Schiavitù: differenze tra le versioni

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Citazioni sugli schiavi e la '''schiavitù'''.
Citazioni sugli schiavi e la '''schiavitù'''.


*Amici, badate che anche i servi sono uomini e hanno bevuto lo stesso latte, come noi, e non vuol dire nulla se poi mala sorte li colse. ([[Petronio Arbitro]])
*Amici, badate che anche i servi sono uomini e hanno bevuto lo stesso [[latte]], come noi, e non vuol dire nulla se poi mala sorte li colse. ([[Petronio Arbitro]])
*Che la schiavitù non sarebbe durata a lungo se fosse cosa contro natura, è un discorso valido per le cose naturali, cui è proprio seguire l'ordine immutabile dato da Dio: ma l'uomo, al quale è stata lasciata libera la scelta del bene e del male, contravviene assai spesso alla proibizione e sceglie il peggio contro la legge di Dio; e la risoluzione malvagia ha in lui tanto potere che passa in forza di legge ed acquista più autorità che non la natura stessa, si che non c'è empietà né malvagità, per grande che sia, che, a questa stregua, non possa venir stimata virtù e pietà. ([[Jean Bodin]])
*Che la schiavitù non sarebbe durata a lungo se fosse cosa contro natura, è un discorso valido per le cose naturali, cui è proprio seguire l'ordine immutabile dato da Dio: ma l'uomo, al quale è stata lasciata libera la scelta del bene e del male, contravviene assai spesso alla proibizione e sceglie il peggio contro la legge di Dio; e la risoluzione malvagia ha in lui tanto potere che passa in forza di legge ed acquista più autorità che non la natura stessa, si che non c'è empietà né malvagità, per grande che sia, che, a questa stregua, non possa venir stimata virtù e pietà. ([[Jean Bodin]])
*Dello schiavo, che è uno strumento vivente, bisogna aver cura nella misura in cui è buono al lavoro. ([[Aristotele]])
*Dello schiavo, che è uno strumento vivente, bisogna aver cura nella misura in cui è buono al lavoro. ([[Aristotele]])

Versione delle 16:22, 27 nov 2007

Citazioni sugli schiavi e la schiavitù.

  • Amici, badate che anche i servi sono uomini e hanno bevuto lo stesso latte, come noi, e non vuol dire nulla se poi mala sorte li colse. (Petronio Arbitro)
  • Che la schiavitù non sarebbe durata a lungo se fosse cosa contro natura, è un discorso valido per le cose naturali, cui è proprio seguire l'ordine immutabile dato da Dio: ma l'uomo, al quale è stata lasciata libera la scelta del bene e del male, contravviene assai spesso alla proibizione e sceglie il peggio contro la legge di Dio; e la risoluzione malvagia ha in lui tanto potere che passa in forza di legge ed acquista più autorità che non la natura stessa, si che non c'è empietà né malvagità, per grande che sia, che, a questa stregua, non possa venir stimata virtù e pietà. (Jean Bodin)
  • Dello schiavo, che è uno strumento vivente, bisogna aver cura nella misura in cui è buono al lavoro. (Aristotele)
  • È singolare che gli stessi individui che parlano con stile raffinato di libertà politica e che considerano come uno dei diritti inalienabili dell'umanità il diritto di imporre le tasse non abbiano scrupolo di ridurre una grande proporzione delle creature a loro simili in condizioni tali da essere private non solo della proprietà, ma anche di quasi tutti i diritti. La fortuna non ha forse prodotto una situazione più di questa in grado di ridicolizzare un'ipotesi liberale o di mostrare quanto poco la condotta degli uomini sia, in fondo, orientata da qualche principio filosofico. (John Millar)
  • I diritti politici nelle mani di un grande corpo di proprietari di schiavi sono i peggiori strumenti di tirannide mai forgiati per l'oppressione dell'umanità. (James Stephen)
  • Il commercio dei negri e le naturali conseguenze che ne derivano, si possono giustamente valutare come un'inesauribile riserva di ricchezza e di potere navale per questa nazione [...] il principio primo e il fondamento di tutto il resto, la molla principale che mette in movimento ogni ruota. (Malachy Postlethwayt, citato in Davis 1971, p. 187; citato in Losurdo 2005, p. 15)
  • Il proprietario di schiavi si compra il lavoratore come si compra il cavallo. (Karl Marx)
  • Gli abitanti delle colonie meridionali sono più fortemente attaccati alla libertà di quelli delle settentrionali. Tali furono tutti gli antichi Stati, tali furono i nostri antenati gotici, tali furono i polacchi della nostra era, e tali saranno tutti i padroni di schiavi che non siano schiavi essi stessi. In questi popoli la superbia dell'imperio si combina con lo spirito di libertà, lo fortifica o lo rende invincibile. (Edmund Burke)
  • [...] l'adozione assoluta del principio per cui nessun uomo, rosso, nero o bianco che sia, può essere proprietà del suo simile. (Toussaint Louverture)
  • L'ingiustizia e le calamità, che hanno accompagnato tentativi precipitosi, costituiscono l'obiezione più grave contro i progetti di emancipazione [dalla schiavitù].
    Questa operazione non ha bisogno di essere portata a termine da una rivoluzione violenta che, scontentando tutti, distruggendo ogni proprietà, e collocando tutte le persone in una condizione per la quale non sono adatte, può produrre mali mille volte più grandi di tutti i benefici che ci si possono attendere. (Jeremy Bentham)
  • La libertà non è che una possibilità di essere migliori, mentre la schiavitù è certezza di essere peggiori. (Albert Camus)
  • La schiavitù europea fu un nuovo tipo di schiavitù che produsse la crisi delle forme del potere tradizionale basato sulla discendenza e sulla coesione comunitaria. Gli europei, infatti, non catturavano le proprie vittime: erano i capi locali che procuravano i prigionieri da vendere come schiavi. Questa particolare articolazione dei legami sociali africani (che smentisce ogni tesi sulla presunta uniformità del primitivismo) spiega la lunga durata del fenomeno schiavile.
    Dopo l'abolizione della tratta, infatti, la schiavitù in Africa rimane una realtà. Gli schiavi «da tratta» diventano gli schiavi «da capanna», onloso, nel linguaggio locale: onloso significa «nascere nella capanna» e sono di proprietà del capo locale che E alloggia, li nutre e concede loro una moglie. Lo schiavo si riproduce ed è costretto a prestazioni di lavoro. Questi schiavi che non possono più essere venduti vanno a costituire una riserva di forza lavoro per il nuovo sfruttamento del suolo africano all'interno di quello che con un'espressione fin troppo gentile è stato definito il «commercio lecito». Tuttavia, la tratta lascia il suo segno: questa nuova forma di schiavitù all'interno delle società africane non garantisce quei seppur minimi diritti che erano consuetudinari prima dell'arrivo degli europei, come l'accesso alla terra e alle risorse in genere. (cap. VI, 5: p. 127)
  • L'identità etnica di un popolo non costituisce un patrimonio originario e archetipico, ma è piuttosto una costruzione moderna che si è venuta creando nel corso di lotte interne e di sopraffazioni esterne. (Storia dell'Africa (saggio))
  • Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe)
  • Nessuno schiavo è più infelice di quello che mette al mondo figli destinati ad essere schiavi. (Esopo)
  • Non ci si deve stupire che la viltà dei popoli dei climi caldi li abbia resi quasi sempre schiavi e che il coraggio dei popoli dei climi freddi li abbia mantenuti liberi. È un effetto che deriva dalla sua causa naturale. (Montesquieu)
  • Non vorrei essere uno schiavo, ma non vorrei neanche essere un padrone. Questo esprime la mia idea di democrazia. (Abraham Lincoln)
  • Nulla denota uno schiavo se non la dipendenza dalla volontà di un altro. (Algernon Sydney)
  • [Spiegando l'utilità di un «governo dispotico» in alcuni casi] Ogni legge è fatta dai loro padroni, i quali non lasceranno mai passare una misura a loro pregiudizievole. [...] La libertà dell'uomo libero è la causa della grande oppressione degli schiavi [...]. E dato che essi costituiscono la parte più numerosa della popolazione, nessuna persona provvista di umanità desidererà la libertà in un paese in cui è stata stabilita questa istituzione. (Adam Smith)
  • Ogni re deriva da una stirpe di schiavi ed ogni schiavo ha dei re tra i suoi antenati. (Platone)
  • Per essere padrone di se stesso uno deve essere schiavo del sé. (Natalie Clifford Barney)

