Federico II di Svevia: differenze tra le versioni

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*Il giorno che vorrò castigare una provincia la farò governare da un filosofo.<ref>Citato in [[Umberto Eco]], ''Sulla letteratura'', Bompiani</ref>
*Il giorno che vorrò castigare una provincia la farò governare da un filosofo.<ref>Citato in [[Umberto Eco]], ''Sulla letteratura'', Bompiani</ref>
*[[Melfi]] nobile città dell'Apulia, circonvallata da mura di pietra, celebre per salubrità dell'aria, per affluenza di popolazioni, per fertilità dei suoi campi, ha un castello costruito su di una rupe ripidissima, opera mirabile dei Normanni.<ref>Gennaro Araneo, ''Notizie storiche della città di Melfi nell'antico reame di Napoli'', Sodi, 1866, p.23.</ref>
*[[Melfi]] nobile città dell'Apulia, circonvallata da mura di pietra, celebre per salubrità dell'aria, per affluenza di popolazioni, per fertilità dei suoi campi, ha un castello costruito su di una rupe ripidissima, opera mirabile dei Normanni.<ref>Gennaro Araneo, ''Notizie storiche della città di Melfi nell'antico reame di Napoli'', Sodi, 1866, p.23.</ref>
*Maestro mio carissimo {{NDR|a [[Michele Scoto]]}}, spesso e in varie maniere abbiamo ascoltato questioni e soluzioni sopra uno o piü corpi celesti, cioè sul sole, la luna e le stelle fisse, sugli elementi, sull'anima del mondo; sopra le genti pagane e cristiane e su tutte le altre creature, che stanno ordinariamente, come le piante e i metalli, sopra e sotto la terra. E nondimeno, nulla abbiamo udito di quei misteri che, per mezzo della sapienza, dànno diletto allo spirito come il paradiso, il purgatorio e l'inferno e intorno al fondamento della terra e delle meraviglie. Onde noi ti preghiamo, in nome del tuo amore per la sapienza e della tua reverenza alla nostra corona, che tu ci esponga il fondamento della terra, in che modo cioè essa stia ferma sull'abisso e in che modo stia l'abisso sotto la terra, e se, oltre all'aria e all'acqua, ci sia altra cosa che sorregga la terra, ovvero se essa sia salda per virtü propria e stia sopra i cieli che le stanno sotto; quanti sono i cieli e chi sono i loro reggitori che in essi abbiano principalmente dimora; e quanto con misura esatta disti un cielo da un altro, e di quanto un cielo è maggiore dell'altro; in quale cielo Dio si trova sostanzialmente, vale a dire nella sua divina maestà, e in che modo egli segga sul trono del cielo in compagnia degli angeli e dei santi, e che cosa facciano di continuo gli angeli e i santi al cospetto di Dio. Parimenti dicci quanti sono gli abissi, e che nome hanno gli spiriti che in essi dimorano, dove si trovano l'inferno, il purgatorio e il paradiso celeste, cioè se sotto la terra, nella terra o sopra la terra. <ref>Citato da Salvatore Tramontana, ''Il Regno di Sicilia'', Einaudi, 2015, pp. 245-246, ISBN 978-88-584-1781-2.</ref>
*Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in [[Sicilia]].<ref>Citato in ''[https://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/sapori/2015/05/05/terra-madre-la-sicilia-allexpo-di-milano_2f1643de-38c2-4a31-bfd8-9411fc26da1b.html Terra Madre, la Sicilia all'Expo di Milano]'', ''ansa.it'', 5 maggio 2015.</ref>
*Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in [[Sicilia]].<ref>Citato in ''[https://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/sapori/2015/05/05/terra-madre-la-sicilia-allexpo-di-milano_2f1643de-38c2-4a31-bfd8-9411fc26da1b.html Terra Madre, la Sicilia all'Expo di Milano]'', ''ansa.it'', 5 maggio 2015.</ref>



Versione delle 21:15, 2 apr 2021

Federico II del Sacro Romano Impero

Federico II di Svevia, Federico II Hohenstaufen, o Federico I di Sicilia (1194 – 1250), imperatore del Sacro Romano Impero dal 1220 al 1250.

