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*Il nostro esercito è in grado di difendere con le sue sole forze il popolo e la patria dando una risposta decisa, anche di natura psicologica, alla guerriglia. [...] Il potere statale ha il completo controllo della situazione, difficoltà a parte.
*Il nostro esercito è in grado di difendere con le sue sole forze il popolo e la patria dando una risposta decisa, anche di natura psicologica, alla guerriglia. [...] Il potere statale ha il completo controllo della situazione, difficoltà a parte.
*I legami con Mosca non solo saranno mantenuti, ma verranno rafforzati, come dimostra il massiccio afflusso di viveri e di altri generi di prima necessità nelle città dove la guerriglia islamica cerca di interrompere ogni contatto con il resto del paese.
*I legami con Mosca non solo saranno mantenuti, ma verranno rafforzati, come dimostra il massiccio afflusso di viveri e di altri generi di prima necessità nelle città dove la guerriglia islamica cerca di interrompere ogni contatto con il resto del paese.

{{Int|Da [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/05/28/la-sfida-di-najibullah-nessuno-kabul-vincera.html ''La sfida di Najibullah: "Nessuno a Kabul vincerà con le armi'']|''La repubblica'', 28 maggio 1989}}
*Non sono direttamente responsabile degli errori commessi durante i primi anni della rivoluzione e che essi non mi hanno coinvolto. Ma oggi sono a capo dello Stato e sono convinto di esprimere una politica che è pienamente conforme agli interessi del popolo afghano e che il partito non ha commesso errori scegliendo questa politica.
*Malgrado le forti pressioni alle quali sono sottoposti per restare uniti, tra gli estremisti vi è un crescente disaccordo sulle più diverse questioni. Ciascuno cerca di imporre agli altri l' autorità del proprio gruppo. Ma nessuno di loro può vantarsi di sostenere un programma politico accettabile e rispondente ai reali interessi del popolo e del paese.
*A Peshawar vi sono numerosi aspiranti al ruolo di Napoleone che si impegnano tenacemente per imporre il loro dispotismo. Ed è naturale che in un clima così teso non vi sia in questo momento spazio per altre personalità. Secondo noi Zahir Shah potrebbe svolgere un' azione costruttiva, sempre entro certi limiti. A patto però che prenda in considerazione le attuali e oggettive realtà politiche.
*Eravamo certi che il ritiro delle truppe sovietiche si sarebbe tradotto in una opportunità per diversi paesi occidentali di normalizzare i loro rapporti con l' Afghanistan e mi riferisco soprattutto a quelli che avevano assunto un atteggiamento irreale nei confronti della situazione afghana.
*Il Pakistan non dovrebbe più interferire in questa guerra vietando l' uso del proprio territorio all' opposizione, privandola così di tutti quei vantaggi strategici di cui oggi gode.
*Gli interessi politici prevalgono su quelli umanitari, perché gli Stati Uniti e alcuni tra i loro alleati occidentali europei, vogliono soltanto cambiare e imporre all' Afghanistan un regime di loro piacimento. [...] Ci accusano di essere un regime comunista, ma questa non è una buona ragione. Ci sono molti paesi comunisti nel mondo ai quali non viene fatta la guerra e gli stessi americani fanno di tutto per migliorare i loro rapporti con l' Urss che non è certo un regime capitalista.
*Nessun documento del Pdpa parla di programmi comunisti o socialisti. Il Pdpa è un partito nazionale e democratico che opera nel contesto degli interessi tradizionali e nazionali del popolo afghano. Rifiutiamo perciò qualsiasi programma sia dell' Est che dell' Ovest e ogni ideologia che non siano conformi alle condizioni e alle tradizioni della società afghana e dei suoi interessi nazionali. La propaganda occidentale che ci appiccica l' etichetta comunista dovrebbe capire che sta rendendo un cattivo servizio proprio agli interessi del mondo occidentale.
*C' è un proverbio afghano che dice che un nodo che non si può sciogliere con le dita non deve essere sciolto con i denti. Noi ci aspettiamo soltanto che i paesi interessati e coinvolti in vario modo in questa crisi non usino né i denti né le forbici per sciogliere il nodo afghano ma solo e con grande attenzione le loro dita.


==Citazioni su Mohammad Najibullah==
==Citazioni su Mohammad Najibullah==

Versione delle 21:00, 24 ago 2021

Najibullah nel 1986

Mohammad Najibullah (1947 – 1996), politico e militare afghano.

