Utente:Dread83/DreadBox: differenze tra le versioni

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*L'uomo si ambienta facilmente sotto qualunque striscia di cielo. (IV discorso, p. 50)
*L'uomo si ambienta facilmente sotto qualunque striscia di cielo. (IV discorso, p. 50)
*Che cosa entusiasmava i nobili romani, le cui disposizioni d'animo e modi di pensare vivono e respirano ancora tra noi nei loro monumenti, fino al punto di sopportare e di compiere fatiche e sacrifici per la patria? Lo dicono essi stessi, spesso e chiaramente. Era la saldezza della loro fede nella durata eterna della loro [[Roma]], e la loro fiducia nella prospettiva di sopravvivere essi stessi, in questa eternità, eternamente nella corrente del tempo. Nella misura in cui era fondata e in cui essi stessi l’avrebbero colta, se fossero stati perfettamente chiari in se stessi, questa fede non li ha ingannati. Ciò
che nella loro Roma eterna era davvero eterno, sopravvive in mezzo a noi ancora oggi insieme a loro, e sopravviverà nelle sue conseguenze sino alla fine dei giorni. (VIII discorso, pp. 115-116)
*{{NDR|Su [[Johann Heinrich Pestalozzi]]}} Noi abbiamo letto e meditato gli scritti originali dell'uomo, e ci siamo formati da questi il nostro concetto della sua arte nell'istruzione e nell'educazione. [...] Anch'egli ha avuto una vita difficile, e ha lottato con ogni possibile ostacolo, interiormente con la propria cocciuta oscurità e debolezza, egli stesso scarsamente dotato dei più comuni strumenti di un'educazione dotta; all'esterno, con un persistente misconoscimento, verso un obiettivo appena presentito e a lui stesso del tutto ignoto, sostenuto e sospinto da un impulso inesauribile, onnipotente e tedesco: l'amore per il popolo povero più indifeso. Questo amore onnipotente ne aveva fatto un suo strumento, proprio come Lutero, solo in un rapporto diverso e più conforme al suo tempo, ed era divenuto la vita nella sua vita. Esso fu per lui il filo conduttore saldo e immutabile, a lui stesso sconosciuto, di questa sua vita, che lo ha condotto attraverso la notte che lo circondava da ogni parte, e che coronò la sera di quella vita – poiché era impossibile che un amore del genere abbandonasse la terra senza ricompensa – con la sua scoperta autenticamente spirituale, che ha fatto molto di più di quanto egli avesse mai desiderato con i suoi più audaci desideri. Egli voleva semplicemente aiutare il popolo; ma la sua scoperta, assunta in tutta la sua estensione, annulla il popolo, toglie ogni differenza tra questo e un ceto colto, invece della ricercata educazione popolare fornisce una educazione nazionale, e avrebbe senz'altro la capacità di sollevare i popoli e l'intero genere umano dalla profondità della sua attuale miseria. (IX discorso, pp. 132-133)
*{{NDR|Su [[Johann Heinrich Pestalozzi]]}} Noi abbiamo letto e meditato gli scritti originali dell'uomo, e ci siamo formati da questi il nostro concetto della sua arte nell'istruzione e nell'educazione. [...] Anch'egli ha avuto una vita difficile, e ha lottato con ogni possibile ostacolo, interiormente con la propria cocciuta oscurità e debolezza, egli stesso scarsamente dotato dei più comuni strumenti di un'educazione dotta; all'esterno, con un persistente misconoscimento, verso un obiettivo appena presentito e a lui stesso del tutto ignoto, sostenuto e sospinto da un impulso inesauribile, onnipotente e tedesco: l'amore per il popolo povero più indifeso. Questo amore onnipotente ne aveva fatto un suo strumento, proprio come Lutero, solo in un rapporto diverso e più conforme al suo tempo, ed era divenuto la vita nella sua vita. Esso fu per lui il filo conduttore saldo e immutabile, a lui stesso sconosciuto, di questa sua vita, che lo ha condotto attraverso la notte che lo circondava da ogni parte, e che coronò la sera di quella vita – poiché era impossibile che un amore del genere abbandonasse la terra senza ricompensa – con la sua scoperta autenticamente spirituale, che ha fatto molto di più di quanto egli avesse mai desiderato con i suoi più audaci desideri. Egli voleva semplicemente aiutare il popolo; ma la sua scoperta, assunta in tutta la sua estensione, annulla il popolo, toglie ogni differenza tra questo e un ceto colto, invece della ricercata educazione popolare fornisce una educazione nazionale, e avrebbe senz'altro la capacità di sollevare i popoli e l'intero genere umano dalla profondità della sua attuale miseria. (IX discorso, pp. 132-133)

Versione delle 21:44, 26 ago 2021

  • L'uomo si ambienta facilmente sotto qualunque striscia di cielo. (IV discorso, p. 50)
  • Che cosa entusiasmava i nobili romani, le cui disposizioni d'animo e modi di pensare vivono e respirano ancora tra noi nei loro monumenti, fino al punto di sopportare e di compiere fatiche e sacrifici per la patria? Lo dicono essi stessi, spesso e chiaramente. Era la saldezza della loro fede nella durata eterna della loro Roma, e la loro fiducia nella prospettiva di sopravvivere essi stessi, in questa eternità, eternamente nella corrente del tempo. Nella misura in cui era fondata e in cui essi stessi l’avrebbero colta, se fossero stati perfettamente chiari in se stessi, questa fede non li ha ingannati. Ciò

che nella loro Roma eterna era davvero eterno, sopravvive in mezzo a noi ancora oggi insieme a loro, e sopravviverà nelle sue conseguenze sino alla fine dei giorni. (VIII discorso, pp. 115-116)

  • [Su Johann Heinrich Pestalozzi] Noi abbiamo letto e meditato gli scritti originali dell'uomo, e ci siamo formati da questi il nostro concetto della sua arte nell'istruzione e nell'educazione. [...] Anch'egli ha avuto una vita difficile, e ha lottato con ogni possibile ostacolo, interiormente con la propria cocciuta oscurità e debolezza, egli stesso scarsamente dotato dei più comuni strumenti di un'educazione dotta; all'esterno, con un persistente misconoscimento, verso un obiettivo appena presentito e a lui stesso del tutto ignoto, sostenuto e sospinto da un impulso inesauribile, onnipotente e tedesco: l'amore per il popolo povero più indifeso. Questo amore onnipotente ne aveva fatto un suo strumento, proprio come Lutero, solo in un rapporto diverso e più conforme al suo tempo, ed era divenuto la vita nella sua vita. Esso fu per lui il filo conduttore saldo e immutabile, a lui stesso sconosciuto, di questa sua vita, che lo ha condotto attraverso la notte che lo circondava da ogni parte, e che coronò la sera di quella vita – poiché era impossibile che un amore del genere abbandonasse la terra senza ricompensa – con la sua scoperta autenticamente spirituale, che ha fatto molto di più di quanto egli avesse mai desiderato con i suoi più audaci desideri. Egli voleva semplicemente aiutare il popolo; ma la sua scoperta, assunta in tutta la sua estensione, annulla il popolo, toglie ogni differenza tra questo e un ceto colto, invece della ricercata educazione popolare fornisce una educazione nazionale, e avrebbe senz'altro la capacità di sollevare i popoli e l'intero genere umano dalla profondità della sua attuale miseria. (IX discorso, pp. 132-133)