Thomas Hobbes: differenze tra le versioni

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edizione per il Leviatano
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==''Leviatano''==
==''Leviatano''==
*La vita non è altro che un movimento di membra. (''Introduzione'')
*La comprensione non è altro che concezione causata dal linguaggio. (I, 4)<ref>Citato in ''Come funziona la filosofia'', a cura di Marcus Weeks, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2020, p. 57. ISBN 9788858025598</ref>
*Che cos'è infatti il ''cuore'' se non una ''molla'' e che cosa sono i ''nervi'' se non altrettanti ''fili'' e che cosa le ''giunture'' se non altrettante ''ruote'' che danno movimento all'intero corpo, così come fu designato dall'artefice? (''Introduzione'')
:''Understanding being nothing else, but conception caused by speech''.
*Oltre al senso, ai pensieri e alla serie di pensieri, la mente umana non ha altro movimento. (I, III)
*Il privilegio dell'[[assurdità]], a cui nessuna creatura vivente è soggetta, tranne l'uomo. (I, 5)
*L'''intendimento'' non è altro che la concezione causata dalla parola. (I, IV)
:''The priviledge of absurdity; to which no living creature is subject but man only''.
*[...] {{NDR|Il}} privilegio dell'[[assurdità]], al quale nessuna creatura vivente è soggetta, ma solamente l'uomo. (I, V)
*La [[guerra]] non consiste solo in battaglie o in atti di combattimento, ma di un periodo di tempo, in cui la volontà di contendere in battaglia è abbastanza nota. (parte I, XIII, traduzione italiana di M. Vinciguerra, Laterza, Roma-Bari, 1974, pag. 109)
*Durante il tempo in cui gli uomini vivono senza un potere comune che li tenga tutti in soggezione, essi si trovano in quella condizione che è chiamata guerra. (I, XIII)
*Le due [[virtù]] cardinali in guerra sono la [[forza]] e la frode. (I, 13)
*La [[Guerra|GUERRA]], infatti, non consiste solo nella battaglia o nell'atto del combattere, ma in un tratto di tempo, in cui è sufficientemente conosciuta la volontà di contendere in battaglia. (I, XIII)
:''Force and fraud are in war the two cardinal virtues''.
*La [[forza]] e la frode sono in [[guerra]] le due virtù cardinali. (I, XIII)
*Senza un potere comune per tenerli tutti in soggezione, essi [uomini] sono in questa condizione chiamata guerra.
*Perciò tutto ciò che è conseguente al tempo di guerra in cui ogni uomo è nemico ad ogni uomo, è anche conseguente al tempo in cui gli uomini vivono senz'altra sicurezza di quella che la propria forza e la propria inventiva potrà fornire loro. In tale condizione non c'è posto per l'industria, perché il frutto di essa è incerto, e per conseguenza non v'è cultura della terra, né navigazione, né uso dei prodotti che si possono importare per mare, né comodi edifici, né macchine per muovere e trasportare cose che richiedono molta forza, né conoscenza della faccia della terra, né calcolo del tempo, né arti, né lettere, né società, e, quel che è peggio di tutto, v'è continuo timore e pericolo di morte violenta, e la vita dell'uomo è solitaria, misera, sgradevole, brutale e breve. (I, XIII)
:''During the time men live without a common Power to keep them all in awe, they are in that conditions called Warre''. (prima parte, cap. 13)
*Gli uomini sono continuamente in competizione per l'onore e per la dignità, cosa che non accade tra queste creature;<ref>Hobbes si riferisce agli [[animale|animali]], in particolare a quelli sociali, come le formiche e le api.</ref> per conseguenza tra gli uomini sorge, su quel fondamento, l'invidia e l'odio, e, infine, la guerra; tra queste, invece, non è così.<br />[...] Tra queste creature, il bene comune non differisce dal privato, ed essendo esse, per natura, inclini al loro bene privato, procurano con ciò il beneficio comune. Ma l'uomo, la cui gioia consiste nel paragonarsi con gli altri uomini, non può gustare se non ciò che è eminente. [...] <br /> Infine, [...] l'accordo tra queste creature è naturale, mentre quello tra gli uomini è solo per patto ed è artificiale. (II, XVII)
*Nella [[vita]] primitiva non vi è la presenza dell'[[arte]]; alcuna società costituita; e ciò che è peggio, la paura continua, il pericolo di una [[morte]] violenta; la vita dell'uomo è confinata nella solitudine, nella povertà, nella sporcizia, nella brutalità e infine la durata della vita è alquanto breve. (parte I, XIII){{da controllare|traduttore?}}
*I patti senza la [[spada]] sono solo parole. (II, XVII)
*[…] gli uomini sono in continua competizione per l'onore e la dignità, cose che quelle creature<ref>Hobbes si riferisce agli [[animale|animali]], in particolare a quelli sociali, come le formiche e le api.</ref> non conoscono nemmeno, e di conseguenza fra di loro sorgono per questa ragione invidia e odio e infine guerre: fra quelle creature invece niente di tutto questo.<br />In secondo luogo fra quelle creature il [[bene comune]] non differisce da quello privato, per cui essendo esse per natura spinte a cercare il loro bene privato procurano per ciò stesso il bene di tutti. […]<br />Infine l'accordo che si produce fra quelle creature è naturale mentre quello degli uomini è solo per convenzione, cioè artificiale. (II, XVII<ref>Citato in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 2, Isonomia editrice, Este, 1994, p. 541. ISBN 88-85944-12-4</ref>)
*L'obbligo dei sudditi verso il sovrano, si intende che dura fino a che dura il potere per il quale esso è in grado di proteggerli e non più a lungo. (II, XXI)
*Senza [[spada]] i patti non sono che parole.
*L'errore di un uomo non diventa la sua legge, né lo obbliga a persistere in esso. (II, XXVI)
:''Covenants, without the Sword, are but Words''. (seconda parte, cap. 17)
*L'autorità, non la verità, fa la legge. (II, XXVI)
*L'errore di un uomo non diventa la sua legge, né lo obbliga a persistere in esso.
:''No man's error becomes his own Law; nor obliges him to persist in it''. (seconda parte, cap. 26)
*L'autorità, non la verità, fa la legge. (II, 26)
:''Auctoritas non veritas facit legem.''
:''Auctoritas non veritas facit legem.''
*L'UFFICIO del sovrano (sia un monarca o un'assemblea) consiste nel fine per il quale gli è stato affidato il potere sovrano, quello, cioè, di procurare ''la sicurezza del popolo''. (II, XXX)
*L'obbligo dei sudditi nei confronti del sovrano deve durare fino a quando il sovrano mantenga il potere in forza del quale li protegge, e non oltre.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della politica'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 101. ISBN 9788858019429</ref>
*Il [[Papa]]to non è altro che lo ''spettro'' del defunto ''impero romano'', che siede, incoronato, sulla sua tomba. (IV, XLVII)
:''The office of the sovereign [...] consisteth in the end for which he was trusted with the sovereign power, namely the procuration of the safety of the people''. (seconda parte, cap. 30, "Of the Office of the Sovereign Representative")
*La lode degli autori antichi non procede dalla riverenza verso i morti ma dalla competizione e dall'invidia reciproca dei viventi. (''Revisione e conclusione'')
*Il [[Papa|Papato]] non è altro che lo spettro del defunto impero romano assiso sulla sua tomba con corona in mano.
:''The papacy is no other than the ghost of the deceased Roman Empire, sitting crowned upon the grave thereof.'' (quarta parte, cap. 47)

