Giuseppe Buttà: differenze tra le versioni

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*Tanucci, creato ministro di grazia e giustizia, fece leggi ingiuste e tiranniche contro la Chiesa, dando il primo colpo alla gloriosa dinastia fondata dal suo benefattore Carlo III di Borbone. Egli non volle riflettere, che i governi cattolici persecutori e emancipati dalla Chiesa rimangono senza l'alto appoggio morale e senza base di autorità; e presto o tardi debbono andare in rovina. (vol. I, p. 28)
*Tanucci, creato ministro di grazia e giustizia, fece leggi ingiuste e tiranniche contro la Chiesa, dando il primo colpo alla gloriosa dinastia fondata dal suo benefattore Carlo III di Borbone. Egli non volle riflettere, che i governi cattolici persecutori e emancipati dalla Chiesa rimangono senza l'alto appoggio morale e senza base di autorità; e presto o tardi debbono andare in rovina. (vol. I, p. 28)

*Lo storico [[Pietro Colletta]] è quello che più di tutti gli scrittori contemporanei si sforzò di denigrare e calunniare Ferdinando I. Egli schizzò, nella sua storia-libello, tutto quel veleno accumulato nel suo cuore in tanti anni che aveva congiurato contro i Borboni di Napoli, malgrado che costoro, per ben tre volte, l'avessero perdonato, reintegrandolo in quei gradi ed onori ottenuti dalla rivoluzione e da' re francesi. (vol. I, p. 748)


==Note==
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Versione delle 16:17, 12 set 2020

Giuseppe Buttà (1826 – 1886), presbitero, scrittore e memorialista italiano.

I Borboni di Napoli al cospetto di due secoli

Incipit

Chi si facesse a volger lo sguardo sul Reame di Napoli, quando trovavasi sotto il dominio spagnuolo o tedesco, altrove inorridito lo rivolgerebbe. Nel principio del secolo passato, le condizioni di questa gran parte d'Italia erano oltre ogni dire deplorevoli: finanze, industria, commercio, leggi, erano un ammasso mostruoso di svariate ed illogiche disposizioni. Non senno, non giustizia, ingorde avarizie guidavano la finanza: niente sfuggiva all'esoso tributo; si mercanteggiavano magistrature e titoli di nobiltà, per impinguare non il proprio, ma l'erario dello straniero.

Citazioni

  • I siciliani amano la politezza, sono intelligenti, furbetti un poco, però ospedalieri, passionati e di cuore ardente, come il loro terribile vulcano; quindi eccessivi nel bene e nel male. Con una garbatezza, con un motto a proposito vi fate amico un siciliano, che all'occorrenza si sacrifica per voi; co' mezzi opposti ve lo fate un nemico pericoloso: però non abusa della sua posizione vantaggiosa; e mentre lo vedete come una iena, che sembra farvi a pezzi, ditegli una parola di scusa, ed esso subito vi stende la mano e vi domanda perdono senza avervi offeso. Quel popolo è stato ora mal giudicato, or calunniato, o per malizia, o perché non si volle studiare il suo carattere. (vol. I, p. 18)
  • Tanucci, nato a Stia nel Cosentino il 1698 da poveri genitori, era divenuto professore di diritto nell'Università di Pisa, ove lo conobbe Carlo[1], e poi lo condusse a Napoli. Uomo di grande ingegno, ma libero pensatore, e quindi nemico del clero e de' Papi. I due concordati che strappò alla prudenza de' Sommi Pontefici, Clemente XII e Benedetto XIV, per le insistenze dell'abate Galiani, mezzo libero pensatore, mezzo pulcinella, piacquero a taluno, e furono lodati d'altri professanti eguali teorie. (vol. I, pp. 27-28)
  • Tanucci, creato ministro di grazia e giustizia, fece leggi ingiuste e tiranniche contro la Chiesa, dando il primo colpo alla gloriosa dinastia fondata dal suo benefattore Carlo III di Borbone. Egli non volle riflettere, che i governi cattolici persecutori e emancipati dalla Chiesa rimangono senza l'alto appoggio morale e senza base di autorità; e presto o tardi debbono andare in rovina. (vol. I, p. 28)
  • Lo storico Pietro Colletta è quello che più di tutti gli scrittori contemporanei si sforzò di denigrare e calunniare Ferdinando I. Egli schizzò, nella sua storia-libello, tutto quel veleno accumulato nel suo cuore in tanti anni che aveva congiurato contro i Borboni di Napoli, malgrado che costoro, per ben tre volte, l'avessero perdonato, reintegrandolo in quei gradi ed onori ottenuti dalla rivoluzione e da' re francesi. (vol. I, p. 748)

Note

  1. Carlo III di Borbone (1716 – 1788), re di Spagna, di Sicilia e di Napoli.

Bibliografia

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