Eduardo Galeano: differenze tra le versioni

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*Le cose sono padrone dei padroni delle cose e io non trovo il mio volto nello specchio. Parlo ciò che non dico. Sto, ma non sono. E salgo su un treno che mi porta dove non vado, in un paese esiliato da me. (''Finestra sulla nuca'')
*Le cose sono padrone dei padroni delle cose e io non trovo il mio volto nello specchio. Parlo ciò che non dico. Sto, ma non sono. E salgo su un treno che mi porta dove non vado, in un paese esiliato da me. (''Finestra sulla nuca'')
*Veniamo da un uovo più piccolo di una testa di spillo, e viviamo su una pietra che gira intorno a una stella nana e che, contro questa stella, prima o poi, si scontrerà. Tuttavia, siamo stati fatti di luce, oltre che di carbonio, ossigeno, merda, morte e altre cose e, in fin dei conti, siamo qui da quando la bellezza dell'universo ha avuto bisogno di essere vista da qualcuno. (''Finestra sul volto'')
*Veniamo da un uovo più piccolo di una testa di spillo, e viviamo su una pietra che gira intorno a una stella nana e che, contro questa stella, prima o poi, si scontrerà. Tuttavia, siamo stati fatti di luce, oltre che di carbonio, ossigeno, merda, morte e altre cose e, in fin dei conti, siamo qui da quando la bellezza dell'universo ha avuto bisogno di essere vista da qualcuno. (''Finestra sul volto'')
*Sul muro di un locale di Madrid c'è un cartello che dice: <tt>È PROIBITO IL CANTO FLAMENCO</tt>. Sul muro dell'aeroporto di Rio de Janeiro c'è un cartello che dice: <tt>È PROIBITO GIOCARE CON I CARRELLI PORTAVALIGIE</tt>. Il che vuol dire che c'è ancora gente che canta e c'è ancora gente che gioca.
*Sul muro di un locale di Madrid c'è un cartello che dice: <tt>È PROIBITO IL CANTO FLAMENCO</tt>. Sul muro dell'aeroporto di Rio de Janeiro c'è un cartello che dice: <tt>È PROIBITO GIOCARE CON I CARRELLI PORTAVALIGIE</tt>. Il che vuol dire che c'è ancora gente che canta e c'è ancora gente che gioca. (''Finestra sulle proibizioni'')
*Lei è all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare. (''Finestra sull'utopia'')


{{NDR|Eduardo Galeano, ''Parole in cammino'', traduzione di M. Trambaioli, Sperling & Kupfer, Milano 2006}}
{{NDR|Eduardo Galeano, ''Parole in cammino'', traduzione di M. Trambaioli, Sperling & Kupfer, Milano 2006}}

*L'[[utopia]] sta all'orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Faccio dieci passi e l'orizzonte si allontana di dieci passi. Per quanto cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? A questo: serve a camminare.{{c}}


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Versione delle 21:01, 21 mag 2008

Eduardo Hughes Galeano (1940 – vivente), giornalista uruguaiano.

  • Ricordare: dal latino "re-cordis", ripassare dalle parti del cuore. (da Il libro degli abbracci)
  • Giustizia e Libertà si odieranno fra loro in eterno. (da Il libro degli abbracci)

Parole in cammino

  • Le storie si raccontano di notte, perché di notte il sacro è reale, e chi sa raccontare racconta sapendo che il nome è quella cosa che il nome nomina. (Finestra sulla parola (II))
  • Il tempo rende gemelli gli amanti. (Finestra sull'essere e sul fare)
  • Il torturato tortura i sogni del suo carnefice. (Finestra sull'essere e sul fare)
  • Il poeta rifugge dalla metafora che trova nello specchio. (Finestra sull'essere e sul fare)
  • Le donne? Una razza inferiore, come i negri, i poveri e i pazzi. Incapaci di libertà, come i bambini. Destinate a piangere, a gridare, a sparlare del prossimo e a cambiare opinione e pettinatura ogni giorno. A letto e in cucina talvolta danno piacere. Al di fuori di questo, causano solo dispiaceri. (Storia dell'uomo che voleva partorire)
  • Le cose sono padrone dei padroni delle cose e io non trovo il mio volto nello specchio. Parlo ciò che non dico. Sto, ma non sono. E salgo su un treno che mi porta dove non vado, in un paese esiliato da me. (Finestra sulla nuca)
  • Veniamo da un uovo più piccolo di una testa di spillo, e viviamo su una pietra che gira intorno a una stella nana e che, contro questa stella, prima o poi, si scontrerà. Tuttavia, siamo stati fatti di luce, oltre che di carbonio, ossigeno, merda, morte e altre cose e, in fin dei conti, siamo qui da quando la bellezza dell'universo ha avuto bisogno di essere vista da qualcuno. (Finestra sul volto)
  • Sul muro di un locale di Madrid c'è un cartello che dice: È PROIBITO IL CANTO FLAMENCO. Sul muro dell'aeroporto di Rio de Janeiro c'è un cartello che dice: È PROIBITO GIOCARE CON I CARRELLI PORTAVALIGIE. Il che vuol dire che c'è ancora gente che canta e c'è ancora gente che gioca. (Finestra sulle proibizioni)
  • Lei è all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare. (Finestra sull'utopia)

[Eduardo Galeano, Parole in cammino, traduzione di M. Trambaioli, Sperling & Kupfer, Milano 2006]

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