*Che cos'è infatti il cuore se non una molla e che cosa sono i nervi se non altrettanti fili e che cosa le giunture se non altrettante ruote che danno movimento all'intero corpo?<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 114. ISBN 9788858014165</ref>
:''For what is the heart, but a spring; and the nerves, but so many strings; and the joints, but so many wheels, giving motion to the whole body''.
*L'esaltazione degli antichi scrittori procede non dalla reverenza per i morti, ma dallo spirito di rivalità e dalla reciproca [[invidia]] dei vivi.{{da controllare|traduttore?}}{{da controllare|capitolo?}}
*La mente dell'uomo non conosce altro movimento oltre ai sensi, ai pensieri e ai ragionamenti.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 115. ISBN 9788858014165</ref>
:''Besides sense, and thoughts, and the train of thoughts, the mind of man has no other motion''.
*La vita non è altro che un movimento di membra.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della filosofia'', traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 113. ISBN 9788858014165</ref>
:''Life is but a motion of limbs''.


==Note==
==Note==
<references/>
<references/>

==Bibliografia==
*Thomas Hobbes, ''Leviatano'', traduzione di Gianni Micheli, Rizzoli, Milano, 2011. ISBN 9788858606452


==Altri progetti==
==Altri progetti==

Versione delle 19:40, 25 lug 2021

Thomas Hobbes

Thomas Hobbes (1588 – 1679), filosofo inglese.

