Ibn Battuta: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Ibn Battuta==
==Citazioni di Ibn Battuta==
===Incipit===
Ecco il racconto dello shaykh Abü 'Abd Allah.<br>
Lasciai [[Tangeri]] [Tanja], mia città natale, il giovedì 2 di ''rajab al-fard'', mese del Signore, dell'anno 725 [1325], con l'intenzione di compiere il pellegrinaggio alla sacra Casa di Dio [[[La Mecca]]] e di visitare la tomba dell'Inviato — che Iddio lo benedica e gli accordi la salvezza)! Partii solo, senza un amico che mi allietasse con la sua compagnia e senza far parte di una carovana, ma ero spinto da uno spirito risoluto e sottacevo in cuore lo struggente desiderio di visitare quei Nobili Santuari. Cosf mi decisi ad abbandonare coloro che — donne e uomini — amavo e lasciai il mio paese siccome un uccello s'invola dal nido. I miei genitori erano ancora in vita e soffrii molto a separarmene: sia io che loro ne provammo una gran pena. Avevo, allora ventidue anni [lunari]».

===Citazioni===
*Tra i santuari fuori città<ref>Shiraz.</ref> [...] ricordiamo il mausoleo del pio ''shaykh'' conosciuto come [[Saˁdi|al-Sa‘dī]], il maggior poeta di lingua persiana del suo tempo che talvolta si espresse anche in lingua araba, con annessa una bella ''zāwiya'' fornita di un grazioso giardino interno, che egli stesso aveva fatto costruire nei pressi della sorgente del grande fiume Rukn Abād. Sempre lui aveva voluto in questo posto anche una serie di piccoli lavabi in marmo per lavare i panni: cosí gli abitanti di Shīrāz escono di città e rendono visita al santuario, mangiano il pasto che trovano alla ''zāwiya'', fanno il bucato nel fiume e poi tornano a casa – e lo stesso feci anch'io quando vi andai.<ref>Da ''I viaggi'', a cura di Claudia M. Tresso, Einaudi, 2008</ref>
*Tra i santuari fuori città<ref>Shiraz.</ref> [...] ricordiamo il mausoleo del pio ''shaykh'' conosciuto come [[Saˁdi|al-Sa‘dī]], il maggior poeta di lingua persiana del suo tempo che talvolta si espresse anche in lingua araba, con annessa una bella ''zāwiya'' fornita di un grazioso giardino interno, che egli stesso aveva fatto costruire nei pressi della sorgente del grande fiume Rukn Abād. Sempre lui aveva voluto in questo posto anche una serie di piccoli lavabi in marmo per lavare i panni: cosí gli abitanti di Shīrāz escono di città e rendono visita al santuario, mangiano il pasto che trovano alla ''zāwiya'', fanno il bucato nel fiume e poi tornano a casa – e lo stesso feci anch'io quando vi andai.<ref>Da ''I viaggi'', a cura di Claudia M. Tresso, Einaudi, 2008</ref>
*[[Viaggiare]] – ti lascia senza parole, poi ti trasforma in un narratore.
*[[Viaggiare]] – ti lascia senza parole, poi ti trasforma in un narratore.

Versione delle 16:59, 13 set 2020

Raffigurazione di Ibn Battuta

Abū 'Abd Allāh Muḥammad Ibn 'Abd Allāh al-Lawātī al-Tanjī Ibn Baṭṭūṭa, noto semplicemente come Ibn Baṭṭūṭa (1304 – 1368/69), esploratore e viaggiatore berbero.

Citazioni di Ibn Battuta

Incipit

Ecco il racconto dello shaykh Abü 'Abd Allah.
Lasciai Tangeri [Tanja], mia città natale, il giovedì 2 di rajab al-fard, mese del Signore, dell'anno 725 [1325], con l'intenzione di compiere il pellegrinaggio alla sacra Casa di Dio [[[La Mecca]]] e di visitare la tomba dell'Inviato — che Iddio lo benedica e gli accordi la salvezza)! Partii solo, senza un amico che mi allietasse con la sua compagnia e senza far parte di una carovana, ma ero spinto da uno spirito risoluto e sottacevo in cuore lo struggente desiderio di visitare quei Nobili Santuari. Cosf mi decisi ad abbandonare coloro che — donne e uomini — amavo e lasciai il mio paese siccome un uccello s'invola dal nido. I miei genitori erano ancora in vita e soffrii molto a separarmene: sia io che loro ne provammo una gran pena. Avevo, allora ventidue anni [lunari]».

Citazioni

  • Tra i santuari fuori città[1] [...] ricordiamo il mausoleo del pio shaykh conosciuto come al-Sa‘dī, il maggior poeta di lingua persiana del suo tempo che talvolta si espresse anche in lingua araba, con annessa una bella zāwiya fornita di un grazioso giardino interno, che egli stesso aveva fatto costruire nei pressi della sorgente del grande fiume Rukn Abād. Sempre lui aveva voluto in questo posto anche una serie di piccoli lavabi in marmo per lavare i panni: cosí gli abitanti di Shīrāz escono di città e rendono visita al santuario, mangiano il pasto che trovano alla zāwiya, fanno il bucato nel fiume e poi tornano a casa – e lo stesso feci anch'io quando vi andai.[2]
  • Viaggiare – ti lascia senza parole, poi ti trasforma in un narratore.
Traveling – it leaves you speechless, then turns you into a storyteller.[3]

Note

  1. Shiraz.
  2. Da I viaggi, a cura di Claudia M. Tresso, Einaudi, 2008
  3. Da Traveling Man: The Journey of Ibn Battuta, 1325-1354, p. 17.

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