Vincenzo Morello: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Vincenzo Morello==
==Citazioni di Vincenzo Morello==
*Il [[Simbolismo (movimento)|simbolismo]] fu l'opera di reazione del giovine spiritualismo francese contro il [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] di [[Émile Zola|Zola]]. Come i romantici si erano in massa ribellati ai Greci ed ai Romani, così i nuovi spiritualisti si ribellarono ai conquistatori dei mercati, delle miniere, delle bettole, che nei libri di Zola occupavano e ingombravano tutti i campi della vita. Quella fitta massa di umanità che si muoveva gravemente con tutto il peso della sua carne e delle sue ossa; tutta quella fitta rete di sistemi nervosi che obbediva severamente e scientificamente alle leggi inflessibili del determinismo; tutta quella brutale verità e realtà che pretendeva di assurgere alle più alte vette letterarie con le volgari esplosioni del gergo e le violente espressioni della natura, offendeva gli squisiti gusti e i raffinati sensi della nuova generazione avida di sogni, che il {{sic|preraffaelismo}} da una parte ed il wagnerismo dall'altra avevano cominciato a educare alle meravigliose avventure dell'allegoria storica e della filosofia trascendentale.<ref>Da ''L'energia letteraria'', Casa editrice nazionale Roux & Viarengo, Roma-Torino, 1905, [https://archive.org/details/lenergialettera00moregoog/page/n206/mode/1up pp. 199-200].</ref>
*Il [[Simbolismo (movimento)|simbolismo]] fu l'opera di reazione del giovine spiritualismo francese contro il [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] di [[Émile Zola|Zola]]. Come i romantici si erano in massa ribellati ai Greci ed ai Romani, così i nuovi spiritualisti si ribellarono ai conquistatori dei mercati, delle miniere, delle bettole, che nei libri di Zola occupavano e ingombravano tutti i campi della vita. Quella fitta massa di umanità che si muoveva gravemente con tutto il peso della sua carne e delle sue ossa; tutta quella fitta rete di sistemi nervosi che obbediva severamente e scientificamente alle leggi inflessibili del determinismo; tutta quella brutale verità e realtà che pretendeva di assurgere alle più alte vette letterarie con le volgari esplosioni del gergo e le violente espressioni della natura, offendeva gli squisiti gusti e i raffinati sensi della nuova generazione avida di sogni, che il {{sic|preraffaelismo}} da una parte ed il wagnerismo dall'altra avevano cominciato a educare alle meravigliose avventure dell'allegoria storica e della filosofia trascendentale.<ref>Da ''L'energia letteraria'', Casa editrice nazionale Roux & Viarengo, Roma-Torino, 1905, [https://archive.org/details/lenergialettera00moregoog/page/n206/mode/1up pp. 199-200].</ref>

*Solo un belga, il [[Maurice Maeterlinck|Maeterlinck]], è riuscito a dare al simbolismo un carattere e una impronta, che se non possono aspirare all'onore dell'originalità, possono almeno diventare argomento di intellettuale curiosità. Solo un belga poté fare dell'arte con gli elementi critici del simbolismo. E per questo egli ebbe, oltre che per la lingua, immediato diritto di cittadinanza nella letteratura francese.<ref>Da ''L'energia letteraria'', Casa editrice nazionale Roux & Viarengo, Roma-Torino, 1905, [https://archive.org/details/lenergialettera00moregoog/page/n208/mode/1up p. 201].</ref>


==''Nell'arte e nella vita''==
==''Nell'arte e nella vita''==

Versione delle 15:05, 9 ago 2021

Vincenzo Morello, fotografato da Mario Nunes Vais

Vincenzo Morello, noto anche con lo pseudonimo di Rastignac (1860 – 1933), giornalista e politico italiano.