Citazioni di Federico II

  • Abbiamo perciò disposto che, nell'amenissima città di Napoli, si insegnino le arti e si coltivino gli studi di ogni professione, affinché i digiuni e affamati di dottrina trovino dentro il regno stesso di che soddisfare le loro brame, e non siano costretti, per procurare d'istruirsi, a imprendere lunghi viaggi, e mendicare in terre straniere. [...] sotto pena delle persone e delle cose, [si intima] che nessuno osi uscire dal Regno per motivi di studio né che entro i confini del Regno osi apprendere o insegnare altrove.[1]
  • Il giorno che vorrò castigare una provincia la farò governare da un filosofo.[2]
  • Melfi nobile città dell'Apulia, circonvallata da mura di pietra, celebre per salubrità dell'aria, per affluenza di popolazioni, per fertilità dei suoi campi, ha un castello costruito su di una rupe ripidissima, opera mirabile dei Normanni.[3]
  • Maestro mio carissimo [a Michele Scoto], spesso e in varie maniere abbiamo ascoltato questioni e soluzioni sopra uno o piü corpi celesti, cioè sul sole, la luna e le stelle fisse, sugli elementi, sull'anima del mondo; sopra le genti pagane e cristiane e su tutte le altre creature, che stanno ordinariamente, come le piante e i metalli, sopra e sotto la terra. E nondimeno, nulla abbiamo udito di quei misteri che, per mezzo della sapienza, dànno diletto allo spirito come il paradiso, il purgatorio e l'inferno e intorno al fondamento della terra e delle meraviglie. Onde noi ti preghiamo, in nome del tuo amore per la sapienza e della tua reverenza alla nostra corona, che tu ci esponga il fondamento della terra, in che modo cioè essa stia ferma sull'abisso e in che modo stia l'abisso sotto la terra, e se, oltre all'aria e all'acqua, ci sia altra cosa che sorregga la terra, ovvero se essa sia salda per virtü propria e stia sopra i cieli che le stanno sotto; quanti sono i cieli e chi sono i loro reggitori che in essi abbiano principalmente dimora; e quanto con misura esatta disti un cielo da un altro, e di quanto un cielo è maggiore dell'altro; in quale cielo Dio si trova sostanzialmente, vale a dire nella sua divina maestà, e in che modo egli segga sul trono del cielo in compagnia degli angeli e dei santi, e che cosa facciano di continuo gli angeli e i santi al cospetto di Dio. Parimenti dicci quanti sono gli abissi, e che nome hanno gli spiriti che in essi dimorano, dove si trovano l'inferno, il purgatorio e il paradiso celeste, cioè se sotto la terra, nella terra o sopra la terra. [4]
  • Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia.[5]

Attribuite

  • Il mondo è vittima di tre impostori: Mosè, Cristo e Maometto, due dei quali morti in maniera onorevole, a differenza di Cristo morto in croce.[6][7]

Citazioni sull'operato di Federico II

Rosario Gregorio

  • Egli adunque allor si propose di ristabilire da una parte le leggi normanne già andate in disuso, ed altre nuove leggi egli ordinò: secondo questo disegno commise al suo cancelliere Pier delle Vigne, perché compilasse un codice, il quale comprendesse non solo le costituzioni da lui ordinate, ma quelle ancora dei re normanni, che ei volle autorizzare espressamente.
  • Ma Federigo suo figlioulo fu di altissimo animo, e delle cose di Stato intendentissimo. Comeché egli avesso conservato il sistema della polizia normanna, pure accrebbe, e vie meglio ordinò alcune leggi, e tutte le ridusse in un codice. Al gran Giustiziero aggiunse quattro Giudici, o sia la Gran Corte. E statuì che due volte l'anno nella città di Piazza [Piazza Armerina] si dovesse tener parlamento, ove si presentassero contro i Magistrati le querele dei sudditi. E in questi tempi cominciano a far comparsa le Università, e ad assister nei Parlamenti. E quantunque egli fosse involto in continue, ed aspre guerre, pure amò le lettere, e nella sua Corte in Palermo fu coltivata la poesia volgare, dove fiorirono «I Siciliani, Che fur già i primi». (Discorsi intorno alla Sicilia, Libro I, pp. 22-23)[8]
  • [Sulla riforma federiciana del potere locale riguardante l'ammissione dei Comuni nei Parlamenti] Pure il maggior grado di rappresentanza fu quello di essere stati ammessi nei parlamenti. Vedea Federigo, che da per tutto in Europa davasi ai comuni importanza e vigore, e già alcuni tra i Sovrani chiamavanli alle corti generali della nazione ad opporre i suffragj e la unione di quelli al corpo feudale.
  • Seppe il primo l'imperador Federigo immaginare un corpo di Dritto, e comprenderlo in un codice, il quale contenesse leggi a stabilire il sistema politico, ed a regolare le azioni e i giudizj: già era in quel risorto il diritto romano, e disegnò Federigo e seppe recare ad effetto una compilazione di leggi ad esempio dei Teodosii e dei Giustiniani.

