Libro dei Giudici: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Solomon de Bray - Jael, Deborah, and Barak.jpg|thumb|upright=0.8|left|''Giaele, Debora e Barac'' ([[Francisco Goya|F. Goya]], 1630 ca.)]]
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Dopo la morte di [[Giosuè (Bibbia)|Giosuè]], gli Israeliti consultarono il Signore dicendo: "Chi di noi andrà per primo a combattere contro i [[Canaan|Cananei]]?". Il Signore rispose: "Andrà [[Giuda (tribù)|Giuda]]: ecco, ho messo il paese nelle sue mani". Allora Giuda disse a [[Simeone (tribù)|Simeone]] suo fratello: "Vieni con me nel paese, che mi è toccato in sorte, e combattiamo contro i Cananei; poi anch'io verrò con te in quello che ti è toccato in sorte". Simeone andò con lui. Giuda dunque si mosse e il Signore mise nelle loro mani i Cananei e i Perizziti; sconfissero a Bezek diecimila uomini. Incontrato Adoni-Bezek a Bezek, l'attaccarono e sconfissero i Cananei e i Perizziti. Adoni-Bezek fuggì, ma essi lo inseguirono, lo catturarono e gli amputarono i pollici delle mani e dei piedi. Adoni-Bezek disse: "Settanta re con i pollici delle mani e dei piedi amputati, raccattavano gli avanzi sotto la mia tavola. Quello che ho fatto io, Dio me lo ripaga". Lo condussero poi a [[Gerusalemme]] dove morì. I figli di Giuda attaccarono Gerusalemme e la presero; la passarono a fil di spada e l'abbandonarono alle fiamme.
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==Citazioni==
==Citazioni==

Versione delle 10:29, 6 ago 2020

Antico Testamento
Torah o Pentateuco:

Profeti anteriori:

Profeti posteriori - maggiori:

Profeti posteriori - minori:

Ketuvim:

Meghillot:
Deuterocanonici:

Libro dei Giudici, testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana.

Incipit

Giaele, Debora e Barac (F. Goya, 1630 ca.)

Dopo la morte di Giosuè, gli Israeliti consultarono il Signore dicendo: "Chi di noi andrà per primo a combattere contro i Cananei?". Il Signore rispose: "Andrà Giuda: ecco, ho messo il paese nelle sue mani". Allora Giuda disse a Simeone suo fratello: "Vieni con me nel paese, che mi è toccato in sorte, e combattiamo contro i Cananei; poi anch'io verrò con te in quello che ti è toccato in sorte". Simeone andò con lui. Giuda dunque si mosse e il Signore mise nelle loro mani i Cananei e i Perizziti; sconfissero a Bezek diecimila uomini. Incontrato Adoni-Bezek a Bezek, l'attaccarono e sconfissero i Cananei e i Perizziti. Adoni-Bezek fuggì, ma essi lo inseguirono, lo catturarono e gli amputarono i pollici delle mani e dei piedi. Adoni-Bezek disse: "Settanta re con i pollici delle mani e dei piedi amputati, raccattavano gli avanzi sotto la mia tavola. Quello che ho fatto io, Dio me lo ripaga". Lo condussero poi a Gerusalemme dove morì. I figli di Giuda attaccarono Gerusalemme e la presero; la passarono a fil di spada e l'abbandonarono alle fiamme.

Citazioni

  • In quel tempo era giudice d'Israele una profetessa, Dèbora, moglie di Lappidot. Essa sedeva sotto la palma di Dèbora, tra Rama e Betel, sulle montagne di Efraim, e gli Israeliti venivano a lei per le vertenze giudiziarie. (4, 4 – 9)
  • Dèbora disse a Barak: "Alzati, perché questo è il giorno in cui il Signore ha messo Sisara nelle tue mani. Il Signore non esce forse in campo davanti a te?". (4, 14)
  • Giaele uscì incontro a Sisara e gli disse: "Fermati, mio signore, fermati da me: non temere". Egli entrò da lei nella sua tenda ed essa lo nascose con una coperta. Egli le disse: "Dammi un po' d'acqua da bere perché ho sete". Essa aprì l'otre del latte, gli diede da bere e poi lo ricoprì. Egli le disse: "Sta' all'ingresso della tenda; se viene qualcuno a interrogarti dicendo: C'è qui un uomo?, dirai: Nessuno". Ma Giaele, moglie di Eber, prese un picchetto della tenda, prese in mano il martello, venne pian piano a lui e gli conficcò il picchetto nella tempia, fino a farlo penetrare in terra. (4, 18 – 21)
  • Era cessata ogni autorità di governo, | era cessata in Israele, | fin quando sorsi io, Dèbora, | fin quando sorsi come madre in Israele. (5, 7)
  • Sia benedetta fra le donne Giaele,| la moglie di Eber il Kenita, | benedetta fra le donne della tenda! || Acqua egli chiese, latte essa diede, | in una coppa da principi offrì latte acido. || Una mano essa stese al picchetto | e la destra a un martello da fabbri, | e colpì Sisara, lo percosse alla testa, | ne fracassò, ne trapassò la tempia. (5, 24 – 26)
  • Così periscano tutti i tuoi nemici, Signore! | Ma coloro che ti amano siano come il sole, | quando sorge con tutto lo splendore. (5, 31)
  • Si misero in cammino gli alberi | per ungere un re su di essi. | Dissero all'ulivo: | Regna su di noi. || Rispose loro l'ulivo: | Rinuncerò al mio olio, | grazie al quale | si onorano dei e uomini, | e andrò ad agitarmi sugli alberi? || Dissero gli alberi al fico: | Vieni tu, regna su di noi. || Rispose loro il fico: | Rinuncerò alla mia dolcezza | e al mio frutto squisito, | e andrò ad agitarmi sugli alberi? || Dissero gli alberi alla vite: | Vieni tu, regna su di noi. || Rispose loro la vite: | Rinuncerò al mio mosto | che allieta dei e uomini, | e andrò ad agitarmi sugli alberi? || Dissero tutti gli alberi al rovo: | Vieni tu, regna su di noi. || Rispose il rovo agli alberi: | Se in verità ungete | me re su di voi, | venite, rifugiatevi alla mia ombra; | se no, esca un fuoco dal rovo | e divori i cedri del Libano. (9, 8 – 15)
  • Sansone scese con il padre e con la madre a Timna; quando furono giunti alle vigne di Timna, ecco un leone venirgli incontro ruggendo. Lo spirito del Signore lo investì e, senza niente in mano, squarciò il leone come si squarcia un capretto. [...] Dopo qualche tempo [...] uscì dalla strada per vedere la carcassa del leone: ecco nel corpo del leone c'era uno sciame d'api e il miele. [...] Sansone disse loro [ai Filistei]: "Voglio proporvi un indovinello [...]. Dal divoratore è uscito il cibo | e dal forte è uscito il dolce". [...] Gli uomini della città, il settimo giorno, prima che tramontasse il sole, dissero a Sansone: "Che c'è di più dolce del miele? | Che c'è di più forte del leone?". (14, 5 – 18)
  • Trovò allora una mascella d'asino ancora fresca, stese la mano, l'afferrò e uccise con essa mille uomini. Sansone disse: "Con la mascella dell'asino, | li ho ben macellati! | Con la mascella dell'asino, | ho colpito mille uomini!". (15, 15 – 16)
  • Allora Sansone invocò il Signore e disse: "Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!". Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all'una con la destra, all'altra con la sinistra. Sansone disse [ultime parole]: "Che io muoia insieme con i Filistei!". Si curvò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita. (16, 28 – 30)

Bibliografia

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