Karen Blixen: differenze tra le versioni
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In [[Norvegia]] c'è un fiordo - un braccio di [[mare]] lungo e chiuso tra alte montagne - che si chiama Berlevaag Fjord. Ai piedi di quelle montagne il [[paese]] di Berlevaag sembra un paese in miniatura, composto da casine di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori.<br>Settantacinque anni fa, in una delle casine gialle, vivevano due anziane signore. A quell'epoca altre signore portavano il busto, e le due sorelle avrebbero potuto portarlo con altrettanta grazia, perché erano alte e flessuose.Ma non avevano mai posseduto un oggetto di moda, e per tutta la [[vita]] si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero. Erano state battezzate col nome di Martina e Filippa, in onore di [[Martin Lutero|Lutero]] e del suo [[amico]] Filippo Melantone. |
In [[Norvegia]] c'è un fiordo - un braccio di [[mare]] lungo e chiuso tra alte montagne - che si chiama Berlevaag Fjord. Ai piedi di quelle montagne il [[paese]] di Berlevaag sembra un paese in miniatura, composto da casine di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori.<br>Settantacinque anni fa, in una delle casine gialle, vivevano due anziane signore. A quell'epoca altre signore portavano il busto, e le due sorelle avrebbero potuto portarlo con altrettanta grazia, perché erano alte e flessuose. Ma non avevano mai posseduto un oggetto di moda, e per tutta la [[vita]] si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero. Erano state battezzate col nome di Martina e Filippa, in onore di [[Martin Lutero|Lutero]] e del suo [[amico]] Filippo Melantone. |
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{{NDR|Karen Blixen, ''Il pranzo di Babette'', traduzione di Paola Ojetti, I Racconti di Repubblica, n. 23.}} |
{{NDR|Karen Blixen, ''Il pranzo di Babette'', traduzione di Paola Ojetti, I Racconti di Repubblica, n. 23.}} |
Versione delle 01:41, 9 apr 2008
Karen Blixen, pseudonimo di Karen Christence Dinesen (1885 – 1962), scrittrice danese.
- Che cos'è l'uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in orina? (da Sette storie gotiche)
- I giorni furono difficili, ma le notti furono dolci. (citato in Vanni Beltrami, Breviario per nomadi, Voland)
Senza fonte
- Bisogna scrivere una storia semplice con la massima semplicità possibile. Nella semplicità di una storia ci sono già abbastanza complessità, ferocia e disperazione.
- L'uomo e la donna sono due scrigni chiusi a chiave, dei quali uno contiene la chiave dell'altro.
- Per essere felici ci vuole coraggio.
- Tutti i dolori sono sopportabili se li si fa entrare in una storia, o se si può raccontare una storia su di essi.
Il pranzo di Babette
In Norvegia c'è un fiordo - un braccio di mare lungo e chiuso tra alte montagne - che si chiama Berlevaag Fjord. Ai piedi di quelle montagne il paese di Berlevaag sembra un paese in miniatura, composto da casine di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori.
Settantacinque anni fa, in una delle casine gialle, vivevano due anziane signore. A quell'epoca altre signore portavano il busto, e le due sorelle avrebbero potuto portarlo con altrettanta grazia, perché erano alte e flessuose. Ma non avevano mai posseduto un oggetto di moda, e per tutta la vita si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero. Erano state battezzate col nome di Martina e Filippa, in onore di Lutero e del suo amico Filippo Melantone.
[Karen Blixen, Il pranzo di Babette, traduzione di Paola Ojetti, I Racconti di Repubblica, n. 23.]
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