Citazioni su Federico II

  • Davanti a Dio la scomunica non va oltre la colpa degli uomini. (Freidank)
  • Dio e l'imperatore hanno liberato un Sepolcro[9] che dà speranza a tutti i cristiani. Avendo egli dato il suo meglio, dovrebbe essere sciolto dalla scomunica. (Freidank)
  • E scelse il momento della marcia per consiglio di Maestro Teodoro, suo astrologo, il quale stette con l'astrolabio in cima alla torre del comune aspettando, come si diceva che s'innalzasse la prima faccia ad oroscopo del Leone, dicendo che Giove era su di esso. Ma non potendo osservare ciò con l'astrolabio, essendo il cielo nascosto dalle nubi, se si può dirlo, egli fu ingannato allora nella sua scelta, poiché né Giove era nel Leone, né sorgeva il Leone, bensì la Vergine. E così, essendo lo Scorpione il padrone del viaggio, perché il terzo, accennava che l'esercito o l'imperatore, dietro cui richiesta era fatto, dovesse essere colpito alla fine; come se ciò venisse fatto dalla coda dello Scorpione, che è stimata infedele e velenosa. E ciò doveva essere prima che l'imperatore si allontanasse dalla Marca Trevigiana. (Rolandino da Padova)
  • Federico II, il cosiddetto imperatore [...] re della pestilenza [...] eretico e precursore dell'Anticristo. (papa Gregorio IX)
  • [Associazione alla settima testa del Drago apocalittico (Apocalisse di Giovanni)] Federico II venne e sarà prossimamente rovinato, e un altro non è ancora venuto
Fredericus secundus venit in proximo ruiturus, et alius nondum venit (dalle Praemissiones e super Esaiam apocrifo di Gioacchino da Fiore, Biblioteca Vaticana, mss. Vaticano Latino 4959, fol. 2r[10])
  • Federigo II aspirava a riunire l'Italia sotto un solo principe, una sola forma di governo e una sola lingua; e tramandarla a' suoi successori potentissima fra le monarchie d'Europa. (Ugo Foscolo)
  • Giusta è l'obbedienza sino a quando il maestro fa il bene, ma quando vuol costringere Dio all'ingiustizia, allora dobbiamo abbandonarlo e metterci al fianco di chi è nel giusto. (Freidank)
  • [A parlare è la personificazione di Roma] Il principe potente e tre volte beato, Federico, Bagliore di fuoco, la meraviglia del mondo, | il cui arco è di bronzo e il cui dardo è folgore | che brucia da parte a parte i nemici, | a lui Federico, che ha il nome sfavillante e guida la gloria, | servono la terra, il mare e la volta del cielo. (Giorgio di Gallipoli)
  • Lo 'mperadore Federigo fue nobilissimo signore; e·lla gente ch'avea bontade venia a·llui di tutte parti, però che l'uomo donava volentieri e mostrava belli sembianti a chi avesse alcuna speziale bontà. A·llui veniano sonatori, trovatori e belli favellatori, uomini d'arti, giostratori, schermitori, e d'ogni maniera gente. (Anonimo, Novellino, Novella XIX – Come tre maestri di nigromanzia vennero alla corte dello 'mperadore Federigo)
  • Quando giunge il grande Federico, servo di Dio | il sole riluce, l'aria si fa tiepida, l'acqua ribolle, la terra rinverdisce.[11] (Marquard de Ried)
Adveniente Dei famulo magno Federico | Sol nitet, aura tepet, aqua bullit, terra virescit.
  • [Federico II nel ricordo del filosofo ebraico Juda ben Salomon Cohen, che aveva dato risposta a interrogativi dell'imperatore su questioni di geometria (anni intorno al 1240)] Quando queste soluzioni furono esposte davanti all'imperatore Federico ‒ sia esaltata la sua gloria! ‒ egli si compiacque molto delle risposte che io davo a colui che si atteggiava presso di lui a filosofo [probabilmente Michele Scoto, NDR]. Ci furono tra noi numerose discussioni su parecchi argomenti e numerose questioni e risposte e ciò durò per dieci anni. Io sono sceso nelle terre dell'imperatore e ho visto la saggezza delle sue azioni e dei suoi impegni, i suoi sapienti, i suoi notai, i suoi consiglieri, i suoi giudici e i suoi capi, il cibo della sua mensa e le dimore dei suoi servitori. (Juda ben Salomon Cohen)
  • [Associandolo alla Bestia dell'Apocalisse di Giovanni, XIII] Sale dal mare una bestia piena di nomi blasfemi, la quale, infierendo con zampe d'orso e con fauci di leone, e nelle altre membra con forma di leopardo, apre la bocca per oltraggiare il nome divino, e non smette di assalire con simili dardi né il tabernacolo di Dio né i santi che abitano nei cieli. (papa Gregorio IX)
  • Se la bontà, la moderazione, la virtù, le sostanze, la nobiltà, potessero far resistere alla morte, non sarebbe morto Federico, che qui giace. (Giovanni Villani)
Si probitas, sensus, virtutum gratia, census, | Nobilitas orti possent resistere morti, | Non foret extinctus Fredericus, qui jacet intus...
  • Tale imperò che gentilezza[12] volse, | secondo 'l suo parere, | che fosse antica possession d'avere | con reggimenti belli. (Dante Alighieri)

