Mario Ghisalberti: differenze tra le versioni

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'''PERSONAGGI'''<br>ARGANTE, malato immaginario (Basso comico)<br>ANGELICA, sua figlia ed amante di Cleanto (Soprano)<br>CLEANTO (Tenore)<br>TONIETTA, servetta di Argante (Soprano)<br>IL DOTTOR DIAFOIRUS, medico (Basso comico)<br>TOMMASO DIAFOIRUS, suo figlio, medico anche lui, e pretendente di Angelica (Tenore)<br>GELSOMINO, farmacista (Baritono)<br>PULCINELLA, capo di una compagnia di comici vaganti napoletani (Tenore)<br>COMICI VAGANTI che cantano e ballano.<br>Lacchè del Dott. Diafoirus.<br>La scena è a parigi, nella seconda metà del Secolo XVII.<br><br>
'''PERSONAGGI'''<br>ARGANTE, malato immaginario (Basso comico)<br>ANGELICA, sua figlia ed amante di Cleanto (Soprano)<br>CLEANTO (Tenore)<br>TONIETTA, servetta di Argante (Soprano)<br>IL DOTTOR DIAFOIRUS, medico (Basso comico)<br>TOMMASO DIAFOIRUS, suo figlio, medico anche lui, e pretendente di Angelica (Tenore)<br>GELSOMINO, farmacista (Baritono)<br>PULCINELLA, capo di una compagnia di comici vaganti napoletani (Tenore)<br>COMICI VAGANTI che cantano e ballano.<br>Lacchè del Dott. Diafoirus.<br>La scena è a parigi, nella seconda metà del Secolo XVII.<br><br>
'''QUADRO PRIMO'''<br>''Un piccolo gabinetto in casa di Argante.<br>Porta nel mezzo, che conduce in anticamera.<br>Porta a destra, che mette in camera di Argante.<br>Finestra a sinistra, con pesanti tende, che dà sulla strada.<br>Là presso, un paravento munumentale.<br>In mezzo, un tavolino, ingombro di cartacce, con l'occorrente per scrivere, e varie bottiglie di medicine.<br>Presso il tavolino, con lo schienale verso il paravento, una grande poltrona imbottita e tutta piena di cuscini.<br>Altri mobili vecchi qua e là.<br>Pomeriggio.''<br>(''Argante è seduto al tavolino. Rivede i conti del suo farmacista,<br>verificando le somme, correggendoli, commentandoli.'')<br><br>ARGANTE<br>...diciassette e tre fa venti;<br>venti e tre fa ventitrè,<br>ventitrè e sette trenta:<br>scrivo zero e porto tre...<br>Trenta soldi?... No, non va:<br>una lira basterà...<br>«In più,<br>il giorno ventisei,<br>un piccolo clistere<br>insinuativo, morbido, emolliente,<br>per ammollire,<br>e ripulire<br>le viscere del signore»...<br>Quel che mi piace, del mio farmacista,<br>è l'eleganza che aggiunge alla lista:<br>«le viscere del signore»!<br>Potrebbe esser meglio detto?<br>Eh! questi conti dimostrano<br>la cortesia ed il rispetto.<br>Ma un clister diciotto soldi<br>mi par troppo, in verità:<br>fece effetto, non lo nego,<br>ma io gli pago la metà.
'''QUADRO PRIMO'''<br>''Un piccolo gabinetto in casa di Argante.<br>Porta nel mezzo, che conduce in anticamera.<br>Porta a destra, che mette in camera di Argante.<br>Finestra a sinistra, con pesanti tende, che dà sulla strada.<br>Là presso, un paravento munumentale.<br>In mezzo, un tavolino, ingombro di cartacce, con l'occorrente per scrivere, e varie bottiglie di medicine.<br>Presso il tavolino, con lo schienale verso il paravento, una grande poltrona imbottita e tutta piena di cuscini.<br>Altri mobili vecchi qua e là.<br>Pomeriggio.''<br>(''Argante è seduto al tavolino. Rivede i conti del suo farmacista,<br>verificando le somme, correggendoli, commentandoli.'')<br><br>ARGANTE<br>...diciassette e tre fa venti;<br>venti e tre fa ventitré,<br>ventitré e sette trenta:<br>scrivo zero e porto tre...<br>Trenta soldi?... No, non va:<br>una lira basterà...<br>«In più,<br>il giorno ventisei,<br>un piccolo clistere<br>insinuativo, morbido, emolliente,<br>per ammollire,<br>e ripulire<br>le viscere del signore»...<br>Quel che mi piace, del mio farmacista,<br>è l'eleganza che aggiunge alla lista:<br>«le viscere del signore»!<br>Potrebbe esser meglio detto?<br>Eh! questi conti dimostrano<br>la cortesia ed il rispetto.<br>Ma un clister diciotto soldi<br>mi par troppo, in verità:<br>fece effetto, non lo nego,<br>ma io gli pago la metà.


