Patricia Highsmith: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di alcune opere==
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Carol''===
Nella mensa per i dipendenti del Frankenberg era l'ora di punta.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>

===''Il talento di Mr. Ripley''===
===''Il talento di Mr. Ripley''===
Tom sbirciò alle sue spalle e scorse l'uomo che lo seguiva uscire dietro di lui dal Green Cage. Accelerò il passo, ma non c'era ombra di dubbio. L'uomo era proprio alle sue calcagna. Tom lo aveva notato cinque minuti prima mentre questi lo osservava con insistenza da un altro tavolo, come se non fosse proprio del tutto sicuro, ma quasi. A Tom, però, era sembrato sicuro abbastanza da indurlo a bere d'un fiato il suo drink, pagare in gran fretta e lasciare il locale.<br />
Tom sbirciò alle sue spalle e scorse l'uomo che lo seguiva uscire dietro di lui dal Green Cage. Accelerò il passo, ma non c'era ombra di dubbio. L'uomo era proprio alle sue calcagna. Tom lo aveva notato cinque minuti prima mentre questi lo osservava con insistenza da un altro tavolo, come se non fosse proprio del tutto sicuro, ma quasi. A Tom, però, era sembrato sicuro abbastanza da indurlo a bere d'un fiato il suo drink, pagare in gran fretta e lasciare il locale.<br>
Giunto all'angolo si protese in avanti e affrettò il passo oltre la Quinta Strada. Era nelle vicinanze di Raoul's. Si chiese se fosse il caso di correre il rischio di entrare e farsi un altro bicchiere. Doveva sfidare la sorte con tutte le conseguenze che ne derivavano oppure era meglio squagliarsela verso Park Avenue cercando di seminare quel tipo entrando e uscendo da qualche portone male illuminato? Si decise ed entrò da Raoul's.
Giunto all'angolo si protese in avanti e affrettò il passo oltre la Quinta Strada. Era nelle vicinanze di Raoul's. Si chiese se fosse il caso di correre il rischio di entrare e farsi un altro bicchiere. Doveva sfidare la sorte con tutte le conseguenze che ne derivavano oppure era meglio squagliarsela verso Park Avenue cercando di seminare quel tipo entrando e uscendo da qualche portone male illuminato? Si decise ed entrò da Raoul's.

{{NDR|Patricia Highsmith, ''Il talento di Mr. Ripley'', traduzione di Maria Grazia Prestini, Bompiani, Milano 2001}}


===''L'alibi di cristallo''===
===''L'alibi di cristallo''===
Erano le tre e trentacinque di un martedì pomeriggio al Penitenziario Statale, e i detenuti stavano tornando dal lavoro. Uomini in uniformi non stirate, color carne, col numero sulla schiena, defluivano per i lunghi corridoi del blocco A. Da loro si alzava un fitto borbottio, anche se in apparenza nessuno stava parlando col vicino. Era uno strano coro, non musicale, che il primo giorno aveva spaventato Carter. Era ancora un pivello e aveva addirittura pensato che bollisse in pentola una rivolta: ora invece l'accettava come una caratteristica del Penitenziario Statale, o forse, chissà, di tutte le prigioni. La porta delle celle era aperta, e a mano a mano gli uomini sparivano, inghiottiti dalle celle al pianterreno, e di sopra, in quelle che davano sulle ringhiere (il blocco aveva quattro piani). Ben presto i corridoi si svuotarono. Adesso c'erano venticinque minuti per lavarsi al lavandino della cella; cambiarsi la camicia, chi ci teneva e ne aveva una pulita; scrivere una lettera, o mettersi la cuffia e ascoltare il disc-jockey del programma musicale che andava in onda a quell'ora. Il campanello della cena suonava alle quattro.
Erano le tre e trentacinque di un martedì pomeriggio al Penitenziario Statale, e i detenuti stavano tornando dal lavoro. Uomini in uniformi non stirate, color carne, col numero sulla schiena, defluivano per i lunghi corridoi del blocco A. Da loro si alzava un fitto borbottio, anche se in apparenza nessuno stava parlando col vicino. Era uno strano coro, non musicale, che il primo giorno aveva spaventato Carter. Era ancora un pivello e aveva addirittura pensato che bollisse in pentola una rivolta: ora invece l'accettava come una caratteristica del Penitenziario Statale, o forse, chissà, di tutte le prigioni. La porta delle celle era aperta, e a mano a mano gli uomini sparivano, inghiottiti dalle celle al pianterreno, e di sopra, in quelle che davano sulle ringhiere (il blocco aveva quattro piani). Ben presto i corridoi si svuotarono. Adesso c'erano venticinque minuti per lavarsi al lavandino della cella; cambiarsi la camicia, chi ci teneva e ne aveva una pulita; scrivere una lettera, o mettersi la cuffia e ascoltare il disc-jockey del programma musicale che andava in onda a quell'ora. Il campanello della cena suonava alle quattro.

