David Silvagni: differenze tra le versioni

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*Un bel giorno il servitore di Böttger nell'incipriare la parrucca del padrone si accorse che il pacco della cipria pesava più dell'ordinario e lo disse all'alchimista, il quale seppe che «un fabbro ferraio passando a cavallo sopra una strada fangosa, cadde e s'inzaccherò tutto. Risalito in sella e visto che il fango disseccandosi lasciava sul vestito una polvere bianca e finissima, tosto gli venne l'idea di sostituirla alla farina di frumento per imbiancare le parrucche, e mise quella polvere in commercio sotto il nome di cipria». Böttger, esaminata quella polvere, ne dedusse che era formata da caolino purissimo, e l'anno 1707 egli scopriva il segreto della fabbricazione delle porcellane dure. L'Elettore lo colmò di ricchezze, lo creò barone e il giorno 6 giugno 1710 inaugurava nel castello di Albrechtsburg a Meissen la prima fabbrica europea di porcellane. (vol. I, p. 324)
*Un bel giorno il servitore di Böttger nell'incipriare la parrucca del padrone si accorse che il pacco della cipria pesava più dell'ordinario e lo disse all'alchimista, il quale seppe che «un fabbro ferraio passando a cavallo sopra una strada fangosa, cadde e s'inzaccherò tutto. Risalito in sella e visto che il fango disseccandosi lasciava sul vestito una polvere bianca e finissima, tosto gli venne l'idea di sostituirla alla farina di frumento per imbiancare le parrucche, e mise quella polvere in commercio sotto il nome di cipria». Böttger, esaminata quella polvere, ne dedusse che era formata da caolino purissimo, e l'anno 1707 egli scopriva il segreto della fabbricazione delle porcellane dure. L'Elettore lo colmò di ricchezze, lo creò barone e il giorno 6 giugno 1710 inaugurava nel castello di Albrechtsburg a Meissen la prima fabbrica europea di porcellane. (vol. I, p. 324)

*{{NDR|[[Antonio Canova]]}} Aveva carrozza e cavalli, e vestiva elegantemente con calze di seta, brache di velluto, abito di velluto o seta, sparato della camicia con merletti di Burano, panciotto a ricami, orologio a ripetizione, scatola d'oro con la miniatura di Napoleone. Il suo viso era scarno, senza barba, ovale, con la bocca grande e grandi occhi, naso lungo pronunziato, {{sic|sopracciglie}} folte nere, occhiaie profonde, fronte amplissima e calvo, e nascondeva la calvizie con un parrucchino molto ben fatto. (vol. II, p. 452)


*Giovanni Maria {{NDR|Mastai Ferretti}} divenuto pontefice e regnando tanti anni, non arricchì i {{sic|nepoti}} e ciò fu bene; ma forse li lasciò troppo poveri, sicché alla sua morte essi mossero causa prima agli esecutori testamentari, e poi al Governo, per ottenere una quota dell'appannaggio dovuto dal Tesoro pubblico al Papa. I Mastai furono soccombenti; e [[Papa Pio IX|Pio IX]], che aveva arricchito tanti cortigiani così sfacciatamente, lasciò che il suo nome non fosse benedetto neppure dai suoi discendenti. (vol. III, p. 539)
*Giovanni Maria {{NDR|Mastai Ferretti}} divenuto pontefice e regnando tanti anni, non arricchì i {{sic|nepoti}} e ciò fu bene; ma forse li lasciò troppo poveri, sicché alla sua morte essi mossero causa prima agli esecutori testamentari, e poi al Governo, per ottenere una quota dell'appannaggio dovuto dal Tesoro pubblico al Papa. I Mastai furono soccombenti; e [[Papa Pio IX|Pio IX]], che aveva arricchito tanti cortigiani così sfacciatamente, lasciò che il suo nome non fosse benedetto neppure dai suoi discendenti. (vol. III, p. 539)

Versione delle 16:03, 8 mag 2020

David Silvagni (1831 – 1897), storico e prefetto italiano.

