Giovanni Tritemio: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Johannes Tritemius==
==Citazioni di Johannes Tritemius==
*È pertanto l'[[alchimia]] una casta meretrice, che ha molti amanti, ma tutti delude e a nessuno concede il suo amplesso. Trasforma gli stolti in mentecatti, i ricchi in miserabili, i filosofi in allocchi, e gli ingannati in loquacissimi ingannatori... (da ''Annalium Hirsaugensium Tomus II'', S. Gallo, 1690, 225; citato in [[Umberto Eco]], ''Il pendolo di Foucault'', cap. 58, Bompiani 2007, ISBN 9788845247491)
*È pertanto l'[[alchimia]] una casta meretrice, che ha molti amanti, ma tutti delude e a nessuno concede il suo amplesso. Trasforma gli stolti in mentecatti, i ricchi in miserabili, i filosofi in allocchi, e gli ingannati in loquacissimi ingannatori... (da ''Annalium Hirsaugensium Tomus II'', S. Gallo, 1690, 225; citato in [[Umberto Eco]], ''Il pendolo di Foucault'', Bompiani, Milano, 2007, cap. 58. ISBN 9788845247491)


==''Elogio degli amanuensi''==
==''Elogio degli amanuensi''==

Versione delle 19:23, 23 ott 2020

Incisione tratta dal Livre des Vrais Pourtraits di André Thevet, 1584

Johannes Trithemius (Tritemio) pseudonimo di Johann Heidenberg (1462 – 1516), storico, scrittore, religioso ed esoterista tedesco.

Citazioni di Johannes Tritemius

  • È pertanto l'alchimia una casta meretrice, che ha molti amanti, ma tutti delude e a nessuno concede il suo amplesso. Trasforma gli stolti in mentecatti, i ricchi in miserabili, i filosofi in allocchi, e gli ingannati in loquacissimi ingannatori... (da Annalium Hirsaugensium Tomus II, S. Gallo, 1690, 225; citato in Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, Bompiani, Milano, 2007, cap. 58. ISBN 9788845247491)

Elogio degli amanuensi

Citazioni

  • La Scrittura purifica lo spirito dell'uomo, illumina l'intelletto di chi la ama, e ne inebria dolcemente i sensi accendendone il desiderio. L'ho amata e la scelsi in gioventù, la elessi a mia sposa e ora sono schiavo della sua bellezza. (p. 38)
  • Esistono libri che suscitano in noi il desiderio di una felicità futura, che alleviano le miserie del presente stato di esilio, che allontanano dal vizio instillando la virtù, che danno forza nelle sventure e che rendono fruttuoso il trascorrere del tempo. (p. 46)
  • Il discorso appena udito svanisce, lo scritto, anche se letto mille volte, non si esaurisce mai. (p. 60)
  • Per l'estrema cura riposta nell'apporre annotazioni i copisti venivano chiamati notai. (p. 69)
  • Nessuno pensi di poter sfuggire alla pena riservata agli oziosi, se avrà osato sottrarsi al lavoro della scrittura. (p. 74)
  • È meglio avere un testo corretto piuttosto che bene ornato, o averne uno modesto piuttosto che non averne affatto. (p. 74)
  • È meglio che ci dedichiamo alla scrittura invece che perdere tempo, come spesso accade, in inutili discorsi. (p. 81)
  • Se non sai, impara. Oppure, se non vorrai proprio imparare almeno sappi che, chi non lavora, non mangia. (p. 87)
  • La pratica diretta della scrittura è molto importante per migliorare la propria tecnica, poiché si tratta di un'arte che se non viene praticata per molto tempo la si dimentica velocemente. Nessuna arte, per quanto possa essere ben conosciuta, può essere conservata a lungo senza un continuo esercizio. La forza di un'arte è nella pratica. (p. 89)
  • Non esiste alcuna norma che proibisca di possedere molti libri. (p. 96)
  • Se venissi a casa tua, non sarebbe necessario che ti chiedessi cosa stai studiando in quel momento, i tuoi libri parlerebbero per te. I tuoi codici ti rendono onore nella stessa misura in cui tu lo rendi a loro. Se tu li ignori, loro ti ignoreranno, se tu li disprezzi, loro ti disprezzeranno. (p. 99)
  • Se i tuoi volumi cadono a pezzi e sono ricoperti dalla polvere, se sono macchiati all'interno e poco curati all'esterno, renderanno manifesto il fatto che tu sei una persona ignorante e falsa, anche se dovessi possedere il titolo di dottore. (p. 100)
  • Colui che tratti i libri, sia quelli contenenti argomenti profani che divini, senza alcun rispetto ed attenzione, darà prova di non amare neppure il sapere in essi contenuto. (p. 100)
  • Sarà la scrittura a rendervi immortali e a permettervi di sopravvivere anche dopo la morte. Qualunque cosa un uomo abbia fatto, e qualunque gloria abbia potuto ottenere nella propria attività, sarà solo attraverso la scrittura che potrà essere ricordata anche dopo la morte. (p. 104)
  • Coloro che non hanno voluto scrivere, vengono presto dimenticati da tutti, come se non fossero mai esistiti. (p. 104)
  • Non intendo dire che dobbiate attendervi dalla scrittura un premio così sciocco e inutile come può essere il desiderio della fama. (p. 105)
  • Nessun genere di fatica dovrà impedirvi di scrivere, nessun piacere dovrà distrarvi. (p. 107)

Bibliografia

  • Giovanni Tritemio, Elogio degli amanuensi (De laude scriptorum, 1492), traduzione di Andrea Bernardelli, Sellerio editore Palermo, 1997. ISBN 978-88-389-1383-9

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