Paul Auster: differenze tra le versioni

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Versione delle 18:05, 8 set 2007

Paul Auster (1947 – vivente), scrittore statunitense.

Citazioni di Paul Auster

  • Scrivere non è più un atto di libera scelta per me, è una questione di sopravvivenza. (da L'arte della fame – Einaudi, traduzione di Massimo Bocchiola)
  • Essere vivi voleva dire respirare aria; respirare aria voleva dire aria aperta. (da Timbuctù – Einaudi, traduzione di Massimo Bocchiola)
  • Nessuno è mai stato me. Può darsi che io sia il primo. (da Il libro delle illusioni – Einaudi, traduzione di Massimo Bocchiola)
  • Basta guardare qualcuno in faccia un po' di più, per avere la sensazione alla fine di guardarti in uno specchio. (da Mr Vertigo – Einaudi, traduzione di Susanna Basso)
  • Per me la più piccola parola è circondata da acri ed acri di silenzio, e perfino quando riesco a fissare quella parola sulla pagina mi sembra della stessa natura di un miraggio, un granello di dubbio che scintilla nella sabbia. (da Leviatano)
L'Unità, a cura di Maria Serena Palieri, 25 luglio 2004
  • Tutti sappiamo che la vita dipende da avvenimenti inaspettati. Può finire da un momento all'altro e non sai cosa succederà tra un attimo. A volte succedono cose bellissime, altre volte terribili: cadi, ti rompi il collo...
  • Noi umani abbiamo desideri, volontà, formuliamo pensieri sul futuro. Quello che è interessante, però, nella vita, è il fatto che siamo tutti capaci di fare dei piani per il domani, ma poi arriva l'inaspettato e interferisce coi nostri progetti. E, nonostante le nostre capacità decisionali, eccoci a dover fare i conti con l'imprevisto.

Trilogia di New York

Incipit

Città di vetro

Cominciò con un numero sbagliato, tre squilli di telefono nel cuore della notte e la voce all'apparecchio che chiedeva di qualcuno che non era lui. Molto tempo dopo, quando fu in grado di pensare a ciò che gli era accaduto, avrebbe concluso che nulla era reale tranne il caso. Ma questo fu molto tempo dopo. All'inizio, non c'erano che il fatto e le sue conseguenze. La questione non è se si sarebbero potuti sviluppare altrimenti o se invece tutto fosse già stabilito a partire dalla prima parola detta dallo sconosciuto. La questione è la storia in sé: che abbia significato o meno, non spetta alla storia spiegarlo.

Fantasmi

In principio c'è Blue. Più tardi c'è White, e dopo ancora Black, e prima del principio c'è Brown. È Brown che l'ha svezzato, Brown che gli ha insegnato il mestiere, e quando Brown è invecchiato Blue ne ha preso il posto. È così che comincia: il luogo è New York, il tempo è il presente, e né l'uno né l'altro cambieranno mai. Ogni giorno Blue va in ufficio e siede alla scrivania aspettando che accada qualcosa. Non capita niente per un pezzo, finché un uomo di nome White varca la soglia, ed è così che comincia.

La stanza chiusa

Adesso mi sembra che Fanshawe ci sia sempre stato. È lui il luogo dove per me tutto comincia, senza di lui non credo che saprei chi sono. Quando ci siamo incontrati non sapevamo ancora parlare, eravamo lattanti che arrancavano carponi fra l'erba, e a sette anni ci eravamo già punti le dita con uno spillo proclamandoci fratelli di sangue per la vita. Ogni volta che ripenso alla mia infanzia, vedo Fanshawe. Era lui che mi stava vicino, la persona con cui condividevo i miei pensieri e che vedevo appena alzavo gli occhi da me stesso.

Citazioni

  • Perché l'utopia non si trova in nessun luogo...E se l'uomo ha una possibilità di materializzare quel luogo sognato, è solo edificandolo con le proprie mani.
  • Nulla è reale tranne il caso.
  • I libri vanno letti con la stessa cura e con la stessa riservatezza con cui sono stati scritti.

[Paul Auster – Trilogia di New York – Einaudi, traduzione di Massimo Bocchiola]

Bibliografia

  • Paul Auster – Leviatano (1995), Guanda, traduzione di Eva Kampmann.
  • Paul Auster – Leviatano (2004), Einaudi, traduzione di Eva Kampmann.

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