Note

  1. Dalla generalis littera inviata da Siracusa, atto istitutivo dell'Università Federico II di Napoli. Citato in Vittorio Del Tufo, Federico, l'Anticristo e i cervelli in fuga nella Napoli del 1200, ilmattino.it, 22 settembre 2019.
  2. Citato in Umberto Eco, Sulla letteratura, Bompiani
  3. Gennaro Araneo, Notizie storiche della città di Melfi nell'antico reame di Napoli, Sodi, 1866, p.23.
  4. Citato da Salvatore Tramontana, Il Regno di Sicilia, Einaudi, 2015, pp. 245-246, ISBN 978-88-584-1781-2.
  5. Citato in Terra Madre, la Sicilia all'Expo di Milano, ansa.it, 5 maggio 2015.
  6. La paternità della frase appartiene agli ambienti della Sorbona intorno al 1200. Fu attribuita a Federico II dalla propaganda papale anti-imperiale (cfr. Hubert Houben, Federico II. Imperatore, uomo, mito, il Mulino, 2009 ISBN 978-88-15-13338-0 (p. 121)
  7. Hubert Houben, Federico II. Imperatore, uomo, mito, Il Mulino, 2009 ISBN 978-88-15-13338-0 (p. 57)
  8. Citato in [1].
  9. È la Basilica del Santo Sepolcro, sita in Gerusalemme.
  10. Hubert Houben, Anticristo o novello Messia? Il mito di Federico II, da stupormundi.it
  11. Qui Federico II viene descritto come signore degli elementi naturali, secondo una tradizione comune a Johanet d'Albusson e Terrisio d'Atina. La descrizione si riferisce all'ingresso pacifico e trionfale in Gerusalemme nella sesta crociata, il 17 marzo 1229.
  12. Qui "gentilezza" ha il significato di nobiltà.

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