La corte e la società romana nei secoli XVIII e XIX

  • È strano pure come i sovrani siano caduti più facilmente degli altri nelle reti che loro tendevano gli alchimisti, dacché nel 1700 un di costoro, Giovanni Federico Böttger, vendeva una polvere che doveva trasformate in oro le più vili sostanze, ed il re Federico Guglielmo I, saputolo, lo fece imprigionare per strappargli il segreto e giovarsene egli solo. Ma il Böttger fuggì dal carcere l'anno dipoi e si ricoverò in Sassonia. Il re di Prussia domandò invano la estradizione del fuggiasco, che l'elettore di Sassonia e re di Polonia, Augusto I, aveva fatto prendere e imprigionare egli pure per ricavarne il famoso segreto. Però il Böttger non poteva dare altrui ciò che non aveva egli stesso, ed il re Augusto cercò di utilizzarne il sapere nello studio dei prodotti minerali della Sassonia. (vol. I, pp. 323-324)
  • Un bel giorno il servitore di Böttger nell'incipriare la parrucca del padrone si accorse che il pacco della cipria pesava più dell'ordinario e lo disse all'alchimista, il quale seppe che «un fabbro ferraio passando a cavallo sopra una strada fangosa, cadde e s'inzaccherò tutto. Risalito in sella e visto che il fango disseccandosi lasciava sul vestito una polvere bianca e finissima, tosto gli venne l'idea di sostituirla alla farina di frumento per imbiancare le parrucche, e mise quella polvere in commercio sotto il nome di cipria». Böttger, esaminata quella polvere, ne dedusse che era formata da caolino purissimo, e l'anno 1707 egli scopriva il segreto della fabbricazione delle porcellane dure. L'Elettore lo colmò di ricchezze, lo creò barone e il giorno 6 giugno 1710 inaugurava nel castello di Albrechtsburg a Meissen la prima fabbrica europea di porcellane. (vol. I, p. 324)
  • [Antonio Canova] Aveva carrozza e cavalli, e vestiva elegantemente con calze di seta, brache di velluto, abito di velluto o seta, sparato della camicia con merletti di Burano, panciotto a ricami, orologio a ripetizione, scatola d'oro con la miniatura di Napoleone. Il suo viso era scarno, senza barba, ovale, con la bocca grande e grandi occhi, naso lungo pronunziato, sopracciglie folte nere, occhiaie profonde, fronte amplissima e calvo, e nascondeva la calvizie con un parrucchino molto ben fatto. (vol. II, p. 452)
  • Giovanni Maria [Mastai Ferretti] divenuto pontefice e regnando tanti anni, non arricchì i nepoti e ciò fu bene; ma forse li lasciò troppo poveri, sicché alla sua morte essi mossero causa prima agli esecutori testamentari, e poi al Governo, per ottenere una quota dell'appannaggio dovuto dal Tesoro pubblico al Papa. I Mastai furono soccombenti; e Pio IX, che aveva arricchito tanti cortigiani così sfacciatamente, lasciò che il suo nome non fosse benedetto neppure dai suoi discendenti. (vol. III, p. 539)
  • Ucciso Rossi[1], il Papa [Pio IX] si mise interamente nelle braccia del cardinale Antonelli, il quale, come vedemmo, cospirò coi nemici dell'Italia per trafugare il Papa[2], e impedì che i più rispettabili uomini dello Stato potessero mai più avvicinarlo a fargli comprendere quanto grande era la sua responsabilità in faccia al suo popolo, all'Italia e alla Storia. (vol. III, pp. 695-696)
  • A Roma il Cardinale [Antonelli] dava in pasto ai prelati, giudici del Tribunale supremo della Consulta, una serie infinita di vittime che, giudicate e condannate alla forma della S. Inquisizione, cioè senza legali testimonianze, senza difesa e senza appello, venivano o mandate in catena al Forte Urbano o uccise, sicché nella città di Sinigaglia ne furono fucilati ventiquattro in un sol giorno.
    È vero che molti erano rei di atroci delitti, ma la forma dei giudizî, la implacabilità dei giudici e le pene spietate rendevano questi atti inumani piuttosto immagine di vendetta che di giustizia; senza dire che i Brunetti padre e figlio[3], fucilati sul Po, il prete Ugo Bassi e Liverani, trucidati a Bologna nel 1849, non avevano altra colpa che quella di aver combattuto contro l'Austria; come i giovani Succi, Malagutti e Parmeggiani, fucilati in Ferrara nel 1853, non erano rei che di aspirazioni nazionali. (vol. III, pp. 697-698)

Note

  1. Pellegrino Rossi fu accoltellato sulle scale del Palazzo della Cancelleria il 15 novembre 1848.
  2. Il 24 novembre 1848, Pio IX lasciò nottetempo Roma per rifugiarsi nel Regno delle Due Sicilie, a Gaeta.
  3. Angelo Brunetti (Ciceruacchio) e il figlio tredicenne Lorenzo.

Bibliografia

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