Papa Giovanni Paolo II: differenze tra le versioni

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*Ricco non è colui che possiede, ma colui che dà, colui che è capace di dare. (dall'Esortazione Apostolica ''Redemptionis Donum'', Libreria Editrice Vaticana, 25 marzo 1984)
*Ricco non è colui che possiede, ma colui che dà, colui che è capace di dare. (dall'Esortazione Apostolica ''Redemptionis Donum'', Libreria Editrice Vaticana, 25 marzo 1984)
*{{NDR|Agli [[ebrei]]}} Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori. (citato nell'incotro in sinagoga con [[Elio Toaff]] del 13 aprile 1986)
*{{NDR|Agli [[ebrei]]}} Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori. (citato nell'incotro in sinagoga con [[Elio Toaff]] del 13 aprile 1986)
*Sul volto di Padre Pio risplendeva la luce della risurrezione. Il suo corpo, segnato dalle "stimmate", mostrava l'intima connessione tra morte e [[risurrezione]], che caratterizza il mistero pasquale. Per il Beato di Pietrelcina la condivisione della Passione ebbe toni di speciale intensità: i singolari [[carisma|doni]] che gli furono concessi e le sofferenze interiori e mistiche che li accompagnavano gli consentirono di vivere un'esperienza coinvolgente e costante dei patimenti del Signore. ([http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/1999/documents/hf_jp-ii_hom_02051999_padre-pio.html Omelia] per la beatificazione di Padre Pio da Pietralcina, 2 maggio 1999)
*Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela. (dalla poesia ''Meditazioni sulla morte'', IV, 3, 1975)
*Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela. (dalla poesia ''Meditazioni sulla morte'', IV, 3, 1975)
*Sul volto di [[Padre Pio da Pietralcina|Padre Pio]] risplendeva la luce della risurrezione. Il suo corpo, segnato dalle "stimmate", mostrava l'intima connessione tra morte e [[risurrezione]], che caratterizza il mistero pasquale. Per il Beato di Pietrelcina la condivisione della Passione ebbe toni di speciale intensità: i singolari [[carisma|doni]] che gli furono concessi e le sofferenze interiori e mistiche che li accompagnavano gli consentirono di vivere un'esperienza coinvolgente e costante dei patimenti del Signore. (dall'[http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/1999/documents/hf_jp-ii_hom_02051999_padre-pio.html omelia] per la beatificazione di Padre Pio da Pietralcina, 2 maggio 1999)
*Tra i "Dottori della Chiesa" [[Teresa di Lisieux|Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo]] è la più giovane, ma il suo cammino spirituale è così maturo ed ardito, le intuizioni di fede presenti nei suoi scritti sono così vaste e profonde, da meritarle un posto tra i grandi maestri dello spirito. (dalla [http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/1997/documents/hf_jp-ii_hom_19101997_it.html omelia] per la proclamazione della santa a Dottore della Chiesa.)
*Tra i "Dottori della Chiesa" [[Teresa di Lisieux|Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo]] è la più giovane, ma il suo cammino spirituale è così maturo ed ardito, le intuizioni di fede presenti nei suoi scritti sono così vaste e profonde, da meritarle un posto tra i grandi maestri dello spirito. (dalla [http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/1997/documents/hf_jp-ii_hom_19101997_it.html omelia] per la proclamazione della santa a Dottore della Chiesa.)
*Tutta la grandezza del [[lavoro]] è dentro l'uomo. (da ''Il sapore del pane'')
*Tutta la grandezza del [[lavoro]] è dentro l'uomo. (da ''Il sapore del pane'')

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Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II, al secolo Karol Józef Wojtyła (1920 – 2005), papa polacco della Chiesa cattolica.