Citazioni di Mohammad Najibullah

  • Non si tratta di una disfatta, di una capitolazione, o di un abbandono delle nostre posizioni, ma della constatazione che il popolo afghano è stanco della guerra che si prolunga e reclama la pace. Il programma di riconciliazione nazionale ha per obbiettivo lo sviluppo ulteriore dei benefici della rivoluzione e l'instaurazione nel paese di una situazione stabile fondata sul rafforzamento del potere popolare e sull'amicizia fedele con l'Urss. Occorre impegnare coraggiosamente e apertamente contatti con i membri della bande ribelli e con le forze neutre.[1]
  • Al momento attuale è possibile costituire un governo di coalizione con la partecipazione dei rappresentanti dei gruppi menzionati aggiungendo che il potere di Kabul non intende escludere dal processo di riconciliazione nazionale i gruppi politici di orientamento centrista o monarchico nè i capi dei gruppi antigovernativi che agiscono all'estero.[1]
  • Esistono condizioni oggettive per la creazione nel paese di una coalizione reale, effettiva, di tutte le forze democratiche e guidate da uno spirito patriottico. Premesso che scopo di questa coalizione è porre fine alla guerra fratricida, assicurare la normalizzazione della situazione ed iniziare la soluzione dei problemi nazionali urgenti del paese.[2]
  • Un presidente deve essere non solo un simbolo, ma un centro reale di potere.[2]
  • Noi vogliamo vivere in amicizia con gli Stati Uniti senza perdere nulla della nostra amicizia con l' Urss (...) la nostra rivoluzione è nazionale e democratica, non comunista o socialista.[3]
  • Il governo afghano è d'accordo con l'impiego di forze dell'Onu: Se i leader dell'opposizione non sono d'accordo con questa proposta, essi dimostrano di non volere la pace in Afghanistan né la fine dello spargimento di sangue.[4]
  • L'Unione Sovietica ci ha dato la libertà. [...] Noi siamo un popolo libero. Quelli [i Mujaheddin] sono schiavi del Pakistan e degli americani.[5]
  • Il Pakistan ha intenzione di annettere l'Afganistan con il pretesto di formare una confederazione afgano-pakistana con il pieno appoggio e consenso da parte dei mujahiddin. [...] Questo piano di annessione è un complotto che mette il popolo afgano e la sua indipendenza di fronte ad una grande prova. Permetterete mai che ciò avvenga? Sono certo che tutti i figli afgani, siano essi schierati con il regime o con l'opposizione, saranno pronti a combattere il nemico comune in una Jihad. I nostri amici ci aiuteranno.[6]
  • Sono d'accordo che una volta raggiunta un'intesa attraverso il processo proposto dall'Onu per l'insediamento di un governo ad interim, si debbano trasferire tutti i poteri e l'autorità esecutiva a questa compagine che dovrà dare il via al periodo di transizione.[7]

Da Najibullah è sicuro: "Sapremo difenderci anche dopo la partenza dell'Armata Rossa

La repubblica, 3 febbraio 1989

  • L'esercito afghano, con l'appoggio del Partito democratico popolare dell'Afghanistan, sarà in grado di difendere Kabul anche dopo il completo e definitivo ritiro dell'Armata Rossa.
  • Il nostro esercito è in grado di difendere con le sue sole forze il popolo e la patria dando una risposta decisa, anche di natura psicologica, alla guerriglia. [...] Il potere statale ha il completo controllo della situazione, difficoltà a parte.
  • I legami con Mosca non solo saranno mantenuti, ma verranno rafforzati, come dimostra il massiccio afflusso di viveri e di altri generi di prima necessità nelle città dove la guerriglia islamica cerca di interrompere ogni contatto con il resto del paese.

