Gian Giorgio Trissino: differenze tra le versioni
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Nuova pagina; testo: ''''Gian Giorgio Trissino dal Vello d'Oro''' (1478 – 1550), umanista, poeta, tragediografo, linguista, filosofo italiano. ==''Sofonisba''== ===Incipit=== '''SOFONISBA'''...' |
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'''SOFONISBA''': Lassa, dove poss'io voltar la lingua,<br>se non la 've la spinge il mio pensiero?<br>Che giorno e notte sempre mi molesta.<br>E come posso disfogare alquanto<br>questo grave dolor, che 'l col m'ingombra,<br>se non manifestando i miei martìri?<br>I quali ad un ad un voglio narrarti.<br>'''ERMINIA''': Regina Sofonisba, a me regina<br>per dignità, ma per amor sorella<br>sfogate meco pure il cuor, che certo<br>non possete parlar con chi più v'ami;<br>né che si doglia più dei vostri mali. |
'''SOFONISBA''': Lassa, dove poss'io voltar la lingua,<br>se non la 've la spinge il mio pensiero?<br>Che giorno e notte sempre mi molesta.<br>E come posso disfogare alquanto<br>questo grave dolor, che 'l col m'ingombra,<br>se non manifestando i miei martìri?<br>I quali ad un ad un voglio narrarti.<br>'''ERMINIA''': Regina Sofonisba, a me regina<br>per dignità, ma per amor sorella<br>sfogate meco pure il cuor, che certo<br>non possete parlar con chi più v'ami;<br>né che si doglia più dei vostri mali. |
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===Citazioni=== |
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*'''ERMINIA''': La gloria, e l'altro ben, che il mondo apprezza,<br>si truova pur in quell'altera vita. (p. 8) |
*'''ERMINIA''': La [[gloria]], e l'altro ben, che il mondo apprezza,<br>si truova pur in quell'altera vita. (p. 8) |
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*'''SOFONISBA''': Il dominar ti piace<br>mentre l'aspetti; e par cosa gradita;<br>ma come l'hai, sempre dolor ne senti. (p. 8) |
*'''SOFONISBA''': Il dominar ti piace<br>mentre l'aspetti; e par cosa gradita;<br>ma come l'hai, sempre dolor ne senti. (p. 8) |
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*'''CORO''': Che il non sapere il male,<br>nol fa minore, anzi il consiglio intrica<br>e benché allor non sturbi alcun diletto,<br>c'induce a caso tale,<br>che 'l soccorso impedisce e 'l mal nutrica:<br>sì come l'ozio arreca al fin fatica,<br>così simil diletto apporta noia. (p. 10) |
*'''CORO''': Che il non sapere il male,<br>nol fa minore, anzi il consiglio intrica<br>e benché allor non sturbi alcun diletto,<br>c'induce a caso tale,<br>che 'l soccorso impedisce e 'l mal nutrica:<br>sì come l'ozio arreca al fin fatica,<br>così simil diletto apporta noia. (p. 10) |
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*'''CORO''': Ben areste cagion di pianger sempre, <br>se il pianto vi recasse alcun rimedio;<br>ma se v'annoia più, meglio è lasciarlo. (p. 16) |
*'''CORO''': Ben areste cagion di pianger sempre, <br>se il pianto vi recasse alcun rimedio;<br>ma se v'annoia più, meglio è lasciarlo. (p. 16) |
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*'''SOFONISBA''': La vita nostra è come un bel tesoro,<br>che spender non si deve in cosa vile,<br>né risparmiar ne l'onorate imprese;<br>perché una bella e gloriosa morte<br>illustra tutta la passata vita. (p. 17-18) |
*'''SOFONISBA''': La [[vita]] nostra è come un bel tesoro,<br>che spender non si deve in cosa vile,<br>né risparmiar ne l'onorate imprese;<br>perché una bella e gloriosa morte<br>illustra tutta la passata vita. (p. 17-18) |
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*'''CORO''': Gran forza aver dovrebbon le parole,<br>che son mosse dal cuore e dolcemente<br>escon di bocca d'una bella donna. (p. 25) |
*'''CORO''': Gran forza aver dovrebbon le [[Parola|parole]],<br>che son mosse dal cuore e dolcemente<br>escon di bocca d'una bella donna. (p. 25) |
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==Bibliografia== |
==Bibliografia== |
Versione delle 01:24, 27 lug 2008
Gian Giorgio Trissino dal Vello d'Oro (1478 – 1550), umanista, poeta, tragediografo, linguista, filosofo italiano.
Sofonisba
Incipit
SOFONISBA: Lassa, dove poss'io voltar la lingua,
se non la 've la spinge il mio pensiero?
Che giorno e notte sempre mi molesta.
E come posso disfogare alquanto
questo grave dolor, che 'l col m'ingombra,
se non manifestando i miei martìri?
I quali ad un ad un voglio narrarti.
ERMINIA: Regina Sofonisba, a me regina
per dignità, ma per amor sorella
sfogate meco pure il cuor, che certo
non possete parlar con chi più v'ami;
né che si doglia più dei vostri mali.
Citazioni
- ERMINIA: La gloria, e l'altro ben, che il mondo apprezza,
si truova pur in quell'altera vita. (p. 8) - SOFONISBA: Il dominar ti piace
mentre l'aspetti; e par cosa gradita;
ma come l'hai, sempre dolor ne senti. (p. 8) - CORO: Che il non sapere il male,
nol fa minore, anzi il consiglio intrica
e benché allor non sturbi alcun diletto,
c'induce a caso tale,
che 'l soccorso impedisce e 'l mal nutrica:
sì come l'ozio arreca al fin fatica,
così simil diletto apporta noia. (p. 10) - CORO: Ben areste cagion di pianger sempre,
se il pianto vi recasse alcun rimedio;
ma se v'annoia più, meglio è lasciarlo. (p. 16) - SOFONISBA: La vita nostra è come un bel tesoro,
che spender non si deve in cosa vile,
né risparmiar ne l'onorate imprese;
perché una bella e gloriosa morte
illustra tutta la passata vita. (p. 17-18) - CORO: Gran forza aver dovrebbon le parole,
che son mosse dal cuore e dolcemente
escon di bocca d'una bella donna. (p. 25)
Bibliografia
- Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, a cura di Michele Cataudella, CUES, Salerno 1976.
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