Citazioni di papa Giovanni Paolo II

  • Al di fuori della misericordia di Dio non c'è nessun'altra fonte di speranza per gli esseri umani. (dall'omelia per la dedicazione del Santuario della divina Misericordia, Kraków-Łagiewniki, 17 agosto 2002)
  • A questo cimitero di vittime della crudeltà umana nel nostro secolo si aggiunge ancora un altro grande cimitero: il cimitero dei non nati, cimitero degli indifesi, di cui perfino la propria madre non conobbe il volto, acconsentendo, oppure cedendo alla pressione, perché venisse loro tolta la vita ancora prima di nascere. (dall'omelia all'aeroporto militare di Radom, Varsavia, 4 giugno 1991)
  • A voi, figli della terra campana, nella quale si sono incrociate antiche e diverse civiltà: da quella sannita a quella romana, da quella longobarda a quella aragonese, si rivolge il mio pensiero, per esortarvi a conservare nel vostro animo l'eredità di quel nobile patrimonio spirituale e culturale, che tanto ha distinto il genio della vostra gente semplice, laboriosa, austera, umana e pia, ma anche fiera e gelosa delle proprie tradizioni storiche e religiose. La vostra presenza richiama alla mia mente anche i rapporti che, attraverso i secoli, sono fioriti tra la vostra terra e la mia Patria. Come è noto, il canonico camaldolese san Benedetto, nato a Benevento verso il 970-975, fu a capo del primo gruppo di missionari che si reco tra i popoli slavi e, in particolare, in Polonia, a predicare il Vangelo e impiantarvi la Chiesa di Cristo. [1]
  • Benevento! È città legata per secoli al papato da molteplici vincoli di carattere religioso e civile, che affondano le radici nella storia. Dall'alto ho potuto ammirare la verde conca in cui sorge la vostra bella città, circondata da monti e da boschi. All'interno della Regione campana, nel cuore del Sannio storico, Benevento, lungi dal chiudersi in se stessa, è rimasta sempre aperta e disponibile ai contatti con le altre popolazioni della penisola e anche con le genti al di là del mare: la grande via romana – la "regina viarum" – che passava da qui, apriva le porte verso l'Oriente. Città di duchi e di signori, con i suoi monumenti essa ricorda la grandezza civile e religiosa che l'ha distinta nei secoli. Il suo è un nome augurale, che le fu dato dalla Roma pagana in sostituzione di "Maleventum"; ma il vigore più vero le è venuto dalla nuova Roma, quella cristiana, che le ha trasmesso la "buona novella" del Vangelo. Città di Benevento, io auspico che il tuo passato di rinomanza civile e di impegno religioso divenga ancora, per quanti oggi ti abitano, forza propulsiva per costruire un avvenire di autentico progresso! (da Incontro con la cittadinanza di Benvento, 2 luglio 1990)
  • Ecco l'antica Reggio, le cui origini si perdono nella notte dei tempi! Ecco la Reggio della Magna Grecia, di cui ancora conservate le vestigia monumentali e i preziosi cimeli nel vostro importante Museo nazionale, che ora accoglie anche i due grandi bronzi di Riace.
    La storia di Reggio corre lungo i filoni delle grandi civiltà classiche europee: la greca, la romana, e la cristiana.
    Nel toccare il suolo di questa città, provo una viva emozione al considerare che qui approdò, quasi duemila anni fa, Paolo di Tarso, e che qui l'Apostolo delle genti accese la prima fiaccola della fede cristiana; da qui il cristianesimo ha iniziato il suo cammino in terra calabra, espandendosi in ogni direzione, sia verso la costa ionica sia verso la fascia tirrenica. È questo un primato che mi piace sottolineare e che è motivo di giusto orgoglio per la Chiesa e per la città di Reggio Calabria.
    Il vostro cristianesimo, ormai bimillenario, ha permeato le radici più profonde della vostra civiltà e della vostra cultura e vi ha dato la forza di far fronte con coraggio, e talvolta con eroismo, ai difficili momenti della vostra storia, durante le molteplici invasioni e dominazioni che la Calabria ha dovuto subire.
    Ma soprattutto, il vostro animo temprato dalla fede ha trovato la forza di resistere alle calamità naturali; per due volte il terremoto, nel 1783 e, più recentemente, nel 1908, ha distrutto la vostra città, e per due volte l'avete ricostruita più grande e più bella.
    Sì, la natura ha dotato di una bellezza particolare questa terra: Reggio, con l'azzurro intenso del suo cielo e le chiare acque del suo mare, con lo splendore del suo sole e il verde dei suoi monti aspromontani e, dall'altra parte dello stretto, la dirimpettaia Messina, città egualmente meravigliosa, con i monti Peloritani e con l'Etna che giganteggia sullo sfondo del mar Ionio, compongono uno degli scenari più suggestivi che sia dato ad occhio umano contemplare.[...]
    Reggio! Città che hai nelle tue radici la fede di Paolo. Reggio! Che hai un cuore antico ma sempre giovane e caldo, nel nome di Dio ti saluto e ti benedico! (dal Discorso alla cittadinanza di Reggio Calabria, domenica, 7 ottobre 1984 vatican.va)
  • Come al tempo delle lance e delle spade, così anche oggi, nell'era dei missili, a uccidere, prima delle armi, è il cuore dell'uomo. (dal messaggio del 1981 agli scienziati riuniti nella prima sessione dei Seminari di Erice sulle Guerre Nucleari)[2]
  • Dal punto di vista morale, un ben inteso principio di giustizia esige che tali criteri di assegnazione degli organi donati non derivino in alcun modo da logiche di tipo "discriminatorio" (età, sesso, razza, religione, condizione sociale, ecc.) oppure di stampo "utilitaristico" (capacità lavorative, utilità sociale, ecc.). Nella determinazione delle priorità di accesso ai trapianti ci si dovrà, piuttosto, attenere a valutazioni immunologiche e cliniche. Ogni altro criterio si rivelerebbe arbitrario e soggettivistico, non riconoscendo il valore che ogni essere umano ha in quanto tale, e non per le sue caratteristiche estrinseche.[3]
  • Damose da fa'! Volemose bene! Semo romani! (dall'incontro con i Parroci e il Clero della Diocesi di Roma, 26 febbraio 2004)[4]
  • Dell'amore divino Gianna Beretta Molla fu semplice, ma quanto mai significativa messaggera. Pochi giorni prima del matrimonio, in una lettera al futuro marito, ebbe a scrivere: «L'amore è il sentimento più bello che il Signore ha posto nell'animo degli uomini». Sull'esempio di Cristo, che «avendo amato i suoi...li amò sino alla fine» (Gv 13,1), questa santa madre di famiglia si mantenne eroicamente fedele all'impegno assunto il giorno del matrimonio. Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita testimonia come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizzi se stesso. (dall'Omelia di Giovannni Paolo II per la canonizzazione di 6 beati, 15 maggio 2004)
  • Dobbiamo ammettere realisticamente e con profonda sofferenza, che i Cristiani oggigiorno si sentono smarriti, confusi, perplessi ed anche delusi; vengono diffuse tante idee che si oppongono alla verità come è stata rivelata e insegnata da sempre; vere e proprie eresie si sono diffuse nelle aree del dogma e della morale, creando dubbi, confusioni e ribellioni; la liturgia è stata alterata; immersi in un relativismo intellettuale e morale e quindi nel permissivismo, i Cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, da un illuminismo vagamente morale e da una cristianità sociologica priva di dogmi o di una moralità obbiettiva. (da L'Osservatore Romano, 7 febbraio 1981)
  • Dottore dell'amore, san Francesco di Sales ha valorizzato incessantemente la fonte viva dell'alleanza di Dio con gli uomini: Dio ci ama, Dio ci accompagna in ogni momento della nostra vita, con un amore paziente e fedele; Dio infonde in noi il suo desiderio di ciò che è buono, un'attrazione verso ciò che è bello e vero. (dall'omelia del 7 ottobre 1986)
  • [La misericordia] è la dimensione indispensabile dell'amore, è come il suo secondo nome e, al tempo stesso, è il modo specifico della sua rivelazione nei confronti della realtà del mle che è nel mondo, che tocca e assedia l'uomo, che si insinua nel suo cuore e può farlo perire nella Geenna (Mt 10 , 28).[5]
  • Attraverso il dialogo facciamo in modo che Dio sia presente in mezzo a noi: poiché mentre ci apriamo l'un l'altro nel dialogo, ci apriamo anche a Dio.[6]
  • Costruire condizioni concrete di pace, per quanto concerne i migranti e i rifugiati, significa impegnarsi seriamente a salvaguardare anzitutto il diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria.v (Messaggio per la 90ª giornata mondiale delm igrante e del rifugiato, 15 dicembre 2003)
  • E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia nella Madre di Cristo e della Chiesa, ed anche per incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, con l'aiuto di Dio e con l'aiuto degli uomini. (dal Primo saluto e prima benedizione ai fedeli, 16 ottobre 1978; citato in Angelo Montonati, in Introduzione a "Parole sull'uomo")
  • Ecco, sta davanti a noi l'uomo, il nostro Beato, Edoardo Giuseppe Rosaz, il cui cuore il Padre del nostro Signore Gesù Cristo "ha illuminato con la sua luce". Egli a questa luce divina si è aperto pienamente. Ha fatto tutto perché questa luce salvifica lo penetrasse e trasformasse interiormente. Grazie a ciò, camminò guidato dalla speranza di questa chiamata diventata "caparra della nostra eredità" in Gesù Cristo. Monsignor Rosaz è stato l'uomo di questa speranza soprannaturale che non delude. (Omelia per la beatificazione di Monsignor Rosaz, 14 luglio 1991)
  • Ella [Adrienne von Speyr] aveva una predilezione per "il discepolo che Gesù amava" [Giovanni apostolo] e lo vedeva come l'ultimo e il più profondo interprete del mistero di Gesù, dell'amore del Padre per il mondo, del ruolo dello Spirito Santo di introduttore perfetto nella luce piena della Rivelazione del Padre e del Figlio. Adrienne ha penetrato molto vivamente la profonda comunione di fede e di cuore tra la Madre di Gesù e il solo apostolo rimasto con lei ai piedi della croce. Ella vi vedeva l'origine verginale della Chiesa, di quella Chiesa che doveva essere affidata a Pietro. Che questa spiritualità, intensamente vissuta, da Adrienne von Speyr, vi aiuti a incarnare sempre meglio la vostra preoccupazione di vita evangelica ed ecclesiale nelle realtà del mondo contemporaneo.[7]
  • Fu proprio la barbarie registrata nei confronti della dignità umana che portò l'Organizzazione delle Nazioni Unite a formulare, appena tre anni dopo la sua costituzione, quella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che resta una delle più alte espressioni della coscienza umana nel nostro tempo. (dal Discorso all'Assemblea Generale dell'ONU, 5 ottobre 1995)
  • I trapianti sono una grande conquista della scienza a servizio dell'uomo e non sono pochi coloro che ai nostri giorni sopravvivono grazie al trapianto di un organo. La medicina dei trapianti si rivela, pertanto, strumento prezioso nel raggiungimento della prima finalità dell'arte medica, il servizio alla vita umana. Per questo, nella Lettera Enciclica Evangelium vitae ho ricordato che, tra i gesti che concorrono ad alimentare un'autentica cultura della vita "merita un particolare apprezzamento la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza".[3]
  • Il ministero ordinario ha una sua "profondità" e in tale profondità trova il suo vero significato: non si tratta soltanto, attraverso le attività varie e molteplici del ministero, di essere l'animatore o il coordinatore della comunità, ma in misura maggiore si tratta di rappresentare sacramentalmente, nella comunità e per essa, il Cristo, capo della Chiesa e suo corpo. (dal discorso ai vescovi del Belgio in visita in Vaticano)[8]
  • Il riconoscimento della dignità singolare della persona umana ha un'ulteriore conseguenza di fondo: gli organi vitali singoli non possono essere prelevati che ex cadavere, cioè dal corpo di un individuo certamente morto. Questa esigenza è di immediata evidenza, giacché comportarsi altrimenti significherebbe causare intenzionalmente la morte del donatore prelevando i suoi organi.[3]
  • In definitiva, la pace si riduce al rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo – opera di giustizia è la pace – mentre la guerra nasce dalla violazione di questi diritti. (dal Redemptor Hominis, n. 17)
  • [Sulla morte cerebrale] In questa prospettiva, si può affermare che il recente criterio di accertamento della morte sopra menzionato, cioè la cessazione totale ed irreversibile di ogni attività encefalica, se applicato scrupolosamente, non appare in contrasto con gli elementi essenziali di una corretta concezione antropologica. Di conseguenza, l'operatore sanitario, che abbia la responsabilità professionale di un tale accertamento, può basarsi su di essi per raggiungere, caso per caso, quel grado di sicurezza nel giudizio etico che la dottrina morale qualifica col termine di "certezza morale", certezza necessaria e sufficiente per poter agire in maniera eticamente corretta. Solo in presenza di tale certezza sarà, pertanto, moralmente legittimo attivare le necessarie procedure tecniche per arrivare all'espianto degli organi da trapiantare, previo consenso informato del donatore o dei suoi legittimi rappresentanti.[3]
  • Io e i miei connazionali dobbiamo un grande ringraziamento ai nostri fratelli di Benevento, più maturi nella fede, dopo quasi un millennio di fede portata qui direttamente dagli apostoli. (da Incontro con la cittadinanza di Benvento, 2 luglio 1990)
  • L'adulterio "nel cuore" viene commesso non soltanto perché l'uomo "guarda" [per desiderare] [...] la donna che non è sua moglie, ma appunto perché guarda così una donna. Anche se guardasse in questo modo la donna che è sua moglie commetterebbe lo stesso adulterio "nel cuore". (dall'Udienza generale dell'8 ottobre 1980)
  • L'amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano. (dall'Esortazione Apostolica Familiaris Consortio, 22 novembre 1981)[9]
  • L'attività omosessuale, da distinguersi dalla tendenzia omosessuale, è moralmente malvagia. (novembre 1979)[10]
  • L'uomo non può da se stesso decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo [...] La coscienza non è una fonte autonoma ed esclusiva per decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo... La sua pretesa di diventare fonte autonoma ed esclusiva nel decidere il bene e il male [...] è la vera bestemmia [...], è rifiuto dello Spirito Santo. (dall'enciclica Dominum et Vivificantem, 1986)
  • La Chiesa è chiamata a manifestare nuovamente a tutti, con un più chiaro e fermo convincimento, la sua volontà di promuovere con ogni mezzo e di difendere contro ogni insidia la vita umana, in qualsiasi condizione e stadio di sviluppo si trovi. Per questo la Chiesa condanna come grave offesa alla dignità umana e della giustizia tutte quelle attività dei governi o di altre autorità pubbliche, che tentano di limitare in qualsiasi modo al libertà dei coniugi nel decidere dei figli. Di conseguenza qualsiasi violenza esercitata da tali autorità in favore della contraccezione e persino della sterilizzazione e dell'aborto procurato è del tutto da condannare e da respingere con forza. Allo stesso modo è da esecrare come gravemente ingiusto il fatto che nelle relazioni internazionali l'aiuto economico concesso per la promozione dei popoli venga condizionato a programmi di contraccezione, sterilizzazione e aborto procurato. (da Familiaris consortio del 1981)
  • La libertà non consiste nel fare ciò che piace, ma nell'avere il diritto di fare ciò che si deve. (dall'omelia per la celebrazione eucaristica all'"Oriole Park at Catmden Yards", 8 ottobre 1995)
  • [In occasione del conferimento del Premio Paolo VI a Balthasar] La passione per la teologia, che ha sostenuto il suo impegno di riflessione sulle opere dei padri, dei teologi e dei mistici, ottiene oggi un importante riconoscimento. Egli ha messo le sue vaste conoscenze al servizio di un "intellectus fidei", che fosse capace di mostrare all'uomo contemporaneo lo splendore del vero che promana da Gesù Cristo. (dal discorso del 23 giugno 1984)
  • La paura nasce dovunque Dio muore nella coscienza degli essere umani. Ognuno sa, sebbene oscuramente e con timore, che dovunque Dio muore nella coscienza della persona umana, lì segue inevitabilmente la morte dell'uomo, ch'è immagine di Dio. (dal messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, 1° gennaio 1985)
  • La storia dell'Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell'adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato. Penso, qui, al vostro collega, il vice-brigadiere Salvo D'Acquisto, medaglia d'oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione. (dal Discorso ai Militari dell'Arma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, 26 febbraio 2001)
  • La [vera] Scienza nasce nell'Immanente, ma porta l'uomo verso il Trascendente. (da un messaggio alla World Federation of Scientists)[11]
  • La [...] vicenda umana del beato Giordano, spesa tutta instancabilmente per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime, è una ulteriore conferma della ben nota affermazione di Tertulliano: "semen est sanguis Christianorum" [...]. Coloro che uccisero il beato Giordano credettero di eliminarne il ricordo [...]. Ma egli, vivendo eternamente in Dio, continua ad essere una guida ed un esempio, per quanti ancora cercano Dio e la verità, nell'ambito delle religioni non cristiane e per quanti, segnati dal Battesimo, debbono nel loro pellegrinaggio terreno, giorno dopo giorno, rendere pubblicamente ragione della loro speranza cristiana [...]. La sanguinosa e gloriosa testimonianza resa dal beato Giordano Ansalone e dai suoi compagni Martiri [...] deve ricordare al cristiani di oggi [...] che la coerente testimonianza evangelica è una componente fondamentale dell'esser cristiani, e che i fedeli [...] devono essere autentici missionari, non solo nella generosa disponibilità a seguire la chiamata di Dio per l'evangelizzazione di terre lontane, ma altresì nell'impegno continuo, quotidiano per la realizzazione di tutte le esigenze, che il Vangelo di Gesù comporta nella vita personale, familiare, professionale, sociale. (dal Discorso di Giovanni Paolo II ad un pellegrinaggio della Diocesi di Agrigento, 27 marzo 1982)
  • La vostra giovinezza non è solo proprietà vostra, proprietà personale o di una generazione: essa appartiene al complesso di quello spazio, che ogni uomo percorre nell'itinerario della sua vita, ed è al tempo stesso un bene speciale di tutti. È un bene dell'umanità stessa. (dalla Lettera Apostolica Dilecti Amici, 1, 31 marzo 1985)
  • Le donne hanno il diritto di esigere che la loro dignità venga rispettata. Allo stesso tempo, esse hanno il dovere di lavorare per la promozione della dignità di tutte le persone, degli uomini come delle donne. (dalla Messaggio per la XXVIII giornata della Pace, Vaticano, 8 dicembre 1994)
  • [Sul genocidio armeno] Lo sterminio di un milione e mezzo di Cristiani Armeni, che generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo, e il successivo annientamento di migliaia di persone sotto il regime totalitario, sono tragedie ancora vive nel ricordo della generazione attuale. (dalla dichiarazione congiunta con Karekin II, 27 settembre 2001; riportato in Vatican.va)
  • Nell'uomo c'è un "alito di vita", che proviene dal "soffiare" di Dio stesso. Nell'uomo c'è un soffio o spirito che assomiglia al soffio o spirito di Dio.
    Quando il Libro della Genesi, al capitolo 2, parla della creazione degli animali (Gen 2, 19), non accenna a una relazione così stretta col soffio di Dio. Dal capitolo precedente sappiamo che l'uomo è stato creato "a immagine e somiglianza di Dio" (Gen 1, 26-27).
    Altri testi, tuttavia, ammettono che anche gli animali hanno un alito o soffio vitale e che l'hanno ricevuto da Dio. Sotto questo aspetto l'uomo, uscito dalle mani di Dio, appare solidale con tutti gli esseri viventi. Così il Salmo 104 non pone distinzione tra gli uomini e gli animali quando dice, rivolgendosi a Dio creatore: "Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono" (Sal 104, 27-28). Poi il Salmista aggiunge: "Se togli loro il soffio, muoiono e ritornano nella polvere. Mandi il tuo soffio, sono creati e rinnovi la faccia della terra" (Sal 104, 29-30). (dall'udienza generale del 10 gennaio 1990; riportato in Vatican.va)
  • Nella Santa Eucarestia, siamo in comunione con Cristo stesso, unico sacerdote ed unica ostia, che ci coinvolge nel movimento della sua offerta e della sua adorazione, Lui che è fonte di ogni grazia. (discorso durante la visita al Sacro Cuore di Montmarte, Parigi, 1 giugno 1980)
  • Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa "cosa è dentro l'uomo". Solo lui lo sa! (dall'Omelia per l'inizio del pontificato, 22 ottobre 1978)
  • Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono. (dal messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, 1° gennaio 2002)
  • Non c'è speranza senza paura, e paura senza speranza. (da La bottega dell'orefice, 1960; citato in Elena Spagnol, Citazioni, Garzanti, 2003)
  • Non è cambiato infatti il disegno di Dio, che ha iscritto nell'uomo e nella donna la vocazione all'amore e alla famiglia. Non è meno forte oggi l'azione dello Spirito Santo, dono di Cristo morto e risorto. E nessun errore e nessun peccato, nessuna ideologia e nessun inganno umano possono sopprimere la struttura profonda del nostro essere, che ha bisogno di essere amato ed è a sua volta capace di amore autentico. (dall'incontro con i Parroci e il Clero della Diocesi di Roma, 26 febbraio 2004)
  • Non so se posso bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio, mi corrigerete. (dal Primo saluto e prima benedizione ai fedeli, 16 ottobre 1978)
  • Ogni autentica preghiera è suscitata dallo Spirito Santo, il quale è misteriosamente presente nel cuore di ogni uomo. (da Insegnamenti, IX/2 1986)
  • Però io non muoio del tutto, quel che in me è imperituro permane. (da Trittico romano. Meditazioni)
  • Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli [cfr. Lc 22, 32], dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa. (dalla lettera apostolica Ordinatio Sacerdotalis, 22 maggio 1994)
  • Quando mercoledì 27 settembre il Santo Padre Giovanni Paolo I ha parlato ai partecipanti all'udienza generale, nessuno poteva immaginare che fosse per l'ultima volta. La sua morte – dopo 33 giorni di pontificato – ha sorpreso e ha riempito tutto il mondo di profondo lutto. Egli che suscitò nella Chiesa così grande gioia e inspirò nei cuori degli uomini tanta speranza ha, in così breve tempo, consumato e portato alla fine la sua missione. Nella sua morte si è verificata la parola tanto ripetuta del Vangelo: "...state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà" (Mt 24,44). Giovanni Paolo I vegliava sempre. La chiamata del Signore non l'ha sorpreso. Egli l'ha seguita con la stessa trepida gioia, con la quale il 26 agosto aveva accettato l'elezione al soglio di San Pietro. (dall'Udienza generale del 25 ottobre 1978)
  • Quante volte le persone molto ricche non sono felici, perché non hanno saputo attingere all'altra sorgente, all'altra dimensione della ricchezza. Questa dimensione spirituale dove entra Cristo che ci dimostra, che, pur essendo povero, arricchisce tutti. (dal discorso Ai giovani della Parrocchia di Sant'Ugo Vescovo, Roma, 13 dicembre 1992)
  • Ricco non è colui che possiede, ma colui che dà, colui che è capace di dare. (dall'Esortazione Apostolica Redemptionis Donum, Libreria Editrice Vaticana, 25 marzo 1984)
  • [Agli ebrei] Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori. (citato nell'incotro in sinagoga con Elio Toaff del 13 aprile 1986)
  • Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela. (dalla poesia Meditazioni sulla morte, IV, 3, 1975)
  • Sul volto di Padre Pio risplendeva la luce della risurrezione. Il suo corpo, segnato dalle "stimmate", mostrava l'intima connessione tra morte e risurrezione, che caratterizza il mistero pasquale. Per il Beato di Pietrelcina la condivisione della Passione ebbe toni di speciale intensità: i singolari doni che gli furono concessi e le sofferenze interiori e mistiche che li accompagnavano gli consentirono di vivere un'esperienza coinvolgente e costante dei patimenti del Signore. (dall'omelia per la beatificazione di Padre Pio da Pietralcina, 2 maggio 1999)
  • Tra i "Dottori della Chiesa" Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo è la più giovane, ma il suo cammino spirituale è così maturo ed ardito, le intuizioni di fede presenti nei suoi scritti sono così vaste e profonde, da meritarle un posto tra i grandi maestri dello spirito. (dalla omelia per la proclamazione della santa a Dottore della Chiesa.)
  • Tutta la grandezza del lavoro è dentro l'uomo. (da Il sapore del pane)
  • Un primo accento è da porre sul fatto che ogni intervento di trapianto d'organo, come già in altra occasione ho avuto modo di sottolineare, ha generalmente all'origine una decisione di grande valore etico: "la decisione di offrire, senza ricompensa, una parte del proprio corpo, per la salute ed il benessere di un'altra persona". Proprio in questo risiede la nobiltà del gesto, che si configura come un autentico atto d'amore. Non si dona semplicemente qualcosa di proprio, si dona qualcosa di sé, dal momento che "in forza della sua unione sostanziale con un'anima spirituale, il corpo umano non può essere considerato solo come un complesso di tessuti, organi e funzioni..., ma è parte costitutiva della persona, che attraverso di esso si manifesta e si esprime".[3]
  • Vi ho cercato. Adesso voi siete venuti da me. E vi ringrazio. (1° aprile 2005)[12]
  • Violentare le coscienze è un grave danno fatto all'uomo. È il più doloroso colpo inferto alla dignità umana. È, in un certo senso, peggiore dell'infliggere la morte fisica, dell'uccidere. (dall'Angelus del 10 gennaio 1982)
  • Sono venuto per esprimervi la mia affezione e la mia stima per la vostra antica città, a cui sovrasta la famosa Acropoli, che già formò l'orgoglio del fiero popolo degli Ernici, e oggi costituisce una rara testimonianza della più perfetta costruzione ciclopica conservata in Italia. (dal discorso durante la visita pastorale ad Alatri, 2 settembre 1984)
  • È una giornata storica, questa odierna, per la pur storica città e diocesi di Alatri, che sorge fiera attorno alla sua Acropoli e si affaccia sull'orizzonte dei monti Ernici, abbracciando le fertili e pittoresche vallate di questa benedetta terra di Ciociaria. (dall'Omelia della Messa per i fedeli della Ciociaria, durante la visita pastorale ad Alatri)
  • [...] non "lasciatevi vivere", ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro! (dall'incontro con i giovani di Genova, 22 settembre 1985[13])
  • Signor Direttore, gentili Signori e Signore, ben volentieri ho accolto l'invito, nel corso di questa mia visita a Cesena, di vedere ed ammirare la famosa ed antica Biblioteca Malatestiana, nella quale ora noi ci troviamo, gloria e splendore non solo della vostra Città, ma anche, nel suo genere, di quel periodo così ricco di fermenti innovativi e di fervore artistico-culturale, quale fu l'Umanesimo italiano nel Quattrocento. Abbiamo qui di fronte ai nostri occhi un monumento ed un ricordo, di detto periodo, estremamente suggestivo. (dal discorso pronunciato nella Biblioteca Malatestiana, 9 maggio 1986; citato in Il Papa in Romagna: documenti e testimonianze sulla visita pastorale di S. S. Giovanni Paolo II, a cura di Gian Michele Fusconi, Diocesi di Romagna, Rocca San Casciano, 1986)
  • Signore Gesù, figlio del Dio vivente, ti lodiamo per l'amore che ci hai rivelato con il tuo Sacro Cuore, trafitto per noi e che è diventato la fonte della nostra gioia, la sorgente della nostra vita eterna. (Delhi, 1 febbraio 1986)
  • Ti ringrazio, Benevento, per questa giornata che abbiamo passato insieme, la tua giornata, giornata della Madre delle Grazie! Ti ringrazio, Benevento, per la tua accoglienza, per la tua presenza, per la tua preghiera, per i tuoi canti! Ti ringrazio, Benevento, di cuore! E direi ancora: Benevento, ti ringrazio per questo vento che ci ha portato il tramonto della giornata! Ti auguro di rimanere sempre fedele alla tua grande eredità cristiana trasmessa dagli apostoli, dai martiri, come san Bartolomeo, san Gennaro. Ti ringrazio di rimanere sempre nella Grazia del Signore, per l'intercessione della tua e nostra Madre. E, alla fine: Benevento, ti auguro anche le buone vacanze! (Celebrazione eucaristica nello stadio cittadino di Benevento, 1990)

