Maurice Maeterlinck: differenze tra le versioni

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*Quel che dice la [[scienza]], è la natura o l'universo che glielo detta; non può essere un'altra voce, no, non può essere altro; e la cosa non è rassicurante. Noi siamo oggi fin troppo portati a non ascoltar che la scienza, in questioni che escono dal suo dominio. (p. 117)
*Quel che dice la [[scienza]], è la natura o l'universo che glielo detta; non può essere un'altra voce, no, non può essere altro; e la cosa non è rassicurante. Noi siamo oggi fin troppo portati a non ascoltar che la scienza, in questioni che escono dal suo dominio. (p. 117)
*Nell'immenso isolamento, nell'immensa ignoranza in cui ci dibattiamo non abbiamo altro modello, altro punto di riferimento, altra guida, altro padrone che la [[natura]]; e la voce che ci consiglia a volte di allontanarci da lei, di rivoltarci contro di lei, è ancor da lei che ci viene. Cosa faremo, dove andremo, se non l'ascoltassimo? (p. 117)
*Nell'immenso isolamento, nell'immensa ignoranza in cui ci dibattiamo non abbiamo altro modello, altro punto di riferimento, altra guida, altro padrone che la [[natura]]; e la voce che ci consiglia a volte di allontanarci da lei, di rivoltarci contro di lei, è ancor da lei che ci viene. Cosa faremo, dove andremo, se non l'ascoltassimo? (p. 117)
*Quasi tutti ammettono, non potendo fasre altrimenti, che la maggior parte degli istinti hanno origine in un atto ragionato e cosciente; ma perché si ostinano a trasformare in atti automatici tutto quel che segue a questo primo atto? Se ve n'è no, è probabilissimo che ve ne siano molti: o tutto, o nulla. (p. 134)
*Quasi tutti ammettono, non potendo fare altrimenti, che la maggior parte degli [[Istinto|istinti]] hanno origine in un atto ragionato e cosciente; ma perché si ostinano a trasformare in atti automatici tutto quel che segue a questo primo atto? Se ve n'è no, è probabilissimo che ve ne siano molti: o tutto, o nulla. (p. 134)
*Non mi arresterò di più davanti all'ipotesi del [[Henri Bergson|Bergson]]; secondo lui l'istinto non fa che continuare il lavoro attraverso il quale la vita organizza la natura. Ciò che è una verità evidente o una tautologia, giacché la vita e la natura sono in fondo due nomi di una stessa incognita: ma questa verità troppo evidente, negli sviluppi che dà l'autore di ''Materia e Memoria'' e dell' ''Evoluzione creatrice'', è spesso gradevole. (p. 134-135)
*Non mi arresterò di più davanti all'ipotesi del [[Henri Bergson|Bergson]]; secondo lui l'istinto non fa che continuare il lavoro attraverso il quale la vita organizza la natura. Ciò che è una verità evidente o una tautologia, giacché la vita e la natura sono in fondo due nomi di una stessa incognita: ma questa verità troppo evidente, negli sviluppi che dà l'autore di ''Materia e Memoria'' e dell' ''Evoluzione creatrice'', è spesso gradevole. (p. 134-135)

==Bibliografia==
==Bibliografia==
*Maurice Maeterlinck, ''La vita delle tèrmiti'' (''La vie des termites''), traduzione di Enrico Piceni, BMM, 1950.
*Maurice Maeterlinck, ''La vita delle tèrmiti'' (''La vie des termites''), traduzione di Enrico Piceni, BMM, 1950.

Versione delle 16:48, 12 giu 2008

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Maurice Maeterlinck

Conte Maurice Polydore Marie Bernard Maeterlinck (1862 – 1949), poeta, commediografo e saggista belga.

Senza fonte

  • Non c'è nulla di più bello di una chiave, finché non si sa che cosa apre.
  • Credono che non succederà nulla perché hanno chiuso la porta.
  • Tutte le nostre conoscenze ci aiutano solo a morire di una morte un po' più dolorosa di quella degli animali che nulla sanno.
  • I vivi sono i morti in vacanza.
  • La grancassa fa tanto rumore perché è vuota.

