Eiichirō Oda: differenze tra le versioni

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*Innanzitutto, ho una teoria ben precisa sulla lunghezza ideale di una serie, e cioè "un intervallo durante il quale i lettori possano comprare tutti i volumi"!<ref>Dall'angolo della posta dei capitoli 527-528, volume 54.</ref>
*Innanzitutto, ho una teoria ben precisa sulla lunghezza ideale di una serie, e cioè "un intervallo durante il quale i lettori possano comprare tutti i volumi"!<ref>Dall'angolo della posta dei capitoli 527-528, volume 54.</ref>


*La prima volta che ho fatto comparire in scena Ace, dentro di me avevo già più o meno stabilito quale sarebbe stato il suo destino, ma quel marchio era semplice decorazione. D'altra parte, l'espressione di Ace in punto di morte è quella che pensavo riflettesse meglio il suo stato d'animo in quel momento. Sentiva dolore, caldo, dispiacere, e non voleva morire. In punto di morte, però, non aveva rimpianti. Pensho che con quell'espressione volesse far capire queste cose a Rufy. Eco cosa vuol dire quell sorriso. Per consolare un bambino che piange, che si fa di solito? Si sorride, no? Ecco, è la stessa cosa. Per donare un sorriso agli altri si sorride, e così la sua ultima espressione è un dono che Ace vuole lasciare a chi resta al mondo.<ref>Dall'angolo della posta dei capitoli 598-599, volume 61.</ref>
*La prima volta che ho fatto comparire in scena Ace, dentro di me avevo già più o meno stabilito quale sarebbe stato il suo destino, ma quel marchio era semplice decorazione. D'altra parte, l'espressione di Ace in punto di morte è quella che pensavo riflettesse meglio il suo stato d'animo in quel momento. Sentiva dolore, caldo, dispiacere, e non voleva morire. In punto di morte, però, non aveva rimpianti. Penso che con quell'espressione volesse far capire queste cose a Rufy. Ecco cosa vuol dire quell sorriso. Per consolare un bambino che piange, che si fa di solito? Si sorride, no? Ecco, è la stessa cosa. Per donare un sorriso agli altri si sorride, e così la sua ultima espressione è un dono che Ace vuole lasciare a chi resta al mondo.<ref>Dall'angolo della posta dei capitoli 598-599, volume 61.</ref>


*"Non importa se è fatto alla buona, basta che trasmetta qualcosa", "disegnare non ha senso se non si trasmette qualcosa". Queste sono le mie idee sul disegno nei fumetti.<ref>Dall'angolo della posta dei capitoli 631-632, volume 64.</ref>
*"Non importa se è fatto alla buona, basta che trasmetta qualcosa", "disegnare non ha senso se non si trasmette qualcosa". Queste sono le mie idee sul disegno nei fumetti.<ref>Dall'angolo della posta dei capitoli 631-632, volume 64.</ref>

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L'autografo di Eiichirō Oda

Eiichirō Oda (1975 – vivente), fumettista giapponese.

Citazioni di Eiichirō Oda[modifica]