Dal discorso al corpo diplomatico accreditato a Nairobi, 6 maggio 1980

Riportato in DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AL CORPO DIPLOMATICO ACCREDITATO A NAIROBI, Vatican.va, 1980.

  • Molte situazioni e problemi africani che richiedono la nostra attenzione oggi non sono differenti da quelli che coinvolgono altre nazioni e continenti nel mondo. Altri invece sono tipicamente africani nel senso che gli elementi dei problemi e le risorse disponibili per la loro soluzione - risorse naturali e specialmente umane - sono esclusive di questo continente. In ciò vi è un fattore supremo che deve essere tenuto presente nella mente. È la vera identità dell'africano, della persona africana, dell'uomo e della donna africana.
  • La verità sull'individuo africano deve essere vista, prima di tutto e principalmente, nella sua dignità come persona umana.
  • La storia testimonia come il continente africano ha sempre conosciuto un forte senso comunitario nei differenti gruppi che costituiscono la sua struttura sociale: ciò è particolarmente vero per la famiglia dove vi è una forte coesione e solidarietà. E quale migliore prospettiva potrà essere trovata nella necessità di una pacifica soluzione di conflitti e difficoltà - un modo che sia all'altezza della dignità umana - della innata propensione al dialogo, del desiderio di spiegare le differenti visioni nella conversazione alla quale l'africano si rivolge così facilmente e che egli porta avanti con tanta naturale grazia?
  • In Africa, in passato, molte nazioni hanno conosciuto l'amministrazione coloniale. Pur non negando i vari traguardi raggiunti da queste amministrazioni, il mondo gode per il fatto che questo periodo sta ormai nella sua fase finale. I popoli dell'Africa, con poche penose eccezioni, stanno assumendo piena responsabilità politica per il loro proprio destino ed io saluto qui particolarmente il recente raggiungimento dell'indipendenza dello Zimbabwe. Ma non si può ignorare il fatto che altre forme di dipendenza sono ancora una realtà o almeno una minaccia.
  • La discriminazione razziale è un male, a prescindere da come, da chi e perché è praticata.
  • Un largo numero di persone sono state costrette per varie ragioni a lasciare il loro paese amato ed i luoghi dove avevano le loro radici. Talvolta questo è dovuto a motivi politici, altre volte per sfuggire alla violenza ed alla guerra, oppure per le conseguenze di disastri naturali, o per il clima ostile. La comunità africana e la comunità del mondo non può cessare di interessarsi alla condizione dei rifugiati e alle terribili sofferenze cui molti di essi sono assoggettati per lungo tempo. Questi rifugiati veramente hanno un diritto alla libertà ed a vivere una vita degna della dignità umana. Essi non devono essere privati del godimento dei loro diritti, tantomeno quando fattori esterni al loro controllo li hanno costretti a divenire stranieri senza una patria.
  • Faccio appello alle autorità delle nazioni di cui i rifugiati sono costretti ad attraversare i confini, perché li ricevano con cordiale ospitalità. Faccio appello alla comunità internazionale perché il peso non sia portato soltanto da quelle nazioni nelle quali i rifugiati si sistemano temporaneamente, ma di mettere i necessari aiuti a disposizione dei governi interessati e delle appropriate organizzazioni internazionali.
  • L'Organizzazione per la Unità Africana, insieme a tutte le altre organizzazioni che perseguono il fine di una più grande collaborazione tra le nazioni africane, è degna di ogni incoraggiamento.
  • Lunga vita a te, Africa!

Dal viaggio in India 1986

  • Il servizio evangelico ai più poveri dei poveri compiuto da Madre Teresa ha dato al mondo una stimolante lezione di compassione e di amore autentico nei confronti del nostro prossimo che è nel bisogno. Questa carità e questo sacrificio di sé, è una sfida per il mondo, un mondo ormai troppo avvezzo all'egoismo e all'edonismo, avido di denaro, di prestigio e di potere. (Calcutta, 4 febbraio 1986)
  • In India, e in molti altri luoghi del mondo, vi sono milioni di poveri, ed essi condividono la Croce di Cristo perché Cristo sulla Croce ha preso su di sé tutte le croci del mondo. (Delhi, 1 febbraio 1986)
  • L'accumulo dei beni materiali non è il fine ultimo della vita. La vera liberazione dell'uomo sarà raggiunta solo, così come lo sarà l'eliminazione di tutto ciò che si oppone alla dignità umana, quando la visione spirituale dell'uomo sarà tenuta in considerazione e perseguita. (Delhi, 2 febbraio 1986)
  • L'uomo è un essere transitorio. È in questo pellegrinaggio della vita, la religione aiuta l'uomo a vivere in modo tale da raggiungere il proprio fine. (Delhi, 1 febbraio 1986)
  • La Chiesa non cessa mai di proclamare la verità che la pace nel mondo affonda le sue radici nel cuore degli uomini, nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna. La pace può essere soltanto il frutto di un cambiamento spirituale, che inizia nel cuore di ogni essere umano e che si diffonde attraverso le comunità. La prima di queste comunità è la famiglia. È la famiglia la prima comunità ad essere chiamata alla pace, e la prima comunità a ricercare la pace – pace e amicizia fra gli individui e i popoli. (Bombay, 9 febbraio 1986)
  • La Chiesa non esclude nessuno dalla propria compassione e amorevole servizio. Come una buona madre, essa ama tutti: bambini, handicappati, coloro che soffrono nello spirito, e coloro che riconoscono i propri peccati e così provano attraverso di essa il contatto risanatore di Cristo. (Trivandrum, 8 febbraio 1986)
  • La croce della povertà, la croce della fame, la croce di ogni altra sofferenza possono essere trasformate, perché la Croce di Cristo è divenuta una luce nel nostro mondo. Essa è una luce di speranza edi salvezza. Essa dà significato a tutte le sofferenze umane. (Delhi, 1 febbraio 1986)
  • La missione di evangelizzazione della Chiesa comprende un'energica e sostenuta azione a favore della giustizia, della pace e dello sviluppo umano integrale. Non adempiere a questi compiti significherebbe venir meno all'opera di evangelizzazione; sarebbe tradire l'esempio di Gesù che venne «per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Lc 4, 18); sarebbe in realtà un rifiuto delle conseguenze dell'Incarnazione, nella quale «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14). (Delhi, 1 febbraio 1986)
  • La nostra dignità umana ci viene da Dio nostro creatore, a cui immagine siamo stati creati. Nessuna privazione o sofferenza potrà mai rimuovere questa dignità, perché noi siamo sempre preziosi agli occhi del Signore. (Calcutta 3 febbraio 1986)
  • La stabilità, felicità e tranquillità delle vostre famiglie dipendono in larga misura dal vostro rapporto di preghiera con Dio.
  • [Ai genitori] La vita umana sulla terra è un pellegrinaggio. Noi tutti siamo consapevoli di essere di passaggio nel mondo. (Vasai, 9 febbraio 1986)

Attribuite

  • Io ho combattuto tutta la vita il comunismo ma ora che è crollato mi domando, chi difenderà i poveri?[14]
  • L'inferno esiste, ma è vuoto. (citato in Focus, n. 87, p. 144)
[Citazione errata] La frase, attribuita nel 1984 ad Hans Urs von Balthasar, che Giovanni Paolo II nominò cardinale nel 1988, è stata attribuita anche allo stesso papa, di cui era nota la stima per Balthasar, che comunque non aveva parlato di certezza, bensì di speranza che l'inferno fosse vuoto.

