Cristina Boraschi: differenze tra le versioni

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*Poiché non amo molto farmi vedere, io non avevo mai pensato di fare l’attrice, e quindi ho seguito un percorso normale: sono andata a scuola, ho preso la maturità, mi sono iscritta all’università, ho fatto tutta l’università, tutta, mi sono laureata, in lettere, e continuavo a non pensare di fare l’attrice. Però a metà del mio corso di studi ho scelto storia del cinema, e quindi comunque ero un’appassionata, storia del cinema, storia del teatro, mi sono laureata in storia del cinema, infatti, ma sempre pensando di lavorare dietro le quinte, di fare regia, di fare critica cinematografica, qualcosa del genere. Sennonché erano gli anni ottanta, cominciavano le TV private, ho detto, ma… una scuola di recitazione… imparare un po’ di dizione, magari, appunto, poi vai in video, le TV private, ti fai vedere, parli, devi dire delle cose, parlare bene può servire… eccomi qua! Così bene, parlavo, che il mio insegnante di recitazione mi ha visto sul palcoscenico, mortificandomi molto, dicendomi: “Tu farai o radio, o doppiaggio”, mentre stavo in piedi su un palcoscenico, non è proprio una cosa gentilissima da dire, come dire: “Tu è meglio che non ti fai vedere, però di voce...”.<ref name=cristina />
*Poiché non amo molto farmi vedere, io non avevo mai pensato di fare l’attrice, e quindi ho seguito un percorso normale: sono andata a scuola, ho preso la maturità, mi sono iscritta all’università, ho fatto tutta l’università, tutta, mi sono laureata, in lettere, e continuavo a non pensare di fare l’attrice. Però a metà del mio corso di studi ho scelto storia del cinema, e quindi comunque ero un’appassionata, storia del cinema, storia del teatro, mi sono laureata in storia del cinema, infatti, ma sempre pensando di lavorare dietro le quinte, di fare regia, di fare critica cinematografica, qualcosa del genere. Sennonché erano gli anni ottanta, cominciavano le TV private, ho detto, ma… una scuola di recitazione… imparare un po’ di dizione, magari, appunto, poi vai in video, le TV private, ti fai vedere, parli, devi dire delle cose, parlare bene può servire… eccomi qua! Così bene, parlavo, che il mio insegnante di recitazione mi ha visto sul palcoscenico, mortificandomi molto, dicendomi: “Tu farai o radio, o doppiaggio”, mentre stavo in piedi su un palcoscenico, non è proprio una cosa gentilissima da dire, come dire: “Tu è meglio che non ti fai vedere, però di voce...”.<ref name=cristina />
*Sapevo cos’era il doppiaggio, perché io ero una di quelle abbastanza appassionate, che notava le voci. Io c’ho ancora un quaderno di quand’ero ragazzina con scritto: “[[Giuseppe Rinaldi]] è la voce di [[Burt Lancaster]]”.<ref name=cristina />
*Sapevo cos’era il doppiaggio, perché io ero una di quelle abbastanza appassionate, che notava le voci. Io c’ho ancora un quaderno di quand’ero ragazzina con scritto: “[[Giuseppe Rinaldi]] è la voce di [[Burt Lancaster]]”.<ref name=cristina />
*{{NDR|Il [[doppiaggio]]}} Un normalissimo ambiente di lavoro come tanti altri. Specifico questo perchè tanti dicono che è una gabbia di matti, che sono tutti pazzi, che è un ambiente particolarissimo. Io credo che anche in banca, alle poste, in qualsiasi ufficio ci siano gli stessi problemi, le stesse invidie, le stesse situazioni che si possono ritrovare nel nostro ambiente. E' veramente un mondo come un altro.<ref>https://web.archive.org/web/20040402040807/http://alerossi.com/boraschi.html</ref>
*{{NDR|Il [[doppiaggio]]}} Un normalissimo ambiente di lavoro come tanti altri. Specifico questo perchè tanti dicono che è una gabbia di matti, che sono tutti pazzi, che è un ambiente particolarissimo. Io credo che anche in banca, alle poste, in qualsiasi ufficio ci siano gli stessi problemi, le stesse invidie, le stesse situazioni che si possono ritrovare nel nostro ambiente. E' veramente un mondo come un altro.<ref>Dall'intervista a ''[https://web.archive.org/web/20040402040807/http://alerossi.com/boraschi.html web.archive.org]''.</ref>


==Doppiaggio==
==Doppiaggio==

Versione delle 00:11, 18 giu 2020

Cristina Boraschi (1955 – vivente), doppiatrice italiana.