La vita delle tèrmiti

Incipit

Si contano da milleduecento a millecinquecento specie di tèrmiti. Le più conosciute sono il Termes Bellicosus, che edifica imponenti monticelli, il Nemorosus, il Lucifugus, che ha fatto un'apparizione in Europa, l' Incertus, il Vulgaris, il Coptotermes, il Bornensise il Mangensis, che hanno dei soldati a siringa, il Rhinotermes, il Termes Planus, il Tenuis, il Malayanus, il Viator, una delle pochissime tèrmiti che vivono qualche volta allo scoperto e traversano le giungle, in lunghe file, con i soldati che inquadrano gli operai-facchini, il Termes Longipes, il Foraminifer, il Sulphureus, il Gestroi, che attacca di proposito gli alberi vivi e i cui guerrieri sono feroci, il Termes Carbonarius, i cui soldati ritmano in una maniera particolarissima il martellamento misterioso sul quale ritorneremo, il Termes Latericus, il Dives, il Gilvus, l' Azarelllii, il Transluces, lo Speciosus, il Comis, il Laticornis, il Bervicornis, il Regulapennis, l' Atripennis, l' Ovipennis, il Regularis, l' Inanis, il Latifrons, il Filicornis, il Sordidus che abitano nell'isola di Borneo, il Laborator della Malacca, il Capritermes, le cui mandibole, fatte a corna di caprone, scattano come molle e proiettano l'insetto a venti o trenta centimetri di distanza, il Termopsis, il Calotermes, che sono le più arretrate; e centinaia d'altre la cui enumerazione sarebbe fastidiosa.

Citazioni

  • Le più belle morali umane sono tutte fondate sull'idea che bisogna lottare e soffrire per purificarsi, elevarsi, perfezionarsi. Ma nessuna tenta di spiegare perché sia necessario di ricominciare senza tregua. Dove va, dunque, in quali abissi infiniti si perde, da eternità senza limiti, ciò che in noi si è elevato, e non ha lasciato vestigia? (p. 112)
  • Quali che siano la durata e l'ampiezza dei nostri movimenti, noi - immobili tra due infiniti - restiamo sempre allo stesso punto nello spazio e nel tempo. (p. 113)
  • È puerile domandarsi dove vanno le cose e i mondi. In nessun luogo vanno: sono arrivati. (p. 113)
  • [...] l'intelligenza è la facoltà mediante la quale noi comprendiamo finalmente che tutto è incomprensibile: e guardiamo le cose dal fondo dell'illusione umana. (p. 115)
  • Quel che dice la scienza, è la natura o l'universo che glielo detta; non può essere un'altra voce, no, non può essere altro; e la cosa non è rassicurante. Noi siamo oggi fin troppo portati a non ascoltar che la scienza, in questioni che escono dal suo dominio. (p. 117)
  • Nell'immenso isolamento, nell'immensa ignoranza in cui ci dibattiamo non abbiamo altro modello, altro punto di riferimento, altra guida, altro padrone che la natura; e la voce che ci consiglia a volte di allontanarci da lei, di rivoltarci contro di lei, è ancor da lei che ci viene. Cosa faremo, dove andremo, se non l'ascoltassimo? (p. 117)
  • Quasi tutti ammettono, non potendo fare altrimenti, che la maggior parte degli istinti hanno origine in un atto ragionato e cosciente; ma perché si ostinano a trasformare in atti automatici tutto quel che segue a questo primo atto? Se ve n'è no, è probabilissimo che ve ne siano molti: o tutto, o nulla. (p. 134)
  • Non mi arresterò di più davanti all'ipotesi del Bergson; secondo lui l'istinto non fa che continuare il lavoro attraverso il quale la vita organizza la natura. Ciò che è una verità evidente o una tautologia, giacché la vita e la natura sono in fondo due nomi di una stessa incognita: ma questa verità troppo evidente, negli sviluppi che dà l'autore di Materia e Memoria e dell' Evoluzione creatrice, è spesso gradevole. (p. 134-135)

Bibliografia

  • Maurice Maeterlinck, La vita delle tèrmiti (La vie des termites), traduzione di Enrico Piceni, BMM, 1950.

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