Ecclesia de Eucharistia

Incipit

La Chiesa vive dell'Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un'esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); ma nella sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza con un'intensità unica. Da quando, con la Pentecoste, la Chiesa, Popolo della Nuova Alleanza, ha cominciato il suo cammino pellegrinante verso la patria celeste, il Divin Sacramento ha continuato a scandire le sue giornate, riempiendole di fiduciosa speranza.

Citazioni

  • Anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, l'Eucaristia è sempre celebrata, in un certo senso, sull'altare del mondo. Essa unisce il cielo e la terra. Comprende e pervade tutto il creato.
  • In forza del suo intimo rapporto con il sacrificio del Golgota, l'Eucaristia è sacrificio in senso proprio, e non solo in senso generico, come se si trattasse del semplice offrirsi di Cristo quale cibo spirituale ai fedeli.
  • L'Eucaristia è davvero uno squarcio di cielo che si apre sulla terra. È un raggio di gloria della Gerusalemme celeste, che penetra le nubi della nostra storia e getta luce sul nostro cammino.
  • L'Eucaristia è mistero di fede, e insieme «mistero di luce». Ogni volta che la Chiesa la celebra, i fedeli possono rivivere in qualche modo l'esperienza dei due discepoli di Emmaus: «si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero».
  • La natura sacrificale del Mistero eucaristico non può essere intesa come qualcosa a sé stante, indipendentemente dalla Croce o con un riferimento solo indiretto al sacrificio del Calvario.
  • Nell'umile segno del pane e del vino, transustanziati nel suo corpo e nel suo sangue, Cristo cammina con noi, quale nostra forza e nostro viatico, e ci rende per tutti testimoni di speranza. Se di fronte a questo Mistero la ragione sperimenta i suoi limiti, il cuore illuminato dalla grazia dello Spirito Santo intuisce bene come atteggiarsi, inabissandosi nell'adorazione e in un amore senza limiti.

Evangelium Vitae

Incipit

Il Vangelo della vita sta al cuore del messaggio di Gesù. Accolto dalla Chiesa ogni giorno con amore, esso va annunciato con coraggiosa fedeltà come buona novella agli uomini di ogni epoca e cultura. All'aurora della salvezza, è la nascita di un bambino che viene proclamata come lieta notizia: «Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2, 10-11). A sprigionare questa «grande gioia» è certamente la nascita del Salvatore; ma nel Natale è svelato anche il senso pieno di ogni nascita umana, e la gioia messianica appare così fondamento e compimento della gioia per ogni bimbo che nasce (cf. Gv 16, 21). Presentando il nucleo centrale della sua missione redentrice, Gesù dice: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10). In verità, Egli si riferisce a quella vita «nuova» ed «eterna», che consiste nella comunione con il Padre, a cui ogni uomo è gratuitamente chiamato nel Figlio per opera dello Spirito Santificatore. Ma proprio in tale «vita» acquistano pieno significato tutti gli aspetti e i momenti della vita dell'uomo.

Citazioni

  • L'uomo è chiamato a una pienezza di vita che va ben oltre le dimensioni della sua esistenza terrena, poiché consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio. L'altezza di questa vocazione soprannaturale rivela la grandezza e la preziosità della vita umana anche nella sua fase temporale. (§ 2)
  • La Chiesa sa che questo Vangelo della vita, consegnatole dal suo Signore, ha un'eco profonda e persuasiva nel cuore di ogni persona, credente e anche non credente, perché esso, mentre ne supera infinitamente le attese, vi corrisponde in modo sorprendente. Pur tra difficoltà e incertezze, ogni uomo sinceramente aperto alla verità e al bene, con la luce della ragione e non senza il segreto influsso della grazia, può arrivare a riconoscere nella legge naturale scritta nel cuore (cf. Rm 2, 14-15) il valore sacro della vita umana dal primo inizio fino al suo termine, e ad affermare il diritto di ogni essere umano a vedere sommamente rispettato questo suo bene primario. Sul riconoscimento di tale diritto si fonda l'umana convivenza e la stessa comunità politica. (§ 2)
  • Il Vangelo dell'amore di Dio per l'uomo, il Vangelo della dignità della persona e il Vangelo della vita sono un unico e indivisibile Vangelo. È per questo che l'uomo, l'uomo vivente, costituisce la prima e fondamentale via della Chiesa. (§ 2)
  • La maternità spirituale della Chiesa non si realizza — anche di questo la Chiesa è consapevole — se non in mezzo alle doglie e al «travaglio del parto» (Ap 12, 2), cioè nella perenne tensione con le forze del male, che continuano ad attraversare il mondo ed a segnare il cuore degli uomini, facendo resistenza a Cristo. (§ 103)
  • Si fa sempre più forte la tentazione dell'eutanasia, cioè di impadronirsi della morte, procurandola in anticipo e ponendo così fine «dolcemente» alla vita propria o altrui. In realtà, ciò che potrebbe sembrare logico e umano, visto in profondità si presenta assurdo e disumano. Siamo qui di fronte a uno dei sintomi più allarmanti della «cultura di morte», che avanza soprattutto nelle società del benessere, caratterizzate da una mentalità efficientistica che fa apparire troppo oneroso e insopportabile il numero crescente delle persone anziane e debilitate. Esse vengono molto spesso isolate dalla famiglia e dalla società, organizzate quasi esclusivamente sulla base di criteri di efficienza produttiva, secondo i quali una vita irrimediabilmente inabile non ha più alcun valore.
  • Sulla Croce si rinnova e si realizza nella sua piena e definitiva perfezione il prodigio del serpente innalzato da Mosè nel deserto (cf. Gv 3, 14-15; Nm 21, 8-9). Anche oggi, volgendo lo sguardo a Colui che è stato trafitto, ogni uomo minacciato nella sua esistenza incontra la sicura speranza di trovare liberazione e redenzione.

Explicit

O Maria,
aurora del mondo nuovo,
Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato
di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere,
di uomini e donne vittime di disumana violenza,
di anziani e malati uccisi dall'indifferenza
o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio
sappiano annunciare con franchezza e amore
agli uomini del nostro tempo. il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo
come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine
in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo
con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà,
la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.

[Karol Wojtyla, Evangelium Vitae, Gribaudi, Torino, 2007]

Fides et Ratio

Incipit

La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso (cfr Es 33, 18; Sal 27 [26], 8-9; 63 [62], 2-3; Gv 14, 8; 1 Gv 3, 2).

Citazioni

  • Quanto viene a porsi come oggetto della nostra conoscenza diventa per ciò stesso parte della nostra vita. Il monito Conosci te stesso era scolpito sull'architrave del tempio di Delfi, a testimonianza di una verità basilare che deve essere assunta come regola minima da ogni uomo desideroso di distinguersi, in mezzo a tutto il creato, qualificandosi come «uomo» appunto in quanto «conoscitore di se stesso». (§ 1)
  • La filosofia è nata e si è sviluppata nel momento in cui l'uomo ha iniziato a interrogarsi sul perché delle cose e sul loro fine. In modi e forme differenti, essa mostra che il desiderio di verità appartiene alla stessa natura dell'uomo. (§ 3)
  • L'incarnazione del Figlio di Dio permette di vedere attuata la sintesi definitiva che la mente umana, partendo da sé, non avrebbe neppure potuto immaginare: l'Eterno entra nel tempo, il Tutto si nasconde nel frammento, Dio assume il volto dell'uomo. (§ 12)
  • All'uomo spetta il compito di investigare con la sua ragione la verità, e in ciò consiste la sua nobiltà. (§ 17)
  • La ragione non può svuotare il mistero di amore che la Croce rappresenta, mentre la Croce può dare alla ragione la risposta ultima che essa cerca. (§ 23)
  • Di per sé, ogni verità anche parziale, se è realmente verità, si presenta come universale. Ciò che è vero, deve essere vero per tutti e per sempre. (§ 27)
  • Il martire, in effetti, è il più genuino testimone della verità sull'esistenza. Egli sa di avere trovato nell'incontro con Gesù Cristo la verità sulla sua vita e niente e nessuno potrà mai strappargli questa certezza. Né la sofferenza né la morte violenta lo potranno fare recedere dall'adesione alla verità che ha scoperto nell'incontro con Cristo. Ecco perché fino ad oggi la testimonianza dei martiri affascina, genera consenso, trova ascolto e viene seguita. Questa è la ragione per cui ci si fida della loro parola: si scopre in essi l'evidenza di un amore che non ha bisogno di lunghe argomentazioni per essere convincente, dal momento che parla ad ognuno di ciò che egli nel profondo già percepisce come vero e ricercato da tanto tempo. Il martire, insomma, provoca in noi una profonda fiducia, perché dice ciò che noi già sentiamo e rende evidente ciò che anche noi vorremmo trovare la forza di esprimere. (§32)
  • Le vie per raggiungere la verità rimangono molteplici; tuttavia, poiché la verità cristiana ha un valore salvifico, ciascuna di queste vie può essere percorsa, purché conduca alla meta finale, ossia alla rivelazione di Gesù Cristo. (§ 38)
  • Una è la verità, benché le sue espressioni portino l'impronta della storia e, per di più, siano opera di una ragione umana ferita e indebolita dal peccato. Da ciò risulta che nessuna forma storica della filosofia può legittimamente pretendere di abbracciare la totalità della verità, né di essere la spiegazione piena dell'essere umano, del mondo e del rapporto dell'uomo con Dio. (§ 51)
  • L'argomentazione sviluppata secondo rigorosi criteri razionali, infatti, è garanzia del raggiungimento di risultati universalmente validi. (§ 75)
  • Il nichilismo, prima ancora di essere in contrasto con le esigenze e i contenuti propri della parola di Dio, è negazione dell'umanità dell'uomo e della sua stessa identità. Non si può dimenticare, infatti, che l'oblio dell'essere comporta inevitabilmente la perdita di contatto con la verità oggettiva e, conseguentemente, col fondamento su cui poggia la dignità dell'uomo. (§ 90)
  • Una volta che si è tolta la verità all'uomo, è pura illusione pretendere di renderlo libero. Verità e libertà, infatti, o si coniugano insieme o insieme miseramente periscono. (§ 90)
  • Credere nella possibilità di conoscere una verità universalmente valida non è minimamente fonte di intolleranza; al contrario, è condizione necessaria per un sincero e autentico dialogo tra le persone. Solamente a questa condizione è possibile superare le divisioni e percorrere insieme il cammino verso la verità tutta intera. (§ 92)
  • La verità, infatti, non può mai essere limitata al tempo e alla cultura; si conosce nella storia, ma supera la storia stessa. (§ 95)
  • Fede e ragione «si recano un aiuto scambievole», esercitando l'una per l'altra una funzione sia di vaglio critico e purificatore, sia di stimolo a progredire nella ricerca e nell'approfondimento. (§ 100)

