Vladimir Vladimirovič Majakovskij: differenze tra le versioni
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Premessa<br><br>Con Vladimir Maiakovskij ho vissuto quindici anni, dal 1915 fino alla sua morte.<br>Egli mi scriveva anche quando ci separavamo per un periodo di breve tempo. Vi sono lettere che egli mi ha inviato all'estero e altre che dall'estero mi ha scritto a Mosca: noi viaggiavamo quasi ogni anno e a volte, per ragioni diverse, non insieme. Dal 1926 Vladimir Vladimirovič girò regolarmente per le città dell'URSS tenendo conferenze e serate di poesia e anche in questa occasioni mi scriveva spesso.<br>Lilja Brik<br><br>''Mosca, 25 settembre 1917''<br>Cara Licika, caro Oska!<br>Vi bacio subito all'inizio della lettera e non alla fine, com'è di regola: sono impaziente! Che c'è da voi? Persone felici, che sono state in quel paese incantato che si chiama « da voi », se la cavano, mascalzoni, con la classica frase: « Lilja è sempre Lilja. »<br>Ieri ho declamato. Era tutto esaurito; solo, peccato, niente soldi, ma buoni conoscenti. Avrei potuto cominciare tranquillamente il mio discorso non con un freddo « cittadini », ma con un tenero « cari Abram Vasilevič, Elsa,e Liôva! » |
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{{NDR|Vladimir Vladimirovic Majakovskij, ''Lettere d'amore a Lilja Brik'', traduzione di Laura Boffa, Arnoldo Mondadori Editore, 1972.}} |
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[[Categoria:Poeti|Majakovskij]] |
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Versione delle 20:44, 11 set 2007
Vladimir Vladimirovic Majakovskij (1894 – 1930), poeta georgiano.
- Un tempo i produttori di automobili le costruivano per potersi comperare dei quadri; oggigiorno i pittori fanno dei quadri per potersi comperare delle automobili.
- L'arte non è uno specchio cui riflettere il mondo, ma un martello con cui scolpirlo.
- In una nave che affonda gl'intellettuali sono i primi a fuggire subito dopo i topi e molto prima delle puttane.
- Solo una mossa imprevista disorienta l'avversario.
- Non ho bisogno di te!
Non voglio!
Non importa,
lo so
che creperò presto. - Vorrei essere tagliente come un eccomi. da controllare
Lettere d'amore a Lilja Brik
Incipit
Premessa
Con Vladimir Maiakovskij ho vissuto quindici anni, dal 1915 fino alla sua morte.
Egli mi scriveva anche quando ci separavamo per un periodo di breve tempo. Vi sono lettere che egli mi ha inviato all'estero e altre che dall'estero mi ha scritto a Mosca: noi viaggiavamo quasi ogni anno e a volte, per ragioni diverse, non insieme. Dal 1926 Vladimir Vladimirovič girò regolarmente per le città dell'URSS tenendo conferenze e serate di poesia e anche in questa occasioni mi scriveva spesso.
Lilja Brik
Mosca, 25 settembre 1917
Cara Licika, caro Oska!
Vi bacio subito all'inizio della lettera e non alla fine, com'è di regola: sono impaziente! Che c'è da voi? Persone felici, che sono state in quel paese incantato che si chiama « da voi », se la cavano, mascalzoni, con la classica frase: « Lilja è sempre Lilja. »
Ieri ho declamato. Era tutto esaurito; solo, peccato, niente soldi, ma buoni conoscenti. Avrei potuto cominciare tranquillamente il mio discorso non con un freddo « cittadini », ma con un tenero « cari Abram Vasilevič, Elsa,e Liôva! »
[Vladimir Vladimirovic Majakovskij, Lettere d'amore a Lilja Brik, traduzione di Laura Boffa, Arnoldo Mondadori Editore, 1972.]