Ibrahim Rugova: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Ibrahim Rugova==
==Citazioni di Ibrahim Rugova==
{{Int|Da [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0482_01_1999_0089_0008_22548746/ ''La profezia del filosofo di Pristina'']|Da interviste compilate da Editions Fayard nei primi anni novanta, riportati ne ''La stampa'', 1 aprile 1999.}}
*La situazione economica nel Kosovo era estremamente difficile. Era la regione più povera dell'ex Jugoslavia. Non c'era lavoro e molti albanesi, a partire dagli Anni 70, sono andati a lavorare all'estero - in Svizzera, in Germania. Questo ha contribuito a mantenere l'equilibrio sociale. Tra le nostre rivendicazioni, ovviamente, c'era la richiesta di una settima repubblica, richiesta formulata fin dal '68, ma la rivolta era innanzitutto sociale, economica. Solo in seguito si è voluto darle un senso politico. Di fatto, eravamo stanchi della corruzione dei dirigenti comunisti dai quali dipendevano tutti i posti di lavoro. Questa situazione economica difficile spiega in parte anche la partenza di molti serbi verso regioni più ricche, come la Voivodina. Pare che, tra l'81 e il '91, abbiano lasciato il Kosovo in ventimila. Se oggi ci sono dei serbi che lasciano il Kosovo, non è a causa della pressione albanese.

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*I serbi hanno invaso la nostra patria, hanno ucciso decine dei nostri cittadini, hanno distrutto diverse case e incendiato molti villaggi. Ora propongono il dialogo solo per far credere al mondo che il capitolo sulle stragi è definitivamente chiuso. È del tutto naturale che lo rifiutiamo.
*I serbi hanno invaso la nostra patria, hanno ucciso decine dei nostri cittadini, hanno distrutto diverse case e incendiato molti villaggi. Ora propongono il dialogo solo per far credere al mondo che il capitolo sulle stragi è definitivamente chiuso. È del tutto naturale che lo rifiutiamo.

Versione delle 09:48, 6 mag 2021

Ibrahim Rugova

Ibrahim Rugova (1944 – 2006), politico e scrittore albanese.

Citazioni di Ibrahim Rugova

Da La profezia del filosofo di Pristina

Da interviste compilate da Editions Fayard nei primi anni novanta, riportati ne La stampa, 1 aprile 1999.

  • La situazione economica nel Kosovo era estremamente difficile. Era la regione più povera dell'ex Jugoslavia. Non c'era lavoro e molti albanesi, a partire dagli Anni 70, sono andati a lavorare all'estero - in Svizzera, in Germania. Questo ha contribuito a mantenere l'equilibrio sociale. Tra le nostre rivendicazioni, ovviamente, c'era la richiesta di una settima repubblica, richiesta formulata fin dal '68, ma la rivolta era innanzitutto sociale, economica. Solo in seguito si è voluto darle un senso politico. Di fatto, eravamo stanchi della corruzione dei dirigenti comunisti dai quali dipendevano tutti i posti di lavoro. Questa situazione economica difficile spiega in parte anche la partenza di molti serbi verso regioni più ricche, come la Voivodina. Pare che, tra l'81 e il '91, abbiano lasciato il Kosovo in ventimila. Se oggi ci sono dei serbi che lasciano il Kosovo, non è a causa della pressione albanese.

Da Vogliamo l'indipendenza

Intervista di Amir Taheri, la Repubblica, 19 marzo 1998.

  • I serbi hanno invaso la nostra patria, hanno ucciso decine dei nostri cittadini, hanno distrutto diverse case e incendiato molti villaggi. Ora propongono il dialogo solo per far credere al mondo che il capitolo sulle stragi è definitivamente chiuso. È del tutto naturale che lo rifiutiamo.
  • Non rifiuto pregiudizialmente le trattative. Rifiuto che ci venga imposta una determinata situazione con la forza.
  • Il Kosovo non è serbo e non c'è alcuna ragione per cui debba rimanere all'interno di ciò che è rimasto della Jugoslavia. La stragrande maggioranza del nostro popolo rivendica l'esercizio del diritto all'autodeterminazione. L'unica cosa che ci unisce ai serbi è una lunga storia di terrore e di oppressione. Noi siamo etnicamente albanesi, abbiamo la nostra lingua, la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra religione musulmana. Se dovessimo accettare l'egemonia serba sarebbe come vivere sotto un regime coloniale. Il Kosovo non conoscerà una vera pace fino a quando non otterrà l'indipendenza così come è stato per le altre nazioni che formavano la Jugoslavia.
  • La nostra battaglia per l'indipendenza è stata esemplare per la sua natura pacifica. Noi ci stiamo preparando per le elezioni non per la guerra. Siamo gli unici tra i popoli della ex-Jugoslavia ad aver scelto la non violenza come una strategia e non per calcoli tattici. Ma nulla potrà costringere un popolo libero a sottomettersi all'oppressore. Se dovessimo impugnare le armi contro i gestori della macchina bellica jugoslava, ci saremmo incamminati sulla strada scelta dai nostri oppressori.
  • I governi occidentali ci hanno fatto molte promesse in cambio della decisione di rinunciare alla violenza. Ma fino ad ora abbiamo ottenuto solo parole, parole vuote.
  • Sarebbe un crimine non aiutare qualcuno che si trova in pericolo. E il peggiore dei crimini sarebbe abbandonare un'intera nazione che versa nel pericolo.

Citazioni su Ibrahim Rugova

  • Ha dimestichezza con la semiotica acquisita a Parigi girando intorno a Roland Barthes; fisicamente potrebbe essere un barbiere o un professore (nei Balcani si rassomigliano) condannato alla fama eterna. Occhi lucidi e cinquanta chili di peso. Auspica, e per il momento riesce ancora a imporre, la resistenza passiva contro l'esercito serbo e il potere federale sul Kossovo. Ormai ha scartato la pura e semplice «autonomia». (Demetrio Volcic)

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