Bione di Boristene: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica Etichetta: caratteri ripetuti |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 3: | Riga 3: | ||
*Chi è [[Giovinezza e senilità|giovine]] usa la forza, ma [[Giovinezza e senilità|invecchiando]] vale per la prudenza.<ref name=§50>Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 50.</ref> |
*Chi è [[Giovinezza e senilità|giovine]] usa la forza, ma [[Giovinezza e senilità|invecchiando]] vale per la prudenza.<ref name=§50>Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 50.</ref> |
||
*{{NDR|A proposito di un ricco spilorcio}} Costui non possiede la roba, ma la roba lui.<ref name=§50/> |
*{{NDR|A proposito di un ricco spilorcio}} Costui non possiede la roba, ma la roba lui.<ref name=§50/> |
||
⚫ | |||
*È impossibile piacere alla [[Massa|moltitudine]], se non diventando un pasticcio, o del vino dolce.<ref>Citato in [[Giacomo Leopardi]], ''Pensieri'', [[s:Pensieri (Leopardi)/LIII|LIII]], a cura di Marilena Salvarezza, Biblioteca Italiana Tascabile, Milano, 1995.</ref> |
*È impossibile piacere alla [[Massa|moltitudine]], se non diventando un pasticcio, o del vino dolce.<ref>Citato in [[Giacomo Leopardi]], ''Pensieri'', [[s:Pensieri (Leopardi)/LIII|LIII]], a cura di Marilena Salvarezza, Biblioteca Italiana Tascabile, Milano, 1995.</ref> |
||
⚫ | |||
*Gran [[male]] il non poter sopportare il male.<ref name=§48>Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 48.</ref> |
*Gran [[male]] il non poter sopportare il male.<ref name=§48>Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 48.</ref> |
||
*I più [[Felicità e infelicità|travagliati]] di tutti, sono quelli che cercano le maggiori [[Felicità e infelicità|felicità]].<ref>Citato in Giacomo Leopardi, ''Detti memorabili di Filippo Ottonieri'', VI, in ''Operette morali'', a cura di Alessandro Donati, Laterza, Bari, 1928, [[s:Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/146|p. 140]].</ref> |
*I più [[Felicità e infelicità|travagliati]] di tutti, sono quelli che cercano le maggiori [[Felicità e infelicità|felicità]].<ref>Citato in Giacomo Leopardi, ''Detti memorabili di Filippo Ottonieri'', VI, in ''Operette morali'', a cura di Alessandro Donati, Laterza, Bari, 1928, [[s:Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/146|p. 140]].</ref> |
||
*Istoltissima cosa è che il Re, nel pianto, a sé i capelli isvelga, come se il dolore si alleggerisse pel farsi calvo.<ref>[[Marco Tullio Cicerone]], ''[https://books.google.it/books?id=_xI-AQAAMAAJ Quistioni tusculane]'', traduzione di anonimo toscano cinquecentesco, a cura di Michele dello Russo, Stamperia del Diogene, Napoli, 1851, p. 123.</ref> |
*Istoltissima cosa è che il Re, nel pianto, a sé i capelli isvelga, come se il dolore si alleggerisse pel farsi calvo.<ref>[[Marco Tullio Cicerone]], ''[https://books.google.it/books?id=_xI-AQAAMAAJ Quistioni tusculane]'', traduzione di anonimo toscano cinquecentesco, a cura di Michele dello Russo, Stamperia del Diogene, Napoli, 1851, p. 123.</ref> |
||
*{{NDR|Sulla [[ricchezza]]}} Nerbo degli affari.<ref name=§48/> |
*{{NDR|Sulla [[ricchezza]]}} Nerbo degli affari.<ref name=§48/> |
||
*{{NDR|Sulle perdite patrimoniali}} Non è meno doloroso ai calvi che ai ben chiomati il sentirsi strappare i capelli.<ref>Citato in Lucio Anneo Seneca, ''Della tranquillità dell'anima'' – ''Della brevità della vita'', a cura di Luigi Castiglioni, Paravia, Torino, 1930, p. 39.</ref> |
|||
*{{NDR|Biasimato di non procacciarsi {{Sic|un}} amante giovane}} Non si può prendere coll'amo il cacio molle.<ref>Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 47.</ref> |