  • [Rispondendo alla domanda: «Perché invece ha scelto di dare a Rufy dei poteri gommosi, che sembrano così deboli in confronto a tanti altri?»] Ah ah ah, è vero! Sicuramente sembrerà strano, visto che ci sono tanti altri poteri molto più forti e impressionanti... ma la risposta è semplice: per lui ho scelto il potere più ridicolo. Non credo che sarei riuscito a convivere a lungo con un protagonista invariabilmente forte e potente. La storia può anche diventare serissima, ma Rufy continuerà solo ad allungarsi e gonfiarsi, dandomi in ogni momento la possibilità di fare delle cose assurde con il suo personaggio... ed è proprio questo il tipo di fumetto che volevo realizzare.[1]
  • All'anime di One Piece collaborano in totale sette registi, compreso Uda, che lavorano alternati ciascuno a un episodio. Questo perché non è possibile ultimare una puntata di trenta minuti in una settimana. Il nome del singolo regista che ha diretto l'episodio lo si trova nei titoli di coda e colui che coordina il lavoro di tutti i registi è Konosuke Uda.[2]
  • C'è stato un periodo in cui ho trasmesso emozioni nei titoli dei capitoli. È una ricerca che fa parte del mio lavoro, poiché penso che un bel titolo stimoli la fantasia del lettore e lo metta di buon umore prima di affrontare la lettura del capitolo.[3]
  • Come si suol dire "i lettori felici fanno felice il fumettista!" mi avete cambiato la vita, anche se di poco, ma è tutto ciò che possiedo.[4]
  • [Parlando di One Piece] In origine ipotizzavo una serie lunga cinque anni. Sin dall'inizio avevo già in mente il grande finale, e infatti tutta la vicenda sta puntando a quello, come da progetto. Poi cinque anni si sono rivelati scarsi per concludere il tutto. Sono ormai nove anni che i nostri pirati sono impegnati nelle loro avventure e sinceramente non so fino a quando lo saranno![5]
  • [Rispondendo alla domanda: «Perché Rufy, personaggio di One Piece, non uccide mai i suoi nemici?»] In quel periodo, la gente affidava la propria vita ai sogni e alle convinzioni, e combatteva per difernderli. Rufy combatte e distrugge gli ideali dei nemici. E quando questi ideali vengono infranti, e vengono sconfitti, provano un dolore maggiore della morte stessa. Penso che per questi pirati, uccidere o non uccidere era secondario rispetto alla vittoria o alla sconfitta.[6]
  • Innanzitutto, ho una teoria ben precisa sulla lunghezza ideale di una serie, e cioè "un intervallo durante il quale i lettori possano comprare tutti i volumi"![7]
  • La prima volta che ho fatto comparire in scena Ace, dentro di me avevo già più o meno stabilito quale sarebbe stato il suo destino, ma quel marchio era semplice decorazione. D'altra parte, l'espressione di Ace in punto di morte è quella che pensavo riflettesse meglio il suo stato d'animo in quel momento. Sentiva dolore, caldo, dispiacere, e non voleva morire. In punto di morte, però, non aveva rimpianti. Penso che con quell'espressione volesse far capire queste cose a Rufy. Ecco cosa vuol dire quell sorriso. Per consolare un bambino che piange, che si fa di solito? Si sorride, no? Ecco, è la stessa cosa. Per donare un sorriso agli altri si sorride, e così la sua ultima espressione è un dono che Ace vuole lasciare a chi resta al mondo.[8]
  • "Non importa se è fatto alla buona, basta che trasmetta qualcosa", "disegnare non ha senso se non si trasmette qualcosa". Queste sono le mie idee sul disegno nei fumetti.[9]
  • [Rispondendo alla domanda: «Come mai in ogni parte del mondo il linguaggio del fumetto è universale e comprensibile da chiunque?»] Perché il fumetto è qualcosa che riesce a rappresentare graficamente i sogni di ognuno![10]
  • [Su One Piece] Quando decisi di disegnare una storia sui pirati lessi tutti i libri sulla pirateria che riuscii a trovare, tuttavia in nessun documento del passato vi era traccia dei pirati che sognavo da bambino. Suppongo che fossero talmente presi dalle loro avventure da dimenticare di tramandarle ai posteri. Haah, quei furfanti dei pirati![11]
  • [Parlando di One Piece] Sin dall'inizio, ho avuto un solo scopo: "Scrivere un manga il cui ultimo capitolo fosse il più bello di tutti"![12]

Note[modifica]

  1. Dall'angolo della posta dei capitoli 638-639, volume 65.
  2. Dall'angolo della posta dei capitoli 194-195, volume 21.
  3. Dall'angolo della posta dei capitoli 375-376, volume 39.
  4. Dall'angolo della posta dei capitoli 347-348, volume 37.
  5. Dall'angolo della posta dei capitoli 405-406, volume 42.
  6. Dall'angolo della posta del capitolo 31, volume 4.
  7. Dall'angolo della posta dei capitoli 527-528, volume 54.
  8. Dall'angolo della posta dei capitoli 598-599, volume 61.
  9. Dall'angolo della posta dei capitoli 631-632, volume 64.
  10. Dall'angolo della posta del capitolo 233, volume 25.
  11. Sul retro del primo volume di One Piece.
  12. Dall'angolo della posta dei capitoli 527-528, volume 54.

Opere[modifica]

Altri progetti[modifica]