Mulieres dignitatem

Incipit

La dignità della donna e la sua vocazione – oggetto costante della riflessione umana e cristiana – hanno assunto un rilievo tutto particolare negli anni più recenti. Ciò è dimostrato, tra l'altro, dagli interventi del Magistero della Chiesa, rispecchiati in vari documenti del Concilio Vaticano II, il quale afferma poi nel Messaggio finale: «Viene l'ora, l'ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l'ora in cui la donna acquista nella società un'influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto. È per questo che, in un momento in cui l'umanità conosce una così profonda trasformazione, le donne illuminate dallo spirito evangelico possono tanto operare per aiutare l'umanità a non decadere»

Citazioni

  • L'amore è un'esigenza ontologica ed etica della persona.
  • La Chiesa, dunque, rende grazie per tutte le donne e per ciascuna: per le madri, le sorelle, le spose; per le donne consacrate a Dio nella verginità; per le donne dedite ai tanti e tanti esseri umani, che attendono l'amore gratuito di un'altra persona; per le donne che vegliano sull'essere umano nella famiglia, che è il fondamentale segno della comunità umana; per le donne che lavorano professionalmente, donne a volte gravate da una grande responsabilità sociale; per le donne «perfette» e per le donne «deboli» per tutte: così come sono uscite dal cuore di Dio in tutta la bellezza e ricchezza della loro femminilità; così come sono state abbracciate dal suo eterno amore; così come, insieme con l'uomo, sono pellegrine su questa terra, che è, nel tempo, la «patria» degli uomini e si trasforma talvolta in una «valle di pianto»; così come assumono, insieme con l'uomo, una comune responsabilità per le sorti dell'umanità, secondo le quotidiane necessità e secondo quei destini definitivi che l'umana famiglia ha in Dio stesso, nel seno dell'ineffabile Trinità.
  • Nell'«unità dei due» l'uomo e la donna sono chiamati sin dall'inizio non solo ad esistere «uno accanto all'altra» oppure «insieme», ma sono anche chiamati ad esistere reciprocamente «l'uno per l'altro».
  • Ogni singolo uomo, infatti, è ad immagine di Dio in quanto creatura razionale e libera, capace di conoscerlo e di amarlo.
  • Se la dignità della donna testimonia l'amore, che essa riceve per amare a sua volta, il paradigma biblico della «donna» sembra anche svelare quale sia il vero ordine dell'amore che costituisce la vocazione della donna stessa.
  • Quando «venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna». Con queste parole della Lettera ai Galati (4, 4) l'apostolo Paolo unisce tra loro i momenti principali che determinano in modo essenziale il compimento del mistero «prestabilito in Dio» (cf. Ef 1, 9). Il Figlio, Verbo consostanziale al Padre, nasce come uomo da una donna, quando viene «la pienezza del tempo». Questo avvenimento conduce al punto chiave della storia dell'uomo sulla terra, intesa come storia della salvezza. E' significativo che l'apostolo non chiami la Madre di Cristo col nome proprio di «Maria», ma la definisca «donna»: ciò stabilisce una concordanza con le parole del Protovangelo nel Libro della Genesi (cf. 3, 15). Proprio quella «donna» è presente nell'evento centrale salvifico, che decide della «pienezza del tempo»: questo evento si realizza in lei e per mezzo di lei.

Parole sull'uomo

Incipit

Aborto
Nella notte di Natale, la Madre che doveva partorire non trovò per sé un tetto. Non trovò le condizioni, in cui si attua normalmente quel grande divino ed insieme umano Mistero del dare alla luce un uomo.
Permettete che mi serva della logica della fede e della logica di un conseguente umanesimo. Questo fatto di cui parlo è un grande grido, è una permanente sfida ai singoli e a tutti, particolarmente forse nella nostra epoca, in cui alla madre in attesa viene spesso richiesta una grande prova di coerenza morale. Infatti, ciò che viene eufemisticamente definito come «interruzione di gravidanza» (aborto) non può essere valutato con altre categorie autenticamente umane, che non siano quelle della legge morale cioè della coscienza. Molto potrebbero a tale proposito dire, se non le confidenze fatte nei confessionali, certamente quelle nei consultori per la maternità responsabile.

Citazioni

  • L'uomo è un fine a cui tutto va sottoposto. Se diventa strumento della scienza, perde la propria dignità, diventa oggetto, si trasforma in cosa nelle mani delle potenze di questo mondo. (p. 35)
  • Vi confesso con semplicità che provo vero turbamento per il futuro del mondo quando noto generazioni giovani incapaci di amare veramente o che riducono il loro donarsi allo scambio di gratificazione tra eguali, incapaci di vedere nella sessualità una chiamata, un invito ad un amore più alto e universale. (p. 41)
  • La mia preghiera è che l'America non venga meno a se stessa e rinnovi la propria identità nella fedeltà ai principi morali e religiosi e nel servizio a un mondo bisognoso di pace e di diritti umani, un mondo affamato di pane e assetato di giustizia e di amore. (p. 42)
  • L' amore è la forza costruttiva di ogni positivo cammino per l'umanità (p. 42)
  • IL genio educativo di San Giovanni Bosco si è manifestato in sommo grado nell'amore verso i giovani. Per poter educare, bisogna amare [...] (p. 44)
  • Né l'anima né il corpo, presi separatamente, sono l'uomo: quello che si chiama con questo nome è ciò che nasce dalla loro unione. (p. 47)
  • La pace, secondo gli insegnamenti dei Profeti d'Israele, è un frutto della giustizia e del diritto e allo stesso tempo un dono gratuito del tempo messianico. Perciò deve essere eliminato ogni tentativo di violenza, che ripete vecchi errori e quindi suscita odio, fanatismo e integralismo religioso, che sono nemici dell'armonia fra gli uomini. (p. 49-50)
  • Noi dobbiamo desiderare che la preghiera dell'anziano riempia la casa, che la sua straordinaria capacità di evangelizzazione sia una forza per la saldezza degli affetti, un orientamento per i valori fondamentali dell'esistenza. (p. 53)
  • L' arte è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. È parola primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola. È parola dell'origine, che scruta, al di là dell'immediatezza dell'esperienza, il senso primo e ultimo della vita. (p. 54)
  • Il senso religioso dell'uomo non dipende in sé dalla sua volontà, ma è iniziativa di chi l'ha creato. La scoperta del senso religioso è, dunque, il primo risultato che l'uomo consegue, se affronta seriamente l'esperienza di impotenza strutturale che lo caratterizza. (p. 59)
  • Il vero e retto fine dell' attività politica è il benessere materiale e spirituale della società, in modo che i diritti e i doveri siano da tutti rispettati e tutelati. (p. 59)
  • La pace deve essere sempre il fine: pace perseguita e difesa in ogni circostanza. Non ripetiamo il passato, un passato di violenza e distruzione. Immettiamoci nell'erto e difficile sentiero della pace, il solo sentiero che si adatti alla dignità umana, l'unico che conduca verso il vero compimento del destino dell'uomo, il solo che guidi verso il futuro in cui l'equità, la giustizia e la solidarietà sono realtà e non soltanto dei sogni lontani. (p. 61)
  • Il tutore dell'ordine pubblico sarà tanto più all'altezza della sua missione quanto più sarà capace di mantenere «ordinata» la suavita spirituale e quanto più ispirerà la sua condotta familiare e sociale ai valori religiosi. (p. 62)
  • Spetta alla legittima autorità il compito specifico di dirigere le energie di tutti i cittadini verso il bene comune, non in forma dispotica, ma come forza morale che si appoggia prima di tutto sulla libertà e sulla coscienza del dovere e del compito assunto. (p. 63)
  • L'errore e il male devono essere sempre condannati e combattuti; ma l'uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso e amato. (p. 66)
  • La vera opera d'arte non è forse, quella che s'impone senza ambizioni di successo e che nasce da una autentica abilità e da una sicura maturità professionale? (p. 70)
  • Serviremo la fanciullezza valorizzando la vita e scegliendo «per» la vita ad ogni livello, e l'aiuteremo presentando agli occhi ed al cuore tanto delicati e sensibili dei piccoli ciò che nella vita c'è di più nobile ed alto. (p. 71)
  • Nei bambini la nazione vede il proprio domani, come il proprio domani vede in essi la Chiesa. (p. 71)
  • Il dovere fondamentale del potere è la sollecitudine per il bene comune della società: da qui derivano i suoi fondamentali diritti. (p. 73)
  • È iscritta nell'animo umano la chiamata all'immortalità. Essa è iscritta nell'animo dell'artista, quando con l'opera del proprio talento, del suo genio, cerca di superare il limite del transuente e della morte. (p. 74)
  • La fiducia non si acquista per mezzo della forza. Neppure si ottiene con le sole dichiarazioni. La fiducia bisogna meritarla con gesti e fatti concreti. (p. 77)

Citazioni sul libro

  • Questo libro, in effetti, è un'efficace summa della prospettiva di vita e di pensiero di un uomo che si muove da protagonista sulla scena della storia di tutti, non solo dei suoi fedeli. (Vittorio Messori)
  • Una lettura non superficiale rivela ricchezze inattese anche per chi, non credente, guardi alla persona e al ruolo del Papa con occhio rispettoso e scevro da pregiudizi. (Angelo Montonati)

[Giovanni Paolo II, Parole sull'uomo, BUR 1989]. ISBN 88-17-11517-7

Redemptoris Mater

Incipit

La Madre del Redentore ha un preciso posto nel piano della salvezza, perché, «quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, che grida: Abbà, Padre» (Gal 4,4).

Citazioni

  • Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda «kenosi» della fede nella storia dell'umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice; ma, a differenza di quella dei discepoli che fuggivano, era una fede ben più illuminata.
  • Il dogma della maternità divina di Maria fu per il Concilio Efesino ed è per la Chiesa come un suggello del dogma dell'incarnazione, nella quale il Verbo assume realmente nell'unità della sua persona la natura umana senza annullarla.
  • La donazione salvifica che Dio fa di sé e della sua vita in qualche modo a tutta la creazione, e direttamente all'uomo, raggiunge nel mistero dell'incarnazione uno dei vertici.
  • La fede, infatti, è un contatto col mistero di Dio. Maria costantemente, quotidianamente è in contatto con l'ineffabile mistero di Dio che si è fatto uomo, mistero che supera tutto ciò che è stato rivelato nell'Antica Alleanza.
  • La pienezza di grazia, annunciata dall'angelo, significa il dono di Dio stesso; la fede di Maria, proclamata da Elisabetta nella visitazione, indica come la Vergine di Nazareth abbia risposto a questo dono.
  • Maria si pone tra suo Figlio e gli uomini nella realtà delle loro privazioni, indigenze e sofferenze. Si pone «in mezzo», cioè fa da mediatrice non come un'estranea, ma nella sua posizione di madre, consapevole che come tale può – anzi «ha il diritto» – di far presente al Figlio i bisogni degli uomini.
  • Questo fiat di Maria – «avvenga di me» – ha deciso dal lato umano il compimento del mistero divino.

Explicit

Mentre con tutta l'umanità si avvicina al confine tra i due millenni, la Chiesa, da parte sua, con tutta la comunità dei credenti e in unione con ogni uomo di buona volontà, raccoglie la grande sfida contenuta nelle parole dell'antifona sul «popolo che cade, ma pur anela a risorgere» e si rivolge congiuntamente al Redentore ed a sua Madre con l'invocazione: «Soccorri». Essa, infatti, vede – e lo attesta questa preghiera – la Beata Madre di Dio nel mistero salvifico di Cristo e nel suo proprio mistero; la vede profondamente radicata nella storia dell'umanità, nell'eterna vocazione dell'uomo, secondo il disegno provvidenziale che Dio ha per lui eternamente predisposto; la vede maturamente presente e partecipe nei molteplici e complessi problemi che accompagnano oggi la vita dei singoli, delle famiglie e delle nazioni; la vede soccorritrice del popolo cristiano nell'incessante lotta tra il bene e il male, perché «non cada» o, caduto, «risorga». Auspico fervidamente che anche le riflessioni, contenute nella presente Enciclica, giovino a! rinnovamento di questa visione nel cuore di tutti i credenti. Come Vescovo di Roma, io mando a tutti coloro, a cui sono destinate queste considerazioni, il bacio della pace, il saluto e la benedizione in nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

[Karol Wojtyla, Redemptoris Mater,Ancora, 1987]

Rosarium Virginis Mariae

  • In Cristo, Dio ha assunto davvero un «cuore di carne». Egli non ha soltanto un cuore divino, ricco di misericordia e di perdono, ma anche un cuore umano, capace di tutte le vibrazioni dell'affetto.
  • Fissare gli occhi sul volto di Cristo, riconoscerne il mistero nel cammino ordinario e doloroso della sua umanità, fino a coglierne il fulgore divino definitivamente manifestato nel Risorto glorificato alla destra del Padre, è il compito di ogni discepolo di Cristo; è quindi anche compito nostro. Contemplando questo volto ci apriamo ad accogliere il mistero della vita trinitaria, per sperimentare sempre nuovamente l'amore del Padre e godere della gioia dello Spirito Santo.

[Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae]

Segno di contraddizione

Incipit

CONFERENZA INTRODUTTIVA
Beatissimo Padre! All'inizio di questi esercizi spirituali, che ho il grande onore di predicare davanti a Lei e ai Suoi illustrissimi collaboratori, vorrei esprimere il mio più profondo omaggio e amore alla Sua Persona. Devo dire, però, che questo non è solo il mio saluto personale. Esso include anche tutti coloro con i quali sono unito in maniera particolare e che con il loro ricordo, con le loro preghiere e con i loro sacrifici si sono impegnati a dare uno spirituale appoggio al mio umile servizio della Parola in questi giorni di esercizi spirituali, e non solamente a me, ma anche a tutto il mio illustre Uditorio, con Lei, beatissimo Padre, al primo posto, con i signori Cardinali della Santa Chiesa Romana, i reverendissimi Arcivescovi, Vescovi e carissimi Fratelli nel sacerdozio.

[Karol Wojtyla, Segno di contraddizione, Vita e pensiero, 1977.]

Poesie

Incipit

PIETRA DI LUCE
VEGLIA PASQUALE 1966
INVOCAZIONE
Comincia il colloquio con me stesso
Questo significa forse che arrivo in pieno quanto il consenso delle genti
proclama grande e importante – nel vicendevole annunzio?
Questo significa forse che concordo nel conto degli anni con Thietmar,
il cronista di Merseburg, e vedo il passato
con gli occhi di Maestro Vincenzo, cercando armonia
con questo passato?
(o forse antepongo la mia visione delle vie del passato come le appresi dalle cronache
alla visione del buio degli scavi di Wiślica?
Significa che arrivo alle radici dello stesso albero,
e mi addentro nel segreto della sua crescita,
che anche in me si propaga, che da me prende corpo.
Io mi sento nell'albero e sento l'albero in me.

L'albero è un corpo fisico.
La storia degli uomini, dei miei simili, cerca un suo Corpo.

Citazioni

  • Nell'istante della partenza ciascuno è più grande degli eventi di cui
    egli fu minima parte (scheggia di un certo secolo
    o schegge di due secoli, riunite in una vita). (p. 23)
  • Tempo di nascita, il passato, non di morte. (p. 24)
  • Oltre il linguaggio, l'abisso. È questa forse l'incognita della debolezza che conosciamo nei padri e forse l'ereditiamo? (p. 100)
  • La schiavitù fu il verdetto sulla dorata libertà (p. 101)
  • La storia stende sopra la lotta delle coscienze uno strato di eventi. In questo strato vibrano vittorie e sconfitte. La storia non le ricopre, anzi le fa risaltare.
    Può andar la storia contro la corrente delle coscienze? (p. 104)

[Karol Wojtyla, Poesie (1939-1978), traduzione di Alessandra Kurczab e Margherita Guidacci, Edizioni di San Marco, 1986.]

Tertio millennio adveniente

Incipit

Nel suo Vangelo Luca ci ha trasmesso una concisa descrizione delle circostanze riguardanti la nascita di Gesù: "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra [...]. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo" (2,1.3-7). Si compiva così quanto l'angelo Gabriele aveva predetto nell'Annunciazione.

Citazioni

  • Grazie alla venuta di Dio sulla terra, il tempo umano, iniziato nella creazione, ha raggiunto la sua pienezza. "La pienezza del tempo", infatti, è soltanto l'eternità, anzi Colui che è eterno, cioè Dio. Entrare nella "pienezza del tempo" significa dunque raggiungere il termine del tempo ed uscire dai suoi confini, per trovarne il compimento nell'eternità di Dio.
  • [...] Cristo, come lievito divino, penetra sempre più profondamente nel presente della vita dell'umanità diffondendo l'opera della salvezza da Lui compiuta nel Mistero pasquale. Egli avvolge inoltre nel suo dominio salvifico anche tutto il passato del genere umano, cominciando dal primo Adamo.

[Karol Wojtyla, Tertio millennio adveniente, Editore ART'È - Bologna 1998.]

La potenza dei media

Incipit

La responsabilità
Il 24 gennaio scorso, memoria di san Francesco di Sales, Patrono della stampa cattolica, è stato reso pubblico il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, in programma il 19 maggio, che avrà come tema: «I media: areopago per la promozione della donna nella società». Gli strumenti della comunicazione sociale offrono possibilità straordinarie per l'annuncio del Vangelo, come già sottolineava il decreto Inter mirifica, col quale il Concilio Vaticano II si è appunto occupato di essi.

Citazioni

  • Innegabile è il valore dei mass media. Ben usati, essi possono rendere un servizio inestimabile alla cultura, alla libertà ed alla solidarietà. (p. 47)
  • La libertà non è fine a se stessa; essa è autentica solo quando viene posta al servizio della verità, della solidarietà e della pace. (p. 48-49)
  • I genitori che si servono abitualmente ed a lungo della televisione come una specie di bambinaia elettronica, abdicano al ruolo di primari educatori dei propri figli. (p. 51)
  • Per garantire che l'industria televisiva tuteli i diritti delle famiglie, i genitori dovrebbero esprimere le loro legittime preoccupazioni ai produttori e ai responsabili dei mezzi di comunicazione sociale. (p. 51)
  • Nell'adempiere alle proprie responsabilità, l'industria televisiva dovrebbe sviluppare e osservare un codice etico che includa l'impegno a soddisfare le necessità delle famiglie e a promuovere valori a sostegno della vita familiare. (p. 52)

[Karol Wojtyla, La potenza dei media, in Karl Popper - John Condry, Cattiva maestra televisione, traduzioni di Marina Astrologo e Claudia Di Giorgio, CDE, Milano 1993]

Udienze

  • Non possiamo pertanto trasformare ed avvilire il Natale in una festività di inutile spreco, in una manifestazione all'insegna del facile consumismo: il Natale è la festa dell'Umiltà, della Povertà, della Spogliazione, dell'Abbassamento del Figlio di Dio, che viene a donarci il suo infinito Amore; deve pertanto essere celebrata con autentico spirito di condivisione, di compartecipazione con i fratelli, che hanno bisogno del nostro aiuto affettuoso. Deve essere una tappa fondamentale per la meditazione sul nostro comportamento nei confronti del "Dio che viene"; e questo Dio che viene possiamo incontrarlo in un bimbo indifeso che vagisce; in un ammalato che sente venir meno inesorabilmente le forze del suo corpo; in un anziano, che dopo aver lavorato per tutta la vita, si trova di fatto emarginato e tollerato nella nostra moderna società, basata sulla produttività e sul successo. (22 dicembre 1982)
  • Per noi cristiani ogni giorno può e deve essere Avvento; può e deve essere Natale! Perché, quanto più purificheremo le nostre anime, quanto più faremo spazio all'amore di Dio nel nostro cuore, tanto più Cristo potrà venire e nascere in noi. (22 dicembre 1982)
  • La festa del Natale dà un senso cristiano al succedersi degli eventi e agli umani sentimenti, progetti, speranze, e consente di rintracciare in questo ritmico e apparentemente meccanico scorrere del tempo, non soltanto le linee di tendenza di un umano peregrinare, ma anche i segni, le prove e gli appelli della Provvidenza e Bontà divina. (29 dicembre 1982)
  • Dobbiamo meditare attentamente sul perché Gesù si è incarnato: è importante che ciò sia sempre presente al nostro spirito se vogliamo che il Natale non si riduca a festa solamente sentimentale o consumistica, ricca di regali e di auguri, ma povera di autentica fede cristiana. Il Natale, infatti, ci fa riflettere, da una parte, sulla drammaticità della storia umana, nella quale gli uomini, feriti dal peccato, sono perennemente alla ricerca di verità, di perdono, di misericordia, di redenzione, e, dall'altra, sulla bontà di Dio, che è venuto incontro all'uomo per comunicargli direttamente la Verità che salva e per renderlo partecipe della sua amicizia e della sua vita. (19 dicembre 1990)
  • Il Natale è la festa dell'Amore divino: per amore egli ci ha creati, per amore ci ha redenti in Cristo e ci attende nel suo regno. (19 dicembre 1990)
  • Nello sforzo di descrizione rigorosa e di formalizzazione dei dati dell'esperienza, l'uomo di scienza è condotto a ricorrere a dei concetti metascientifici il cui uso è come esigito dalla logica del suo procedimento. Conviene precisare con esattezza la natura di tali concetti, per evitare di procedere a delle estrapolazioni indebite che leghino le scoperte strettamente scientifiche a una visione del mondo o a delle affermazioni ideologiche o filosofiche che non ne sono affatto dei corollari. Si coglie qui l'importanza della filosofia che considera i fenomeni come anche la loro interpretazione. (31 ottobre 1992)
  • Pensiamo, a titolo di esempio, all'elaborazione di nuove teorie a livello scientifico per spiegare l'emergere del vivente. A rigor di metodo, non si potrebbe interpretarle immediatamente e nel quadro omogeneo della scienza. In particolare, quando si tratta di quel vivente che è l'uomo e del suo cervello, non si può dire che tali teorie costituiscano per se stesse un'affermazione o una negazione dell'anima spirituale, o ancora che esse forniscano una prova della dottrina della creazione, o al contrario che esse la rendano inutile. (31 ottobre 1992)
  • È necessario un lavoro di ulteriore interpretazione: è questo precisamente l'oggetto della filosofia, che è ricerca del senso globale dei dati dell'esperienza, e dunque ugualmente dei fenomeni raccolti e analizzati dalle scienze. La cultura contemporanea esige uno sforzo costante di sintesi delle conoscenze e di integrazione dei saperi. Certo, è alla specializzazione delle ricerche che sono dovuti i successi che noi constatiamo. Ma se la specializzazione non è equilibrata da una riflessione attenta a notare l'articolazione dei saperi, è grande il rischio di giungere a una "cultura frantumata", che sarebbe di fatto la negazione della vera cultura. Poiché quest'ultima non è concepibile senza umanesimo e sapienza. (31 ottobre 1992)

Discorsi

  • Ci rendiamo conto, signore e signori, che l'avvenire dell'uomo e del mondo è minacciato, radicalmente minacciato, a dispetto delle intenzioni, certamente nobili, dell'uomo di cultura, dell'uomo di scienza. [...] Ragioni geopolitiche, problemi economici di dimensione mondiale, terribili incomprensioni, orgogli nazionali feriti, il materialismo della nostra epoca e la decadenza dei valori morali hanno condotto il nostro mondo ad una situazione d'instabilità, a un equilibrio fragile, che rischia d'esser distrutto da un momento all'altro in seguito ad errori di giudizio, d'informazione o d'interpretazione. [...] Fino ad oggi si è detto che le armi nucleari hanno costituito una forza di dissuasione che ha impedito lo scoppio di una guerra più grande, ed è probabilmente vero. Ma ci si può nello stesso tempo chiedere se sarà sempre così. Le armi nucleari di qualsiasi ordine di grandezza o di qualsiasi tipo siano, si perfezionano ogni anno di più e si aggiungono all'arsenale di un numero crescente di paesi. Come si potrà essere sicuri che l'uso delle armi nucleari, anche ai fini di difesa nazionale o in conflitti limitati, non trascinerà con sé una scalata inevitabile portando a una distruzione che l'umanità non potrà mai né prendere in considerazione, né accettare? Ma non è a voi, uomini di scienza e di cultura, che devo domandare di non chiudere gli occhi su ciò che una guerra nucleare può rappresentare per l'umanità intera. Signore e signori, il mondo non potrà proseguire a lungo su questa via. [...] Bisogna aumentare gli sforzi delle coscienze umane nella misura della tensione tra il bene e il male alla quale sono sottoposti gli uomini alla fine del XX secolo. Bisogna convincersi della priorità dell'etica sulla tecnica, del primato della persona sulle cose, della superiorità dello spirito sulla materia. (Parigi, Lunedì 2 Giugno 1980[15])
  • Come dicevo il 3 novembre 1982 agli universitari di Madrid: "Uomini e donne che rappresentate la scienza e la cultura, il vostro potere morale è considerevole. Potete insieme, grazie al vostro prestigio, ottenere che il settore scientifico serva innanzitutto la cultura dell'uomo e che egli non sia mai utilizzato per la sua distruzione". Si pensa spontaneamente ai pericoli dell'energia nucleare. Scatenando la potenza atomica, i ricercatori sono stati da parte loro all'origine di una crisi morale senza pari nella storia, come ho sottolineato ad Hiroshima. All'Unesco, ho insistito sul fatto che l'avvenire dell'uomo e del mondo era minacciato radicalmente, a scapito delle intenzioni degli uomini di scienza, se si utilizzassero le loro scoperte per dei fini distruttivi. Da questo alto luogo di cultura, ho lanciato anche un appello solenne agli scienziati perché aiutassero l'umanità alleando la coscienza alla scienza, facendo rispettare il primato dell'etica badando che la scienza sia al servizio della vita e dell'uomo (cf. Discorso all'Unesco, 2 giugno 1980, nn. 20-22). La tutela della pace tra i popoli è primordiale, e noi speriamo che la testimonianza di numerosi capi religiosi, che hanno pregato ieri ad Assisi per la pace, contribuisca da parte sua a instaurare questa pace che è anche un dono di Dio. (Pontificia Accademia delle Scienze, Martedì 28 Ottobre 1986[16])