Citazioni di Thomas Hobbes

  • Indico quindi in primo luogo come inclinazione generale dell'umanità un perpetuo e irrequieto desiderio di potere dopo potere, che cessa solo in morte.[1]
  • L'interesse e la paura sono i principi della società.[2]
  • L'unica passione della mia vita è stata la paura.[3]
  • La gloria improvvisa è la passione che causa quelle smorfie chiamate risate.
The passion of laughter is nothing else but a sudden glory.[4]
  • Per comprendere il significato di ciò, non si chiede che un uomo sia un geometra o un logico, ma che sia matto.[5]
  • [Ultime parole] Sto per intraprendere il mio ultimo viaggio, un grande salto nel buio.
I am about to take my last voyage, a great leap in the dark.[6]

Attribuite

  • Prima bisogna pensare a vivere, poi a fare della filosofia.[7]
Primum vivere, deinde philosophari. (proverbio latino)

Leviatano

  • La vita non è altro che un movimento di membra. (Introduzione)
  • Che cos'è infatti il cuore se non una molla e che cosa sono i nervi se non altrettanti fili e che cosa le giunture se non altrettante ruote che danno movimento all'intero corpo, così come fu designato dall'artefice? (Introduzione)
  • Oltre al senso, ai pensieri e alla serie di pensieri, la mente umana non ha altro movimento. (I, III)
  • L'intendimento non è altro che la concezione causata dalla parola. (I, IV)
  • [...] [Il] privilegio dell'assurdità, al quale nessuna creatura vivente è soggetta, ma solamente l'uomo. (I, V)
  • Durante il tempo in cui gli uomini vivono senza un potere comune che li tenga tutti in soggezione, essi si trovano in quella condizione che è chiamata guerra. (I, XIII)
  • La GUERRA, infatti, non consiste solo nella battaglia o nell'atto del combattere, ma in un tratto di tempo, in cui è sufficientemente conosciuta la volontà di contendere in battaglia. (I, XIII)
  • La forza e la frode sono in guerra le due virtù cardinali. (I, XIII)
  • Perciò tutto ciò che è conseguente al tempo di guerra in cui ogni uomo è nemico ad ogni uomo, è anche conseguente al tempo in cui gli uomini vivono senz'altra sicurezza di quella che la propria forza e la propria inventiva potrà fornire loro. In tale condizione non c'è posto per l'industria, perché il frutto di essa è incerto, e per conseguenza non v'è cultura della terra, né navigazione, né uso dei prodotti che si possono importare per mare, né comodi edifici, né macchine per muovere e trasportare cose che richiedono molta forza, né conoscenza della faccia della terra, né calcolo del tempo, né arti, né lettere, né società, e, quel che è peggio di tutto, v'è continuo timore e pericolo di morte violenta, e la vita dell'uomo è solitaria, misera, sgradevole, brutale e breve. (I, XIII)
  • Gli uomini sono continuamente in competizione per l'onore e per la dignità, cosa che non accade tra queste creature;[8] per conseguenza tra gli uomini sorge, su quel fondamento, l'invidia e l'odio, e, infine, la guerra; tra queste, invece, non è così.
    [...] Tra queste creature, il bene comune non differisce dal privato, ed essendo esse, per natura, inclini al loro bene privato, procurano con ciò il beneficio comune. Ma l'uomo, la cui gioia consiste nel paragonarsi con gli altri uomini, non può gustare se non ciò che è eminente. [...]
    Infine, [...] l'accordo tra queste creature è naturale, mentre quello tra gli uomini è solo per patto ed è artificiale. (II, XVII)
  • I patti senza la spada sono solo parole. (II, XVII)
  • L'obbligo dei sudditi verso il sovrano, si intende che dura fino a che dura il potere per il quale esso è in grado di proteggerli e non più a lungo. (II, XXI)
  • L'errore di un uomo non diventa la sua legge, né lo obbliga a persistere in esso. (II, XXVI)
  • L'autorità, non la verità, fa la legge. (II, XXVI)
Auctoritas non veritas facit legem.
  • L'UFFICIO del sovrano (sia un monarca o un'assemblea) consiste nel fine per il quale gli è stato affidato il potere sovrano, quello, cioè, di procurare la sicurezza del popolo. (II, XXX)
  • Il Papato non è altro che lo spettro del defunto impero romano, che siede, incoronato, sulla sua tomba. (IV, XLVII)
  • La lode degli autori antichi non procede dalla riverenza verso i morti ma dalla competizione e dall'invidia reciproca dei viventi. (Revisione e conclusione)

Note

  1. citato in Focus N.110 pag. 174
  2. Da Del cittadino; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  3. Citato in Stefano Benni, Il bar sotto il mare, Feltrinelli, 2006, p. 75. ISBN 8807810778
  4. Da The Elements of Law, Natural and Politic, Parte I, "Human Nature", 1640, cap. 9.
  5. Il riferimento è alla cosiddetta Tromba di Torricelli o Tromba di Gabriele, solido ideato da E. Torricelli.
  6. Citato in Elizabeth Knowles, Oxford dictionary of phrase and fable, Oxford University Press, 2006, p. 879. ISBN 019920246X
  7. Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto, Hoepli, Milano, 2007, p. 440. ISBN 88-203-0092-3
  8. Hobbes si riferisce agli animali, in particolare a quelli sociali, come le formiche e le api.

Bibliografia

  • Thomas Hobbes, Leviatano, traduzione di Gianni Micheli, Rizzoli, Milano, 2011. ISBN 9788858606452

Altri progetti

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