Chimamanda Ngozi Adichie: differenze tra le versioni

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*Insegniamo alle ragazze a farsi piccole.<ref>Dal discorso ''We should all be feminists'', 2012.</ref>
*Insegniamo alle ragazze a farsi piccole.<ref>Dal discorso ''We should all be feminists'', 2012.</ref>
:''We teach girls to shrink themselves''.
:''We teach girls to shrink themselves''.
*Se non fossi africana, forse non mi renderei conto che l’[[Africa]] non ha bisogno di pesci in regalo, ma di solide canne da pesca e di un equo accesso allo stagno. Forse non capirei che sì, le nazioni africane hanno dei leader disastrosi, ma hanno anche persone dinamiche, capaci di agire e con tante cose da dire. Forse non saprei che quell’Africa ha le sue divisioni di classe e che ci sono africani ricchi che non hanno derubato i loro paesi. Forse non riuscirei a convincermi che i paesi africani corrotti sono anche pieni di persone furiosamente oneste e che i conflitti violenti riguardano il controllo di risorse (a volte per motivi del tutto artificiosi) molto scarse.<ref>Da: "Madonna degli africani”, ''Internazionale'' (originale in: ''Washington Post''), n° 670, 1° dicembre 2006, p. 59.</ref>


{{Int|Dall'intervista di ''Africa News''|in ''[http://www.africanews.it/intervista-a-chimamanda-ngozi-adichie/ Intervista a Chimamanda Ngozi Adichie]'', ''Africanews.it'', 18 febbraio 2009}}
{{Int|Dall'intervista di ''Africa News''|in ''[http://www.africanews.it/intervista-a-chimamanda-ngozi-adichie/ Intervista a Chimamanda Ngozi Adichie]'', ''Africanews.it'', 18 febbraio 2009}}

Versione delle 19:50, 5 set 2020

Chimamanda Ngozi Adichie

Chimamanda Ngozi Adichie (1977 – vivente), scrittrice nigeriana.

Citazioni di Chimamanda Ngozi Adichie

  • Dovremmo essere tutti femministi.[1]
We should all be feminists.
  • Insegniamo alle ragazze a farsi piccole.[2]
We teach girls to shrink themselves.
  • Se non fossi africana, forse non mi renderei conto che l’Africa non ha bisogno di pesci in regalo, ma di solide canne da pesca e di un equo accesso allo stagno. Forse non capirei che sì, le nazioni africane hanno dei leader disastrosi, ma hanno anche persone dinamiche, capaci di agire e con tante cose da dire. Forse non saprei che quell’Africa ha le sue divisioni di classe e che ci sono africani ricchi che non hanno derubato i loro paesi. Forse non riuscirei a convincermi che i paesi africani corrotti sono anche pieni di persone furiosamente oneste e che i conflitti violenti riguardano il controllo di risorse (a volte per motivi del tutto artificiosi) molto scarse.[3]

Dall'intervista di Africa News

in Intervista a Chimamanda Ngozi Adichie, Africanews.it, 18 febbraio 2009

  • I continui riferimenti alla tradizione orale, quando si parla di autori africani, mi infastidiscono. Sono frutto di una visione romanticizzata della nostra letteratura.
  • Di continuo mi vengono rivolte domande sulla cultura africana «autentica» e incontaminata, trascurando il fatto che i rapporti commerciali con i portoghesi, per esempio, risalgono al quattordicesimo secolo, e che – come in ogni parte del mondo – ci sono stati scambi culturali che hanno portato a una costante evoluzione. Ma quando si parla di Africa, forse perché qui ha avuto inizio il genere umano, tutto questo viene dimenticato, e si idealizza una presunta «primitività», quanto vi è di «selvaggio» e di «puro» nella nostra cultura.
  • La guerra del Biafra mi ossessiona da quando ero bambina: i miei nonni sono morti durante il conflitto, e in particolare la figura di mio nonno paterno, che ho conosciuto attraverso le parole di mio padre, mi coinvolge e mi emoziona.
  • Fra le poche cose che il regime militare è riuscito a fare bene in Nigeria c'è stata la sistematica distruzione della vita intellettuale, del dissenso. Pur di sopravvivere, molti intellettuali si sono visti costretti a umilianti compromessi, hanno scelto di collaborare, accettando incarichi governativi, o comunque la loro dignità morale ne è stata danneggiata. Rispetto agli anni Sessanta, quando la vita culturale in Nigeria era molto vivace, il clima è oggi decisamente meno stimolante. Ma ci sono segnali che lasciano intravedere un cambiamento. La fine della dittatura ha allentato la tensione, e fuori dal paese gli editori sembrano pronti a scommettere sulla nostra letteratura.

Incipit di Metà di un sole giallo

Padrone era un po' matto; aveva passato troppi anni all'estero a leggere libri, parlava da solo in ufficio, non sempre rispondeva al saluto e aveva troppi capelli.[4]

Note

  1. Dall'omonimo discorso per TEDxEuston, 2012.
  2. Dal discorso We should all be feminists, 2012.
  3. Da: "Madonna degli africani”, Internazionale (originale in: Washington Post), n° 670, 1° dicembre 2006, p. 59.
  4. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

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