Citazioni di Vincenzo Morello

  • Il simbolismo fu l'opera di reazione del giovine spiritualismo francese contro il naturalismo di Zola. Come i romantici si erano in massa ribellati ai Greci ed ai Romani, così i nuovi spiritualisti si ribellarono ai conquistatori dei mercati, delle miniere, delle bettole, che nei libri di Zola occupavano e ingombravano tutti i campi della vita. Quella fitta massa di umanità che si muoveva gravemente con tutto il peso della sua carne e delle sue ossa; tutta quella fitta rete di sistemi nervosi che obbediva severamente e scientificamente alle leggi inflessibili del determinismo; tutta quella brutale verità e realtà che pretendeva di assurgere alle più alte vette letterarie con le volgari esplosioni del gergo e le violente espressioni della natura, offendeva gli squisiti gusti e i raffinati sensi della nuova generazione avida di sogni, che il preraffaelismo da una parte ed il wagnerismo dall'altra avevano cominciato a educare alle meravigliose avventure dell'allegoria storica e della filosofia trascendentale.[1]
  • Solo un belga, il Maeterlinck, è riuscito a dare al simbolismo un carattere e una impronta, che se non possono aspirare all'onore dell'originalità, possono almeno diventare argomento di intellettuale curiosità. Solo un belga poté fare dell'arte con gli elementi critici del simbolismo. E per questo egli ebbe, oltre che per la lingua, immediato diritto di cittadinanza nella letteratura francese.[2]

Nell'arte e nella vita

  • Ogni momento della recitazione di Sarah Bernhardt è un momento poetico; ogni movimento contiene una linea di bellezza, un'anima d'arte, che lo rende utile, e quasi vorrei dire esteticamente inevitabile. Ella parte, evidentemente, da questo principio fondamentale, che la figura umana deve sempre e tutta comparire sul palcoscenico, come la statua sul plinto; che la figura umana deve sempre e tutta significare agli occhi del pubblico, finché non sparisce nella morte, o dietro il sipario, la vita del personaggio; quindi ella è sempre in piedi sulla scena, e difficilmente, e solo quando l'assoluta necessità della parte lo impone, sta seduta, ma per poco. (pp. 266-267)
  • Strane vibrazioni, strani scoppi nervosi, nella parola, nello sguardo, nel gesto: e in mezzo a tutto questo una dolce nota d'amore, che zampilla fresca e lucente come un sorriso infantile, e fa sognare: ecco l'arte di Eleonora Duse. (p. 273)
  • Che cosa è la Duse, se non la vera e grande rappresentante dello squilibrio nervoso della nostra società e della nostra vita!
    Eleonora Duse significa sulla scena: la prevalenza, il trionfo del sistema nervoso sul sistema muscolare: la glorificazione dell'emozione interiore sull'emozione esteriore: la vittoria della specifica coscienza dell'individuo sulla coscienza generica del tipo. (p. 280)
  • [Tina Di Lorenzo] La caratteristica principale di questa attrice è la perfezione della dizione. Ella non si affida per gli effetti scenici al gesto, alla mimica in genere; ma alla dizione. Il sentimento è per lei nella parola, e l'espressione del sentimento è nel modo di dire, o forse meglio di scolpire e di colorire la parola. (p. 293)
  • [Tina Di Lorenzo] Dotata di una voce armoniosa, che può facilmente seguire tutta la gamma delle passioni umane, ella l'adopera con una rara sapienza e con una rara abilità, specialmente nei due termini estremi, nella gioia e nel dolore. La parola ride veramente sulle sue labbra nei momenti di letizia o di malizia e piange vermente nei momenti di rammarico o di dolore o di dispetto. (p. 293)
  • [Tina Di Lorenzo] La sua figura, che non ha nulla delle irrequietezze e degli spasimi della donna moderna, pura nella linea e nel contorno, serena nella sicura compostezza di tutta la persona, par quella di una Musa, staccata da un bassorilievo di un antico monumento greco. Ella non conosce il mondo che dall'arco del palcoscenico, non conosce l'umanità che nella simulazione dell'arte rappresentativa. Per questo, dicono, non è abbastanza cattiva in certe parti, non è abbastanza tormentata in certe altre, e non è in genere abbastanza convinta nella lotta di certe complicate passioni umane, attraverso le quali bisogna essere passati, per comprenderle e all'occasione risentirle e interessarsene. Osservazioni di volgarità incontestabile, a me pare, e che non val la pena di discutere, e forse neppure di enunciare. (pp. 295-296)

Note

  1. Da L'energia letteraria, Casa editrice nazionale Roux & Viarengo, Roma-Torino, 1905, pp. 199-200.
  2. Da L'energia letteraria, Casa editrice nazionale Roux & Viarengo, Roma-Torino, 1905, p. 201.

Bibliografia

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