Cesare Beccaria: differenze tra le versioni

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*La storia degli uomini ci dè l'idea di un immenso pelago di errori fra i quali poche e confuse e a grand'intervalli distanti verità soprannuotano.
*La storia degli uomini ci dè l'idea di un immenso pelago di errori fra i quali poche e confuse e a grand'intervalli distanti verità soprannuotano.
*L'intensione della pena di [[schiavitù]] perpetua sostituita alla pena di morte ha ciò che basta per rimuovere qualunque animo determinato.
*L'intensione della pena di [[schiavitù]] perpetua sostituita alla pena di morte ha ciò che basta per rimuovere qualunque animo determinato.
*Il più sicuro ma più difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l'educazione. (cap. XLV)
*... il piú sicuro ma piú difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l'educazione ... ([[s:Dei delitti e delle pene#Educazione|cap. XLV]])
*Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l'arbitrio di ucciderlo?
*Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l'arbitrio di ucciderlo?
*La [[morte]] di un cittadino non può credersi necessaria che per due motivi. Il primo, quando anche privo di libertà egli abbia ancora tali relazioni e tal potenza che interessi la sicurezza della [[nazione]], quando la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita. [...] io non veggo necessità alcuna di distruggere un cittadino, se non quando la di lui morte fosse il vero ed unico freno per distogliere gli altri del commettere delitti, secondo motivo per cui può credersi giusta e necessaria la pena di morte.
*La [[morte]] di un cittadino non può credersi necessaria che per due motivi. Il primo, quando anche privo di libertà egli abbia ancora tali relazioni e tal potenza che interessi la sicurezza della [[nazione]], quando la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita. [...] io non veggo necessità alcuna di distruggere un cittadino, se non quando la di lui morte fosse il vero ed unico freno per distogliere gli altri del commettere delitti, secondo motivo per cui può credersi giusta e necessaria la pena di morte.

Versione delle 00:22, 26 ago 2008

Cesare Beccaria

Cesare Beccaria (1738 – 1794), letterato, filosofo, giurista ed economista italiano.

  • Il miglior metodo per la lettura dei libri è quello di seguire la legge del piacere; di non strascinarci dietro le idee dell'autore, altrimenti si sostituisce al nostro spirito quello di lui, e si estingue quella natural divergenza per cui da una infinità di combinazioni nascono le poche felici e vere. (da Pensieri diversi, in Opere)

Dei delitti e delle pene

  • [Il diritto di proprietà è un] Terribile, e forse non necessario diritto. (cap. XXII)
  • Non vi è libertà ogni qualvolta le leggi permettono che, in alcuni eventi, l'uomo cessi di essere persona e diventi cosa. (cap. XXVII)
  • [A proposito della pena di morte] Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio. (cap. XXVIII)
  • L'opinione [...] è forse il solo cemento della società.
  • La storia degli uomini ci dè l'idea di un immenso pelago di errori fra i quali poche e confuse e a grand'intervalli distanti verità soprannuotano.
  • L'intensione della pena di schiavitù perpetua sostituita alla pena di morte ha ciò che basta per rimuovere qualunque animo determinato.
  • ... il piú sicuro ma piú difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l'educazione ... (cap. XLV)
  • Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l'arbitrio di ucciderlo?
  • La morte di un cittadino non può credersi necessaria che per due motivi. Il primo, quando anche privo di libertà egli abbia ancora tali relazioni e tal potenza che interessi la sicurezza della nazione, quando la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita. [...] io non veggo necessità alcuna di distruggere un cittadino, se non quando la di lui morte fosse il vero ed unico freno per distogliere gli altri del commettere delitti, secondo motivo per cui può credersi giusta e necessaria la pena di morte.
  • Perché ogni pena non sia la violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, deve essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata ai delitti, dettata dalle leggi. (Conclusione)

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