Ibn Hamdis: differenze tra le versioni
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Versione delle 00:04, 19 ott 2008
Ibn Hamdis (nome completo Abd Gabbar ibn Mohamed ibn Hamdis) (1056 circa – 1133), poeta arabo-siciliano.
Antologia poetica
La ninfea
La ninfea or ora mi sembra,
- sulle tue dita,
una boccetta rossa di rubino,
- con stimme di zafferano. (№ 1)
Sullo stesso argomento
- Bevi su una vasca di ninfea verde,
dai fiori rosseggianti
che sembrano cacciare
fuori dall'acqua lingue di fuoco. (№ 2)
Una coppiera
- Oh, la bellezza di una coppiera che allunga
le dita con la sposa del vino, cinta di collane
di schiuma!
Ti ha dissetato con un vino puro, fatto veramente
d'uva, splendido qual sole che sorga
d'un tratto sulla sua sfera vermiglia.
Ah, come si risveglia in seno a colei
i cui canti fugano gli affanni!
Diventa il corpo — grazie al suo benefico
agire — come pervaso di dolci aliti di piacere,
e la mano della coppiera sembra quasi parlare
fascinose parole, e tra suoni
da incantevoli cetre… (№ 8)
Il mare
- Eccolo verdeggiante; l'anima per esso si sente
schiantare e se ne va. Il timore che incute
non abbandona mai il mio cuore.
Mugge e spumeggia ed il vento lo irrita:
pare un epilettico invaso dal demonio. (№ 9)
La falce lunare
- Guarda la bellezza della luna nuova che spunta
e squarcia con il suo lume le tenebre
Sembra una falce tutta d'oro che miete il narciso
tra i fiori dei giardini. (№ 17)
Le belle
- Ci affascinano le belle che muovono gli occhi
di gazzella in visi rotondi come lune.
Dalle chiome fluenti, dall'incedere aggraziato,
dai glutei pieni, dalla vita sottile.
La fresca giovinezza
profuma la loro bocca dalle labbra di corallo,
dai denti di perla,
come quando lo zefiro, impregnato di abir,
scorre sulla rosa e sulla camomilla. (№ 61)
La terra degli avi
- Ah, da nuvola folgoreggiante in patria
brillò lieve un lampo, leggero come il saluto
che una mano accenna con la punta delle dita!
(Esso) fece sgorgare
da occhi insonni lacrime nascoste, e li illuminò di luce
benché fosse notte scura
Oh, meravigliosa visita!
Apparve l'immagine a (visitare) palpebre che,
quando mi rinvenni, ritenevano ancora l'illusione…
Soggiorno in Saqi Ahra,
al confine di un deserto arido e brullo
vicino ad un lembo di terra schiaffeggiato dal vento,
quando soffia umido e freddo.
Mi giunge un soffio dell'odore del muschio, dal deserto; a chi volesse avventurarsi
in questi orridi luoghi sono (da superare)
un immenso mare e vaste pianure
Con l'aurora le tenebre si rivestono di luce,
come si riveste di sudore, per la lunga corsa,
il petto di un morello
Sospiro di nostalgia per la mia terra,
nella cui polvere si son consunte le membra
e le ossa dei miei,
come sospira verso casa, avendo smarrito la strada,
un vecchio cammello sfinito,
impacciato dalle tenebre.
Già è svanito dalle mie mani
il fiore dell'amor giovanile,
ma la bocca è piena del suo ricordo. (№ 87)
La Sicilia
Un paese a cui la colomba
diede in prestito il suo collare, e il pavone
- rivestì dal manto delle sue penne
Par che quei papaveri sian vino
- e i piazzali delle case siano i bicchieri. (№ 94)
Bibliografia
- Ibn Hamdis, Antologia poetica, traduzione di Andrea Borruso, Tallone, Alpignano, 1993
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