Giuseppe Buttà: differenze tra le versioni
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*[[Bernardo Tanucci|Tanucci]], nato a Stia nel Cosentino il 1698 da poveri genitori, era divenuto professore di diritto nell'Università di Pisa, ove lo conobbe Carlo<ref>Carlo III di Borbone (1716 – 1788), re di Spagna, di Sicilia e di Napoli.</ref>, e poi lo condusse a Napoli. Uomo di grande ingegno, ma libero pensatore, e quindi nemico del clero e de' Papi. I due concordati che strappò alla prudenza de' Sommi Pontefici, Clemente XII e Benedetto XIV, per le insistenze dell'[[Ferdinando Galiani|abate Galiani]], mezzo libero pensatore, mezzo pulcinella, piacquero a taluno, e furono lodati d'altri professanti eguali teorie. (pp. 27-28) |
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*Tanucci, creato ministro di grazia e giustizia, fece leggi ingiuste e tiranniche contro la Chiesa, dando il primo colpo alla gloriosa dinastia fondata dal suo benefattore Carlo III di Borbone. Egli non volle riflettere, che i governi cattolici persecutori e emancipati dalla Chiesa rimangono senza l'alto appoggio morale e senza base di autorità; e presto o tardi debbono andare in rovina. |
*Tanucci, creato ministro di grazia e giustizia, fece leggi ingiuste e tiranniche contro la Chiesa, dando il primo colpo alla gloriosa dinastia fondata dal suo benefattore Carlo III di Borbone. Egli non volle riflettere, che i governi cattolici persecutori e emancipati dalla Chiesa rimangono senza l'alto appoggio morale e senza base di autorità; e presto o tardi debbono andare in rovina. (p. 28) |
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*Giuseppe Buttà, ''[https://archive.org/details/iborbonidinapol02buttgoog/page/n6/mode/1up I Borboni di Napoli al cospetto di due secoli]'', vol. I, Tipografia del giornale La discussione, Napoli, 1877. |
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Versione delle 17:36, 11 set 2020
Giuseppe Buttà (1826 – 1886), presbitero, scrittore e memorialista italiano.
I Borboni di Napoli al cospetto di due secoli
Incipit
Chi si facesse a volger lo sguardo sul Reame di Napoli, quando trovavasi sotto il dominio spagnuolo o tedesco, altrove inorridito lo rivolgerebbe. Nel principio del secolo passato, le condizioni di questa gran parte d'Italia erano oltre ogni dire deplorevoli: finanze, industria, commercio, leggi, erano un ammasso mostruoso di svariate ed illogiche disposizioni. Non senno, non giustizia, ingorde avarizie guidavano la finanza: niente sfuggiva all'esoso tributo; si mercanteggiavano magistrature e titoli di nobiltà, per impinguare non il proprio, ma l'erario dello straniero.
Citazioni
- Tanucci, nato a Stia nel Cosentino il 1698 da poveri genitori, era divenuto professore di diritto nell'Università di Pisa, ove lo conobbe Carlo[1], e poi lo condusse a Napoli. Uomo di grande ingegno, ma libero pensatore, e quindi nemico del clero e de' Papi. I due concordati che strappò alla prudenza de' Sommi Pontefici, Clemente XII e Benedetto XIV, per le insistenze dell'abate Galiani, mezzo libero pensatore, mezzo pulcinella, piacquero a taluno, e furono lodati d'altri professanti eguali teorie. (pp. 27-28)
- Tanucci, creato ministro di grazia e giustizia, fece leggi ingiuste e tiranniche contro la Chiesa, dando il primo colpo alla gloriosa dinastia fondata dal suo benefattore Carlo III di Borbone. Egli non volle riflettere, che i governi cattolici persecutori e emancipati dalla Chiesa rimangono senza l'alto appoggio morale e senza base di autorità; e presto o tardi debbono andare in rovina. (p. 28)
Note
- ↑ Carlo III di Borbone (1716 – 1788), re di Spagna, di Sicilia e di Napoli.
Bibliografia
- Giuseppe Buttà, I Borboni di Napoli al cospetto di due secoli, vol. I, Tipografia del giornale La discussione, Napoli, 1877.
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