Melisso di Samo: differenze tra le versioni

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*Se non fosse uno avrebbe limite in altro. (''frammento 5'')
*Se non fosse uno avrebbe limite in altro. (''frammento 5'')
*Se infatti è infinito deve essere uno: perché se fossero due, i due non potrebbero essere infiniti, ma l'uno avrebbe limite nell'altro. (''frammento 6'')
*Se infatti è infinito deve essere uno: perché se fossero due, i due non potrebbero essere infiniti, ma l'uno avrebbe limite nell'altro. (''frammento 6'')
*Se dunque è, bisogna che esso sia uno: ma se è uno bisogna che esso non abbia corpo; se invece avesse spessore avrebbe parti e non sarebbe più uno. (''frammento 9'')

*Se infatti l’essere è divisibile, dice, si muove: ma se si muovesse non sarebbe più. (''frammento 10'')
==Bibliografia==
==Bibliografia==
*Hermann Diels – Walthrer Kranz, ''I presocratici. Testimonianze e frammenti'' a cura di A. Pasquinelli, Einaudi, Torino 1976
*Hermann Diels – Walthrer Kranz, ''I presocratici. Testimonianze e frammenti'' a cura di A. Pasquinelli, Einaudi, Torino 1976

Versione delle 00:06, 13 nov 2007

Melisso di Samo (in greco Μέλισσος, 490 a.C. - 430 a.C.), filosofo greco.

Frammenti di Sull'essere (titolo convenzionale)

  • Se nulla è, che cosa si potrebbe dire di esso, come se fosse qualcosa. (frammento 0)
  • Sempre era ciò che era e sempre sarà. Perché se fosse stato, sarebbe necessario che prima di nascere fosse nulla. Ma se era nulla, dal nulla non sarebbe potuto nascere nulla in alcun modo. (frammento 1)
  • Ora dunque poiché non è nato è e sempre era e sempre sarà e non ha né principio né fine, ma è infinito. Se fosse nato infatti avrebbe principio (perché avrebbe cominciato a nascere ad un momento determinato) e fine (perché avrebbe finito di nascere ad un momento determinato); ma poiché non ha né cominciato né terminato era sempre e sempre sarà. «e» non ha né principio né fine. Non è possibile infatti che sia sempre ciò che non è tutto. (frammento 2)
  • Ma come è sempre, così bisogna anche che sia sempre infinito in grandezza. (frammento 3)
  • Ciò che ha principio e fine di sorta, non è né eterno né infinito. (frammento 4)
  • Infatti il limite confinerebbe col vuoto. (frammento 4a)
  • Se non fosse uno avrebbe limite in altro. (frammento 5)
  • Se infatti è infinito deve essere uno: perché se fossero due, i due non potrebbero essere infiniti, ma l'uno avrebbe limite nell'altro. (frammento 6)
  • Se dunque è, bisogna che esso sia uno: ma se è uno bisogna che esso non abbia corpo; se invece avesse spessore avrebbe parti e non sarebbe più uno. (frammento 9)
  • Se infatti l’essere è divisibile, dice, si muove: ma se si muovesse non sarebbe più. (frammento 10)

Bibliografia

  • Hermann Diels – Walthrer Kranz, I presocratici. Testimonianze e frammenti a cura di A. Pasquinelli, Einaudi, Torino 1976

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