*{{NDR|Biasimato di non procacciarsi {{Sic|un}} amante giovane}} Non si può prendere coll'amo il cacio molle.<ref>Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 47.</ref> |
||
*Tanto la [[prudenza]] vince l'altre virtù, quanto la vista gli altri sensi.<ref>Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 51.</ref> |
*Tanto la [[prudenza]] vince l'altre virtù, quanto la vista gli altri sensi.<ref>Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 51.</ref> |
||
*Tutte le faccende degli uomini sono somigliantissime agli inizi (che essi hanno avuto), e la loro vita non è più santa o più seria dell'atto del loro concepimento, <sono ricondotti al nulla> coloro che dal nulla sono nati.<ref>Citato in Lucio Anneo Seneca, ''[https://books.google.it/books?id=n8yNCwAAQBAJ La pace dell'animo]'', 15, 4, a cura di Paola Raimondetti, UTET, Torino, 2016. ISBN 88-511-3884-4.</ref> |
|||
*{{NDR|Sulla [[presunzione]]}} Un impedimento al progresso.<ref name=§50/> |
*{{NDR|Sulla [[presunzione]]}} Un impedimento al progresso.<ref name=§50/> |
||
Versione delle 14:41, 9 set 2020
Bione di Boristene (III sec. a.C.), filosofo greco.
- Chi è giovine usa la forza, ma invecchiando vale per la prudenza.[1]
- [A proposito di un ricco spilorcio] Costui non possiede la roba, ma la roba lui.[1]
- È impossibile piacere alla moltitudine, se non diventando un pasticcio, o del vino dolce.[2]
- Facile la via dell'inferno, perché vi si va a chiusi occhi.[3]
- Gran male il non poter sopportare il male.[4]
- I più travagliati di tutti, sono quelli che cercano le maggiori felicità.[5]
- Istoltissima cosa è che il Re, nel pianto, a sé i capelli isvelga, come se il dolore si alleggerisse pel farsi calvo.[6]
- [Sulla ricchezza] Nerbo degli affari.[4]
- [Sulle perdite patrimoniali] Non è meno doloroso ai calvi che ai ben chiomati il sentirsi strappare i capelli.[7]
- [Biasimato di non procacciarsi un amante giovane] Non si può prendere coll'amo il cacio molle.[8]
- Tanto la prudenza vince l'altre virtù, quanto la vista gli altri sensi.[9]
- Tutte le faccende degli uomini sono somigliantissime agli inizi (che essi hanno avuto), e la loro vita non è più santa o più seria dell'atto del loro concepimento, <sono ricondotti al nulla> coloro che dal nulla sono nati.[10]
- [Sulla presunzione] Un impedimento al progresso.[1]
Note
- ↑ a b c Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 50.
- ↑ Citato in Giacomo Leopardi, Pensieri, LIII, a cura di Marilena Salvarezza, Biblioteca Italiana Tascabile, Milano, 1995.
- ↑ Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 49.
- ↑ a b Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 48.
- ↑ Citato in Giacomo Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri, VI, in Operette morali, a cura di Alessandro Donati, Laterza, Bari, 1928, p. 140.
- ↑ Marco Tullio Cicerone, Quistioni tusculane, traduzione di anonimo toscano cinquecentesco, a cura di Michele dello Russo, Stamperia del Diogene, Napoli, 1851, p. 123.
- ↑ Citato in Lucio Anneo Seneca, Della tranquillità dell'anima – Della brevità della vita, a cura di Luigi Castiglioni, Paravia, Torino, 1930, p. 39.
- ↑ Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 47.
- ↑ Citato in Diogene Laerzio, VII, III, 51.
- ↑ Citato in Lucio Anneo Seneca, La pace dell'animo, 15, 4, a cura di Paola Raimondetti, UTET, Torino, 2016. ISBN 88-511-3884-4.
Bibliografia
- Diogene Laerzio, Le vite dei filosofi, traduzione di Luigi Lechi, Molina, Milano, 1842.
Altri progetti
- Wikipedia contiene una voce riguardante Bione di Boristene
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Bione di Boristene
- Commons contiene immagini o altri file su Bione di Boristene