar 2020

Ulisse Bacci (1846 – 1935), giornalista e politico italiano.

Il libro del massone italiano

Incipit

Chi si studiasse di ricercare nei tempi antichissimi le origini della Massoneria, e volesse discuterle con ampiezza di analisi, di raffronti e di critica, dovrebbe scrivere, non già uno, ma parecchi volumi.
I più fantasiosi apologisti dell'Ordine Massonico non si peritano di collocarne le origini nella stessa culla del genere umano: per essi il Padre Eterno è il primo dei Grandi Maestri e l'uomo che esso creò il primo degli apprendisti.
Poi interviene la lotta classica fra Abele e Caino, fra i due principî del bene e del male, che apre il campo all'opera massonica intesa a difendere i buoni ed a colpire i malvagi, ad edificare templi luminosi alla virtù, a scavare oscure carceri al vizio.

Citazioni

  • Gli Esseni, dei quali giova occuparsi un po' per i rapporti o vincoli che, a mente di alcuni, gli ricollegano con la moderna Massoneria, avevano già fama di istituzione quasi due secoli innanzi il diffondersi del Cristianesimo. Come afferma Giuseppe Flavio, gli Esseni furono figli diretti e legittimi della religione giudaica e probabilmente la parte più eletta del fariseismo, perché non si restringevano all'arida interpretazione delle scritture, ma da quelle derivavano le regole della vita, così che non una scuola, ma furono un'istituzione intesa precipuamente ad affratellare gli uomini, moralizzandoli col lavoro. (p. 38)
  • Fu detto da alcuni che l'Essenismo generò i Cabalisti e gli Gnostici: gli Esseni, che accomodarono il Cristianesimo alle loro vecchie dottrine, diventarono Gnostici: Gli Esseni che rimasero ebrei, diventarono Cabalisti: così l'Essenismo morì dando alla luce questi due gemelli poderosissimi: Cabala e Gnosticismo. (p. 49)
  • Dalla Gnosi rampollarono i Manichei, che ebbero in Manete il loro fondatore e maestro. Manete, tolto al suo stato servile da una ricca vedova della Persia – onde egli fu chiamato altresì «figlio della vedova» e «figli della vedova» i suoi discepoli – bello, audace, profondamente erudito nella filosofia alessandrina, iniziato nei misteri mitriaci, pieno di accorgimenti e fornito di inflessibile volontà, immaginò un sistema in cui predomina un dualismo puro e semplice: Cristo si confonde con Mitra, L'Evangelo con lo Zendavesta, e ne deriva una dottrina squallida e quasi disperata, perché insegna la perpetuità del male. (p. 50)

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