Citazioni di Cristina Boraschi

  • [Riguardo a I segreti di Osage County] Era tosto, c’erano delle relazioni familiari molto dure… quello mi ha un pochino dato fastidio. Naturalmente poi riportandole alle proprie famiglie, l’idea che ci siano dei rapporti così… tosti e non belli in famiglia non mi piace. Il film però non era male.[1]
  • La prima volta che sono entrata in sala di doppiaggio è stata con uno di questi insegnanti della scuola di recitazione che c’ha portato a vedere un po’ di doppiaggio e io, come ho messo piede in questa sala dove stavano doppiando un film dei Muppets, ho detto: “Questo è il lavoro che io farò!”. Ma proprio subito, primo colpo. Oddio, ho anche indicato l’assistente è ho detto: “Quello è il lavoro che io farò!”, ho fatto cinque anni l’assistente al doppiaggio.[1]
  • Mi ricordo la prima battuta che ho detto in un film del cinema, che è: “Ciao!”. […] Il film era Xanadu, con Olivia Newton-John.[1]
  • Molte serie sono più belle di molti film, ormai il cinema… […] Noi abbiamo vissuto un’epoca – anni ottanta, anni novanta – in cui c’era del bel cinema; aver doppiato tante attrici in tanti film di quegli anni, devo dire, ho avuto grosse soddisfazioni, perché erano bei film, in dei bei contesti, delle belle storie da recitare e delle belle prove d’attrice da fare. […] Non dico che i film siano brutti, non piacciono a me, è un altro discorso, ma dal nostro punto di vista, dal punto di vista recitativo-interpretativo, fare un supereroe non è come fare un bel filmone dove c’è storia, passione, tormento…[1]
  • Poiché non amo molto farmi vedere, io non avevo mai pensato di fare l’attrice, e quindi ho seguito un percorso normale: sono andata a scuola, ho preso la maturità, mi sono iscritta all’università, ho fatto tutta l’università, tutta, mi sono laureata, in lettere, e continuavo a non pensare di fare l’attrice. Però a metà del mio corso di studi ho scelto storia del cinema, e quindi comunque ero un’appassionata, storia del cinema, storia del teatro, mi sono laureata in storia del cinema, infatti, ma sempre pensando di lavorare dietro le quinte, di fare regia, di fare critica cinematografica, qualcosa del genere. Sennonché erano gli anni ottanta, cominciavano le TV private, ho detto, ma… una scuola di recitazione… imparare un po’ di dizione, magari, appunto, poi vai in video, le TV private, ti fai vedere, parli, devi dire delle cose, parlare bene può servire… eccomi qua! Così bene, parlavo, che il mio insegnante di recitazione mi ha visto sul palcoscenico, mortificandomi molto, dicendomi: “Tu farai o radio, o doppiaggio”, mentre stavo in piedi su un palcoscenico, non è proprio una cosa gentilissima da dire, come dire: “Tu è meglio che non ti fai vedere, però di voce...”.[1]
  • Sapevo cos’era il doppiaggio, perché io ero una di quelle abbastanza appassionate, che notava le voci. Io c’ho ancora un quaderno di quand’ero ragazzina con scritto: “Giuseppe Rinaldi è la voce di Burt Lancaster”.[1]
  • [Il doppiaggio] Un normalissimo ambiente di lavoro come tanti altri. Specifico questo perchè tanti dicono che è una gabbia di matti, che sono tutti pazzi, che è un ambiente particolarissimo. Io credo che anche in banca, alle poste, in qualsiasi ufficio ci siano gli stessi problemi, le stesse invidie, le stesse situazioni che si possono ritrovare nel nostro ambiente. E' veramente un mondo come un altro.[2]

Doppiaggio

Film

Telefilm

Note

  1. a b c d e f Da Dopocena con… Cristina Boraschi, YouTube.com.
  2. Dall'intervista a web.archive.org.

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