{{NDR|Patricia Highsmith, ''L'alibi di cristallo'', traduzione di Carlo Brera, Bompiani, Milano 1993}}


==Citazioni su Patricia Highsmith==
==Citazioni su Patricia Highsmith==
*Il nome «Patricia Highsmith» indica per me un territorio sacro, colei il cui posto tra gli scrittori è paragonabile al posto che [[Baruch Spinoza|Spinoza]] occupa per [[Gilles Deleuze|Deleuze]] (il «Cristo tra i filosofi»). Chi parla di lei deve fare attenzione, perché cammina sui miei sogni. ([[Slavoj Žižek]])
*Il nome «Patricia Highsmith» indica per me un territorio sacro, colei il cui posto tra gli scrittori è paragonabile al posto che [[Baruch Spinoza|Spinoza]] occupa per [[Gilles Deleuze|Deleuze]] (il «Cristo tra i filosofi»). Chi parla di lei deve fare attenzione, perché cammina sui miei sogni. ([[Slavoj Žižek]])

==Note==
<references />

==Bibliografia==
*Patricia Highsmith, ''Il talento di Mr. Ripley'', traduzione di Maria Grazia Prestini, Bompiani, Milano, 2001.
*Patricia Highsmith, ''L'alibi di cristallo'', traduzione di Carlo Brera, Bompiani, Milano, 1993.


==Filmografia==
==Filmografia==

Versione delle 17:23, 18 giu 2020

Patricia Highsmith nel 1988

Patricia Highsmith (1921 – 1995), scrittrice statunitense.

Incipit di alcune opere

Carol

Nella mensa per i dipendenti del Frankenberg era l'ora di punta.[1]

Il talento di Mr. Ripley

Tom sbirciò alle sue spalle e scorse l'uomo che lo seguiva uscire dietro di lui dal Green Cage. Accelerò il passo, ma non c'era ombra di dubbio. L'uomo era proprio alle sue calcagna. Tom lo aveva notato cinque minuti prima mentre questi lo osservava con insistenza da un altro tavolo, come se non fosse proprio del tutto sicuro, ma quasi. A Tom, però, era sembrato sicuro abbastanza da indurlo a bere d'un fiato il suo drink, pagare in gran fretta e lasciare il locale.
Giunto all'angolo si protese in avanti e affrettò il passo oltre la Quinta Strada. Era nelle vicinanze di Raoul's. Si chiese se fosse il caso di correre il rischio di entrare e farsi un altro bicchiere. Doveva sfidare la sorte con tutte le conseguenze che ne derivavano oppure era meglio squagliarsela verso Park Avenue cercando di seminare quel tipo entrando e uscendo da qualche portone male illuminato? Si decise ed entrò da Raoul's.

L'alibi di cristallo

Erano le tre e trentacinque di un martedì pomeriggio al Penitenziario Statale, e i detenuti stavano tornando dal lavoro. Uomini in uniformi non stirate, color carne, col numero sulla schiena, defluivano per i lunghi corridoi del blocco A. Da loro si alzava un fitto borbottio, anche se in apparenza nessuno stava parlando col vicino. Era uno strano coro, non musicale, che il primo giorno aveva spaventato Carter. Era ancora un pivello e aveva addirittura pensato che bollisse in pentola una rivolta: ora invece l'accettava come una caratteristica del Penitenziario Statale, o forse, chissà, di tutte le prigioni. La porta delle celle era aperta, e a mano a mano gli uomini sparivano, inghiottiti dalle celle al pianterreno, e di sopra, in quelle che davano sulle ringhiere (il blocco aveva quattro piani). Ben presto i corridoi si svuotarono. Adesso c'erano venticinque minuti per lavarsi al lavandino della cella; cambiarsi la camicia, chi ci teneva e ne aveva una pulita; scrivere una lettera, o mettersi la cuffia e ascoltare il disc-jockey del programma musicale che andava in onda a quell'ora. Il campanello della cena suonava alle quattro.

Citazioni su Patricia Highsmith

  • Il nome «Patricia Highsmith» indica per me un territorio sacro, colei il cui posto tra gli scrittori è paragonabile al posto che Spinoza occupa per Deleuze (il «Cristo tra i filosofi»). Chi parla di lei deve fare attenzione, perché cammina sui miei sogni. (Slavoj Žižek)

Note

  1. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia

  • Patricia Highsmith, Il talento di Mr. Ripley, traduzione di Maria Grazia Prestini, Bompiani, Milano, 2001.
  • Patricia Highsmith, L'alibi di cristallo, traduzione di Carlo Brera, Bompiani, Milano, 1993.

Filmografia

  • Carol (2015) – soggetto

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Opere

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