Da La sfida di Najibullah: "Nessuno a Kabul vincerà con le armi

La repubblica, 28 maggio 1989

  • Non sono direttamente responsabile degli errori commessi durante i primi anni della rivoluzione e che essi non mi hanno coinvolto. Ma oggi sono a capo dello Stato e sono convinto di esprimere una politica che è pienamente conforme agli interessi del popolo afghano e che il partito non ha commesso errori scegliendo questa politica.
  • Malgrado le forti pressioni alle quali sono sottoposti per restare uniti, tra gli estremisti vi è un crescente disaccordo sulle più diverse questioni. Ciascuno cerca di imporre agli altri l' autorità del proprio gruppo. Ma nessuno di loro può vantarsi di sostenere un programma politico accettabile e rispondente ai reali interessi del popolo e del paese.
  • A Peshawar vi sono numerosi aspiranti al ruolo di Napoleone che si impegnano tenacemente per imporre il loro dispotismo. Ed è naturale che in un clima così teso non vi sia in questo momento spazio per altre personalità. Secondo noi Zahir Shah potrebbe svolgere un' azione costruttiva, sempre entro certi limiti. A patto però che prenda in considerazione le attuali e oggettive realtà politiche.
  • Eravamo certi che il ritiro delle truppe sovietiche si sarebbe tradotto in una opportunità per diversi paesi occidentali di normalizzare i loro rapporti con l' Afghanistan e mi riferisco soprattutto a quelli che avevano assunto un atteggiamento irreale nei confronti della situazione afghana.
  • Il Pakistan non dovrebbe più interferire in questa guerra vietando l' uso del proprio territorio all' opposizione, privandola così di tutti quei vantaggi strategici di cui oggi gode.
  • Gli interessi politici prevalgono su quelli umanitari, perché gli Stati Uniti e alcuni tra i loro alleati occidentali europei, vogliono soltanto cambiare e imporre all' Afghanistan un regime di loro piacimento. [...] Ci accusano di essere un regime comunista, ma questa non è una buona ragione. Ci sono molti paesi comunisti nel mondo ai quali non viene fatta la guerra e gli stessi americani fanno di tutto per migliorare i loro rapporti con l' Urss che non è certo un regime capitalista.
  • Nessun documento del Pdpa parla di programmi comunisti o socialisti. Il Pdpa è un partito nazionale e democratico che opera nel contesto degli interessi tradizionali e nazionali del popolo afghano. Rifiutiamo perciò qualsiasi programma sia dell' Est che dell' Ovest e ogni ideologia che non siano conformi alle condizioni e alle tradizioni della società afghana e dei suoi interessi nazionali. La propaganda occidentale che ci appiccica l' etichetta comunista dovrebbe capire che sta rendendo un cattivo servizio proprio agli interessi del mondo occidentale.
  • C' è un proverbio afghano che dice che un nodo che non si può sciogliere con le dita non deve essere sciolto con i denti. Noi ci aspettiamo soltanto che i paesi interessati e coinvolti in vario modo in questa crisi non usino né i denti né le forbici per sciogliere il nodo afghano ma solo e con grande attenzione le loro dita.

Citazioni su Mohammad Najibullah

Giulietto Chiesa

  • Aveva capito perfettamente - come Gorbaciov - che la partita, cominciata da Breznev e Taraki nel 1978, era perduta. [...] Ma poi - caduto Hafizzullah Amin sotto il piombo dei «berretti verdi» inviati dal Cremlino per «correggere» la situazione - era tornato alla testa della polizia segreta e vi era rimasto per cinque anni. Questo non gli hanno perdonato e non gli perdoneranno i vincitori che oggi assediano Kabul per anticipare il piano di pace delle Nazioni Unite (e per dividersi, sul filo delle spade, il potere).
  • I più pessimisti gli davano qualche settimana. Ricordo la sua risata metallica, che scoprì una fila di denti impeccabili, quando commentò le profezie che lo davano per morto. 20 mesi dopo era ancora al suo posto.
  • Najibullah si difese, un giorno, dalle accuse di efferatezze, dicendo con un sarcastico sorriso di avere fatto la stessa carriera del presidente Bush: prima alla Cia e poi alla Casa Bianca. Ma era una battuta per platee occidentali, pacificate dal digestivo dopo lauti pranzi, non certo per le bande lacere dei contadini torturati nella prigione circolare di Puli-Charki, progettata dai mancati conquistatori britannici.
  • Quando lo incontrai per l'ultima volta - era l'ottobre del 1990 - eravamo tutti in un altro secolo, in un altro mondo. Il dottor Najibullah, il presidente dell'Afghanistan, il segretario generale del Partito Watan, era ancora un uomo potente e sicuro. «Se vuole vedere la pace a Kabul, tornerà presto!», mi disse. E intendeva dire che la pace l'avrebbe portata lui: che gli altri, quelli di Peshawar, non l'avrebbero spuntata.