Domenico Losurdo

  • Non si tratta neppure del ritorno della schiavitù propria dell'antichità classica. Certo, già a Roma la schiavitù-merce aveva conosciuto un'ampia diffusione. E, tuttavia, lo schiavo poteva ragionevolmente sperare che, se non lui stesso, i figli o i nipoti avrebbero potuto conquistare la libertà e perfino una posizione sociale eminente. Ora, invece, la sua sorte si configura sempre più come una gabbia dalla quale è impossibile evadere. Nella prima metà del Settecento, numerose colonie inglesi in America varano norme che rendono sempre più difficile l'emancipazione degli schiavi.
  • [In Locke] la categoria del contratto può servire a spiegare solo la figura del servant, mentre lo schiavo è tale in conseguenza del diritto di guerra (più esattamente della guerra giusta di cui sono protagonisti gli europei impegnati nelle conquiste coloniali), ovvero di una «manifesta dichiarazione» divina.
  • Ma basta un piccolo mutamento di prospettiva per vedere i codici in una luce diversa: paradossalmente essi miravano a disciplinare i bianchi. Non era al negro ma principalmente al bianco che la legge diceva cosa egli doveva fare; i codici erano per gli occhi e le orecchie dei proprietari di schiavi (talvolta la legge esigeva che i codici fossero pubblicati sui giornali e letti dagli ecclesiastici alle loro congregazioni). Era al bianco che si richiedeva di punire i suoi schiavi fuggiaschi, di prevenire l'assembramento di schiavi, di far rispettare il coprifuoco, di sedere nelle corti speciali e di partecipare al pattugliamento.
  • Giungiamo così a un risultato paradossale, almeno rispetto all'ideologia dominante. L'Occidente è al tempo stesso la cultura che con maggior rigore ed efficacia teorizza e pratica la limitazione del potere, e che con più successo e su scala più larga si è impegnata nello sviluppo della chattel slavery, l'istituto che implica il totale dispiegamento del potere del padrone sugli schiavi ridotti a merce e «natura». E tale paradosso si manifesta in modo particolarmente clamoroso proprio nei paesi di più consolidata tradizione liberale.

Bibliografia

  • Domenico Losurdo, Controstoria del liberalismo, Laterza, 2005.
  • David B. Davis, Il problema della schiavitù nella cultura occidentale (1966), traduzione di Maria Vaccarino, SEI, Torino, 1971.

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