{{NDR|Mario Ghisalberti, ''Il malato immaginario'', (dalla commedia di Molière) Commedia lirica in un atto di due quadri ed un intermezzo, per la musica di Jacopo Napoli, G. Ricordi & C., Milano 1939.}}
{{NDR|Mario Ghisalberti, ''Il malato immaginario'', (dalla commedia di Molière) Commedia lirica in un atto di due quadri ed un intermezzo, per la musica di Jacopo Napoli, G. Ricordi & C., Milano 1939.}}

Versione delle 02:15, 23 dic 2007

Mario Ghisalberti, drammaturgo e commediografo italiano.

Il malato immaginario

Incipit

PERSONAGGI
ARGANTE, malato immaginario (Basso comico)
ANGELICA, sua figlia ed amante di Cleanto (Soprano)
CLEANTO (Tenore)
TONIETTA, servetta di Argante (Soprano)
IL DOTTOR DIAFOIRUS, medico (Basso comico)
TOMMASO DIAFOIRUS, suo figlio, medico anche lui, e pretendente di Angelica (Tenore)
GELSOMINO, farmacista (Baritono)
PULCINELLA, capo di una compagnia di comici vaganti napoletani (Tenore)
COMICI VAGANTI che cantano e ballano.
Lacchè del Dott. Diafoirus.
La scena è a parigi, nella seconda metà del Secolo XVII.

QUADRO PRIMO
Un piccolo gabinetto in casa di Argante.
Porta nel mezzo, che conduce in anticamera.
Porta a destra, che mette in camera di Argante.
Finestra a sinistra, con pesanti tende, che dà sulla strada.
Là presso, un paravento munumentale.
In mezzo, un tavolino, ingombro di cartacce, con l'occorrente per scrivere, e varie bottiglie di medicine.
Presso il tavolino, con lo schienale verso il paravento, una grande poltrona imbottita e tutta piena di cuscini.
Altri mobili vecchi qua e là.
Pomeriggio.

(Argante è seduto al tavolino. Rivede i conti del suo farmacista,
verificando le somme, correggendoli, commentandoli.
)

ARGANTE
...diciassette e tre fa venti;
venti e tre fa ventitré,
ventitré e sette trenta:
scrivo zero e porto tre...
Trenta soldi?... No, non va:
una lira basterà...
«In più,
il giorno ventisei,
un piccolo clistere
insinuativo, morbido, emolliente,
per ammollire,
e ripulire
le viscere del signore»...
Quel che mi piace, del mio farmacista,
è l'eleganza che aggiunge alla lista:
«le viscere del signore»!
Potrebbe esser meglio detto?
Eh! questi conti dimostrano
la cortesia ed il rispetto.
Ma un clister diciotto soldi
mi par troppo, in verità:
fece effetto, non lo nego,
ma io gli pago la metà.

[Mario Ghisalberti, Il malato immaginario, (dalla commedia di Molière) Commedia lirica in un atto di due quadri ed un intermezzo, per la musica di Jacopo Napoli, G. Ricordi & C., Milano 1939.]