Dennis Nilsen

Da Lo squartatore è in tv, orrore a Londra

Intervista di Paul Britton, La Stampa, 28 gennaio 1993

  • Dovevo evitare che con l'estate si spargesse il tanfo attorno a casa mia, che avrebbe destato il sospetto dei vicini e della polizia.
  • Prima di tagliare i cadaveri, mi ero dovuto ubriacare per farcela. Ma ogni tanto dovevo andare lo stesso a vomitare in giardino.
  • Il momento più eccitante era quando sollevavo il cadavere. Lo trasportavo e gli parlavo, fra noi si stabiliva uno strano rapporto. Controllarne le membra ciondolanti e passive rappresentava il colmo del mio potere. E tanto più quel corpo era passivo, tanto più io mi sentivo potente. Ora quei cadaveri sono scomparsi, tutto è finito. Ma io continuo a sentirmi in comunione spirituale con quella gente.
  • Ho parlato con alcune persone che lo avevano conosciuto personalmente ed una delle descrizioni più frequenti sembrava essere che in realtà fosse un tipo piuttosto noioso, e anche quando qualcuno lo trovava simpatico, non c'era in lui niente di straordinario, a quanto pare. Quindi il tentativo di trovare qualcosa in un essere umano che andava a lavoro tranquillo mentre in casa aveva corpi in decomposizione sotto le assi del pavimento, è stata la sfida più significativa. (David Tennant)

Gabriel Yorke

Da Alan Yates Uncovered

Intervista di Sage Stallone e Bob Murawksi, in Cannibal Holocaust 25th Anniversary Collector's Edition DVD, regia di Ruggero Deodato, (Hollywood: Grindhouse Releasing), DVD, 2005.

  • Stavo sostituendo un altro attore che aveva lasciato la pellicola per qualche ragione prima ancora che fosse girata. Per quanto ne so, rinunciò quando era all'aeroporto a New York, e non so perché. Non so niente di lui. Tutto ciò che so è che lo sostituirono con me, e la ragione per cui mi chiesero la taglia dei miei piedi era che avevano già comprato i costumi. Così avevano un paio di stivali 41 per l'attore che doveva interpretare Alan Yates, e siccome avevo la misura giusta non importava che avevo studiato con Uta Hagen, uno dei più grandi insegnanti di recitazione del ventesimo secolo, non importava che avevo fatto tre tour nazionali di Qualcuno volò sul nido del cuculo, niente di tutto ciò importava. Era la misura dei miei piedi.
I was replacing another actor who had left the picture for some reason before it even shot. The way I heard it was, he quit when he was in the airport in New York, and I have no idea why. I don't know anything about him. All I know is they replaced me with him, and the reason they asked me how big my feet were was because they had already bought the costumes. So they had a pair of ten and a half boots for the actor who was going to play Alan Yates, and since I had the right size feet it didn't matter that I'd studied with Uta Hagen, one of the great acting teachers of the twentieth century, it didn't matter that I'd done three national tours of One Flew Over the Cuckoo's Nest, none of this mattered. It was the size of my feet.
  • [Sulla scena della scimmia] Fu allora che mi resi esattamente conto in cosa ero andato a cacciarmi. Solo che a quel punto non sapevo se l'avrebbero fatto a noi. In parole povere, non sapevo se era un film snuff o no.
That's when I pretty much knew exactly what I was into. Except what I didn't know at that point was whether or not they were going to do that to us. In other words, I didn't know if this was a snuff movie or not.
  • Il giorno in cui arrivai sul set, Ruggero disse "Bene, in questa scena discenderai sul villaggio e vieni qui e spari al maiale". E il succo di questa scena, sai, è che stavi dominando questa cultura primitiva e che Alan Yates non si sarebbe fermato a nulla pur di ottenere del filmato. Così voleva che io "discendessi" sul villaggio, sparassi il maiale e poi avrei dovuto recitare queste righe direttamente alla telecamera in stile documentaristico. E io dissi "Quindi quando dici di sparare il maiale, intendi dire... cioè, sono munizioni vere?", e lui disse "Ma certo". E io dissi "Be', non vedo il senso. Possiamo semplicemente fingere, dato che questo è cinema". Ma lui disse "No, voglio che tu spari davvero a questo maiale". Ora, ero stato in barca con questo maiale, quindi avevo stabilito un piccolo rapporto col piccoletto, e io non sono il tipo di persona che sparerebbe un maiale che non mi ha fatto niente. Così dissi "No, non lo farò". E Ruggero, senza perdere un colpo, disse "Luca! In questa scena discendi sul villaggio, spari il maiale e Gabriel recita le sue righe alla telecamera". Penso che la mia relazione con Ruggero cambiò in quel momento col maiale. [...] Così Ruggero mi fece seguire ovunque dal ragazzo del copione tutto il giorno. Mi disse "Devi farlo. Ho solo un maiale, quindi devi farlo bene al primo tentativo". E io avevo questo lungo paragrafo di monologo che voleva che io recitassi di fronte alla telecamera. Così, "discendemmo" sul villaggio, lo provammo e lo feci bene. Poi lo riprovammo, e lo feci bene, e poi l'avremmo fatto per davvero. [...] Sentii lo sparo: bùm! E poi sentì lo strillo del maiale: iik! E la mia mente si annebbiò. Mi voltai verso la telecamera. [...] Ruggero era dietro la telecamera. Lui sapeva esattamente cosa stava succedendo, e agitava verso me il pugno: "Brutto stronzo!"
The day I got to the set, Ruggero said "Okay now, in this scene you're gonna sweep through the village and you come over here and you shoot the pig". And the point of this scene is that, you know, we were dominating this primitive culture and that Alan Yates would stop at nothing to get a shot. So he wanted me to "sweep down" through the village, shoot this pig and then I was supposed to deliver these lines directly to the camera in a documentary style. And I said "So when you say shoot the pig, do you mean that we... I mean, is this live ammunition?", and he said "Of course". And I said "Well, I don't see any point in that. We can just pretend, cause this is the movies". But he said "No, I want you to actually shoot this pig". Now, I'd ridden in the boat with this pig, so I had a little bit of a relationship with this little guy, and I'm just not the kind of guy to go shoot a pig who hasn't done anything to me. So I said "No, I won't do that". And Ruggero, without missing a beat, said "Luca! In this scene, you sweep through the village, you shoot the pig and Gabriel delivers his lines to the camera". My relationship with Ruggero, I think, sort of turned on that moment with the pig. [...] So Ruggero had the script boy follow me around all morning. He said to me "You've got to do this. I have one pig, so you have to do this right on the first take". And I had this long paragraph of monologue that he wanted me to deliver to the camera. So, we "swept through" the village, we rehearsed it and I did fine. And we rehearsed it again and I did fine, and then we were doing it for real. [...] I heard the report of the gun: Boom! And then I heard the squeal of the pig: Eek! And my mind went blank. I just turned to the camera. [...] Ruggero was behind the camera. He knew exactly what was happening and was shaking his fist at me: "You fucking asshole!".
  • Il livello di crudeltà sul set era qualcosa di ignoto a me. Ero stato su un certo numero di set e c'era sempre un qualche tipo di controllo. Ma qui non c'era niente del genere.
The level of cruelty on the set was something unknown to me. I'd been on a number of sets and there were always some sort of controls. But there was nothing like that here.
  • [Sulla scena della capanna in fiamme] Era terrificante. So quant'è spaventoso guardare questo film. Vederlo mentre lo giravano era ugualmente spaventoso. Potrebbe essere stato ancora più spaventoso, perché c'erano vere persone là dentro, e non sono sicuro cosa [quanto] venivano pagate, o se venivano pagate. Per quanto ne so, gli davano solo un pranzo.
This was terrifying. I know how scary it is to watch this movie. To watch it being made was equally scary. It might have been more scary to watch it being made, because there were real humans in there, and I'm not sure what they were getting paid or if they were getting paid. As far as I know they were just getting lunch.
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David W. Macdonald (...), zoologo britannico.

