Amos Oz: differenze tra le versioni

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'''Amos Oz''' (1939 – vivente), scrittore israeliano.
'''Amos Oz''' (1939 – vivente), scrittore israeliano.


*Anch'io ho una [[verità]] assoluta. Sono convinto che sia sempre un male infliggere dolore a qualcuno. Se dovessi sintetizzare tutti e dieci i comandamenti in un unico comandamento, in assoluto direi: non infliggere dolore a nessuno. Questo è il punto fermo della filosofia della mia vita. Il resto è relativo. (dall'intervista di Nuccio Ordine, ''Io, Amos Oz il mediatore. Un colloquio'', ''Corriere della Sera'', 1° ottobre 2007)
*Anch'io ho una [[verità]] assoluta. Sono convinto che sia sempre un male infliggere dolore a qualcuno. Se dovessi sintetizzare tutti e dieci i comandamenti in un unico comandamento, in assoluto direi: non infliggere dolore a nessuno. Questo è il punto fermo della filosofia della mia vita. Il resto è relativo. (dall'intervista di Nuccio Ordine, ''Io, Amos Oz il mediatore. Un colloquio'', ''Corriere della sera'', 1° ottobre 2007)
*C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver. (da ''Una storia di amore e di tenebra'', traduzione di E. Loewenthal, Feltrinelli)
*C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver. (da ''Una storia di amore e di tenebra'', traduzione di E. Loewenthal, Feltrinelli)
*Impariamo a rispettare gli altri popoli: ogni uomo è creato a immagine divina, anche se se lo dimentica continuamente. (da ''Una storia di amore e di tenebra'')
*Impariamo a rispettare gli altri popoli: ogni uomo è creato a immagine divina, anche se se lo dimentica continuamente. (da ''Una storia di amore e di tenebra'')

Versione delle 01:09, 7 apr 2008

Amos Oz

Amos Oz (1939 – vivente), scrittore israeliano.

  • Anch'io ho una verità assoluta. Sono convinto che sia sempre un male infliggere dolore a qualcuno. Se dovessi sintetizzare tutti e dieci i comandamenti in un unico comandamento, in assoluto direi: non infliggere dolore a nessuno. Questo è il punto fermo della filosofia della mia vita. Il resto è relativo. (dall'intervista di Nuccio Ordine, Io, Amos Oz il mediatore. Un colloquio, Corriere della sera, 1° ottobre 2007)
  • C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver. (da Una storia di amore e di tenebra, traduzione di E. Loewenthal, Feltrinelli)
  • Impariamo a rispettare gli altri popoli: ogni uomo è creato a immagine divina, anche se se lo dimentica continuamente. (da Una storia di amore e di tenebra)
  • Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c'è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte. (da Contro il fanatismo)

Incipit di alcune opere

Conoscere una donna

Yoel sollevò l'oggetto dallo scaffale, e lo osservò da vicino. Gli dolevano gli occhi. L'agente immobiliare pensò che non avvesse sentito la domanda, e quindi ripeté: "Vogliamo dare un'occhiata sul retro?". Anche se aveva già deciso, Yoel non si affrettò a rispondere. Era abituato a prendere tempo prima di dare una risposta, anche se si trattava di domande semplici del tipo "come stai?" oppure "cosa hanno detto detto al telegiornale?". Come se le parole fossero oggetti personali dai quali non era bene separarsi.

[Amos Oz, Conoscere una donna, traduzione di Alessandro Guetta, Feltrinelli]

Contro il fanatismo

Un conto è dar la caccia a un manipolo di fanatici sui monti dell'Afghanistan o per i meandri di Gaza e Baghdad. Tutt'altra cosa è invece arginare, guarire dal fanatismo. Per parte mia non ho alcuna specifica competenza nel campo della caccia, ma serbo qualche pensiero sulla natura del fanatismo e sui modi per ammansirlo, se non redimerlo. L'attacco all'America dell' 11 settembre non è classificabile tout court come uno scontro fra povertà e ricchezza. Però non sono qui per parlare di guerra e pace e pace e amore e amore e rancore – di cui avremo modo di discutere, spero, in un'altra occasione, e più a lungo. Quest'oggi sono qui per parlarvi della mia attività. Operazione incestuosa da parte di un autore, questo disquisire del proprio scrivere. Molti anni fa pubblicai un libro per ragazzi, intitolato Soumchi: vi svelavo qualcosa della mia infanzia, in tono assai intimo, in prima persona. Allora un giornalista mi abbordò chiedendomi: "Signor Oz, può dirci per favore con parole sue di che cosa tratta questo libro? ".

[Amos Oz, Contro il fanatismo, traduzione di Elena Loewenthal, Feltrinelli]

Fima

Cinque notti prima della disgrazia Fima fece un sogno che, alle cinque e mezzo del mattino, registrò sul suo taccuino scuro che stava sempre riposto sotto la pila di giornali e logore riviste, per terra ai piedi del letto. Fima aveva preso l'abitudine di mettere per iscritto quel che vedeva di notte, quando era ancora coricato, mentre il primo chiarore del mattino filtrava fra gli spiragli delle persiane. Se poi non aveva visto nulla, o aveva dimenticato quel che aveva visto, anche in questo caso accendeva la luce, strizzava un po' gli occhi, si metteva seduto e, usando una spessa rivista come piano d'appoggio sulle ginocchia alzate, scriveva per esempio:

"Venti dicembre – notte vuota".
Oppure
"Quattro gennaio – qualcosa con una volpe e una scala, ma i particolari se ne sono andati".

[Amos Oz, Fima, traduzione di Elena Loewenthal, Feltrinelli]

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