Citazioni su papa Giovanni Paolo II

  • Alle volte mi lasciava sbigottito la sua umiltà. [...] Ma un aneddoto io lo ricordo sempre e lo devo raccontare: la prima volta che ho predicato in San Pietro, appena ho cominciato a parlare mi sono reso conto che dovevo parlare lentamente perché c'era un'eco nella basilica, però parlando lentamente durai dieci minuti più del previsto e il prefetto della Casa Pontificia — che era un vescovo, a quel tempo — era un po' nervoso, ogni tanto guardava l'orologio [...] Io non lo vedevo perché era di fianco, però il giorno dopo questo vescovo [...] dopo la liturgia il Papa lo chiamò e sorridendo gli disse: «Quando un uomo ci parla in nome di Dio, non bisogna guardare l'orologio» (Raniero Cantalamessa)
  • Anche in America Latina egli agisce in costante accordo con gli USA e con le sanguisughe locali. Al ministro dei sacerdoti nicaraguese Ernesto Cardenal ha rifiutato la mano, ma ha stretto tanto più cordialmente quella del dittatore Ríos Montt o quella dell'assassino di Romero, d'Aubuisson. (Karlheinz Deschner)
  • Continua a oscillare tra intransigenti affermazioni di fede e affermazioni generalmente umanistiche che possono andare più o meno bene per tutti. (Sergio Quinzio)
  • Da piccoli, si può sognare di far l'attore nei film di cowboy e poi, da grandi, ritrovarsi Presidente degli Stati Uniti. Anche Papa Wojtyla ha cominciato con la recitazione: faceva così bene la parte di Giulio II, che l'hanno chiamato in vaticano. (Gianni Monduzzi)
  • De labore solis. (Malachia di Armagh)
La fatica del sole[17].
  • Dire che papa Wojtyla è un papa reazionario o conservatore è una semplificazione. È un papa diverso da quelli che gli italiani conoscono: non ha la mitezza di Luciani[18], non ha la sapienza dubbiosa e sofferta di Paolo VI, non ha la simpatia e la generosità di Giovanni XXIII; ma non si può neppure dire che sia un papa all'antica di quelli che guardano dal soglio di San Pietro all'esercito dei fedeli come a qualcosa che non ha nome, né personalità. Wojtyla conosce il senso del collettivo, delle masse come lo conoscono i capi autoritari e rivoluzionari. Ma invece di ripetere il grido di Bakunin «Io non sono io, io sono voi», invece di parafrasare i detti autoritari dei capi «Voi siete me e io sono voi» dice «Non io, ma tu e tu e tu» non l'egoismo, il narcisismo, il superomismo, ma neppure il collettivismo che appiattisce, neppure il «volgo che nome non ha», ma una società di uomini ognuno dei quali ha la sua dignità, la sua responsabilità. (Giorgio Bocca)
  • E quella frase che Giovanni Paolo II ha ripetuto per tutto il suo pontificato – "il mondo può cambiare!" – è stata forse l'eredità più preziosa che potesse lasciare agli uomini del XXI secolo. (Gian Franco Svidercoschi)
  • Egli è stato un vero apostolo di giustizia e di pace nel mondo intero, al di là di ogni diversità di etnia e di fede religiosa. (Carlo Azeglio Ciampi)
  • Giovanni Paolo II ha creduto nella forza dello spirito e ha testimoniato, con il Suo indomito coraggio e la serenità nella sofferenza, la fortezza che permette di affrontare qualsiasi ostacolo, di operare per il bene in ogni circostanza. Egli continuerà a vivere nei nostri cuori, nella riconoscenza per la Sua testimonianza, per il Suo esempio. Egli è stato vero apostolo di pace nel mondo intero. L'Italia, Roma – la Sua Diocesi che si sta riversando in Piazza San Pietro – piangono la perdita di un Padre, di una persona amata. (Carlo Azeglio Ciampi)
  • [G]iunto davanti al Colosseo – simbolo omicida dell'imperialismo dell'antica Roma – Giovanni Paolo II si fermò, e parlò col consueto vigore profetico potenziato dal suo esotico italiano, e disse additando l'orribile edificio: «Anche l'impero romano alla fine cadde!». Da poche ore le bombe "intelligenti" di Bush avevano incominciato a devastare Bagdad. L'allusione era inequivocabile. E l'imbarazzo fu tale che soltanto un notiziario radio alquanto antelucano diede conto di queste parole, laddove i giornali – grandi, meno grandi, piccoli – cancellarono la frase. (Luciano Canfora)
  • Il cristiano Karol Wojtyla è convinto che l'uomo abbia smarrito le chiavi che permettono di aprire il cassetto dentro il quale sta il libretto di istruzioni per l'uso dell'uomo stesso. Per lui, i fratelli in umanità non sono certo «cattivi»: semplicemente, sono smarriti, confusi, sbandati, plagiati da cattivi maestri, da suggestioni inganevoli. (Vittorio Messori)
  • Il nuovo papa Woityla, che ha preso il nome di papa Giovanni Paolo II, seguirà una politica internazionale nello spirito della religione cristiana romana. Ci sono voluti quattro secoli per vedere al Vaticano un pontefice non italiano, e precisamente polacco. A mio avviso, l'elezione di questo papa a capo della Chiesa cattolica romana è opera della CIA, degli Stati Uniti, di Brzezinski, questo polacco che è il consigliere speciale del presidente americano per la sicurezza nazionale. (Enver Hoxha)
  • Il Papa ha dichiarato che il matrimonio è per tutta la vita e va accettato anche se fallisce. Ehi, Karol, se non giochi al gioco, non fare le regole! (Daniele Luttazzi)
  • Il Papa sarebbe d'accordo con me: vuole una Polonia bella e pulita come la voglio io. (Lech Walesa)
  • Karol Wojtyła – Giovanni Paolo II, che sin da giovane si mostrò intrepido e ardito difensore di Cristo: per Lui non esitò a spendere ogni energia al fine di diffonderne dappertutto la luce; non accettò di scendere a compromessi quando si trattava di proclamare e difendere la sua Verità; non si stancò mai di diffondere il suo amore. (Benedetto XVI)
  • L'avvento di questo nuovo pontefice sarà certo importante per molti paesi d'Europa e del mondo; egli sosterrà l'imperialismo e si adopererà per ingannare il proletariato e i popoli. Quest'avvenimento avrà ripercussioni in Polonia, come pure in Cecoslovacchia, in Ungheria e in Francia, poiché la borghesia di questi paesi è contenta di vedere alla testa della Chiesa romana un cardinale non italiano. Dal canto loro, gli italiani, specie i democristiani e in generale tutta la borghesia di questo paese, tutti i partiti della borghesia e i cattolici, sono rimasti scioccati da quest'elezione, poiché l'attuale papa non è più un loro papa, il papa della Chiesa italiana, ma un papa di nazionalità polacca e al servizio degli Stati Uniti d'America... (Enver Hoxha)
  • La passion de convaincre, la passione di convincere: questo, per Blaise Pascal, il segno distintivo di ogni cristiano che sia davvero convinto di avere trovato nel Vangelo – anzi nell'incontro personale col Cristo – la verità sull'uomo e sull'umanità. Quella passione sembra pervadere interamente il papa «venuto da lontano». (Vittorio Messori)
  • La predicazione religiosa di Giovanni Paolo II per me forse si riassume tutta nelle parole, spesso da lui ripetute: "Non abbiate paura"; ma anche nella sua affermazione, che responsabilizza tutti gli uomini: "In un certo senso si può dirlo: di fronte alla libertà umana Dio ha voluto rendersi "impotente". (Arrigo Levi)
  • [...] l'arcivescovo di Cracovia, non ancora papa, rischiò di perdere l'aereo che l'avrebbe portato a Roma per il conclave, perché s'era messo a cercare il gatto che un'anziana signora aveva smarrito. Giovanni Paolo II ama gli animali. Dicono che abbia fatto venire a Roma il gatto ch'egli aveva a Cracovia. (Mario Canciani)
  • Leit-motiv del Wojtyla-pensiero è la necessità di promuovere con tutti i mezzi la verità sull'uomo. (Angelo Montonati)
  • Lui ha accelerato [...] il corso della storia. E del comunismo, che resta un fenomeno storico senza precedenti, è stato veramente un degno e fiero avversario. Un avversario vittorioso. (Andrea Camilleri)
  • Nell'affrontare il problema capitale della trasformazione psicologica dello spettatore televisivo Giovanni Paolo II vede in essa un potenziale di comunicazione spirituale. (Derrick de Kerckhove)
  • Noi oggi vediamo tanti uomini che hanno responsabilità mondiali, mancare assai spesso ai loro impegni. Questo Papa ha fatto impallidire l'immagine di questi uomini. (Andrea Camilleri)
  • Non ho mai condiviso le critiche laiciste al fatto che Papa Wojtyla abbia sempre riproposto senza compromessi verità per lui indiscutibili, su questioni (una ne nomino fra tante) come l'aborto. (Arrigo Levi)
  • Paolo e Giovanni Paolo II attraversano il mondo senza una spada; basta che essi diano testimonianza, questa è la loro arma più potente, e il successore di Pietro può sempre attingere nuova energia per questa testimonianza in una Chiesa consacrata a Maria. (Hans Urs von Balthasar)
  • Per me, l'attuale papa Giovanni Paolo II è il Medioevo più la televisione. (Jacques Le Goff)
  • Se avesse accettato la vita in quel senso meccanico come un obbligo, anche Giovanni Paolo II potrebbe essere ancora tra noi, sebbene incapace tanto quanto Eluana Englaro di qualsiasi funzione che dona significato alla vita. [...] Ma quando giunse il momento e gli fu offerta la scelta di ritornare in ospedale per ulteriori cure o rimanere in Vaticano a morire, Giovanni Paolo II nei suoi ultimi giorni non ha esitato. (Peter Popham)
  • Sì, ho litigato col Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano, e ho visto i tetti d'oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto amigo, fai qualcosa! (Diego Armando Maradona)
  • Solo nel 1965 il Concilio Vaticano II deplora l'errore della Chiesa nei riguardi di Galileo, ma passano quasi altri quindici anni perché papa Giovanni Paolo II istituisca una commissione pontificia e riconosca pubblicamente la grandezza di Galileo e le sofferenze a lui inflitte dagli organismi della Chiesa. [...] Comunque una riabilitazione ufficiale non c'è mai stata. (Margherita Hack)
  • Tanti giovani ammirano in Giovanni Paolo II soprattutto la dimensione profetica, sul tipo del profeta Gioele, che ha evidenziato nel terzo capitolo della sua profezia il tema del sogno degli anziani, della visione dei giovani. (James Francis Stafford)
  • Un uomo venuto da molto lontano | stringeva il dolore e un libro nella mano. | Qualcuno ha sparato ed io quel giorno ho pianto | ma tutto il mondo gli è rimasto accanto. | Quel giorno il mondo ha ritrovato il cuore, | la verità non muore. (Amedeo Minghi)
  • Una domanda, Santità: è vero che tempo fa Lei chiese ai figli di Allah di perdonare le Crociate fatte dai Suoi predecessori per riprendersi il Santo Sepolcro? Ah, sì? Ma loro Le hanno mai chiesto scusa per il fatto d'esserselo preso? Le hanno mai chiesto scusa per il fatto d'aver soggiogato per oltre sette secoli la cattolicissima penisola iberica, tutto il Portogallo e tre quarti della Spagna, sicché se nel 1490 Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona non si fossero dati una mossa oggi parleremmo tutti arabo? [...] Santissimo Padre. In tutto rispetto lei mi ricorda i banchieri ebrei-tedeschi che, sperando di salvarsi, negli Anni Trenta prestavano il denaro a Hitler. E che pochi anni dopo si ritrovarono nei forni crematori. (Oriana Fallaci)
  • Va riconosciuto che al cospetto di Karol Wojtyla persino il mondo dei non cattolici è stato obbligato, eccezion fatta per qualche residuo, a mettere in soffitta toni, argomenti e stilemi del tradizionale anticlericalismo e anzi ad emendarsi non senza qualche fatica e sofferenza da essi. (Paolo Mieli)
  • Wojtyla è stato il Papa del dialogo interreligioso, della mano tesa al modo ebraico e musulmano, del riconoscimento dei torti della propria parte. Qualcosa a ben pensarci di davvero atipico, unico nella Storia universale. (Paolo Mieli)
  • Wojtyla vuole radicare l'identità cattolica dei poveri, innanzitutto e per lo più per combattere la deriva laica dei ricchi, e non per condurre un'azione effettiva di lotta alla povertà, per colmare il fossato materiale fra gli uni e gli altri. Oltre ogni migliore intenzione, il risultato è solo un invito a fare buon viso cristiano al cattivo gioco degli egoismi, messi indebitamente in conto al materialismo laico. (Paolo Flores d'Arcais)