Running with the fox

  • I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate. (p. 10)
  • Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun. (p. 15)
  • Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices. (p. 16)
  • Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit. (p. 32)
  • Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured. (p. 45)
  • Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs. (p. 45)
  • Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property. (p. 56)
  • I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food. (p. 58)
  • Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint. (p. 61)
  • L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland. (p. 173)
  • Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic. (p. 181)
  • Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories. (p. 210)
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Mangascià nel 1894

Mangascià Giovanni (1868 – 1907), militare etiope.

Citazioni su Mangascià Giovanni

  • Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. (Domenico Quirico)
  • Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. (Domenico Quirico)
  1. a b Citato in La svolta di Najibullah: "Tratteremo con tutti", La repubblica, 2 gennaio 1987.
  2. a b Citato in Najibullah lancia un invito all'ex re, La repubblica, 16 giugno 1987.
  3. Citato in Najibullah "apre" a Re Zahir, La repubblica, 26 aprile 1988.
  4. Citato in Najibullah è "favorevole" alle proposte del Cremlino, La repubblica, 10 dicembre 1988.
  5. Citato in Kabul, scocca l'ora zero. Najibullah arma i suoi, La repubblica, 7 febbraio 1989.
  6. Citato in "Afgani, o la Patria o la morte". Estremo appello di Najibullah, La repubblica, 12 dicembre 1989.
  7. Citato in Najibullah agli afghani: "Sono pronto a dimettermi", La repubblica, 19 marzo 1992.