Guido Mazzoni (letterato): differenze tra le versioni
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'''Guido Mazzoni''' (1859 – 1943), letterato, patriota e politico italiano. |
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==Citazioni di Guido Mazzoni== |
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*[...] egli {{NDR|[[Brunone Bianchi]]}} non pospose mai la sostanza alla forma: filologo dantista, che ebbe le sue benemerenze per edizioni e note, e specialmente per la bella e sana prefazione al ''Vocabolario'' della Crusca nella nuova edizione e per le cure che a quell'opera diede; ma anche più felice scrittore, secondo che mostrano le poche cose di lui a stampa. E meglio apparirà, se si stamperanno tutte le sue relazioni annuali per la Crusca medesima, lavorate a cesello nell'apparente sprezzatura, e piene di sapore nella necessaria cautela di chi, come segretario, discorre in nome di un'accademia dei lavori di essa e di coloro che le appartennero e che ne sono commemorati.<ref>Da ''L'Ottocento'', p. 1087.</ref> |
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==''Il teatro della rivoluzione''== |
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*La Marchesa Bianca mostrò desiderio di ammirare le raccolte già famose di [[Arsène Houssaye|Arsenio Houssaye]], ed egli, come potete immaginare, fu pronto a farsi promettere l'onore di una visita. Il giorno fissato, essa venne; venne sola: guardò i mobili, guardò i quadri, ma altro aveva per la mente e non vide nulla... Nella stanza da letto erano gli smalti e gli acquarelli; quando vi entrarono, l'orologio {{sic|sonò}} le tre. – Un'ora innanzi a noi! – pensarono e l'uno e l'altra. "Le presi le mani e la guardai negli occhi che parevan accesi nel fuoco dell'inferno: impallidì, fu per {{sic|isvenire}}, volle fuggir via. No, le dissi io {{sic|gittandole}} le braccia attorno al collo, no: t'amo, t'amo, t'amo!"<br>Alle quattro si dissero addio. – Ci rivedremo? – Mai più. (IV, Confessioni, pp. 213-214) |
*La Marchesa Bianca mostrò desiderio di ammirare le raccolte già famose di [[Arsène Houssaye|Arsenio Houssaye]], ed egli, come potete immaginare, fu pronto a farsi promettere l'onore di una visita. Il giorno fissato, essa venne; venne sola: guardò i mobili, guardò i quadri, ma altro aveva per la mente e non vide nulla... Nella stanza da letto erano gli smalti e gli acquarelli; quando vi entrarono, l'orologio {{sic|sonò}} le tre. – Un'ora innanzi a noi! – pensarono e l'uno e l'altra. "Le presi le mani e la guardai negli occhi che parevan accesi nel fuoco dell'inferno: impallidì, fu per {{sic|isvenire}}, volle fuggir via. No, le dissi io {{sic|gittandole}} le braccia attorno al collo, no: t'amo, t'amo, t'amo!"<br>Alle quattro si dissero addio. – Ci rivedremo? – Mai più. (IV, Confessioni, pp. 213-214) |
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==Bibliografia== |
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Versione delle 17:22, 25 feb 2021
Guido Mazzoni (1859 – 1943), letterato, patriota e politico italiano.
Citazioni di Guido Mazzoni
- [...] egli [Brunone Bianchi] non pospose mai la sostanza alla forma: filologo dantista, che ebbe le sue benemerenze per edizioni e note, e specialmente per la bella e sana prefazione al Vocabolario della Crusca nella nuova edizione e per le cure che a quell'opera diede; ma anche più felice scrittore, secondo che mostrano le poche cose di lui a stampa. E meglio apparirà, se si stamperanno tutte le sue relazioni annuali per la Crusca medesima, lavorate a cesello nell'apparente sprezzatura, e piene di sapore nella necessaria cautela di chi, come segretario, discorre in nome di un'accademia dei lavori di essa e di coloro che le appartennero e che ne sono commemorati.[1]
Il teatro della rivoluzione
- Esempio mirabile dell'arte francese, assennata regolare, quasi rigida nella sua compostezza, Molière fu costretto dalle necessità della corte a dar libero sfogo alle qualità del suo ingegno che nella commedia, quale egli la intendeva, non potevano aver luogo; la fantasia alata, la poesia immaginosa; e venne così nei campi stessi felici dove spazia lo Shakespeare quasi a consolarsi della severità e profondità dei suoi drammi. (II, La vita di Molière, p. 174)
- Il dialogo, osserva giustamente il Renan, è oggi la forma che meglio si presti alla esposizione delle idee filosofiche. Le verità di sì fatto genere non possono infatti né devono essere direttamente affermate o direttamente negate; e nel contrasto degli interlocutori trovano luogo adatto e più largo svolgimento tutti i pro e i contro, tutte le dimostrazioni e tutte le obiezioni. (III, Il sacerdote di Nemi, p. 195)
- La Marchesa Bianca mostrò desiderio di ammirare le raccolte già famose di Arsenio Houssaye, ed egli, come potete immaginare, fu pronto a farsi promettere l'onore di una visita. Il giorno fissato, essa venne; venne sola: guardò i mobili, guardò i quadri, ma altro aveva per la mente e non vide nulla... Nella stanza da letto erano gli smalti e gli acquarelli; quando vi entrarono, l'orologio sonò le tre. – Un'ora innanzi a noi! – pensarono e l'uno e l'altra. "Le presi le mani e la guardai negli occhi che parevan accesi nel fuoco dell'inferno: impallidì, fu per isvenire, volle fuggir via. No, le dissi io gittandole le braccia attorno al collo, no: t'amo, t'amo, t'amo!"
Alle quattro si dissero addio. – Ci rivedremo? – Mai più. (IV, Confessioni, pp. 213-214)
Note
- ↑ Da L'Ottocento, p. 1087.
Bibliografia
- Guido Mazzoni, Il teatro della rivoluzione. La vita di Molière e altri brevi scritti di letteratura francese, Ditta Nicola Zanichelli, Bologna, 1894
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