Attila flagello di Dio: differenze tra le versioni
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* Non me ne freca niente poi ti traficco. ('''Attila''') |
* Non me ne freca niente poi ti traficco. ('''Attila''') |
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* Al contadino non far sappere quant'è bono il cavallo con le pere! ('''Attila''') |
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* Dov' mi vuò pottare dent' i boshchetto, bell'uomo, mi vuò pottare dent' i boshchetto? ('''Attila''') |
* Dov' mi vuò pottare dent' i boshchetto, bell'uomo, mi vuò pottare dent' i boshchetto? ('''Attila''') |
Versione delle 18:09, 30 ago 2008
Attila flagello di Dio
Titolo originale |
Attila flagello di Dio |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1982 |
Genere | comico |
Regia | Franco Castellano, Giuseppe Moccia |
Sceneggiatura | Franco Castellano, Giuseppe Moccia |
Produttore | Mario Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori |
Interpreti e personaggi | |
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Attila flagello di Dio, film del 1982 di Franco Castellano e Giuseppe Moccia con Diego Abatantuono.
Frasi
- [A inizio film] Più di 2000 anni fa, nel sobborgo di Milano che oggi si chiama Segrate, vivevano uomini primitivi di inaudita ferocia e violenza: i barbari! (voce narrante)
- A come atrocità, doppia T come terremoto e traggedia, I come ira di Dio, L come laco di sancue, e A come adesso vengo e ti sfascio le corna! (Attila)
- Dove passo io non cresce più l'ebba, caro. (Attila)
- Ah, adesso salta fuori che pure le tonne c'hanno le itee! (Attila)
- Ti sfido a zampa di ferro! (Godmar il "Putente")
- Giallo... rolla funebre! (Attila)
- Tu l' ìncuine c'hai fracassato e noi l' ìncuine ti fracasseremo! (Attila)
- Chi è lo re? (Attila)
- Cos'è questa nofità che le tonne penzano? (Attila)
- Cifooone, quell' dei nani, che vuoi? (Attila stordito dalle droghe orientali)
- Non me ne freca niente poi ti traficco. (Attila)
- Al contadino non far sappere quant'è bono il cavallo con le pere! (Attila)
- Dov' mi vuò pottare dent' i boshchetto, bell'uomo, mi vuò pottare dent' i boshchetto? (Attila)
- Potremm' mangià, chessò, pollo, potremm' mangià dain', cevv', alce, shtruzzo, 'alceshtruzzo. (Attila)
- Un Renaulto, trafitto da una Lancia! (Renaulto)
Dialoghi
- Attila: Non sento una voce... Una voce mi sfugge...
Tartufo: Quala?!
Attila: Laa tuua... [Attila prende per l'orecchio Tartufo e lo alza]
Attila: Allore chi è lo re?!!!
Tartufo: Sei tu lo re, sei tu!
- Attila: Sbabbari, uomini di inaudita viulenza, di inaudita ferocia, figli del Dio Odino io vi dico vostro re che questa volta li romani hanno tirato troppo la corda e quindi io vi dico che chi la fa l'aspetti è chiaro?
Sbabbari: CHIARO!
Attila: Sapete voi qual è dei romani la città diciamo più grassuttella, diciamo più preputente la più grossa?
Sbabbari: Roma!
Attila: Bravi, 'nduinato, Romani Roma pe' forza ci potevo anche arrivare da solo ma volevo vedere se lo sapevate Roma... e io vi dico sbabbari che noi Roma la raderemo al suolo, noi Roma la metteremo a carne e pesce noi dove passeremo non crescerà più neanche un filo d'ebba è chiaro?
Sbabbari: Chiaro!
Attila: E allora sbabbari imo a Romaa!
Sbabbari: A Roma! A Roma!!
- Maga Columbia: Sarà chiamato Attila... il flagello di Dio!
Attila: Att'la, il fratell' di ddio!!!
Maga Columbia: Flagello, non fratello!
Attila: Fratell', cuggin'... molt' amico di ddio!
- Attila: Preco? Le cavall'? M'hanno rubato gli equini miei? E te pecchè non l'hai difesi?
Barbaro: I romani venivano da tutto loco, erano tanti.
Attila: Ah si? Qual è la mano che non ha difeso i miei li cavalli?
Barbaro: Questa!
Attila: Ridi, ridi, te ridi... passami lo martello, poggia la mano su questo lo pietrone, sei pronto? (Attila da una martellata sulla mano del barbaro)
Barbaro: Aaah!
- Attila: Ehi bell'uomo!
Genovese: Oh e chi siete, cosa volete?
Attila: Siamo sbabbari, dobbiamo ire a Roma, ci potti sulla terra ferma? (Rivolgendosi agli "sbabbari" a bassa voce e speranzoso) Foss' ci potta, foss' ci potta.
Genovese: No!
Attila: (Con lo stesso tono di prima) Foss' non ci potta, foss' non ci potta.
- Uraia [portata via dal Genovese]: Attila, non ti sei liberato di me, ritornerò!
Attila: Va bene, t'ashpetto, arrivedecci!
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