Michail Gorbačëv

Giovanni Paolo II con Michail Gorbačëv
  • Certo, lui usciva dalla sfera spirituale, a volte parlava come un politico. Ma più che del politico, direi, spesso ricopriva il ruolo del profeta.
  • Credo che questo Papa, che pure ha tratti di totale intransigenza, sia al fondo un politico realista. Richiamare l'attenzione del mondo sui suoi problemi più urgenti, improcrastinabili, è realismo e lungimiranza. Cosa ben diversa dal realismo di piccolo respiro dedicato a chiudere le falle e a risolvere meschini interessi di breve momento. La sua attenzione al Terzo Mondo, al debito che lo schiaccia in misura crescente, ne è la prova.
  • Dopo il 1989 ci siamo incontrati più volte e, ogni volta, ho avuto la conferma che l'uomo che avevo di fronte aveva una chiara consapevolezza della drammaticità delle sfide del mondo contemporaneo. Fin dal primo contatto provai fiducia, istintivamente. E credo che sia stata una comprensione reciproca. Certo siamo diversi, con percorsi di vita che più diversi non potrebbero essere, eppure - e questo non cessa di stupirmi - siamo giunti agli stessi approdi nel giudizio sull'uomo. Forse, chissà, in questa convergenza gioca il fatto che entrambi siamo uomini dell'Est.
  • Era privo di legami a queste o quelle ideologie o partiti. Predicava il rispetto verso l'Uomo, servendo la giustizia.
  • Io vedo in lui un umanista, che ha compreso a fondo, molto a fondo, le tragedie del comunismo, le ragioni della sua degenerazione. Ma anche un uomo che ha capito molto bene la realtà di un certo capitalismo, la sua brutalità, la sua vuotezza, il cui materialismo pratico non è affatto migliore del materialismo filosofico di una certa interpretazione del marxismo.
  • La sua critica dell'assenza di libertà individuali nel sistema politico sovietico fu giusta. Io stesso, che pure vi ero nato e cresciuto, ero giunto a conclusioni analoghe e, proprio per questo, mi ero impegnato a riformarlo. Ma c'è sempre, nelle parole di questo Papa, una sincerità e una coerenza che non si trovano in altri critici di quel comunismo: cioè Giovanni Paolo II denuncia la mancanza di libertà dovunque si manifesta, nel comunismo, ma anche nel capitalismo. Per questo è stato osteggiato e criticato dalle potentissime congreghe dei vincitori della guerra fredda.
  • Lui è stato, e rimane, una persona che è uscita anche al di fuori della sua propria missione spirituale. Non è stato fermato né dagli attentati contro di lui né dalle minacce. È stato sempre un fermo e convinto difensore delle idee dell'umanesimo. È stato un grande umanista.
  • Nella storia della Chiesa ci sono stati pochi Papi così longevi come Giovanni Paolo II, e così importanti: per avere attraversato un'intera epoca di eccezionali cambiamenti non da spettatori ma da protagonisti.
  • Sì, all'epoca Giovanni Paolo II aveva criticato spesso - e critica ancora oggi - il cosiddetto sistema comunista (anche se preferirei chiamarlo pseudocomunista, in quanto si è solo appropriato il nome) e il modello sociale antiumano che incarnava. Il Papa lo conosceva non per sentito dire: ci aveva vissuto. Ma questa presa di posizione non gli ha impedito di ricordare, ormai nei giorni nostri, che anche questo modello aveva aspetti positivi, inanzitutto sociali.
  • Sua Santità si schiera sempre per una soluzione politica, umana. Crede profondamente nella possibilità di una tale soluzione e io condivido pienamente questa fede.

Hans Küng

  • Giovanni Paolo II è stato globalmente lodato come un combattente per la pace e per i diritti umani. Ma quello che ha predicato all'esterno è in totale opposizione con la sua politica all'interno della Chiesa, dove ha esercitato un pontificato autoritario, opprimendo i diritti delle donne e dei teologi. Per questo non merita di essere presentato ai fedeli come un esempio.
  • Del resto, il suo comportamento nei confronti dei teologi sudamericani della liberazione è stato l'esatto opposto di quello che un esempio cristiano dovrebbe rappresentare.
  • Ma il "Santo Subito" è stata un'esortazione pilotata. Me li ricordo gli striscioni "spontanei" di Piazza San Pietro: tutti di stampa meticolosa, raffinata. È stata una palese messa in scena da parte di gruppi cattolici, conservatori e reazionari, che sono molti forti soprattutto in Spagna, Italia e Polonia.
  • Allo stesso modo, l'entità degli scandali sessuali nella Chiesa, è stata sistematicamente nascosta sia da Wojtyla che dall'allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Ratzinger.

Sandro Magister

  • Karol Wojtyla irrompe in questi anni '80 con il passo grave del più celebre papa della storia. Celebre, non celebrato. [...] Dopo quindici mesi di pontificato, papa Karol Wojtila non è più uno sconosciuto: eppure, più il mondo lo conosce, meno il mondo lo ama.
  • Una cosa sanno di Giovanni Paolo II i cardinali che eleggeranno il suo successore: che è irripetibile.
  • Wojtyla si segnala come interprete di prima grandezza della nuova fase dell'apertura a oriente della Chiesa, a superamento del capitolo meramente diplomatico.

Gianluigi Nuzzi

  • Il 16 ottobre 1978 viene eletto papa il polacco Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II. Il santo padre recupera la politica di Paolo VI e assicura a Marcinkus la continuità sull'indirizzo finanziario.
  • In realtà, Giovanni Paolo II segue le più delicate vicende che agitano la segreteria di Stato, dicastero chiave nell'organigramma vaticano e braccio operativo del santo padre. S'interessa alle inchieste che turbano i segreti dello Ior, come si è visto grazie ai report inviati negli anni Novanta da Caloia al segretario di Wojtyla, Stanislao Dziwisz, sulle vicende Enimont e sullo Ior parallelo, creatura di monsignor Donato de Bonis. Riceve quindi i dossier più riservati sui casi critici e indica le linee generali da seguire alla segreteria di Stato. Gestisce poi in prima persona un'enorme quantità di denaro sui finanziamenti alla Polonia di Solidarnosc. Denaro che costituisce il fondo personale del sommo pontefice e che proprio essendo di sua esclusiva competenza sfugge ai bilanci ufficiali che la Santa Sede diffonde ogni anno.
  • Se si sommano i 72,5 miliardi dello Ior ai 94,4 miliardi dell'Obolo di san Pietro, si scopre che Wojtyla nel 1994 può contare su una cassa personale per carità e opere di bene di 166,9 miliardi (121,3 milioni di euro). Ai quali andranno aggiunti negli anni i proventi della Centesimus annus pro pontefice, il fondo che raccoglie i frutti delle iniziative degli imprenditori cattolici.

Fernando Vallejo

  • E quale sarà il papa a dover chiedere perdono in futuro per l'omofobia di Wojtyla e per l'infinità di bambini che sono nati per essere abbandonati o malati di AIDS a causa della sua ottusa opposizione alla pillola per l'interruzione di gravidanza e al preservativo in un mondo sovrappopolato? O per gli innumerevoli crimini della Puttana carnivora e bimillenaria contro il nostro prossimo, gli animali?
    Sabato 2 aprile 2005, dopo mesi di malattia che hanno rotto il cazzo al Vaticano e tenuto col fiato sospeso il pianeta, finalmente è morto Wojtyla, il papa della riproduzione.
  • Giovanni Paolo II ha protetto Marcinkus e Sindona, come avrebbe poi protetto il grande pedofilo messicano, padre Marcial Maciel.
  • Ha canonizzato quell'ipocrita cacciatore d'eredità e truffatore di vedove di José Maria Escrivà de Balaguer, fondatore della setta franchista dell'Opus Dei e più perverso e tenebroso lui da solo di tutta la Compagnia di Gesù messa assieme.
    In Nicaragua ha demonizzato quella che definiva "la Chiesa popolare" e nel Salvador ha condannato il cardinale Oscar Romero, le cui denunce contro gli squadroni della morte del suo Paese gli sarebbero costate la vita: un franco tiratore lo ammazzò con un colpo al cuore mentre celebrava una messa presso l'ospedale della Divina Provvidenza e nell'esatto momento dell'eucaristia. La sfilza delle vigliaccate di Wojtyla è infinita.

Note

  1. Udienza al pellegrinaggio di Benevento, 10 agosto 1983
  2. Citato in Antonino Zichichi, Galilei divin uomo, Ed. Il Saggiatore, Milano 2001, ISBN 88-428-0943-8
  3. a b c d e Dal discorso del santo padre Giovanni Paolo II al 18° Convegno internazionale della Società dei trapianti, 29 agosto 2000.
  4. Citato in Ciampi: in Campidoglio cita il Papa, semo romani e damose da fa', Adnkronos, 27 settembre 2005.
  5. Dall'enciclica Dives in Misericordia, V, 7; in La Civiltà Cattolica, ed. 3127-3132, 1980, p. 576.
  6. Estratto del Discorso ai membri delle altre religioni, Madras, 5 febbraio 1986, n. 4: Insegnamenti IX/1, 1986, pp. 322s., come citato nell'Udienza generale del 9 settembre 1998.
  7. Dal discorso ai partecipanti del convegno sulla missione ecclesiale di Adrienne von Speyr, 28 settembre 1985; citato in Marcello Paradiso, Il blu e il giallo. Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr: un'avventura spirituale, Effatà Editrice, Cantalupa, 2009, p. 4. ISBN 978-88-7402-511-4
  8. Citato in Libero, 23 novembre 2003, p. 7.
  9. Citato anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana.
  10. Citato in Emanuele Quaranta, Folgorati sulla via di san Paolo, in Il secolo gay, Diario del mese, gennaio 2006, p. 62.
  11. Citato in Antonino Zichichi, L'irresistibile fascino del tempo, Net, 2002, p. 22. ISBN 88-515-2004-6.
  12. Dal bollettino sulle condizioni del Papa del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede Joaquín Navarro-Valls, ore 11.30, 2 aprile 2005. Il riferimento è probabilmente ai migliaia di giovani "incontrati in tutto il mondo lungo il percorso" pontificio e alla loro presenza in Piazza San Pietro nelle sue ultime ore.
  13. Ripetuta e parafrasata nell'incontro con i giovani della Sardegna, 20 ottobre 1985.
  14. Citato in "Rimpiango il Pci, non l'Urss". Intervista a Massimo D'Alema, huffingtonpost.it.
  15. Citato in Discorso di Giovanni Paolo II all'UNESCO, Parigi, 2 giugno 1980 (ai nn. 21-22).
  16. Citato in Discorso di Giovanni Paolo II alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze nel cinquantesimo della rifondazione, 21 ottobre 1986 (al n. 8).
  17. Per approfondimenti vedi la voce Profezia di Malachia su Wikipedia.
  18. Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I.

Bibliografia

  • Giovanni Paolo II, Il dialogo interreligioso nel magistero pontificio, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1994.
  • Giovanni Paolo II, Insegnamenti di Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2006. ISBN 8820978016
  • Giovanni Paolo II, Trittico romano. Meditazioni, Libreria Editrice Vaticana, 2003. ISBN 8820974517
  • Giovanni Paolo II, Fides et Ratio, Libreria Editrice Vaticana.
  • Giovanni Paolo II, Parole sull'uomo, BUR, 1989.
  • Giovanni Paolo II, Segno di contraddizione, Vita e pensiero, 1977.
  • Giovanni Paolo II, Poesie (1939-1978), traduzione di Alessandra Kurczab e Margherita Guidacci, Edizioni di San Marco, 1986.
  • Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente, Editore ART'È, Bologna 1998.
  • Giovanni Paolo II, Il sapore del pane: poesie, traduzione di Alessandra Kurczab e Margherita Guidacci, Libreria Editrice Vaticana, 1979.

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